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Riflessioni al Femminile di Rita Farneti

Riflessioni al Femminile

di Rita Farneti - Indice articoli

 

La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia)

Settembre 2021

 

La differenza fra un nevrotico ed uno psicotico è molto semplice. Questo affermava un docente della scuola di specializzazione milanese da me frequentata nei lontani anni Ottanta.

Per il nevrotico due più due fa quattro, ma gli dispiace, per lo psicotico due più due può fare anche mille, e non se ne cura.

Questo aneddoto, fra il serio ed il faceto, mi induce a ritenere che, fatti salvi i criteri di tassonomia psichiatrica, fatta salva la realtà che esiste malgrado noi, ognuno di noi possiede una modalità “personale” attraverso la quale legge la realtà, che poi interpreta con gli occhi della mente, quelli che oggettivano quando accade dentro e fuori di noi.

Esiste dunque una vecchiaia almeno quanto sono in essere e ben funzionanti le vecchiaie?

Trattasi di soggetti multipli, ma squisitamente unici, peculiari in corpi - oggetti del tempo: si declinano attraverso lo stile cognitivo e di adattamento usualmente adottato e poi praticato nelle età precedenti. Dunque, per farla semplice, invecchiamo come abbiamo vissuto. La percezione di quanto ci accade, modulata in un mondo fatto da ossimori polisemantici, permette di sintonizzarci sulla pluralità di quelle note, alcune più tristi, altre meno dolenti che si confanno all’autunno inoltrato di nostra vita. E’ un non più associato, nelle ipotesi migliori, all’ancora.

La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia)Franca Valeri, nel suo divertente libriccino edito da Einaudi nel 2016, forte della propria elegante e pungente ironia, definisce la vecchiaia una vacanza dei superstiti.
Sono due sostantivi, che si cavalcano a vicenda, quasi a favorire, tra il faceto ed il disincantato, il viraggio verso una malinconia ancora benevola.
Lo esprime lo sguardo in tralice in copertina, una pensosità contenuta, mani che paiono rilanciare un’incertezza composta, quasi dialogo suggestivo fra il non detto, percepito a termine, e l’ancora che fatica a profumare di speranza.

L’autrice commenta fin da subito che invecchiare non è facile.  Improvvisamente ha 90 anni, inattesi, pur nella consapevolezza che non si finisce secondo il calendario. Nessuno, prosegue, si lamenta di aver vissuto, ma a 90 anni il problema sembra affacciarsi su un futuro in grado di offrire due possibilità: ripensare o inventare.

Spesso, aggiunge poi, le due cose si equivalgono. Giovinezza e maturità possono intendersi età allo sbaraglio, ma la vecchiaia, a detta della Valeri, si può programmare, è una preparazione che comincia presto. E se, poi, la succitata condizione di anzianità alimenta la tendenza a rimpiangere delle stupidaggini, la posizione di colui che arriva a diventare vecchio, dunque, insiste amabilmente la Valeri, un superstite, è davvero più divertente che tragica.

In ultima analisi presumo quindi non dispiaccia più che due più due faccia il ben noto quattro…


Rita Farneti


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Riferimento bibliografico

F. Valeri, La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia), Einaudi, Torino, 2016.


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