L'enigma del Faro

Aperto da Eutidemo, 29 Gennaio 2024, 06:56:00 AM

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Eutidemo

In uno dei mosaici del "Piazzale delle Corporazioni" di Ostia antica, appare una riproduzione del suo "faro"; il quale era chiaramente una imitazione "in piccolo" del più grande "Faro di Alessandria".
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Ai lati della fiamma di tale "faro", come si può vedere nell'immagine, appaiono, sempre in "mosaico", due immagini nere su fondo chiaro: una più grande ed un'altra più piccola.
Di tali immagini, che fanno parte del disegno originario, sono state fornite varie interpretazioni, tutte più o meno opinabili.
Qual'è il significato di tali "macchie nere" secondo voi?
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bobmax

Potevano magari indicare scogli o secche all'entrata del porto...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 29 Gennaio 2024, 10:42:40 AMPotevano magari indicare scogli o secche all'entrata del porto...
Acqua! 
Non c'erano nè  scogli nè secche all'entrata del porto :)

Eutidemo

#3
Ciao Bobmax. :)
Il mosaico può essere interpretato in diversi modi: alcuni meno probabili, altri più probabili.
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INTERPRETAZIONI MENO PROBABILI
1)
Si potrebbe pensare a dei "restauri" incompleti; ma, come avevo precisato, gli archeologi hanno accertato che le "macchie nere" fanno parte del disegno originario.
2)
Si potrebbe pensare al "fumo" generato dalla fiamma; ma, sia il grande archeologo Becatti sia la stragrande maggioranza degli studiosi moderni, rifiutano (secondo me giustamente) l'idea che le "macchie nere" rappresentino del fumo.
Ed infatti il fumo potrebbe essere un segnale utile per le navi durante il giorno, ma sarebbe un modo molto strano di rappresentarlo; ciò in quanto il fumo è sopra la fiamma, e non ai suoi lati (per di più, con dimensioni diverse).
Inoltre non è quello il modo con il quale, in altri mosaici, viene rappresentato il fumo.
3)
Si potrebbe pensare alla raffigurazione simbolica dei "fasci di luce" proiettati nel mare dal faro; ma tale ipotesi potrebbe essere plausibile solo se si trattasse di un "faro moderno", e non nel caso di un "faro antico".
Ed infatti un semplice fuoco acceso non crea un fascio di luce direzionale, come fanno i fari moderni.
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INTERPRETAZIONI PIU' PROBABILI (almeno secondo me)
Le due macchie nere fanno pensare  ad una sequenza costituita da una zona scura, più grande e da una zona scura, più piccola; il che lascia supporre che il fuoco del faro non era visto bruciare "continuativamente", bensì "ad intervalli".
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Supposizione, questa, che, però, a sua volta, può dar luogo a due ipotesi diverse, ma non necessariamente incompatibili tra di loro:
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a)
Poichè un "fuoco fisso", da lontano, poteva essere confuso con una "stella", ad un certo punto della loro evoluzione tecnologica i Romani capirono che, per evitare pericolosi equivoci, il fuoco del faro doveva risplendere in modo intermittente. 
Ed infatti, nel primo secolo d.c. Plinio il Vecchio scrive che, fari simili al faro di Alessandria, "...iam compluribus locis flagrant, sicut Ostiae ac Ravennae. Periculum in continuatione ignium, ne sidus exitimeretur, quoniam e longinquo similis flammarumspectus est!" (Naturalis Historia XXXVI,xviii, 83) (cioè :  fari simili al faro di Alessandria"... ora ardono intensamente in diversi luoghi, ad esempio a Ostia e Ravenna. Il pericolo sta nella combustione ininterrotta del faro, nel caso in cui venga scambiato per una stella , essendo simile l'apparenza del fuoco da lontano".
Si vede che alla sua epoca ancora non era stata trovata una soluzione a tale problema; ma il mosaico di cui stiamo parlando sembra senz'altro successivo ai tempi di Plinio il Vecchio.
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Per simulare l'alternanza di luce e di buio, soprattutto quando vengono utilizzati solo due colori (nero e bianco), è necessaria un po' di immaginazione da parte del "mosaicista".
Tutti gli altri mosaici di Ostia con un "faro" hanno un fuoco nero su sfondo bianco;  il "mosaicista" qui in commento avrebbe potuto fare lo stesso, ma ha scelto, invece, un fuoco bianco, creando due macchie nere per simulare l'intermittenza della luce.
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Per evitare i rischi descritti da Plinio, la luce lampeggiante potrebbe essere stata "tecnologicamente" realizzata mediante:
- una "costruzione rotante";
oppure
-  mediante un "sistema occultante" (cioè uno schermo cilindrico che veniva alternativamente alzato e abbassato attorno alla sorgente luminosa).
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b)
Però si potrebbe anche congetturare che l'alternanza della luce più lunga e della luce più breve, potesse costituire un "codice binario" per comunicare da terra messaggi alle navi; cioè, un sistema analogo all'attuale codice "morse" (intervallo più lungo linea, intervallo più corto punto), magari per avvisare che in città c'era la peste, ovvero il divieto di approdo per le più disparate ragioni.
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Ed infatti il "telegrafo ottico" era usato sin dai tempi di Omero (IX–VIII secolo a.C.); ciò, in quanto Pausania (V secolo a.C.) parla  di "segnali tramite fuochi" usati anche durante la  guerra di Troia.
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Inoltre gli storici antichi parlano anche di torri su cui si accendevano "fuochi alternati"; sia sul promontorio di "Sigea", sia sull'isola di "Pharos" (da cui deriva il termine "faro").
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In seguito, i Romani adattarono questo sistema di trasmissione utilizzando "torri di segnalazione" lungo le vie consolari e le strade costiere; ed infatti due giorni era il tempo impiegato per trasmettere un messaggio da Roma alla Gallia ai tempi di Giulio Cesare.
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Tuttavia, secondo me, l'ipotesi a) e quella b) possono benissimo coesistere, senza contraddizione tra di loro.
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Tu cosa ne pensi?
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Un cordiale saluto! :)
***
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P.S.
Ciò che mi lascia perplesso, è come spiegano le parole di Plinio il Vecchio, visto che l'uso del "fuoco ad intermittenza", sebbene in altri luoghi ed in circostanze diverse, era conosciuto e praticato già da parecchio tempo.
Quantomeno, sin dall'epoca del "faro" dell'isola "eponima" di Pharos (φάρος).

