Riflessioni al Femminile
di Rita Farneti - Indice articoli
Pentirsi di essere madri. Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù.
Aprile 2022
Con la sua ricerca e con il suo libro, Orna Donath ha reso visibile una cosa che fino a oggi era rimasta confinata alle confessioni tra amiche o sui lettini degli psicoterapeuti. Così commenta un giornalista del Der Spiegel, alle cui parole seguono anche quelle, altrettanto favorevoli, di altri (critici) su Repubblica e Vanity Fair.
L’autrice ha più volte sostenuto che in quel campione, peraltro esiguo, di 23 donne, ha francamente ritrovato quanto da altre madri e nonne a lei era già stato raccontato. Sostanzialmente esperienze del materno, difficile, molto ambivalente, comunque faticoso, in grado di sollevare un dibattito su aspetti della cura.
La traduzione italiana di Regretting motherhood, titolo originale del testo, interpretata da un lessico poco fluido anche se, nel complesso, abbastanza scorrevole, ci mostra concetti complessi: la fatica nell’impegno assunto e il rimpianto per una libertà amaramente perduta. Sono segnali, e piuttosto espliciti, nella direzione di un tormento, più o meno totalmente e consapevolmente appalesato, che si modula in una sorta di discordanza interiore, scandita nel vissuto di un ruolo poco congruente con la funzione genitoriale.
Sono diverse, e lo sottolinea nel testo l’autrice stessa, le madri che le hanno scritto, inviato mails e manifestato, in forma diretta, un dispiacere, un pentimento, un rammarico.
Orna Donath, sociologa israeliana, lo ha riassunto col termine di posizionamento emotivo. Un sentimento insostenibile nel quale le donne avvertono il dovere di fare i conti costantemente con il proprio dolore ma non il diritto di concedersi la possibilità di dargli voce, soprattutto quando dissonante col ruolo di genitore. È un dolore, dunque, che in qualche modo il silenzio raddoppia. Il rimpianto infatti non dovrebbe avere alcuna relazione con la maternità, ma la percezione di ri-trovarsi dentro una trappola e il dispiacere di non poter essere più una persona libera da pur nella cura di, ridisegna il volto di chi avanza dubbi e si pente della scelta fatta. Diktat alla riproduzione, frutto della pressione dell’ambiente, sollecitazioni di partners che rivendicano il diritto al bisogno del figlio/a? Indubbiamente la capacità riproduttiva nell’essere umano è garante di continuità per la sopravvivenza della specie umana, ma si rende già interprete del mondo come luogo delle relazioni, in grado di legare nella reciprocità le creature che lo vivono.
Uno spazio che possa dirsi vivibile, soprattutto un luogo reso mentalmente sicuro dallo sguardo di genitori che siano già in grado di accogliere e proteggere del proprio sé le parti trasposte nel futuro (figlio/a), capaci dunque, per dirla con Willy Pasini, di affrontare la scommessa di un gesto forse ancora oggi di ordinaria (razionale) follia!?
Rita Farneti
Indice Riflessioni al Femminile
Riferimenti bibliografici
Orna Donath, Pentirsi di essere madri. Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù, Bollati Boringhieri, Torino, 2017 (Traduzione di Sabrina Placidi).
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