Riflessioni al Femminile
di Rita Farneti - Indice articoli
Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Dicembre 2021
Ad oggi il busillis potrebbe, invece, porsi nell’interrogativo, ricorrente, se essere ancora una bella nel reame.
L’ inquietudine ossessiva della matrigna di Biancaneve, sempre alla puntigliosa ricerca di conferme, ci permette con maggiore facilità di affibbiare alla giovinezza il titolo di unica proprietaria di bellezza, sancendo così alla vecchiaia il desolante possesso di non beltà.
Conforta una dichiarazione di Laura Morante.
Intervistata da Lilli Gruber sui contenuti del film Assolo ha affermato: se uno è stato oggetto di desiderio …e poi non lo è più… beh, resta tanto altro che neanche se lo immagina!
In quella stessa intervista Paolo Crepet sosteneva essere la sera a conoscenza di cose inimmaginabili per il mattino.
Per Mihaela Noroc, fotografa rumena, che ha attraversato più di cinquanta Paesi e raccolto, in quattro anni, immagini di donne provenienti da tutto il mondo, mostrare i cinquecento scatti, scelti per il suo Atlas of Beauty, rappresenta una piacevole sfida, poiché nelle diverse forme di bellezza la vecchiaia non limita, se mai aggiunge.
Ci sono visi giovani, sorridenti, ma anche corpi over settanta ed oltre.
Sottolineano un contrasto, elegante, rispetto a canoni capaci di legittimare una bellezza ideale solo perché assolutamente levigata. È un repertorio fotografico all’insegna della disubbidienza: attraverso gli sguardi ed i sorrisi leggiamo l’esistenza di una fase della nostra vita vera perché serenamente accettata nella sua essenza.
In qualche modo lo dice anche Vanna Vannuccini quando mette in evidenza il sapore nel tramonto, non solo la luce, limpida, dell’alba.
“Lui ha settantun anni, solo due più di me, ma a questa età un uomo, se vuole, può trovare perfino una ventenne.
Riccardo ride quando glielo dico.
Una ventenne sarebbe più levigata – risponde - e poi? Di che cosa parlerei con una ventenne?
Che capirebbe lei di me?
Il modo in cui ride sui miei dubbi mi dà molta sicurezza…”
Anche Francesca Rigotti nel suo De Senectute conferma che la donna, quando anziana, sembra calamitare una sorta di perdurante svalutazione della propria immagine sociale.
Si ribadisce così una sorta di distanza, già confermata negli anni settanta anche da Susan Sontag*: è “doppio lo standard dell’invecchiare” fra l’uomo e la donna perché “l’uomo è l’essere umano onnicomprensivo, è l’universale antropologico”.
La donna è invece solo una parte che emana “di fianco, dietro, sotto, da qualche parte (…) appiattita sulla sua condizione fisica, biologica, corporea”.
Un’eredità che pare molto pesare poiché esalta una differenza, ingiusta, nel processo dell’invecchiamento. Non solo la Sontag legge un transito del tutto sfavorevole, ma rimarca anche “un’ambiguità”, legata al passato e fortemente intrecciata “con l’ideologia del presente”.
Chi invecchia poi, se da una parte si duole, dall’altra può però anche vantarsi di aver comunque raggiunto - ed orgogliosamente – una postazione privilegiata… Purtroppo calando le forze ed aumentando, forse,una personale percezione di fragilità, si legge spesso, nella rappresentazione della propria morienza, l’incontro con un tempo che vorremmo invece addolcire.
Quasi una richiesta di posticipo di campionato: ci si auspica di (poter) blandire il nemico con antidoti, efficaci, magari in funzione apotropaica, a loro volta facili interpreti di una nostalgia per quella giovinezza che ci sembrava (dover) garantire un corpo immutabile.
Rita Farneti
Indice Riflessioni al Femminile
Note in bibliografia
- V. Vannuccini, L’amore a settant’anni, Serie Bianca Feltrinelli, Milano,2012, pp.96-97
- F. Rigotti, De Senectute, Einaudi, Torino, 2018
*Dal testo della Rigotti a pg.18: La posizione di Susan Sontag sull’invecchiamento femminile è espressa nel suo articolo The double standard of aging, in “The Saturday Review of The Society”, 23 settembre 1972, p.34
Per i riferimenti su Mihaela Noroc theatlasofbeauty.com dal quale sono tratte le foto.
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