Salute e alimentazione naturale
Del dott. Giacomo Bo indice articoli
La Stevia: zucchero a zero calorie
Gennaio 2013
Viene dalle montagne del Brasile e del Paraguay, ha una capacità dolcificante naturale che è di centinaia di volte superiore a quella dello zucchero, non contiene calorie. Si tratta della Stevia, pianta da pochi mesi entrata in commercio in Italia grazie all’autorizzazione dell’Unione Europea (luglio 2012). Scopriamo quindi le proprietà del succo dolce delle sue foglie!
Anzitutto si tratta di una piccola pianta perenne, che appartiene alla famiglia delle Compositae o Asteraceae, arriva dal sud America e ha un’enorme capacità dolcificante. I principi attivi sono lo stevioside, il rebaudioside A, il rebaudioside C, la dulcoside A. La pianta dolcificante è nota proprio come stevia rebaudiana, da Rebaudi, lo scopritore delle sue proprietà edulcoranti. In natura sono state infatti descritte più di 150 specie di stevia, ma la rebaudiana è l'unica ad avere anche importanti proprietà dolcificanti.
I principi attivi edulcoranti si estraggono principalmente dalle foglie seccate e disidratate. A seconda della modalità di impiego può risultare più o meno dolce: la stevia si può consumare sia in foglie fresche che secche o anche in polvere, sotto forma di estratto disidratato, una polverina bianca, o concentrato liquido.
La stevia rappresenta dunque un nuovo modo di dolcificare bevande e alimenti. Contrariamente allo zucchero o al altri dolcificanti, però ha il vantaggio di non possedere alcuna caloria, di non alzare il livello glicemico nel sangue (quindi è perfetta per i diabetici) e di essere utilizzabile anche ad elevate temperature, quindi di essere anche un ottimo ingrediente nella preparazione di torte e dessert, oltre che per edulcorare bevande calde e fredde. Inoltre la stevia, non avendo zuccheri, non concorre nella formazione della placca e delle carie dentali.
La stevia è anche una medicina; le prime attestazioni d’uso di questa pianta risalgono ai curanderos sudamericani e agli indigeni Guaranì che la chiamavano Ka'a he'é (erba dolce) e la utilizzavano sia per dolcificare l’amaro tè del Paraguay, il noto mate, che per masticarla o per fare impacchi sulla pelle. Le proprietà della stevia si sono poi presto diffuse in tutto il sud America. In medicina la stevia è impiegata anche oggi, in particolar modo per chi soffre di glicemia, per la cura della pelle (efficace contro acne, disidratazione, rughe e inestetismi cutanei) e nel trattamento dell'ipertensione. Viste le sue proprietà, può anche essere efficace per fronteggiare il diabete, il sovrappeso e altri disturbi simili connessi con il consumo degli zuccheri. Esistono controindicazioni? In realtà non sembrano essercene molte. Se viene assunta in dosi molto più elevate rispetto a quelle usate per dolcificare, può essere causa di ipotensione o ipoglicemia. Per il resto non si conoscono altre controindicazioni.
Come mai allora se questa pianta è così straordinaria la scopriamo solo oggi? Perché finora il suo utilizzo è stato vietato a livello comunitario con la giustificazione che la piccola piantina e il processo di produzione del suo zucchero, ancora ad oggi (dopo decenni di studi) non hanno superato i dovuti test sanitari. Questo appariva paradossale visto i centinaia di studi che provano la pericolosità degli zuccheri tradizionali. Le giustificazioni, di ordine burocratico, dietetico e sanitario, sono state tali da far si che il processo di commercializzazione abbia incontrato notevoli ostacoli, rimanendo a lungo chiuso nei cassetti di qualche alto funzionario della Commissione Europea a Bruxelles. Ed è facile capirne il perché: l'Unione Europea è il maggiore produttore e consumatore al mondo di zucchero da saccarosio e aspartame: la media di consumi europea è di 36 kg a persona (con punte massime di 45 kg in nazioni come il Belgio e l'Irlanda), contro i 21,5 kg di consumo per persona nel resto del mondo. In Italia la media è di 25,5 kg. Un alto consumo degli zuccheri della pianta Stevia avrebbe sgradevoli effetti sul mercato dei dolcificanti artificiali e dello zucchero, tanto da minacciare le grandi lobby chimico-farmaceutiche europee.
Dove la possiamo reperire? Ormai i vivai si stanno attrezzando e sicuramente nei prossimi mesi la troveremo a pochi euro in vasi da coltivare in proprio. E’ una pianta perenne per cui basta aver cura di innaffiarla e di ripararla in casa in inverno perché non sopporta i geli. Le foglie possono essere consumate fresche (ad esempio per dolcificare le bevande calde) oppure fatte seccare d’estate e poi utilizzate tutto l’anno.
Nadia e Giacomo Bo
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