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Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale

Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale

di Diego Pignatelli Spinazzola     indice articoli

 

Stanislav Grof ed il modello a spettro intero di Ken Wilber: Per una sintesi Transpersonale

 

Le direttive pionieristiche di William James e C. G. Jung hanno aperto strade nuove alle esplorazioni transpersonali ed archetipiche continuate da Maslow e Stanislav Grof, i precursori di nuove teorie che hanno integrato i vecchi modelli, mettendoli anche in discussione all'emergere di nuovi paradigmi.

La Teoria Transpersonale è figlia di una dichiarazione di indipendenza, che ha riconquistato il suo status quo, dinanzi ad una scienza empirica radicata nel riduzionismo. All'ormai visione obsoleta del modello cartesiano, la scienza transpersonale, sta integrando teorie evoluzionistiche ed involuzionistiche che nel modello a sistemi di Ken Wilber, trovano una loro impalcatura metateorica. Molti teorici del transpersonale si discostano dalle teorie integrali post-evolutive di Wilber, fornendo le loro motivazioni di disaccordo. Stanislav Grof si è confrontato a più riprese con il modello di Wilber, usandolo spesso come complementare lavoro teorico al suo sistema esperenziale. Un modello, per valido che sia, può presentare delle incoerenze strutturali di base. Stanislav Grof ha trovato delle pecche nel modello a spettro integrale di Ken Wilber, e lì dove l'approccio risulta esperenziale, denota un certo deficit di Wilber all'intera questione transpersonale. In altre parole, il modello di Wilber ad archi evolutivo, involutivo presenta un involuzione dal pre-egoico all'egoico al centauro ed un evoluzione, dalla fase centaurica alla fase trans-egoiga e transpersonale. Essendo specificatamente molto dettagliato, il modello di Wilber è preso in considerazione dalla maggior parte della comunità di teorici e non del transpersonale. Ma essendo la sua una teoria integrale, lo stesso Wilber ha preso notevolmente le distanze dai suoi colleghi. Nel sistema di Wilber che è basato essenzialmente sul modello a spettro globale di Aurobindo, ci sono una serie di stadi che vanno verso l'evolversi del cammino spirituale ed una serie di eziologie meglio definite come patologie transpersonali. In teoria oltre al livello prepersonale e personale studiato dalla psicologia tradizionale e dinamica, vi è un terzo livello a cui si aggiunge un quarto, e questi è la dimensione transpersonale e Ken Wilber li figura come fulcri transpersonali, cioè oltre quelli dello sviluppo del , e servono a conseguire il Se Trans-personale e quindi servono a definire spiritualmente esperienze che non si possono descrivere in un criterio razionale. Il transpersonale include questi tre fulcri: dallo psichico al sottile al causale con le corrispondenti patologie: Yogin-Santi-Saggi. Dove la psicologia ortodossa finisce di occuparsi dei regni egoici che culminano nella fase centaurica (integrazione del se, separazione-individuazione) qui incomincia il compito della Psicologia Transpersonale. Dalle dimensioni egoiche a quelle transpersonali non intercorre molta distanza e tutto và per il centauro, un se predisposto verso l'integrazione dei seguenti stadi transpersonali. Fin qui tutto bene, perchè la psicologia transpersonale, ha dimostrato di occuparsi degli stadi non inclusivi, cioè esclusi a priori dalla psicologia ortodossa e dai corrispettivi interventi terapeutici. Questo terzo livello, il transpersonale, che porta con se altri tre fulcri, che vanno dal VII al IX non è compito inclusivo della psicologia ortodossa che segue modelli post-biografici secondo i principali rappresentanti della psicologia del se (Mahler, Kohut, Kernberg). Ma l'incoerenza è che proprio a questi modelli Wilber fa testo escludendo a priori una serie di fattori e circostanze della dimensione transpersonale. Avendo portato alla ribalta ed a conoscenza il nuovo livello transpersonale, con le patologie inerenti, Yogin-Santi-Saggi, Wilber ha portato in superficie il modello transpersonale con gli stadi e fulcri di transizione, ma secondo Stan Grof, il modello di Ken Wilber inerente alla Psicopatologia Transpersonale, pecca lì dove sono state scartate, nell'intero spettro della patologia, le matrici peri-natali, che sono parte dell'intera dimensione transpersonale. In queste dimensioni le matrici sono degfli importanti corner-stone esperenziali del modello transpersonale. La maggiore critica di Grof a Ken Wilber  è che questi si è affidato alle teorie post-natali, della psicologia del se classica, escludendo una serie di fattori e circostanze che rientrerebbero nella dimensione transpersonale e nel suo campo esperenziale di cui Wilber, sembra non aver preso in considerazione.

