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Il dono di Cadmo

Aperto da doxa, 07 Dicembre 2022, 16:30:27 PM

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Cadmo (in greco antico Kàdmos) è un personaggio  della mitologia greca, che lo vuole  figlio del fenicio Agenore, re di Tiro,  e fratello di Europa, che venne rapita da Zeus.
 
Cadmo è un tipico eroe fondatore (della città greca di Tebe, in Beozia) e civilizzatore, a cui la tradizione attribuì l'introduzione in Grecia dell'alfabeto  fenicio.
 
Le prime tracce scritte in greco sono della seconda metà dell'VIII sec. a. C., invece le prime attestazioni  in alfabeto fenicio appaiono nella metà dell'XI sec. a. C..
 
Fino all'epoca di Alessandro  Magno  (IV sec. a. C.) in Grecia si usavano varianti dell'alfabeto greco: ogni pòlis ne aveva uno. Le località con gli indizi epigrafici dove sono stati rinvenuti caratteri alfabetici più vicini al modello fenicio sono le isole di Creta e Thera (Santorini).
 
I Fenici scrivevano da destra a sinistra, invece i Greci in epoca arcaica usavano tre modalità: da destra a sinistra, da sinistra a destra (che in seguito divenne per loro la norma), oppure procedendo a righe alternate, una da destra a sinistra e l'altra da sinistra a destra.
 
Nel nostro tempo miliardi di persone in tutto il mondo usano  le lettere dell'alfabeto. Ma che origine hanno ? Di quali tempi, culture, popoli ci raccontano ? Perché la A è la prima lettera dell'alfabeto ? Perché la D, fra i numeri romani, significa 500 ?
 
Risponde a queste e ad altre numerose domande Alessandro Magrini, che ha pubblicato il saggio "Il dono di Cadmo. L'incredibile storia dell'alfabeto", edito da "Ponte alle Grazie".
 
L'autore ci accompagna in un viaggio affascinante dall'antico Egitto alla Fenicia, dalla Grecia a Roma.
 
Il mito narra che Cadmo apprese dagli scribi  egiziani l'arte della scrittura, modificandola in una serie di caratteri, semplificati  (rispetto ai geroglifici): l'alfabeto.
 
Le lettere per scrivere furono esportate anche in Italia, dove, secondo Tacito, storiografo della letteratura latina, gli Etruschi le impararono da Demarato di Corinto, e gli abitanti del Lazio da Evandro d'Arcadia.
 
Ma cosa c'è di credibile o di possibile in quel racconto ?
 
Alessandro Magrini ripercorre il lungo cammino compiuto da ciascuna delle lettere dell'alfabeto, dal loro concepimento fino a ricevere la forma e l'uso odierni.

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L'alfabeto latino, tecnicamente detto "sistema di scrittura latino", è un insieme di grafemi usato dalla maggior parte dei sistemi di scrittura del mondo. È formato da 26 lettere, ma in origine ne aveva solo 20.


alfabeto latino

Tutti gli alfabeti cominciano con la lettera A, dal suo nome greco "alpha", ma la denominazione è di origine semitica (ancora in uso: 'alef in ebraico, 'alif in arabo) e anticamente aveva il significato della nostra parola "bue", che si ottiene in forma stilizzata rovesciando la lettera di 180 gradi, e si può riconoscere la testa di un bovino con le corna vista di fronte.

Quando i Greci ricevettero l'alfabeto dai Fenici, la prima lettera era adagiata con le corna verso destra. Furono i Greci a ruotarla portando le corna verso il basso.

Si ignora il motivo di queste rotazioni. Comunque la connessione con la figura che la lettera rappresentava in origine non era più rilevante. Infatti adagiata o completamente rovesciata, la lettera A non rappresentava più il bue, ma utilizzata per rappresentare un fonema, un particolare suono della voce.
Questo segno il valore di bue/toro o bestiame lo aveva avuto  da un geroglifico egizio.

