Riflessioni sulle Scienze
di Alberto Viotto indice articoli
La fine dell'oro
Novembre 2010
-
Un metallo (quasi) inutile
-
Alti e bassi
-
Un ottimo investimento?
-
Lo splendore dei gioielli
-
Nei caveau della banche
All'idea di quel metallo
portentoso, onnipossente,
un vulcano la mia mente
incomincia a diventar
Cesare Sterbini, libretto per “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini
Il commercio ha sempre avuto bisogno di una moneta di scambio; anticamente si usavano i semi di cacao, le conchiglie o il sale (da cui il termine “salario”), poi si sono usati metalli preziosi come l’argento e l’oro, adesso si usano esclusivamente le valute emesse dalle Banche centrali, come l’euro, il dollaro, lo yen. Nessuno accumula più le conchiglie o il sale a scopo di investimento; eppure c’è ancora chi ritiene che sia saggio accumulare l’oro.
Un metallo (quasi) inutile
L’oro non serve a fare quasi nulla, ed è stato soppiantato da materiali più adatti persino per le otturazioni dentali. Piccoli quantitativi di oro sono utilizzati in alcune applicazioni industriali, ad esempio in elettronica, ed alcuni originali lo usano come ingrediente nelle ricette, ma l’utilità intrinseca dell’oro è piuttosto bassa. Altri metalli preziosi, come il platino o il palladio, hanno molti più utilizzi pratici. Si è calcolato che il valore “industriale” dell’oro potrebbe essere di circa 50 dollari (1) per oncia (2).
Il valore attuale (ottobre 2010) dell’oro è invece di circa 1300 dollari per oncia, e le sue quotazioni sembrano in crescita costante.
Alti e bassi
In ricordo dei tempi in cui veniva usato come moneta di scambio, per molti anni il valore delle principali monete è rimasto legato all’oro. Fino al 1971 ogni dollaro poteva teoricamente essere cambiato in 1/35 di oncia di oro, il che implicava un prezzo fisso di 35 dollari l’oncia. Se tutti i possessori di dollari si fossero presentati presso la banca centrale a chiedere la quantità d’oro che gli spettava, però, le riserve non sarebbero bastate: c’erano molti più dollari in circolazione del corrispettivo in oro detenuto a Fort Knox.
Questo sistema venne abbandonato nel 1971 e da allora l’oro è un materiale come gli altri, il cui prezzo può essere determinato dal mercato. Dopo la sua liberalizzazione del 1971 il prezzo dell’oro salì rapidamente fino ad un massimo di 850 dollari per oncia nel 1980. Tenendo conto della svalutazione, questo valore corrispondeva a più di 2300 dollari attuali, ben al di sopra del valore corrente di 1300 dollari (il grafico riporta in nero le quotazioni nominali ed in rosso le quotazioni adeguate alla svalutazione).
Dopo il massimo del 1980 l’oro iniziò un lungo periodo di discesa, fino a toccare un minimo di 252 dollari nel 1999. Da allora è iniziato un periodo di risalita, ma chi ha acquistato negli anni del picco non ha ancora recuperato il valore di quanto ha speso.
Un ottimo investimento?
Gli investimenti di solito prevedono un interesse: se si acquistano le azioni di una società ci si aspetta che distribuisca parte degli utili con i dividendi, se si acquistano delle obbligazioni si ricavano delle cedole oltre a riavere interamente il capitale alla scadenza.
L’investimento in oro, invece, non prevede nessun interesse: è come tenere i soldi nel materasso. Ci può essere un guadagno soltanto se la sua quotazione aumenta, ma questa potrebbe con la stessa probabilità diminuire. Il valore a lungo termine dell’oro, se cesserà la sua accumulazione come bene rifugio, non potrà che essere il suo valore industriale, cioè l’equivalente di 50 dollari attuali per oncia.
