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Riflessioni sui Nativi Americani

Riflessioni sui Nativi Americani

di Alessandro Martire  - indice articoli

 

Le origini dei nativi delle praterie

Aprile 2011
Di Alessandro Martire
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Le estinzioni delle specie animali

 

La popolazione della megafauna e fauna del nord dell’America subì una notevole diminuzione, in parte certamente dovuta alle attività di caccia di massa delle popolazioni che vivevano nel continente nel periodo – clovis -.
Sappiamo che durante il “pleistocene” durata circo tre milioni di anni, più di 60 specie animali fra le quali i grandi mammiferi, scomparvero dal continente. Più della metà di loro scomparve appunto durante il periodo in cui le popolazioni del periodo – clovis - svilupparono le loro tecniche di caccia di massa. Un altro fenomeno accadde quasi nello stesso periodo. Le dimensioni di alcune specie di megafauna scomparvero - come ad esempio i bisonti di dimensioni mastodontiche, sopravissero le specie di dimensioni minori come ad esempio il moderno “bison-bison”.
Molti ricercatori e scienziati hanno elaborato accurate ricerche supportate da prove, che evidenziano come alcune specie sono scomparse a causa di drastici cambiamenti climatici durante il pleistocene. Le temperature divennero più mitigate, più calde, ed alcuni mastodonti e grandi mammiferi non adattandosi a questi cambiamenti climatici, scomparvero. Un'altra interessante teoria proposta da alcuni scienziati ha evidenziato in detta causa di estinzione anche fattori legati all’arrivo di alcune “malattie” importate dall’Asia da quei gruppi che traversarono lo stretto di Bering e che possono essere la causa di estinzione di alcune specie animali.
Ciò comportò un cambiamento anche nel modello sociale e di vita delle popolazioni del periodo – clovis - le quali erano per eccellenza cacciatori nomadi in continuo movimento nel continente e che a causa della scarsezza delle gigantesche prede fino ad allora cacciate, dovettero cambiare il loro ancestrale nomadismo per adottare tipologie di vita semi sedentaria con conseguente modifica di tecniche di caccia rivolte ora, verso selvaggina di più modeste dimensioni, talvolta addirittura integrando nella loro dieta frutti e bacche selvatiche, che sarebbero in seguito divenute la base di una primordiale forma di agricoltura e che permise alle popolazioni dell’epoca di sopravvivere conseguentemente alla riduzione di animali da cacciare.

 

