Riflessioni sulle Scienze
di Alberto Viotto indice articoli
La casta dei manutentori di Internet
Giugno 2011
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Un servizio molto economico
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Tecnologie troppo intelligenti
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Senza fili
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La casta dei manutentori di Internet
Una connessione veloce con Internet al giorno d’oggi è una cosa normale: la usiamo per fare ogni genere di attività, lavorare, inviare lettere e tenerci in contatto con gli altri, leggere le ultime notizie, fare operazioni bancarie, ordinare un libro o un paio di scarpe, informarci su qualsiasi argomento.
Collegarsi è facilissimo. Quasi tutti i personal computer recenti hanno un’interfaccia wireless; se ci si trova in una zona con una rete wireless aperta, come avviene spesso nei locali pubblici, negli alberghi, negli aeroporti, o se a casa si è installato un modem wireless, basta accendere il computer e si è subito su Internet senza dover fare niente. Il software si preoccupa di tutto: ricerca una rete, se necessario invia la password inserita la prima volta che ci si è connessi, richiede un indirizzo di rete con il quale comunicare con gli altri computer, gestisce l’invio e la ricezione dei pacchetti.
Un servizio molto economico
Se non potessimo usare una connessione Internet, ci sentiremmo profondamente menomati, ma il corrispettivo che paghiamo per questo servizio è bassissimo: in molti posti il servizio è gratis, a casa con un abbonamento di dieci - venti euro mensili possiamo collegare tutti i computer che vogliamo.
Nei primi tempi di Internet, però, le cose erano ben diverse. La connessione era disponibile in pochi posti, principalmente nelle grandi aziende. Collegarsi alla rete aziendale per poi essere in grado di collegarsi ad Internet era tutt’altro che facile. Per prima cosa si doveva cercare un indirizzo IP per il proprio computer, che doveva essere richiesto ad un apposito ufficio. In pratica, nelle grandi aziende la necessità di fornire a tutti un indirizzo IP univoco garantiva un posto di lavoro. Poi bisognava configurare la “maschera di rete”, i server DNS, i “proxies” e tante altre cose ancora. Tutto questo rendeva inevitabile percepire il valore di quello che si poteva ottenere, e si era disposti a “pagare” parecchio per questo, in termini di tempo e fatica.
Tecnologie troppo intelligenti
A distruggere i posti di lavoro dei gestori di indirizzi IP è arrivata la tecnologia DHCP (dynamic host configuration protocol). Quando un PC si connette alla rete aziendale l’utente non deve fare nulla: il PC manda una richiesta ad un server che gli assegna automaticamente un indirizzo IP univoco e gli permette di configurare tutto quello che c’è da configurare: “maschera di rete”, i server DNS, i “proxies”, etc. In questo modo l’utente considera il collegamento come qualcosa di scontato e non gli assegna un valore piuttosto basso.
Senza fili
Un altro caposaldo della gestione delle reti aziendali era il cablaggio: ogni PC doveva essere collegato fisicamente ad un hub o a un router, che a sua volta era collegato con i computer centrali. Il cablaggio era affare serio, e richiedeva un sacco di tempo e di fatica: in una grossa azienda garantiva un bel po’ di lavoro. Poi, apparvero timidamente i primi apparati Wi-Fi che permettevano il collegamento senza fili.
Per i primi tempi, collegarsi in Wi-Fi con il proprio PC non era semplice: si dovevano impostare dei parametri, la connessione cadeva spesso, si doveva lanciare e rilanciare il programma, ogni tanto far ripartire il PC, provare e riprovare. Adesso, invece, la tecnologia è praticamente invisibile all’utente: in casa basta accendere il proprio PC e quasi senza accorgersene si è già su Internet.
La casta dei manutentori di Internet
I manutentori di Internet, come tutti quelli che lavorano nel campo dei computer, sono stati estremamente ingenui ed hanno permesso che il valore percepito del loro lavoro diminuisse. Hanno sviluppato programmi che hanno reso estremamente semplice ogni operazione. Le tecnologie informatiche si insegnano dovunque, e si trovano informazioni con estrema facilità.
Molto più avveduti sono stati avvocati, notai, farmacisti. Hanno mantenuto un’aura di difficoltà intorno a quello che sanno fare, scoraggiato l’accesso al sapere al di fuori della loro cerchia, mantenuto barriere d’accesso alla loro professione o addirittura il numero chiuso.
Coloro che idearono ed ora gestiscono tutto ciò che riguarda le connessioni Internet avrebbero dovuto mantenere il più possibile riservate le loro conoscenze, magari dicendo che un tale delicatissimo compito poteva essere svolto soltanto da un piccolo numero di tecnici iscritti ad un albo a numero chiuso, ed avrebbero dovuto limitare lo sviluppo di tecnologie che facilitano il lavoro. In questo modo avrebbero messo le basi per lo sfrenato arricchimento del proprio gruppo. Ma non l’hanno fatto, a tutto beneficio della collettività.
Alberto Viotto
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