Salute e alimentazione naturale
Del dott. Giacomo Bo indice articoli
La dieta mediterranea e la nuova piramide alimentare.
Possiamo parlare di salute?
Aprile 2011
Il primo a intuire la connessione tra alimentazione e malattie del ricambio, quali diabete, bulimia, obesità, fu, nel 1939, il medico nutrizionista italiano Lorenzo Piroddi, considerato il "padre" della dieta mediterranea. Qualche anno dopo lo scienziato americano Ancel Keys si fece promotore dell'ampio programma di ricerca noto come Seven Countries Study. Keys aveva notato una bassissima incidenza di malattie delle coronarie presso gli abitanti di Nicotera e dell'isola di Creta, nonostante l'elevato consumo dei grassi vegetali forniti dall'olio d'oliva, e avanzò l'ipotesi che ciò fosse da attribuire al tipo di alimentazione caratteristico di quell'area geografica. In seguito a questa osservazione prese l'avvio la famosa ricerca "Seven Countries Study", basata sul confronto dei regimi alimentari di 12.000 persone, di età compresa tra 40 e 59 anni, sparse in sette Paesi del mondo (Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia). I risultati dell'indagine non lasciarono dubbi: la mortalità per cardiopatia ischemica (infarto) è molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto a Paesi, come la Finlandia, dove la dieta è ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse). Ancel Keys, e altri scienziati che presero parte al "Seven Countries Study", proseguirono i loro studi a Nicotera (Vibo Valentia), Crevalcore (Emilia), Montergiorgio (Marche). A Pioppi (Pollica), nel Cilento, Keys continuò a vivere per oltre 40 anni. Visse 100 anni, come migliore riprova delle sue teorie. È stato insignito nel 2004 della medaglia al merito alla salute pubblica dello Stato Italiano. Il 16 novembre 2010, l'Unesco ha incluso la dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
I benefici della dieta mediterranea possono essere così riassunti:
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Bassa incidenza di cardiopatia coronarica;
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Riduzione del colesterolo totale e del colesterolo LDL;
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Bassa incidenza di cancro al colon;
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Bassa incidenza di neoplasia mammaria;
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Riduzione dell’obesità;
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Minore incidenza di diabete, infarto, aterosclerosi, ipertensione e malattie digestive.
Nel corso dei decenni questo regime alimentare è stato attentamente studiato, e sebbene sicuramente rappresenti indubbi vantaggi salutistici rispetto ad altri regimi, non è esente da difetti e difatti è stato sottoposto a critiche e dubbi sostanziali.
In particolare:
1) Non tutti i grassi hanno le stesse valenze nutrizionali. Nella piramide tutti i grassi venivano collocati verso l’apice. Invece, solo i grassi saturi (per lo più di origine animale, come il burro), dovrebbero mantenere questa posizione, mentre i grassi di origine vegetale dovrebbero essere collocati verso la base della piramide, prevedendone il consumo quotidiano.
2) La classica differenziazione tra carboidrati semplici e carboidrati complessi, non è la più adeguata per una scelta corretta, perché non tutti i carboidrati hanno le stesse valenze nutrizionali. I carboidrati complessi come pane, pasta e riso, collocati alla base della piramide, dovrebbero essere relegati all’apice della piramide stessa! Si tratta di un sovvertimento radicale, in quanto un gruppo di alimenti che prima rappresentava la base dell’alimentazione quotidiana, viene invece classificato come “consumare in maniera limitata”. La differenziazione tra queste due categorie è dovuta alla loro differente propensione a rilasciare glucosio nel sangue (indice glicemico).
Alla luce di queste considerazioni, scienziati del Mediterraneo ed esponenti d’istituzioni internazionali si sono confrontati sull’evoluzione della dieta mediterranea e hanno elaborato la nuova piramide alimentare per la dieta mediterranea moderna.
La nuova piramide è poi integrata da uno zoccolo inferiore che sottolinea l’esigenza di svolgere quotidianamente un adeguato livello di attività fisica e presenta, come suggerimento esterno, l’indicazione ad un minimo consumo di alcool e a supplementi di integratori vitaminici e minerali. In sommario:
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poca carne e tanti vegetali;
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meno cereali raffinati e derivati e più cibi a basso indice glicemico (cereali integrali);
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Utilizzare spesso grassi “buoni” (olio d’oliva extravergine, pesce, frutta secca oleosa con guscio, come noci, mandorle, pinoli...);
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Insaporire ed esaltare gli aromi con abbondante uso di erbe aromatiche piuttosto che con intingoli complessi;
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Mantenete un buon ritmo fame-sazietà: meglio tanti piccoli e semplici pasti nell'arco della giornata;
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Variare gli alimenti nell'arco della settimana;
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Bere molto (1.5-2 litri di acqua al giorno, spesso e in piccole quantità. Limitare le bevande gassate e dolci);
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Dolci con parsimonia (ci si può concedere un paio di piccole porzioni alla settimana di dolci semplici e non elaborati).
Le nostre considerazioni finali sono in linea con le conclusioni dei ricercatori: sicuramente questa nuova piramide è più vicina ad una alimentazione ideale che rispetti la salute dell’uomo e del pianeta. Alimentarsi in questo modo non significa solo ridurre drasticamente il rischio delle malattie coronarie, del diabete ecc., ma soprattutto sperimentare un più alto livello di benessere, salute ed energia vitale.
Nadia e Giacomo Bo
www.ricerchedivita.it
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