Menu principale

Pitagora chi ?

Aperto da doxa, 25 Settembre 2020, 22:07:21 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

doxa

Il matematico Pitagora non si sa se sia esistito; sono scarse le notizie pervenute su di lui. Le fonti sono quasi tutte basate su citazioni e postille di altre precedenti fonti, in un gioco di rimandi.

Pitagora? Il matematico della Magna Grecia che elaborò il teorema che tutti abbiamo imparato a scuola ? O fu un filosofo, una figura poliedrica che appartiene più al mito che alla storia ?  Difficile rispondere.  Pitagora non ha lasciato alcuno scritto.

La sua figura si colloca nell'epoca di transizione da una cultura orale a quella scritta, tra il 570 e il 480 a.C. circa, sostengono le testimonianze più antiche.

Le biografie che ci sono giunte su di lui sono di autori posteriori di secoli, come Diogene Laerzio, Porfirio di Tiro e Giamblico di Calcide che di Porfirio era stato allievo. E tutte dipendono in larga misura da Nicomaco di Gerasa (II sec. d.C.).

C'è chi  vuole Pitagora  nato nell'isola di Samo, un'isola greca nel Mar Egeo, altri dicono che sia nato in altri luoghi.

Con lui, si dice, ebbe inizio la matematica, considerata come procedimento deduttivo e dimostrativo.  Ma nè Platone né Aristotele, né Euclide e Archimede parlano di Pitagora come matematico o filosofo della natura.

Oggi gli studiosi sono  poco disponibili a considerare il mitico Pitagora matematico e scienziato, con  tratti in comune con altri sapienti (sophoi), come Aristea, Epimenide o Ermotimo di Clazomene. 

Le scoperte matematiche che la tradizione attribuisce a Pitagora sono prive di qualunque fondamento, afferma il professor Umberto Bottazzini, matematico e storico della matematica all'Università di Milano. Egli è autore del recente libro titolato "Pitagora, il padre di tutti i teoremi", edito da "Il Mulino".

Bottazzini dice che è leggenda Il teorema attribuito a Pitagora sul triangolo rettangolo.  Infatti era noto agli antichi Babilonesi molti secoli prima che il migrante di Samo approdasse sulle coste calabre, così come ai Cinesi e agli Indiani.

Fu Vitruvio nel suo trattato titolato "De architectura" ad attribuirlo a Pitagora. E da allora  viene ripetuto.

Marcus Vitruvius Pollio (in italiano Marco Vitruvio Pollione, 80 a. C. circa – 15 a. C. circa) è considerato il più famoso teorico dell'architettura.
Tra il 29 e il 23 a.C. si dedicò alla stesura del suo trattato in dieci libri.

Vitruvio considerò l'architettura come "aedificatio" per la costruzione degli edifici pubblici e privati.

Nel capitolo terzo del libro I,  egli divide l'architettura in tre parti: aedificatio, gnomonica e machinatio.

Egli distingue  nella aedificatio gli edifici privati da quelli pubblici e tripartisce quest'ultimi a seconda del loro utilizzo: la defensio, la religio e l' opportunitas. Inoltre, indica la scelta dei luoghi dove  fondare le città, la costruzione delle mura e delle torri e la distribuzione delle fabbriche dentro le mura.

Vitruvio era anche ingegnere militare e il  X libro del  trattato lo dedicò  a "La Meccanica", dove dà informazioni e consigli  sulle macchine da attacco e da difesa.

Descrisse pure le proporzioni del corpo umano e Leonardo da Vinci le immortalò col suo disegno.


                   
Leonardo da Vinci. "Uomo Vitruviano", 1490.

Sia Vitruvio  sia Leonardo studiarono le proporzioni dell'uomo all'interno di una stella a 6 punte.

"Il bello sta nella grandezza e nell'ordinata disposizione delle parti" scrisse Aristotele nella "Poetica".

doxa

#1

A proposito di Pitagora...

In un recente saggio pubblicato sulla rivista scientifica "Hesperia" l'archeologa Maria Chiara Monaco esprime l'opinione che l'ekklesiasterion di Metaponto (antica città della Magna Grecia, oggi parco archeologico nel Comune di Bernalda, in provincia di Matera) sia invece un omo-akoeion per ascoltare anche Pitagora e i pitagorici.


Secondo alcuni studiosi Pitagora (se veramente esistito) nacque in Grecia, nell'isola di Samo nel 572 a. C.. Successivamente, nel 530 a. C., si trasferì a Kroton (l'attuale Crotone, Comune e capoluogo di provincia in Calabria) dove creò la scuola pitagorica, nella quale, fra l'altro, s'insegnava la matematica, l'astronomia, la musica e la filosofia.


Una serie di conflitti sociali indussero la sanguinosa rivolta voluta dal tiranno oligarca Cilone di Kroton, durante la quale molti pitagorici furono uccisi.


All'archeologa Monaco piace pensare che i pitagorici superstiti (compreso Pitagora) lasciarono Kroton e scelsero Metapontum per continuare i propri insegnamenti e le ricerche, ed usarono come auditorium per il pubblico l'ekklesiasterion: parola composta di origine greca, formata da "ekklesia" (= assemblea) + il suffisso "-terion", che indica il luogo in cui si svolge un'attività. In tale  struttura si riunivano in assemblea i cittadini con diritto di voto, sia per approvare le leggi, l'entrata in guerra contro un'altra polis, o altro.


