Saper morire - Gian Domenico Borasio

Aperto da sgiombo, 06 Marzo 2019, 18:51:17 PM

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Sariputra

Citazione di: sgiombo il 08 Marzo 2019, 21:08:43 PMNon esageriamo: i miracoli non li fa nessuno (per lo meno in senso letterale). Nella sanità, come in ogni altra attività umana lavorativa (e non parassitaria), ci sono persone più o meno generose e dall' impegno professionale ed umano più o meno encomiabile. Il problema sono i Monti, le Fornero e i politicanti e giornalisti che venerano come oracoli infallibili questi parassiti ignoranti e incapaci che non ne azzeccano mai una che é una nemmeno per isbaglio.

Probabilmente non mi sono spiegato bene...Non pretendevo certo che riuscissero a procrastinare l'inevitabile. Volevo semplicemente che avessero più attenzione per placare la sua intensissima sofferenza addominale, che non venne riconosciuta o, per meglio dire, riconosciuta solo in parte...
Concordo che i miracoli non li fa nessuno (tra i medici...poi non dico altro  ;D  ).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

sgiombo

#31
Ti avevo capito.
Parlavo in generale della condizioni di lavoro di fatto degli operatori sanitari (medici e non solo) e più in generale delle condizioni di chi oggi lavora (costoro tutti sbagliano non poco; spesso almeno in parte non principalmente per colpa loro), non del pessimo episodio che ti é toccato personalmente di vivere.

Nel quale, come Borasio sostiene convincentemente che spesso accade, probabilmente gli errori maggiori sono stati il sottovalutare la sofferenza soggettiva e sopravvalutare l' effetto depressivo di facoltà vitali come la respirazione (e della stessa motilità intestinale) dell' uso di analgesici e in particolare della morfina.

Lou

#32
Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2019, 20:41:07 PM
@Lou

Sì, è giusto, moltissimi vengono salvati. Io stesso lo sono stato in gioventù. Ora non sto a discettare se, nel mio caso, si trattò di fortuna o sfortuna, ognuno fa i conti con la propria coscienza e la propria esistenza, in cui molto c'è e c'è stato di bello e molto pure di disgustoso. Però la realtà dell'anziano morente non va taciuta o nascosta dietro faldoni di linee guida che poi, all'atto pratico del quotidiano, vengono spessissimo disattese dalle necessità contingenti del personale sanitario. E' evidentissimo che non si presta all'anziano la stessa 'intensità' nelle cure che si presta ad un giovane o ad una persona 'vip' e la sua sofferenza non trova sempre orecchie capaci di un vero ascolto..."L'anziano si lamenta sempre" mi è stato detto da un medico, poche ore prima che mio padre, pieno di dolore, entrasse in agonia (sarebbe spirato 48 ore dopo...), salvo poi cercarmi per "spiegarmi meglio" (forse temendo qualcosa da parte mia...non so). Credo che, in molti paesi del mondo, se la sognano una sanità come la nostra, dal punto di vista professionale, non so però dal punto di vista delle relazioni umane...dicono che fanno miracoli con niente...ma non ho esperienza diretta di questo.
Il punto di vista professionale non è estraneo al punto di vista relazioni umane, nè è una modalità, con i suoi limiti. Non riesco a capire come non lo si possa comprendere, e divaricare i due ambiti come fossero alieni.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Socrate78

In realtà i medici ritengono che l'anziano abbia ormai esaurito il suo ciclo di vita (anno più anno meno) e quindi per la sua età non "merita" la stessa intensità di cure di una persona giovane, che giustamente non può morire, mentre l'anziano è visto vicino alla morte e quindi nell'ottica del medico le stesse cure non servono a molto. Se l'anziano ha un'aneurisma alle coronarie o alla testa ad esempio spesso i medici non lo operano, dicendo che è troppo rischioso, mentre invece se la stessa patologia la presenta un giovane viene operato: in realtà il medico calcola che di qualche patologia l'anziano dovrà pur morire e, di conseguenza, gli nega quell'operazione che potrebbe invece allungargli anche abbastanza la vita.
Lo stesso accade per i tumori, se il cancro colpisce un giovane si fa di tutto per salvarlo, mentre per un anziano il medico si arrende molto presto, anche troppo, anche quando qualcosa pure potrebbe essere fatto e tentato. E' innegabile che l'atteggiamento del medico cambi a seconda di quanto giudichi preziosa una vita, in base alla futura durata e produttività sociale della stessa, l'anziano ormai è al di fuori dell'età lavorativa ed è visto come un peso, a volte anche dagli stessi medici.

