Riflessioni sulla Massoneria
di Luca Fucini indice articoli
Massoneria, pace perpetua e diritto umanitario nella libera muratoria italo-francese tra Ottocento e Primo Novecento
Gennaio 2008
La Massoneria ha da sempre perseguito un ruolo estremamente attivo nella creazione e divulgazione dei valori umanitari, sostenendo i principi di fratellanza ed uguaglianza, gettando ponti di solidarietà tra nazioni ed occupandosi in concreto di educare l’Uomo alla pace e alla tolleranza, ‘scavando profonde ed oscure prigioni al Vizio’.
L’impegno dei massoni in Italia e in Francia tra Ottocento e Primo Novecento fu proprio quello di promuovere la rivoluzione dell’affratellamento, nella tensione di creare la pace universale a vantaggio di tutti i popoli e i ceti.
Il realismo di Zola e Verga in letteratura, il positivismo di Auguste Comte in filosofia contraddistinguono i movimenti di pensiero dell’epoca e con occhi realisti i liberi muratori francesi e italiani guarderanno al mondo, individuando le sofferenze e le miserie del tempo, propugnando i valori di libertà, di tolleranza e di solidarietà quali sicuro viatico per un progresso di pace e di giustizia.
Tra questi, campione di libertà, emerge il massone Garibaldi, vero e proprio pioniere nel campo dei diritti umani, il quale coltivava fortemente l’ideale poi concretizzato nella costituzione delle Nazioni Unite, di un organismo che dirimesse le controversie tra gli stati senza l’uso delle armi, ma attraverso la diplomazia.
Egli, da buon soldato combattente, era già sensibile a quei principi che convoglieranno nella creazione del diritto internazionale umanitario, quel corpus giuridico che comprende tutte le regole, le normative, le disposizioni, financo les coutumes e le pratiche necessarie e rilevanti allo scopo di alleviare la sofferenza umana nelle più difficili circostanze come i conflitti armati.
Proprio all’indomani della proclamazione della Terza Repubblica francese, il Generale si rivolse ai popoli dell’Europa orientale, a quelli soggetti al dominio turco, alla “Pall-Mall Gazette” di Stoccolma, confidando loro il suo sogno di un tribunale internazionale permanente per la pace con sede a Nizza. (1)
Così il Generale scriveva dalla sua residenza, in quel momento forzata, di Caprera, il 6 settembre 1870 al signor Schon a Stoccolma: ”E’ superfluo il comunicarvi i miei principii umanitari.
Francesi, Scandinavi, Tedeschi sono tutti miei fratelli, e se ho desiderato il trionfo delle armi prussiane, il solo motivo fu il desiderio di abbattere il più esecrabile tiranno dei tempi moderni.”.
Il Generale auspicava che Stati Uniti, Inghilterra, Scandinavia, Francia, Germania, formassero una base per un’unione internazionale e i deputati delle monarchie e delle repubbliche di tutte le nazioni del mondo costituissero un areopago a Nizza, sua città natale, per stabilirvi i seguenti primi articoli di una Costituzione universale:
“1° E’ impossibile la guerra fra le nazioni;
2° Qualunque differenza sorta fra alcune di esse si dovrà sottoporre all’areopago affinché la componga pacificamente. Se queste idee vi sembrano buone, diffondetele.” (2)
Già il 9 settembre 1864, durante il Congresso della pace tenutosi al Palais Electoral di Ginevra, Garibaldi aveva pronunciato un lungo discorso, proiettato in una visione ideale di fratellanza universale, sottoponendo all’assemblea, in forma di ampliamento del suo programma, una serie di risoluzioni, che ricordano i principi attuali che regolano l’organismo delle Nazioni Unite.
Il Generale, infatti, auspicava che tutte le nazioni fossero sorelle e che la guerra tra loro diventasse impossibile, e che l’unica religione della verità e della ragione regnasse tra i membri di un nuovo Congresso internazionale.
Il testimone garibaldino, permeato dei principi umanitari, venne sapientemente raccolto da un altro campione della Fratellanza, vera pietra angolare della massoneria italiana: Saverio Fera.
A soli sedici anni, il futuro fondatore della Serenissima Gran Loggia d’Italia prese parte alla Terza Guerra d’Indipendenza combattendo nelle file dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, esperienza che segnò profondamente il suo pensiero.
I principi massonici di Tolleranza e di Solidarietà, praticata tanto in concreto da meritare l’appellativo di Apostolo della Carità, hanno sicuramente contraddistinto la sua fertile ed intensa vita massonica, che ha caratterizzato i movimenti della Libera muratoria italiana nel Primo Novecento.
L’Europa, dopo il trattato di Pace fra Prussia e Francia del 1871, aveva goduto di un quarantennio di pace, sino alla guerra mondiale del 1914 e proprio all’inizio del XX Secolo con l’avvento di Giolitti al Governo l’Italia aveva compiuto una svolta democratica moderna dopo il periodo delle leggi Pelloux e il nefasto evento del regicidio.
Fera, vicino al pensiero giolittiano, coraggiosamente propugnò la Pace proprio quando i venti di guerra del primo conflitto mondiale iniziavano a scuotere le coscienze dei massoni italiani.
Avv. Luca Fucini
NOTE
1) Aldo A. Mola, GARIBALDI VIVO, Milano, ed. Mazzotta, 1982
2) Aldo A. Mola, GARIBALDI VIVO, Milano, ed. Mazzotta, 1982, pag. 250
Segnaliamo il libro di Luca Fucini "Giuseppe Garibaldi e l’ “esprit de Sanremo”", San Remo, Casabianca, 2008.
Sulla seguente pagina la recensione di Aldo A. Mola Garibaldi per la fratellanza e la pace. Un saggio di Luca Fucini
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