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Felicità di Marlene
Ero una bambina di 15 anni quando lui venne da me, non lo aspettavo e non fu nemmeno gradito. Non sapevo come mandarlo via, ci avevo provato, ma niente da fare non volle fuggire. Ero talmente spaventata che le mie giornate si consumavano tra un pianto e un altro senza intervalli. Nessuno avrebbe potuto capire il dolore che si diramava nella mia anima stringendola e percuotendola senza sosta.
Provai a parlarne con qualche amica ma l'unica risposta che mi fu data: "potevi pensarci prima". Sentivo ragazze più grandi sghignazzare alle mie spalle e le madri delle mie amiche accusarmi di superficialità.
Ormai ero decisa a farla finita, non ne potevo più, anche se non avrei ricucito la mia reputazione. Una sera, a letto, pensai a quella sera, quando vidi un angelo avvicinarsi a me bello più del sole, con gli occhi di un verde talmente profondo che avrei corso il rischio di annegarvi, le labbra grosse che mostravano un sorriso rassicurante e i denti più bianchi che avessi mai visto. Lo vidi venire verso di me con aria impaurita, quasi indecisa; improvvisamente con uno scatto mi bloccò le mani e mi disse:" alza gli occhi al cielo e specchiati nelle stelle più belle che ci sono. Una loro lacrima scenderà per te, bagnerà i tuoi occhi e tu farai allo stesso modo con un'altra piccola stella". Non capì cosa volesse dire, ma qualunque cosa sarebbe andata bene in quel momento. Passammo la serata insieme, a passeggiare tra foglie verdi e l'odore delle rose; poi scese la pioggia che ci costrinse a ripararci sotto un piccolo tetto di legno.
La pioggia non si arrestava mai ed io dovevo rincasare. Così presi la mia borsa da terra e misi la testa al di fuori per andare via. Ma fui trattenuta con forza. Mi girai a guardarlo con un lieve sorriso stampato in volto, ma le sue mani stringevano le mie così fortemente che mi spaventai. Volevo scappare, andare via da quel maledettissimo angelo; come potevo essere stata così stupida. Non mi lasciò fuggire e mi costrinse al peggio. Quando tornai a casa avevo gli occhi intorpiditi dal pianto, le mani tremolanti ed un lungo graffio sul collo.
Dagli occhi della stella sono scese lacrime per un'altra piccola stella che ha ormai 4 anni, si chiama Roberto ed è uno dei bambini più belli che abbia mai visto. La prima parola che ha pronunciato è stata papà, ma non sa che rimarrà solo una parola urlata al vento dalla voce di un bambino nato da una violenza.
Marlene
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