Ipazia

Citazione di: Socrate78 il 08 Marzo 2019, 23:12:25 PM
In realtà i medici ritengono che l'anziano abbia ormai esaurito il suo ciclo di vita (anno più anno meno) e quindi per la sua età non "merita" la stessa intensità di cure di una persona giovane, che giustamente non può morire, mentre l'anziano è visto vicino alla morte e quindi nell'ottica del medico le stesse cure non servono a molto. Se l'anziano ha un'aneurisma alle coronarie o alla testa ad esempio spesso i medici non lo operano, dicendo che è troppo rischioso, mentre invece se la stessa patologia la presenta un giovane viene operato: in realtà il medico calcola che di qualche patologia l'anziano dovrà pur morire e, di conseguenza, gli nega quell'operazione che potrebbe invece allungargli anche abbastanza la vita.
Lo stesso accade per i tumori, se il cancro colpisce un giovane si fa di tutto per salvarlo, mentre per un anziano il medico si arrende molto presto, anche troppo, anche quando qualcosa pure potrebbe essere fatto e tentato. E' innegabile che l'atteggiamento del medico cambi a seconda di quanto giudichi preziosa una vita, in base alla futura durata e produttività sociale della stessa, l'anziano ormai è al di fuori dell'età lavorativa ed è visto come un peso, a volte anche dagli stessi medici.

Questa visione è unilaterale. Un'emorragia cerebrale devastante può comportare condizioni di sopravvivenza che la persona stessa non avrebbe voluto. Il caso è più frequente negli anziani, ma può colpire anche persone relativamente giovani. Di qui l'importanza delle DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento) per rispettare, medici e familiari, la volontà del paziente. Spesso è la natura che provvede a risolvere il problema, ma talvolta ti ritrovi a diventare un vegetale appeso ad una macchina per anni. Dalle mie parti si è più interventisti che eutanasici, per cui le DAT fanno davvero la differenza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Citazione di: Socrate78 il 08 Marzo 2019, 23:12:25 PM
In realtà i medici ritengono che l'anziano abbia ormai esaurito il suo ciclo di vita (anno più anno meno) e quindi per la sua età non "merita" la stessa intensità di cure di una persona giovane, che giustamente non può morire, mentre l'anziano è visto vicino alla morte e quindi nell'ottica del medico le stesse cure non servono a molto. Se l'anziano ha un'aneurisma alle coronarie o alla testa ad esempio spesso i medici non lo operano, dicendo che è troppo rischioso, mentre invece se la stessa patologia la presenta un giovane viene operato: in realtà il medico calcola che di qualche patologia l'anziano dovrà pur morire e, di conseguenza, gli nega quell'operazione che potrebbe invece allungargli anche abbastanza la vita.
Lo stesso accade per i tumori, se il cancro colpisce un giovane si fa di tutto per salvarlo, mentre per un anziano il medico si arrende molto presto, anche troppo, anche quando qualcosa pure potrebbe essere fatto e tentato. E' innegabile che l'atteggiamento del medico cambi a seconda di quanto giudichi preziosa una vita, in base alla futura durata e produttività sociale della stessa, l'anziano ormai è al di fuori dell'età lavorativa ed è visto come un peso, a volte anche dagli stessi medici.


Ma di quali presunti "medici" vai farneticando?

Mengele é morto da un bel pezzo!

Sono casomai gli economisti, specie se "bocconiani" a pretendere (contro i medici, spesso contro i pazienti e quasi sempre contro i loro parenti) che l'anziano (tutti gli anziani tranne loro e i loro miserabili padroni) abbia ormai esaurito il suo ciclo di vita (anno più anno meno) e quindi per la sua età non "merita" la stessa intensità di cure di una persona giovane, ecc.

