Riflessioni sull'Ottava
di Michele Proclamato - indice articoli
La legge perfetta
agosto 2011
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Pre-Ching
L’IChing è un’arte divinatoria millenaria, chiaramente non accettata dalla scienza occidentale e relegata nell’ambito del paranormale. Essa sembra avere la capacità di predire, o meglio intuire, le scelte emozionali migliori con le quali affrontare gli “eventi” a venire, della nostra vita. La figura rappresenta il meccanismo divinatorio in questione e su questa simbologia vorrei applicare nuovamente le sopracitate indicazioni bruniane (numero, arte, ecc.)
Dall’immagine si evince che i trigrammi sono 24 (8x3).
Un riferimento che dovrebbe far riflettere immediatamente, alla luce di ciò che abbiamo esaminato più sopra. Ancor di più se si osserva la loro disposizione a forma ottagonale.
Inoltre, cosa che mai si fa, esaminiamo che tipo di trigrammi ci ha tramandato la tradizione cinese. Essi sono suddivisi in 24 linee spezzate e 12 linee unite.
Di conseguenza, ci troviamo di fronte alla stessa sintesi numerico-vibrazionale condivisa dalla Lista e dall’ormai famoso Zodiaco.
Osserviamo ora le spirali interne, le più famose a livello simbolico, in quanto rappresentano il fulcro di una filosofia orientale: il TAO.
Il principio bianco, femminile o Yin, è caratterizzato da una piccola sfera scura appartenente al principio Yang, caratterizzato da una piccola sfera bianca.
Femminile e maschile dimostrano quindi di possedere, nel loro evolversi ciclico, un quoziente opposto, che in Egitto viene addirittura frazionato, attraverso 1\3 di Donne e 2\3 di Uomini, il tutto fuso nella disposizione sferico-ciclica dei 12 Esseri.
Tale suddivisione permette un’interpretazione, secondo la quale, ogni evento umano, per quanto positivo o negativo, conserva sempre un “cuore” opposto.
La fisica creante diventa metafisica trovando applicazione nella filosofia orientale.
Ci vuole un esempio tipicamente orientale:
Ad un contadino piuttosto povero l’unica cavalla utile ad arare, fugge.
I suoi amici lo deridono, Lui invece non si scompone.
Il giorno dopo la sua cavalla, in calore, torna con due stalloni.
I suoi amici gli fanno notare la sua fortuna, ma lui non si scompone.
Il giorno seguente il figlio grande monta la cavalla per arare il terreno, ma la cavalla fa uno scarto improvviso. Il figlio del contadino cade da cavallo e si rompe una gamba.
I suoi amici lo deridono, ma lui mantiene imperterrito la sua calma.
Il giorno dopo i soldati del re giungono nel paesino del contadino e requisiscono tutti gli uomini abili alle armi per la guerra dell’imperatore, Fra questi i figli degli amici del contadino.
I figlio del contadino invece sarà l’unico a non partire a causa della sua gamba.
Gli amici del contadino piangono facendogli notare la sua fortuna, lui gli osserva con calma e si avvia verso la sua terra.
Morale: chi sa interpretare gli eventi secondo l’evolversi dello Yin e dello Yang rimane al di fuori dalla corrente degli eventi e non ne viene travolto.
Quindi, la ciclicità è appannaggio, non solo dei macro eventi stellari, ma anche dei micro eventi umani.
A questo punto per prevedere tale ciclicità è sufficiente elaborare un sistema analogico alla cui base si trova la piattaforma causale responsabile della Precessione degli Equinozi.
I 24 trigrammi custodi delle 36 unità (24-12) divengono 64 esagrammi, semplicemente sommando ogni TRINA con ognuna delle OTTO Trine presenti nell’I-Ching.
Ma trasformare i trigrammi in esagrammi corrisponde anche a raddoppiare la loro matrice numerica intrinseca, inizialmente di 36 unità e renderla potenzialmente pari a 72 unità.
Quindi l’I-CHING, pur celandolo, utilizza riferimenti numerici e meccanismi appartenenti alla Precessione degli Equinozi.