La struttura assembleare aveva la forma rotonda, 62 mt di diametro, poteva ospitare fino a 8 mila persone, troppe secondo l'archeologa per delle assemblee cui partecipavano solo i maschi adulti della città. Era invece adatto come auditorium ("omo-akoeion"), forse per ascoltare Pitagora e i pitagorici.   



A Metaponto l'ekklesiasterion aveva la forma rotonda, con diametro di 62 metri, poteva accogliere fino a 8 mila persone, troppe secondo l'archeologa, se usato soltanto per le assemblee cui partecipavano soltanto i maschi adulti della città, invece adatto come auditorium (omo-akoeion) per le tante persone che volevano ascoltare Pitagora e i pitagorici.






Ekklesiasterion (VI se. a. C.). Era di forma rotonda, diviso in due emicicli a gradoni e, al centro, la pedana rettangolare sopraelevata.




Nel IV sec. a. C. l'ekklesiasterion fu adibito a teatro di forma semicircolare











iano

Il dire che l'attribuzione del teorema di Pitagora a Pitagora sia una "fake news" dal lungo respiro, sottende che altre attribuzioni, tanto quanto più recenti, quindi documentabili, siano perciò più certe.
La mia impressione è però che ogni attribuzione deve più agli occultamenti che alle documentazioni, per cui la falsa attribuzione relativa a Pitagora funziona più da modello , che da monito.
Vero è che a un certo punto della storia umana qualcuno da' risalto, mette ordine e inquadra nella giusta luce, quello che tutti gia' sapevano.
Le mele cadono per gravità si , ma solo quando sono mature, e maturano tutte insieme quando è' il momento.
Però è l'albero che produce le mele e non chi le raccoglie.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

sapa

Ciao doxa, nel 15° libro delle Metamorfosi di Ovidio c'è un lungo discorso (circa 400 versi) che il poeta romano fa pronunciare a Pitagora, esperto di misteri, e nel quale quest'ultimo enuncia alcune delle sue teorie sulla natura dell' anima e la trasmigrazione della stessa. Dapprima, Pitagora caldeggia l'alimentazione vegetariana, perchè sostenendo la trasmigrazione delle anime nel regno animale, uccidere significherebbe  fare violenza inutile, predisponendosi ad un atteggiamento aggressivo e deleterio. In seguito, affermando l'indistruttibilità dell'anima e degli elementi, Ovidio arriva con Pitagora al punto più alto del concetto di metamorfosi (tema che sottende tutto il poema), che si afferma con la dottrina del cambiamento continuo e inarrestabile.  Se è vero che di Pitagora non esistono scritti, pare altrettanto vero che la scuola pitagorica ne deve aver canonizzato i principi filosofici fino ai tempi di Ovidio, che è contemporaneo di Vitruvio. Ho letto che i critici sono divisi, c'è  chi attribuisce a Ovidio intenti di "propaganda" del pensiero pitagorico e chi, invece, ne sostiene una volontà ironica e di dileggio, come pare fosse comune nel teatro popolare della Roma di quei tempi. La prima ipotesi potrebbe essere alla base della caduta in disgrazia del poeta agli occhi della corte imperiale e del suo successivo allontanamento dalla capitale. La mia impressione, come dicevo, è che l'introduzione  della figura di Pitagora come spartiacque tra il Mito e la Storia, subito dopo l'ascesa di Romolo al regno degli dei (metamofosi dall'umano al divino, sotto il nome Quirino) e la salita al trono di Roma di Numa Pompilio, costituisca la cerniera essenziale che consente a Ovidio di incardinare l'ossequio all' impero e a Roma. E 'chiaro che, 4-5 secoli dopo l'ipotetica morte di Pitagora, le sue idee erano ancora ben presenti e la sua figura attuale. Il che non vuol dire che sia esistito, come del resto Omero, o Gesù Cristo stesso.

doxa

#4
Grazie Sapa per  avermi ricordato che anche Ovidio  ne "Le Metamorfosi" argomenta su Pitagora. 


Nel libro attribuito a  Pythagòras,  titolato "Versi aurei" (scritto da autore o autori sconosciuti), ci sono 34 comandamenti il primo dei quali afferma: "Venera anzitutto gli dei immortali, secondo il rango stabilito loro dalla legge [...].


Legge che hai "trasgredito"   ;D affermando in chiusura del tuo post che anche Jesus è mito. La tua asserzione può suscitare l'iracòndia dei "ben pensanti", cioè dei credenti in lui che frequentano il forum.


Quasi tutti gli studiosi sono convinti che Gesù di Nazaret sia veramente esistito, ma la sua esistenza va distinta dal mito e non va confusa con la storicità dei racconti, in particolare quelli successivi al Calvario.

Ovviamente è questione di fede credere nei suoi miracoli e che egli sia "figlio di Dio", se esiste !  :o

Lo so, sono "o.t.", chiedo venia.

sapa

Ciao doxa, hai ragione, meglio fare chiarezza, non vorrei finire lapidato...Con la mia affermazione finale, nel post precedente, volevo solo sottolineare che l'assenza di testi scritti sicuramente attribuiti è comune a Pitagora e a tante altre figure dell'antichità. Se per Pitagora questo può farne mettere in dubbio l'esistenza, il ragionamento si dovrebbe estendere a tutti gli altri, la vita e il pensiero dei quali ci sono stati tramandati  da fonti non autografe. E viceversa, come non è una prova della non esistenza, non lo è nemmeno dell'esistenza. In realtà, io credo che entrambi siano esistiti! E' un atto di fede, non di natura religiosa, ma di convinzione personale.