Ti informo che vengono operati e/o trattati per via endovascolare e comunque curati per le più svariate patologie, spesso con successo, persone anche anzianissime, anche quando la prognosi lascia pochissime speranze (e se per assurdo, ammesso e non concesso, ciò non fosse per deontologia professionale, lo sarebbe comunque per la sacrosanta esigenza di tutelarsi dalla rapina di indebiti "risarcimenti" da parte di parenti avvoltoi).

sileno

Filosofare è imparare a morire ( Montaigne).Saggezza è la rassegnazione davanti alla morte, giungere alla fine in serenità perfetta: è la differenza tra filosofi e non filosofi. La filosofia si presenta come lo sforzo per superare la morte e il destino.
Il pensiero della morte ossessiona la maggior parte dell'umanità. Si occulta la morte, non si muore più a casa tra familiari e amici, ma all'ospedale tra medici, infermieri, impresari di pompe funebri.
Diverso il senso della morte religioso: la sofferenza avvicina a Dio. L'uso degli oppiaceri in Italia fin poco tempo fa era limitato, si dice per imposizione vaticana, Teresa di Calcutta negava ogni antidolorifico ai malati terminali: più soffrivano più erano meritevoli dell'amore di Dio

Socrate78

Il fatto che Madre Teresa negasse ogni antidolorifico è una calunnia bella e buona, l'hanno inventato i suoi detrattori, la si vuol far apparire come una folle sadica, mentre invece non lo era affatto, affermava sì che la sofferenza offerta liberamente avvicina a Dio, ma non per questo riteneva giusto far soffrire per avvicinare gli altri al divino.

sileno

Citazione di: Socrate78 il 11 Marzo 2019, 22:09:25 PM
Il fatto che Madre Teresa negasse ogni antidolorifico è una calunnia bella e buona, l'hanno inventato i suoi detrattori, la si vuol far apparire come una folle sadica, mentre invece non lo era affatto, affermava sì che la sofferenza offerta liberamente avvicina a Dio, ma non per questo riteneva giusto far soffrire per avvicinare gli altri al divino.


possibile tante calunnie, tante testimonianze siano non vere?
[font="Helvetica Neue", Roboto, Arial, sans-serif]Una meravigliosa devozione[/font]
[font="Helvetica Neue", Roboto, Arial, sans-serif]I poveri accettano la sofferenza perché convinti di sopportare 'La Passione di Cristo', diceva Madre Teresa; "Il mondo ha parecchio da guadagnare dalla loro sofferenza" e questo faceva di lei una Santa agli occhi di chi, non sapendo, la venerava. Gli ammalati gravi, compresi quelli oncologici, morivano fra atroci sofferenze e per alleviarle, la 'Madre' gli permetteva solo una semplice aspirina perché andava rispettato il 'culto del dolore' che lei stessa promuoveva. La sua idea era tenerli 'incatenati' tutti alla stessa sofferenza; come fece con un ragazzino di 15 anni con gravi problemi intestinali quando, chiedendole aiuto, si rifiutò di portalo in ospedale dicendo: "Se faccio così per uno, devo farlo per tutti".[/font]

Menandro

«Una sfida al mondo moderno, Madre? Come la scelta di dare più importanza all'amore che alle medicine? Alle preghiere invece che agli antidolorifici?».
«Sì, non siamo delle infermiere, non siamo delle assistenti sociali, siamo delle suore. E i nostri centri non sono degli ospedali in cui la gente viene curata, sono case in cui la gente che nessuno vuole, viene amata».

Da un'intervista a Madre Teresa fatta nel '96 da Tiziano Terzani

Quindi più che di calunnie, si tratta di qualcosa che lei ammise.

Socrate78

Quello che viene detto in quelle parole riportate non indica che Madre Teresa pensasse che più i malati soffrissero più fossero per questo solo fatto più meritevoli agli occhi di Dio, quindi quest'idea è qualcosa che le viene attribuita. Inoltre molte calunnie sono state dette dal complottista Christopher Hitchens che in un testo intitolato "La posizione della missionaria" fa di tutto per dipingerla come una pazza e nello stesso tempo un'ipocrita, ma si tratta di informazioni mai verificate di persona, è tutto un fiorire di "Mi hanno detto", "Ho sentito dire", ecc.

sgiombo

Questa abominevole malfattrice dispensava elemosine di provenienza occidentale ai poverissimi indiani (oltre che per convincerli ad aderire alla chiesa cattolica: "carità" non certo disinteressata!) anche per cercare, facendosi forte di ciò (del credito che acquisiva con queste donazioni, con le quali vedeva di farsi una fama di pseudogenerosità), di convincere madri già di diversi figli poverissimi a non usare anticoncezionali e farne quanti più possibile altri, onde incrementare la miseria e le sofferenze del popolo indiano.

Socrate,78, apri gli occhi!

I pregiudizi e le illusioni possono essere piacevoli ma la verità guarisce dal male.

Ivo Nardi

Se volete parlare di Madre Teresa di Calcutta vi invito ad aprire un nuovo topic.
Grazie
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.