Di conseguenza il meccanismo predisposto per intuire la scelta emozionale più corretta, è lo stesso utilizzato per “prevenire ciclicamente“ un numero infinito di eventi galattici.
La Precessione ora si chiama IChing o, se mi permettete, “Pre-Ching”
Infatti manca l’attivatore.
Un uomo prende 3 monete, le lancia per 6 volte e trova il suo esagramma e dopo aver ricevuto il responso, sarà portato a credere che tale interpretazione sia figlia di un processo magico o paranormale, come la scienza occidentale ancora si ostina a definirlo.
Se tale magia fosse interpretata con altri “occhi”, potrebbe più semplicemente essere definita come il prodotto della codifica di una struttura universale apparentemente caotica, ma ciclicamente ed archetipicamente prevedibile.
In altre parole a quell’uomo vengono dati i mezzi numerici per creare, come Dio ha fatto, e nel momento in cui, lanciando le sue monete, esprime il suo desiderio sull’evento futuro, incide la realtà a venire ad un livello talmente alto e sottile, da modificarlo, proprio dal punto in cui essa prende inizio o nasce.
E’ quindi lui a creare gli eventi futuri e non il destino, così come un'unica Mente Universale organizza e prevede ogni evento celeste.
Il Futuro è perciò prevedibile, e ritornerebbe ad esserlo se la nostra scienza, così potente, la smettesse di essere così presuntuosa e riconsegnasse all’Uomo tutti i suoi poteri dimensionali.
Tale potere, tra l’altro, è inscritto anche nel nostro DNA, composto da 64 Trigrammi chimici, pari a 192 elementi, pronti a diventare: amminoacidi, proteine, organi, forma, vita ecc. ecc.
Io consiglierei una prova del 9, che non immaginate quanto sia pertinente in questo caso, una prova capace di intravedere fra i due sistemi - quello divinatorio e quello genetico - un'unica radice numerica.
E’ sufficiente sommare gli elementi chimici umani agli elementi presenti nell’I-Ching per scoprire, numericamente, come la radice sia sostanzialmente la stessa.
Lascio a voi questa incombenza, potrebbe essere un ottimo esercizio mentale, dai benefici inaspettati.
Karma –Reminiscenza
La vita ci pone sempre di fronte a particolari eventi (che vorrei prevedere), che per noi occidentali sono sempre e solo casuali.
E come a tutti, anche a me è capitato qualcosa di brutto e qualcosa di bello.
Un giorno, infatti, deluso dalla mia vita, improvvisamente iniziai ad osservare uno dei simboli più importanti della mia città. Mi innamorai - questa è la parola giusta, credetemi - di un Rosone, il Rosone centrale della Basilica di Collemaggio all’Aquila.
Lo so, oggi riesce difficile stupirsi di tutto, ma un uomo che perde la testa per un oggetto pur bellissimo come quello citato, certo dà un po’ da pensare, come puntualmente avvenne.
Un certo senso di colpa, a dire il vero, lo provavo nel dedicare tante ore della giornata alla sua osservazione. Colpa che si acuiva quando qualche mio vecchio amico, giustamente, mi domandava:
“Michele, ma cosa ci vedi all’interno di quel coso?”
Io allora non potevo e non sapevo far altro che rispondere:
“Non lo so, non ci vedo niente, ma so che lì dentro c’è tutto”.
Era terribile! Sentivo di sapere e capire ciò che osservavo, ma non ne intuivo il motivo, finché, dopo alcuni mesi, finalmente alzai il braccio e con l’indice puntato versa quella porta dimensionale…. contai e vidi, attraverso il numero, ciò che era stato celato, in bella mostra, per più di settecento anni.
Improvvisamente 12 + 24 braccia, culminanti in 24 + 48 spazi deliziosamente cesellati, apparirono con chiarezza. Il tutto si diramava da 8 petali centrali finemente scolpiti. A quel punto dovetti chiedermi - e fu la prima volta - perché la Precessione degli Equinozi in quell’occasione era diventata arte medioevale raffinatissima?
Sempre più velocemente mi resi conto di occuparmi di un unico sapere, di una scienza emozionalmente spirituale, che decisi di chiamare: dell’OTTAVA.