La lettera "Alpha" essendo la prima dell'alfabeto era anche usata come cifra per indicare il numero 1 in uno dei due sistemi di numerazione che i Greci utilizzarono nell'antichità.

L'alfabeto latino è rimasto immutato dall'epoca della Roma imperiale ai giorni nostri, ma, come detto, ha origini e legami che lo collegano con altri sistemi di scrittura.

I Latini, mutuando le lettere dall'alfabeto greco (attorno all'VIII sec. a.C.,  forse tramite gli Etruschi), presero solo quelle necessarie a rappresentare i suoni in uso nella loro lingua corrente.

Per esempio la lettera G è un'aggiunta nel III sec. a.C., mentre Y e Z vennero introdotte in epoca repubblicana, in concomitanza con l'aumento dell'influenza culturale greca su Roma, e dunque per la necessità di trascrivere alcune parole greche nel sistema di scrittura latino.

La W e la J sono introduzioni medievali atte alla trascrizione di altre lingue (ad esempio quelle anglo-sassoni).

Una curiosità riguarda le lettere U e V: esse non vennero distinte fino all'epoca rinascimentale.
I Latini infatti non distinguevano graficamente i due suoni, ed anche la loro pronuncia, nel latino classico, era molto più simile di quanto sia in italiano. In scrittura il segno V rappresentava entrambi i suoni, e in ambito epigrafico la lettera V è stata preferita alla U fino al XXI secolo.

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Nel III millennio a.C. fu sviluppato un sistema geroglifico semplificato, con caratteristiche fonetiche. Ciascuno dei 22 segni rappresentati corrispondeva ad una consonante. Essa era la lettera iniziale della parola rappresentata nel simbolo. È il cosiddetto proto-sinaitico.
 

alfabeto proto-sinaitico

I Fenici presero questi simboli, semplificandoli ed associandoli ai suoni della loro lingua.

Ad esempio il pittogramma della testa di un toro venne associato alla parola Aleph (bue), e da esso, come già detto, discenderà, attraverso una progressiva semplificazione grafica ed evoluzione fonetica, la moderna lettera A.

Dall'alfabeto fenicio, oltre a quello greco e romano, derivano anche l'alfabeto ebraico e quello arabo.

La lingua dei Fenici faceva infatti parte della famiglia delle lingue semitiche.

Furono i Greci che nel IX sec. a.C. fecero proprie le consonanti fenicie e vi aggiunsero le vocali, spesso riadattando simboli che non avevano un corrispettivo fonetico nel greco.

Vennero introdotte anche ulteriori consonanti per ovviare alla mancanza di alcuni fonemi necessari alla pronuncia della lingua.


alfabeto fenicio

Nel passaggio tra il sistema di scrittura fenicio e quello greco ci fu l'introduzione della notazione dei suoni vocalici. Alcune lettere dell'alfabeto fenicio che rappresentano suoni superflui per il greco, furono utilizzate per rappresentare non delle consonanti, come in fenicio, ma delle vocali.

L'alfabeto che esportarono i fenici, infatti, era un alfabeto consonantico: del discorso orale segnalava la sola presenza delle consonanti e non quella delle vocali, che andavano integrate nella lettura.
 

alfabeto greco arcaico

Il nostro alfabeto deriva da quello greco tramite l'alfabeto etrusco, introdotto nell'Italia meridionale dai coloni Greci e poi diffusosi in tutta la penisola, fino all'arco alpino.

Il più antico sistema di scrittura etrusco era bustrofedico: alla fine di ogni riga il testo cambiava direzione, da sinistra a destra, da destra a sinistra.

In epoca successiva si affermò la scrittura con andamento da destra a sinistra ed è per questo che spesso i caratteri etruschi, seppur simili a quelli latini, appaiono riflessi.

Inizialmente l'alfabeto latino veniva usato nella scrittura interamente maiuscola, come quella nelle epigrafi. Tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C, venne elaborata anche la scrittura corsiva.

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