bobmax

Non so Eutidemo, mi sembra strano questo modo di rappresentare la intermittenza... Non sarebbe stato più chiaro mettendo due fiamme, una più piccola e una più grande?

Non sarà invece che le due aree scure rappresentino due bacini, uno più grande e l'altro più piccolo, rispettivamente a sinistra e a destra del faro per chi arriva dal mare?
Guardando su Maps, sui due lati del faro vi sono due bacini d'acqua che corrisponderebbero...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

#5
Citazione di: bobmax il 29 Gennaio 2024, 13:39:54 PMNon so Eutidemo, mi sembra strano questo modo di rappresentare la intermittenza... Non sarebbe stato più chiaro mettendo due fiamme, una più piccola e una più grande?

Non sarà invece che le due aree scure rappresentino due bacini, uno più grande e l'altro più piccolo, rispettivamente a sinistra e a destra del faro per chi arriva dal mare?
Guardando su Maps, sui due lati del faro vi sono due bacini d'acqua che corrisponderebbero...

Eutidemo

#6
Ciao Bobmax.
Utilizzare due fiamme, una più piccola ed una più grande, non mi sembra un modo molto efficace per realizzare una "luce intermittente" distinguibile da lunga distanza.
Per cui, molto probabilmente, la luce lampeggiante del "faro" di Ostia potrebbe essere stata realizzata mediante:
- una "costruzione rotante";
oppure
-  mediante un "sistema occultante" (cioè uno schermo cilindrico che veniva alternativamente alzato e abbassato attorno alla sorgente luminosa).
***
Però ho trovato questa ricostruzione topografica, dalla quale, in effetti, si evince che:
- dall'entrata a NORD del faro (a sinistra di chi viene dal mare), si accede al più ampio bacino del "Porto di Claudio";
-  dall'entrata a SUD del faro (a destra di chi viene dal mare), si accede al più angusto bacino del "Porto di Traiano".
***
Per cui a me sembra che la tua ipotesi sia senz'altro migliore di tutte quelle che io ho elencato; anche se mi sorprende che nessun archeologo la abbia mai prospettata (o, almeno, così mi risulta dai libri che ho consultato).
***
;) CONGRATULAZIONI!! :)
***
Dovresti comunicarla alla Sovrintendeza di Ostia Antica!
***
Cordiali saluti! :)
***
P.S.
Sarebbe però necessario un riscontro cronologico della realizzazione del mosaico, del faro, e dei due porti, perchè il porto di Claudio è anteriore di parecchi anni a quello di Traiano; ora io non ho tempo per tale riscontro, perchè devo uscire, ma puoi benissimo verificarlo tu.