Lo splendore dei gioielli
E’ logico che si possa desiderare una bella casa, in cui abitare piacevolmente. E’ logico che si possa desiderare una bella automobile, per muoversi comodi ed in fretta. Capisco che si possa desiderare un bel televisore, un impianto hi-fi, un computer potente. Ma perché mai si dovrebbero desiderare dei gioielli d’oro o di un altro materiale “prezioso”?
Perché l’oro ha un valore elevato? Il valore dell’oro è solo una convenzione, può crollare in ogni momento. Perché sono particolarmente belli? Non si può certo passare il tempo a rimirarli. E, a mio parere, le cose particolarmente belle dovrebbero stare nei musei per poter essere ammirate da chiunque. Il desiderio di possederle in esclusiva è quanto di più egoistico ci possa essere.
Nei caveau della banche
Si è calcolato che la quantità totale di oro mai estratta sia di circa 165.000 tonnellate (3) (attualmente la produzione continua al ritmo di circa 2.000 tonnellate l’anno). Di queste, più di 30.000 sono conservate nei caveau delle Banche centrali dei vari paesi (circa 8.000 negli Stati Uniti e 2.500 in Italia (4)). Questa enorme quantità di oro ha valore fino a che qualcuno non comincia a venderlo, un po’ come avvenne per le azioni delle aziende Internet ai tempi della “bolla” del 2000.
Un assaggio di quanto potrebbe capitare si ebbe nel 1999, quando l’allora ministro delle finanze della Gran Bretagna Gordon Brown decise di vendere circa 400 tonnellate delle riserve auree. Le vendite iniziarono il 7 maggio 1999, quando la quotazione dell’oro era di 282 dollari, e la fecero scendere fino ad un minimo di 252 dollari (il “minimo di Brown” (5)) il 20 di luglio.
Le altre banche centrali corsero ai ripari firmando l’”Accordo di Washington” nel settembre 1999, in cui si impegnavano a limitare le vendite delle riserve auree per cinque anni. La firma dell’accordo fece risalire a 330 dollari le quotazioni dell’oro in due sole settimane
L’accordo venne poi rinnovato nel 2004 e nel 2009, ma ovviamente non c’è nessuna garanzia che le banche centrali continuino questa politica per sempre. A lungo termine, quando ci si sarà resi definitivamente conto di quanto sia scarsa l’effettiva utilità dell’oro, il suo valore non potrà che adeguarsi.
Alberto Viotto
Se qualche lettore trovasse questo articolo interessante o ne volesse discutere, all'autore farebbe piacere ricevere delle e-mail all'indirizzo: alberto_viotto@hotmail.com
NOTE
1) http://michelespallino.blogspot.com/2010/01/speciale-ritorno-alloro.html
2) troy ounce, l’unità di misura che si utilizza per i metalli preziosi, pari a circa 31 grammi, da non confondere con l’oncia avoirdupois pari a circa 28 grammi
3) http://www.gold.org/faq/answer/76/how_much_gold_has_been_mined/
4) http://en.wikipedia.org/wiki/Gold_reserve
5) http://en.wikipedia.org/wiki/Brown_Bottom
Altri articoli di Alberto Viotto
Alberto Viotto offre gratuitamente due suoi Ebook:
Come ti fregano
Analisi dei meccanismi del marketing ed altri trucchi
"Da mattina a sera, sui giornali, sulle televisioni, sul web, siamo sommersi da messaggi pubblicitari che sembrano pensati per un pubblico di semideficienti. Naturalmente il circo del marketing ha un costo, che ricade sull’ambiente ma anche su di noi, costretti a pagare di più i prodotti che ci servono (circa 400€ in più in media su ogni auto nuova).
Di chi la colpa? Ahimè, è nostra, perché compriamo i prodotti pubblicizzati; se la pubblicità non facesse aumentare le vendite i produttori smetterebbero di tormentarci. Un rapido esame dei meccanismi del marketing ci può aiutare ad immunizzarci."
Achille e la tartaruga e altri paradossi
"Una nuova e più elegante soluzione al paradosso più famoso. Altri celebri enigmi (il sorite, il cretese mentitore, il gatto quantistico, la stanza cinese) affrontati da un punto di vista non convenzionale".
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|