Salute e alimentazione naturale
Del dott. Giacomo Bo indice articoli
Alimentazione, Impatto Ambientale e Sviluppo Sostenibile
Febbraio 2008
Estratto dal convegno “Educazione allo Sviluppo Sostenibile” organizzato dall’Unesco a Udine il 21 dicembre 2007.
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Lo Sviluppo Sostenibile
Nell’ultimo decennio il dibattito sullo sviluppo sostenibile ha contribuito a generare una maggiore consapevolezza sui problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta e sulla necessità di intervenire per la sua salvaguardia.
Buco dell’ozono, effetto serra, desertificazione, perdita di biodiversità, ecc. sono alcuni degli sconvolgimenti dell’ecosistema planetario che, col passare degli anni, sono diventati vere e proprie emergenze ambientali.
La qualità della vita sul pianeta, presente e futura, è senza dubbio fortemente compromessa e da circa un ventennio si è cominciato a parlare di “sviluppo sostenibile”. Il concetto di sviluppo sostenibile è stato ampiamente discusso nella “Dichiarazione di Rio de Janeiro sull’ambiente e lo sviluppo” con la quale l’ONU ha ufficialmente sancito l’unione dei due elementi portanti:
-
uno sviluppo che rispetti l’ambiente e rimanga nei limiti delle capacità di rigenerazione degli ecosistemi;
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un senso di responsabilità verso le generazioni future nell’utilizzo delle risorse.
La Comunità Europea ha recepito i principi espressi nella Conferenza di Rio preparando il “Programma politico e d’azione a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile” (Quinto Programma). In questo contesto lo sviluppo sostenibile viene definito: “una politica e una strategia per perseguire lo sviluppo economico e sociale che non rechi danno all’ambiente e alle risorse naturali dalle quali dipendono il proseguimento dell’attività umana e lo sviluppo futuro”.
L’Impatto Ambientale
Con questo termine si intende l’effetto che l’uomo produce sul pianeta legato ai processi di produzione e di consumo alimentare.
Da alcuni studi effettuati, risulta che questo impatto è così suddiviso:
1) circa il 3-4% dell'impatto totale è dovuto ai processi di acidificazione/eutrofizzazione.
Questi impatti, normalmente correlati all'agricoltura chimico-intensiva, si verificano in maniera significativa anche nelle diete con produzione biologica.
L'impatto delle deiezioni animali sull'ecosistema è paragonabile, se non maggiore, all’impatto di eventuali pesticidi e fertilizzanti chimici.
Attualmente, lo smaltimento di questi liquami avviene per spargimento sul terreno, il che provoca un grave problema di inquinamento da sostanze azotate, che causa inquinamento nelle falde acquifere, nei corsi d’acqua di superficie, nonché eutrofizzazione nei mari.
2) Circa il 5-13% è dovuto al consumo del territorio.
Secondo quanto riportato dalla Commissione Europea, l'Europa è in grado di produrre abbastanza vegetali da nutrire tutti i suoi abitanti, ma non i suoi animali. Solo il 20% delle proteine destinate agli animali d'allevamento proviene dall'interno, il resto viene importato dai paesi del sud del mondo, impoverendoli ulteriormente, e sfruttando le loro risorse ambientali. Sette miliardi di umani, tanto onnivori quanto il cittadino medio occidentale, richiederebbero più del doppio delle terre emerse esistenti, perché sarebbe necessaria una quantità di cereali pari a più del doppio dell'attuale produzione.
A questa mancanza di spazio si correla il discorso della deforestazione a fini zootecnici e il cambiamento di gestione delle foreste pluviali.
Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali.
3) circa il 15-18% dell'impatto totale è dovuto ai danni alla respirazione da composti chimici inorganici mentre il 20-26% è dovuto al consumo dei combustibili fossili.
Entrambi questi processi sono dovuti ai processi di lavorazione, produzione e trasporto degli alimenti.
Rappresentano quindi la gestione dell'energia e l'inquinamento ad essa connesso e hanno un impatto ambientale complessivo pari al 35-44% del totale.
Questo impatto elevato deriva principalmente dal fatto che, a differenza del cibo di origine vegetale che raggiunge quasi direttamente il consumatore, il cibo di origine animale, oltre a consumare tantissimo cibo vegetale, deve essere sottoposto a vari trattamenti prima di essere consumabile. Dal punto di vista dell'uso di combustibile fossile, per ogni caloria di carne bovina servono 78 calorie di combustibile, per ogni caloria di latte ne servono 36, e per ogni caloria che proviene dalla soia sono necessarie solo 2 calorie di combustibile fossile.
4) il consumo di acqua da solo è in assoluto l’impatto maggiore e corrisponde al 41-46% dell'impatto totale.
Il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall’agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d’allevamento), l’8% è usata nel consumo domestico, il 22% nell'industria.
A titolo di esempio, il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno.
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