Non sempre l'eccessiva potenza è la cosa migliore!

Aperto da Eutidemo, 03 Maggio 2024, 12:09:16 PM

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Eutidemo

Non sempre l'eccessiva potenza è la cosa migliore per abbattere un bersaglio; ed infatti la semplice "penetrazione", in genere, è meglio della "perforazione", poichè, con la prima, l'energia cinetica viene scaricata tutta "dentro" il bersaglio, e non "oltre".
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Ad esempio, a pag.219 del bellissimo libro di Victor Davis Hanson "La seconda guerra mondiale", viene ricordato come nello scontro navale del 25 ottobre 1944, presso l'isola di Samar, durante la battaglia del Golfo di Leyte, alcuni colpi di cannone delle corrazzate giapponesi traforarano da parte a parte le sottili lamiere dei cacciatorpedinieri americani, danneggiandoli ma senza affatto affondarli o metterli fuori uso; ed invece, nel corso della stessa battaglia, presso l'isola di Suriago, il  cacciatorpediniere americano Melvin mise fuori combattimento la corazzata giapponese Fuso, colpendola a dritta con uno o due siluri, e costringendola alla fuga ormai del tutto inerme (venne poi definitivamente affondata dall'incrociatore Portland).
Con questo, ovviamente, non si intende certo dire che, in genere, le corazzate non prevalessero sui cacciatorpediniere; ed infatti, di solito, "li facevano a polpette" in pochi minuti (o secondi).
Si vuole soltando evidenziare, con l'episodio rammentato, come talvolta, l'eccessiva potenza e velocità di un proiettile può risultare "controproducente".
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Il che vale non solo per i proiettili del diametro di 405 mm delle più potenti corrazzata giapponesi, ma anche  per i proiettili, dal diametro di circa 11 mm, delle potentissime pistole .44 Magnum (in "0," pollici); ed infatti, a parte l'Ispettore Callaghan, solo un perfetto deficiente userebbe un calibro del genere per la difesa personale (per non parlare del calibro di .50 pollici e di altri calibri assurdi).
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Ciò per vari motivi:
1)
Il proiettile, "perforando" il bersaglio, scarica buona parte della sua energia cinetica "fuori" di esso, limitando il danno che riceve.
2)
Il proiettile, "perforando" il bersaglio, può colpire un innocente che si trova dietro di lui, anche a qualche metro di distanza.
3)
Il "rumore" dello sparo, soprattutto in un ambiente chiuso, è talmente forte, che rischia di far saltare i timpani al tiratore.
4)
Il "rinculo" è talmente potente, da poter ferire il muscolo adduttore del pollice del tiratore.
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Tale discorso, però, non vale solo per il calibro .44 Magnum, ma anche per qualsiasi altro calibro "sovraccaricato"; fermo restando, ovviamente, che qualsiasi pallottola di arma da fuoco, usata appropriatamente, può comunque risultare letale.
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InVerno

La differenza è che i proiettili delle navi devono incastrarsi nello scafo, armarsi e poi detonare, se non trovano abbastanza resistenza possono trapassare oppure rimanere incastrati senza detonare. Non c'è possibilità che un siluro trapassi lo scafo di una Fuso senza armarsi, perciò l'esempio che porti è un pò strano.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

#2
Ciao Inverno. :)
Evidentemente non mi sono spiegato bene; ed infatti io non ho mai scritto che il siluro (o i due siluri) che hanno colpito la Fuso l'abbiano trapassata senza esplodere.
Ed infatti, mentre è possibile che un colpo di cannone trapassi un cacciatorpediniere senza esplodere (perchè è successo), non c'è invece alcuna possibilità che un siluro trapassi lo scafo di una corazzata!
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Io avevo scritto testualmente che: "...il  cacciatorpediniere americano Melvin mise fuori combattimento la corazzata giapponese Fuso, colpendola a dritta con uno o due siluri, e costringendola alla fuga ormai del tutto inerme", ma non ho mai scritto che il siluro o i due siluri della Melvin non fossero esplosi; ed infatti, proprio perchè erano regolarmente esplosi, hanno potuto mettere "...fuori combattimento la corazzata giapponese Fuso, costringendola alla fuga ormai del tutto inerme".
Però, uno o due siluri della seconda guerra mondiale, per quanto potessero gravemente danneggiarla colpendola, non erano assolutamente in grado, da soli, di "affondare" una "nave da battaglia" da 40.000 tonnellate (come la Fuso); ed infatti la "corazzata" giapponese ricevette, poco dopo, il colpo di grazia dai nove cannoni da 203 mm dell'"incrociatore pesante" USS Portland.
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Una sorte in parte simile toccò alla corazzata tedesca  Bismarck (le cui sole corazzature di protezione -protezione verticale: 330 mm, orizzontale 50+80 mm, barbette 340 mm-,  pesavano più di 16.000 tonnellate), la quale fu colpita a poppa da un siluro che le danneggiò il timone; avaria, questa, che, non consentendole più manovrare, la mise in seria difficoltà di "navigazione" e di "battaglia", ma che, di sicuro, non avrebbe mai potuto affondarla.
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Dopodichè, così inabilitata, la Bismarck subì:
- circa una quarantina di cannonate da parte delle corazzate inglesi;
- più di cento cannonate da parte degli incrociatori pesanti inglesi;
- circa una ventina di siluri da parte dei cacciatorpedieri e degli aerosiluranti inglesi.
E così, alla fine, venne affondata!
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Ma il bello è che, in realtà, la Bismarck venne "autaffondata" dagli stessi Tedeschi, aprendo le cosiddette "valvole a mare", in quanto nessun compartimento era stato ancora allagato a causa dei numerosi colpi subiti; il capitano diede l'ordine di autoaffondamento, poichè ormai tutte le strutture esterne ed i cannoni della nave erano fuori uso, per cui c'era il rischio che essa potesse essere catturata dal nemico (sebbene ridotta ad un rottame).
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Ed infatti la spedizione di Ballard, che ha ritrovato ed analizzato il relitto della Bismarck ha confermato le dichiarazioni dei superstiti, che avevano riferito quanto sopra.
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Ma ormai, di corazzate non se ne fanno più, essendo diventate obsolete già durante l'ultima guerra; ciò in quanto il raggio di azione dei loro cannoni era infinitamente più corto del raggio di azione degli arei delle portaerei (e, oggi, dei missili antinave).
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Un cordiale saluto :)
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