Vasilij Grossman: Vita e destino

Aperto da Ipazia, 29 Ottobre 2018, 09:42:31 AM

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Ipazia

Vasilij Grossman, Vita e destino, traduzione di Claudia Zonghetti, Biblioteca Adelphi, 2008, pp. 827

Forse nessun libro come questo riesce a rappresentare l'epos tragico di quell'esperienza storica ormai conclusa che fu il primo stato del proletariato, nato da una grande rivoluzione, noto anche come socialismo reale. Lo fa per mano di un testimone d'eccezione, giornalista di guerra che, al pari di Hannah Arendt, vide il male in tutte le sue sfaccettature e lo seppe raccontare. Anche il romanzo storico di Grossman ci dà ragione della sua banalità, ma ne scava pure la profondità, come seppe fare l'inquisitore dostoevschijano e come la grande letteratura russa in genere.

La parte epica gravita intorno all'inizio della fine del grande male nazista, a Stalingrado. Sono pagine eroiche, da grande reporter di guerra. La parte tragica è sulla riflessione interna all'esperienza del socialismo reale, personificata, come in una tragedia greca, da indimenticabili dramatis personae, ciascuna con il proprio dramma o kharma. Anche le vicende editoriali di questo romanzo raccontano una propria odissea, completando il quadro epico della sua venuta alla luce. E' un libro per gli appassionati del romanzo storico, ma è particolarmente utile per elaborare il lutto in casa di chi, come me e Grossman stesso, di quell'esperienza si sente parte. Una consegna di testimone per "portare avanti il discorso", assumendosene la responsabilità senza ridicole autoassoluzioni. O penosi salti di barricata in un mondo in cui non si imprigionano più gli scrittori e gli oppositori perchè tutto è diventato lager. E di ciò fa cenno, profeticamente, pure Grossman alla fine della sua gloriosa cavalcata a Stalingrado.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Uno dei più grandi libri del XX secolo,sequestrato dal KGB e pubblicato solo negli anni 60 dello scorso secolo. Riprende la tradizione del bene del singolo contro il bene pubblico, che si può trasformare così facilmente in male. Uno stile inconfondibile, scarno e così limpidamente perfetto da farmi desiderare di poterlo leggere in lingua russa.
Mi permetto di consigliare anche "Tutto scorre" sull'esperienza concentrazionaria dei gulag.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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