Circa 10.000 anni fa nuove migrazioni portarono popoli nomadi nelle grandi praterie nord- americane. Gli archeologi li hanno denominati – “Folsom People” - cioè le popolazioni del periodo Folsom. Il nome deriva dai molti reperti rinvenuti nella località Folsom del New Messico, nel 1926. Furono, infatti, rinvenuti in detta area molti resti d’ossa di animali e strane nuove forme di armi di pietra diverse da quelle rinvenute a quel tempo. L’analisi delle ossa a dimostrato che si trattava di ossa della specie di “Bison antiquus” un gigante tipo di bisonte dalle lunghissime corna che abitava l’America del sud-ovest circa 8000/10.000 anni fa. Per la prima volta le punte in pietra elegantemente rifinite hanno una precisa caratteristica: la base delle punte reca per circa metà della loro lunghezza un solco ben lavorato e smussato. E’ in questo periodo che viene ad assumere una caratteristica nuova e definitiva un arma dal nome Azteco che si chiama ATLATL.
Un propulsore che permetteva al lungo dardo di incrementare in termini di lunghezza la gittata fino a quel tempo coperta solo dalla forza di propulsione del braccio umano; adesso è aggiunto un propulsore aggiuntivo di legno che permette ai cacciatori di ottenere una considerevole nuova gittata del dardo con quest’ingegnoso e nuovo sistema, il quale rivela senza ombra di dubbio una capacità intellettiva di queste popolazioni molto diversa ed evoluta rispetto alle precedenti.
Assume importanza in queste popolazioni, anche un aspetto nuovo: il gusto del bello mediante la creazione di ornamenti in osso e l’inizio di utilizzo di parti animali come protezione spirituale; ecco che assistiamo alla nascita del senso del “soprannaturale” cioè di una forza “mistica” legata all’ambiente ed agli animali. Il periodo folsom non estende la sua caratteristica molto a sud delle pianure nord Americane e presto è soppiantato da una nuova cultura che indichiamo come: “Plano Hunters”, cioè i cacciatori delle pianure. Preda per eccellenza il progenitore dell’attuale bison-bison.
Si presenta con queste popolazioni la prima forma di caccia poi meglio conosciuta come “buffalo jump”, cioè il far correre una mandria verso un dirupo, poi i bisonti caduti nella mortale trappola naturale sarebbero stati macellati dalle femmine del gruppo di cacciatori alla base del dirupo stesso. Un famoso sito del genere è stato infatti rinvenuto vicino a Kit Carson nell’attuale Colorado, dove sono stati rinvenuti i resti di oltre 200 bisonti macellati. Tale tecnica perdurerà, nelle grandi pianure fino all’arrivo del cavallo il quale trasformerà poi per sempre il sistema di caccia del buffalo jump e del piskin.
Il numero necessario di cacciatori per eseguire tale tecnica di caccia era presumibilmente di circa 150-200 soggetti, il che deve necessariamente portare ad un’altra conseguenza: la creazione già a quel tempo, e sicuramente anche prima, di un’iniziale e primordiale organizzazione sociale con precise regole per la sopravvivenza della banda o del gruppo nomade di cacciatori. Così sicuramente si ebbe l’evoluzione della leadership del gruppo e dei ruoli maschili e femminili.
Nel momento in cui assistiamo alla fine del Pleistocene alla scomparsa della “megafauna” nel continente nord-Americano, le popolazioni che sopravvissero dovettero realizzare un nuovo modello di vita e nuove tecniche di caccia per predare animali notevolmente più piccoli, e la dieta di queste popolazioni cominciò ad essere formata anche da bacche e frutta selvatica, nonché da pesce e da volatili particolarmente piccoli. Questo nuovo periodo chiamato dagli archeologi “ARCAICO” od anche in inglese “Foraging”, si vennero così a formare i primi gruppi “semi-sedentari” evolvendo ed affinando un nuovo modello sociale ed organizzativo. Vi fu quindi un inizio di rudimentale forma di agricoltura ed addomesticamento di animali. Iniziò fra i vari gruppi una prima forma di scambio, di arte come la realizzazione di oggetti primordiali di abbellimento ed anche la costruzione con argille di vasellame per essere utilizzato per i primari bisogni di questi gruppi. Il periodo Arcaico è comunemente datato fra 5000 e 1000 anni prima di Cristo. I precursori del periodo arcaico in America erano un gruppo umano che viveva nella parte nord-ovest sulle coste del pacifico, conosciuto fra i moderni archeologi come “Old Cordilleran Culture” ovvero le popolazioni dell’antica cordigliera. Essi erano contemporanei alle popolazioni prima identificate come Folsom, Clovis, ed essi erano originariamente stabilizzati nella valle del fiume Columbia sicuramente 9000 anni prima di Cristo e forse anche in epoca più remota. Essi erano cacciatori ma anche persone con rudimentali tecniche di coltivazione di certe piante, ed occuparono la stessa zona geografica per centinaia e centinaia di anni se non millenni. Altro gruppo umano degno di nota erano i così detti: “Popoli del deserto” - un’altra antica civiltà che emerse nel periodo arcaico nelle zone attuali della California dell’est, Nevada, Utah, e parte dell’Oregon, Idaho, Wyoming. Il sito famoso relativo ad essi si chiama “Ranger Cave” nell’angolo del Gran lago salato nella parte ovest dell’attuale stato dell’Utah, dove esami al carbonio 14 hanno provato la presenza umana risalente ad almeno 11.500 anni fa. Il nome a tale sito archeologico fu dato dal ricercatore E.R. Smith negli scavi del 1941. Un altro noto archeologo americano fece degli importanti scavi nel 1950, dove riportò alla luce i resti di pecore di montagna, cervi ed antilopi. Sui resti ossei di detti animali i test al carbonio 14 ha datato tale presenza a più di 11.000 anni or sono, sono state altresì rinvenute piccole punte di freccia e di lancia, in un altro livello del sito, sono anche stati rinvenuti dei cestini in fibra vegetale e mortai in pietra per macinare i semi datati circa 8.000 anni B.C..
Sono stati rinvenuti anche frammenti di pelle lavorata, probabilmente usata per una forma rudimentale di mocassini, realizzati in pelle di antilope legati con tendine, altri resti hanno dimostrato che queste popolazioni utilizzavano nella loro dieta semi, bacche selvatiche noci. Molti sono stati i ritrovamenti di monili realizzati nel periodo arcaico e realizzati con conchiglie, ossa di animali, artigli e denti sempre di animali, ciò deve far presumere un’elaborata forma mentale del “bello” ed una certa sofisticata organizzazione sociale. Sono stati rinvenuti dei frammenti di abiti del periodo arcaico che recano degli ornamenti in conchiglia, ma in detti siti archeologici anche a quel tempo non vi erano varietà di conchiglie marine e tipicamente appartenenti alle coste pacifiche del nord ovest, quindi ne dobbiamo desumere che gli scambi, anche fra gruppi fra loro molto, molto distanti a quei tempi erano presenti e fiorenti. Quindi in detto periodo gli scambi commerciali, sociali e culturali erano sicuramente già esistenti fra diversi gruppi che vivevano nel continente nord Americano. Evidenze archeologiche provenienti da siti importanti che si trovano in Alabama e Florida hanno dimostrato che grandi gruppi di popoli del periodo arcaico vissero in villaggi permanenti attraverso vari secoli.

 

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