Riflessioni sull'Ottava
di Michele Proclamato - indice articoli
Dalla vita alla non vita alla vita
Gennaio 2015
All’inizio mica ci credevo.
Poi piano piano ho dovuto fare marcia indietro, con piacere.
A che cosa mi riferisco?
Al fatto che essenzialmente l’ovvio rimane e rimarrà il senso recondito che tanto cerchiamo per capire la nostra vita.
Vi faccio un esempio.
Papà e figlio si trovano sotto un enorme albero ormai spoglio di tutte le sue foglie, durante una fredda giornata invernale, resa ancora più fastidiosa da una sottile e umida nebbiolina.
“Papà guarda questo alberone è morto”
“No papà non è morto, sta dormendo”
“Come sta dormendo, è morto”
“No, tu sei piccolo, però vedrai che ogni anno gli alberi tornano a vivere, quindi non muoiono mai”
“E dove vanno se non muoiono”
“Adesso torniamo da mamma che è tardi !!!”
E così quel bambino, come è probabilmente è successo a tutti i bambini, crescerà dando per scontato che la Natura non muore, semplicemente, torna, o meglio: ritorna.
Rimarrà quindi senza risposta, per sempre, la domanda essenziale che pur essendo ovvia tale non è, e cioè:
“PERCHE’ LA NATURA E’ IMMORTALE?”
Quindi per tutti quei bambini, ora adulti, che ancora aspettano una risposta, vorrei scrivere le righe che seguono nel tentativo di far notare cosa si nasconde dietro l’ovvietà.
Facciamo finta di cambiare completamente argomento.
Potete osservare per un attimo la foto sotto?
E’ l’immagine della residenza di Tyco Brahe il famosissimo astronomo danese, costruita su un isola avuta in dono dal re danese Federico II, posta fra la Danimarca appunto e la Svezia, dal cercatore di stelle soprannominata Urani-borg.
Ebbene penso non sia difficile notare come la stessa abbia una forma quadrata caratterizzata da due assi, uno verticale ed uno orizzontale, i quali pur convergendo in uno spiazzo circolare, suddividono con molta chiarezza, la famosa dimora in quattro spazi triangolari.
Tutto qui.
Adesso passiamo all’immagine seguente.
Anche in questo caso non credo facciate molta fatica a riconoscere gli Assi Cartesiani.
Nel caso specifico potrete apprezzare come gli stessi, secondo una direzione sinistrorsa , partendo dal quadrante posto in alto a destra, dove ascisse e ordinate sono positive, siano in grado di variare i loro valori, tanto da culminare in un quadrante opposto a quello positivo dove i segni sono completamente negativi.
Ora se dovessimo, con delle rette, unire gli apici degli assi credo che potremmo nuovamente ottenere la struttura quadrata della residenza del Brahe.
Mi sbaglio?
Avremmo quindi nuovamente una situazione geometrica come sopra, fatta da quattro triangoli.
Ma tornando a Cartesio, la domanda da porsi penso sarebbe:
Se il quadrante in alto a destra va a rappresentare valori spazio-temporali chiaramente positivi , quindi la nostra realtà, quello in basso a sinistra, tutto negativo, quale pseudo realtà dovrebbe rappresentare, se, secondo logica, in quel luogo o non luogo, lo spazio-tempo non esiste?
Andiamo avanti.
Il dipinto che chiamo in causa è un Ultima Cena di Dalì, piuttosto particolare direi.
Senza dilungarsi troppo nei particolari il pittore Catalano inserirà il famoso evento biblico, in un Icosaedro, e già questo richiederebbe una lunga spiegazione, ma senza allontanarsi dal tema del mio scrivere vorrei notaste l’anomala disposizione dei due apostoli, in ginocchio di fronte al Cristo, a creare una specie di triangolo umano posto a caratterizzare una parte quadrata, molto illuminata della famosa tavola.
Il particolare, in Dalì trattato con molta raffinatezza, da secoli era già apparso grazie a Leonardo Da Vinci, nel suo, Cenacolo, dove gli apostoli venivano disposti in gruppi di tre, per quattro volte.
Potrei continuare con una miriade di altri esempi dove la stessa costante numerica appare (4\3), ma non mi sembra il caso di complicare la cosa, per cui ritornerei alla Natura da dove eravamo partiti.
Natura, che se non vado errato, culminerà nell’Inverno, attraverso quattro momenti temporali della durata di tre mesi.
Adesso è il di nuovo il momento di Renè.
Si perché ora forse è più chiaro il fatto che, il Francese, postulasse altri luoghi dalle caratteristiche opposte alla nostra tridimensionalità.
Per cui non dovrebbe esistere solo questa realtà ma un insieme di realtà, una opposta alla nostra, di cui la Natura è compartecipe, che gli permettono, da sempre, di ritornare viva dopo aver fatto finta di morire.
Per cui l’Ovvio nasconde l’essenza della vita.
“Mamma, papà non mi vuole rispondere”
“Perché cosa gli hai chiesto”
“Dove vanno gli alberi quando muoiono”
“Te lo dice mamma”
“Davvero?”
“Certo tesoro,”
“E dove vanno?”
“A casa”
“Ma lo facciamo anche noi ?”
“Sempre”.
Michele Proclamato
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