La metodologia classica della psicologia convenzionale non ha familiarità con quelle che Grof, definisce Matrici.

L'avvento di queste matrici è importante nella fase transpersonale perchè segna delle dinamiche intra-uterine risalenti allo stadio post-partum ed antecedente. Queste sarebbero dinamiche esperenziali che risalgono ad una biografia perinatale ed ad un processo di nascita biologica che si ritrova in quelle esperienze karmiche, di un incontro con precedenti vite e che si ripete nell'esperienza degli stati non ordinari di coscienza dove ad un livello regressivo ci si immerge in uno stato così profondo,ad un livello karmico,da esplorare le matrici e le loro dinamiche esperenziali (CoEX=condensed experiences).

Wilber sembra aver escluso queste dinamiche che sono punti di svolta importantissimi per le esperienze di morte e rinascita nello stadio transpersonale. Queste dinamiche figurano come parti integranti della stessa dimensione transpersonale. Questa è secondo Grof, l'inconsistenza del modello di Ken Wilber che manca di presupposti basilari per articolare l'intera questione transpersonale. Anche se Ken Wilber, si occupa dell'evoluzione, ossia di una cosmogenesi evolutiva, involutiva ad archi ed a spettro globale od "integrale", incentivata su presupposti teoretici ma che  mancano  di altri presupposti basilari a livello esperenziale. Non essendo come Grof, un esploratore sul campo, Wilber ha strutturato il suo sistema su presupposti già convalidati, e collaudati da quella psicologia che si occupa degli stadi di sviluppo del sè e quindi nell'esperienza post-biografica. Grof ritiene che per un più comprensivo modello a spettro, bisogna considerare le matrici BPM (matrici perinatali di base) e le loro dinamiche. Wilber scarta l'ipotesi sequenziale delle matrici e si fissa sulla fase uroborica, pre-egoica,egoica e poi centaurica,affermando che una vera esperienza transpersonale avviene a quei livelli maturi dell'ego. Dall'ego maturo al centauro, dal centauro ai regni sottili, causali fino all'Atman.

Grof si discosta dalle teorie di Ken Wilber a favore di quelle esperienze che egli chiama NOSC (stati di coscienza non ordinari). Questa pratica esperenziale funge da interfaccia alle stesse matrici BPM, e funge come il loro corrispettivo campo esperenziale. Mentre le matrici sono modelli teoretici i NOSC ne sono la controparte esperenziale. Ma ancora nel modello di Wilber, il centauro si apre all'intero campo dell'esperienza transpersonale, che è un abbandono dell'ego maturo, mentre è di norma che gli stadi transpersonali sono esclusi nell'esperienze pre-egoiche secondo Wilber. Secondo Wilber, le esperienze transpersonali invadono le fasi evolute dell'ego e non coinvolgono  quelle esperienze che si possono riscontrare in un livello pre-egoico infantile. Questa supposizione, l'ego ben saldo nella fase centaurica, Wilber, la vede una fase genuina transpersonale. Mentre per Wilber, l'individuo regredisce a fasi pre-egoiche è invaso da fasi trans-egoiche, dovuto anche al mancato filtraggio e disfunzionamento della sintassi egoica, che lascia l'individuo esposto ad un "pensiero magico e mitico referenziale", proprio quando la sintassi egoica comincia a fallire mentre la coscienza è invasa da materiale trans-egoico, lasciando l'individuo sprotetto a rischio di inflazione psichica.

Secondo Grof i domini Transpersonali avvengono anche nel cosiddetto stadio pre immaturo di Wilber, e vi si possono avere incontri transpersonali già nella fase intrauterina. Ecco la sottile differenza tra il pre/trans nella questione transpersonale.

Quest'esperienza può essere rivissuta nei NOSC. In definitiva lo stato prefase uroborico di Wilber non si avvicina alle matrici di base di Grof ed il concetto di Wilber e una trascendenza dell'ego maturo più che una regressione nei regni transpersonali ed un esperienza che si prefigura karmica, di morte e rinascita. La Psicologia Transpersonale presenta questi due sistemi divergenti, quello di Wilber e di Grof, che sono però l'uno complemento dell'altro. In definitiva il campo teoretico di Wilber si apre al campo esperenziale di Stan Grof e viceversa. Sono uno yin ed uno yang di una stessa struttura, e di uno steso campo dinamico che coinvolge altre strutture, teoretiche, esperenziali, morfogenetiche, archetipiche, mitologiche, filosofiche, antropologiche, interagenti ad altre strutture di base,che si equivalgono in sintonia nel grande campo esperenziale e metateorico del transpersonale.

 

       Diego Pignatelli Spinazzola

 

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