Una scienza in grado di motivare la nascita:
-
di intere civiltà,
-
di ogni applicazione conoscitiva esistente sulla terra,
-
di tutto il sistema simbolico religioso tutt’ora presente, ma soprattutto
-
di ogni tipo di applicazione dello scibile umano, dalla scultura alla geometria, passando dalla musica, per arrivare all’architettura, alla poesia, alla pittura, alla tecnica, alla medicina, alla fisiologia stellare ed umana
-
delle sue applicazioni divinatorie, l’IChing,
-
della simbologia dei Cerchi nel Grano.
Fino a quando il mio saggio amico mi disse:
“Michele, lo sai che ci sono due tipi di memoria?”
“Come due tipi di memoria?”
“Sì, due tipi: una mortale ed una immortale, tu dovrai occuparti della seconda”
“Non ho nessuna intenzione di farlo, non vedo cosa tutto ciò abbia a che fare con me ed i miei studi”
“Eppure tu lo farai, vedrai”
E così fu.
A distanza di un anno scrissi di Giordano Bruno, dopo aver appreso, grazie a Platone, come si comporta l’anima umana al momento della morte fisica.
Egli diceva che l’anima, lasciato il corpo, si trasforma in una specie di biga trainata da un cavallo bianco ed un nero, che si dirige, con molta difficoltà, verso il “paradiso” (greco), chiamato: Iper-uranio.
Lì è possibile vedere Dio, ma in questo caso, il Dio in questione, non ha niente in comune con il nostro Dio “Barbuto”. Egli, infatti, è sostanzialmente fatto di tante “Idee” quante sono le forme presenti in natura.
Un modo molto semplice e diretto di parlare di “Archetipi”.
Ma torniamo alla biga animica ed alle difficoltà che incontra sul suo cammino.
Esse sono dovute, soprattutto, alla lotta intestina fra i due cavalli: quello bianco, infatti, cerca in tutti i modi di correre verso il mondo delle Idee Divine, quello nero, invece, fa di tutto per ritornare nel mondo reale.
Un modo molto semplice di parlare di reincarnazione e dei suoi meccanismi.
Da questa lotta dipende, quindi, la capacità dell’animo umano di poter osservare DIO, ma soprattutto, di ricordarlo, una volta ritornati in questa realtà.
Così Platone pose le basi dell‘arte della Reminiscenza.
Ebbene, Giordano Bruno affermava che ci sono 4 Rectores, in grado di aiutare l’uomo a “ricordare Dio”.
Essi sono: il numero, l’arte, l’amore e la magia.
Ed io, senza rendermene conto, avevo utilizzato i primi 3, osservando il “mio” rosone.
Questo poteva significare che - e la cosa mi turbò non poco e continua a farlo tutt’ora - in qualche modo sono …ritornato, dopo aver visto quel mondo di Idee numericamente così perfetto.
Bruno aggiungeva inoltre, che è doveroso “ricordare” in vita, affinchè si possa giungere alla più completa estasi, ottenuta attraverso la fusione animica in DIO.
Per ottenere ciò elaborò i suoi Sigilli, in grado di stimolare l’intuito umano e l’immaginazione, che, uniti alla razionalità, possono spingere - in modo analogico - alla ricerca conoscitiva preposta alla reminiscenza archetipica.
Una sera, Gianfranco pose sulla tavola sulla quale stavamo mangiando un plico contenente i sigilli Bruniani ed il primo che vidi fu esattamente quello riportato a fianco.
Bruno lo chiamava “Mente o Apollo” e, chiaramente, in quel momento, vedendo il mio Otto, capii perché avrei dovuto occuparmene.
Soprattutto capii qual’è il mio Karma e, forse per la prima volta, avrò la possibilità di raggiungere il mio Nirvana, uscendo da un ciclo che, sinceramente, non so da quanto tempo mi tiene avvinghiato a questa realtà.
Oggi vivo facendo il simbolista, nella speranza di poter donare ad altri il mio intuito, così come i miei “Ricordi”.
Michele Proclamato
Su YouTube: IL SAPERE DELL'OTTAVA
Conferenza di Michele Proclamato
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