bobmax

Citazione di: Eutidemo il 29 Gennaio 2024, 16:51:45 PM
Non mi risultava che ci fossero due bacini portuali ai lati del faro; se così fosse la tua ipotesi sarebbe senz'altro la più probabile di tutte.
Per cortesia, puoi stamparmi la foto che hai trovato su MAPS, dalla quale risultano i due bacini?
Grazie e cordiali saluti  :)
P.S.
Io tra poco devo uscire, quindi, probabilmente, potrò vedere la tua foto solo domattina.


Forse è più semplice se vai in Maps e digiti:
"Faro di Alessandria d'Egitto"

Così hai maggior flessibilità nel guardare il posto.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Leggo ora il tuo ultimo messaggio.
Non saprei come verificarlo.

Sei tremendo Eutidemo... Pure i porti di Traiano e Claudio ad Alessandria d'Egitto conosci.

Viceversa io non so bene neppure dove mi trovo adesso :-[
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
I porti di Traiano e di Claudio non si trovano ad Alessandria d'Egitto, ma sul lato settentrionale di Ostia Antica, alle spalle del "faro" di cui stiamo discutendo; per questo a me sembra che la tua ipotesi sia la più convincente di tutte! ;)
Un cordiale saluto! :)

bobmax

Citazione di: Eutidemo il 29 Gennaio 2024, 17:08:38 PM
Ciao Bobmax.
Utilizzare due fiamme, una più piccola ed una più grande, non mi sembra un modo molto efficace per realizzare una "luce intermittente" distinguibile da lunga distanza.
Per cui, molto probabilmente, la luce lampeggiante del "faro" di Ostia potrebbe essere stata realizzata mediante:
- una "costruzione rotante";
oppure
-  mediante un "sistema occultante" (cioè uno schermo cilindrico che veniva alternativamente alzato e abbassato attorno alla sorgente luminosa).
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Però ho trovato questa ricostruzione topografica, dalla quale, in effetti, si evince che:
- dall'entrata a NORD del faro (a sinistra di chi viene dal mare), si accede al più ampio bacino del "Porto di Claudio";
-  dall'entrata a SUD del faro (a destra di chi viene dal mare), si accede al più angusto bacino del "Porto di Traiano".
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Per cui a me sembra che la tua ipotesi sia senz'altro migliore di tutte quelle che io ho elencato; anche se mi sorprende che nessun archeologo la abbia mai prospettata (o, almeno, così mi risulta dai libri che ho consultato).
***
;) CONGRATULAZIONI!! :)
***
Dovresti comunicarla alla Sovrintendeza di Ostia Antica!
***
Cordiali saluti! :)
***
P.S.
Sarebbe però necessario un riscontro cronologico della realizzazione del mosaico, del faro, e dei due porti, perchè il porto di Claudio è anteriore di parecchi anni a quello di Traiano; ora io non ho tempo per tale riscontro, perchè devo uscire, ma puoi benissimo verificarlo tu.


Con "due fiamme una piccola e una più grande" intendevo la rappresentazione sul mosaico. Per dare l'idea della intermittenza. Non la effettiva realizzazione nel faro.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Ah... Ma pensa te, sbagliando l'ho fatta giusta! :))
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 29 Gennaio 2024, 17:37:02 PMCon "due fiamme una piccola e una più grande" intendevo la rappresentazione sul mosaico. Per dare l'idea della intermittenza. Non la effettiva realizzazione nel faro.
Ho capito; allora anche questa è una tesi sostenibile. ;)
Ma ci stiamo "accavallando" con i POST; per cui leggi il mio precedente messaggio sull'ubicazione dei due porti!
Ora devo proprio staccare!
Ciao :)

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