Volontà umana e volòntà divina

Aperto da viator, 19 Giugno 2021, 17:53:07 PM

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viator

Salve. Questo argomento viene introdotto da un povero di spirito quale io mi considero. La mia intenzione sarebbe quella di sottoporlo ad altri poveri di spirito........non certo per discriminare i ricchi di tale pregevolissima dote............ma assai più egoisticamente per rendere più omogenea e reciprocamente comprensibile la discussione (tra pari!) che ne risulterebbe.



Perciò mi rivolgo ai ricchi di spirito pregandoli di non voler intervenire...........anche se ovviamente ciò non potrà venir da me impedito......e comunque sarà impossibile - credo - per chiunque il categorizzare ricchezze e povertà di tale genere.




Mi limito quindi a porre il quesito seguente : "Per la persona di fede (il credente in Dio) quale delle due volontà è da considerarsi quella principale, ovvero - in via fondamentale - a quale delle due si dovrebbe attribuire il primato ?. Alla volontà umana? Oppure a quella divina ? O infine......dipende dai casi?". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

In realtà, viator, la volontà umana si definisce in relazione a quella divina. L'uomo porta dentro di sé sia la volontà divina, sia la tentazione del male, dopodiché sceglie tra le due, in ogni caso realizzerà la volontà di uno dei due.

viator

Citazione di: anthonyi il 19 Giugno 2021, 18:23:22 PM
In realtà, viator, la volontà umana si definisce in relazione a quella divina. L'uomo porta dentro di sé sia la volontà divina, sia la tentazione del male, dopodiché sceglie tra le due, in ogni caso realizzerà la volontà di uno dei due.

Salve anthonyi. Grazie. Dicendo che la volontà umana si definisce in relazione a quella divina, evidentemente tu subordini la libertà di scelta umana alla superiore e suprema volontà di Dio.

Tale interpretazione tra l'altro sarebbe la più coerente per qualsiasi vero fedele. Vuoi mica che che chi ha fede in Dio giudichi la propria volontà (se diversa da quella - presunta o rivelata - di Dio) sia più saggia e benefica della Divina Provvidenza, no?.



Subito dopo però diventi assai più "possibilista", quindi contraddicendoti. Ma - secondo te - chi stabilisce quale sia il comportamento voluto e gradito da Dio........oppure il comportamento maligno ?. La coscienza della singola persona o una qualche fonte od autorità esterna alla persona che sta per decidere come comportarsi ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Infatti il problema è proprio quello, viator, stabilire quale sia la volontà divina, cioè quale sia il bene.
Quello che volevo ribadire, comunque, è che sarebbe semplicistico affermare che noi abbiamo una nostra volontà.
L'uomo è pieno di contraddizioni e incertezze, con il perenne bisogno di una guida, e al massimo riesce a scegliere quale guida seguire.
Spesso trova una filosofia, una religione, un'ideologia che soddisfano questo bisogno e affida le sue scelte a queste.

Socrate78

La volontà divina corrisponde alla legge naturale della coscienza morale che ci dice che dobbiamo compiere il bene, e dobbiamo invece dominare l'altra volontà, quella umana, che corrisponde al male e al peccato. Io ritengo molto emblematiche e profonde le parole che Dio nella Genesi rivolge a Caino quando ha il volto abbattuto perché Dio non gradiva le sue offerte. Dio dice: "Caino, perché sei irritato e il tuo volto è abbattuto? Se fai bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato sta spiandoti alla tua porta, verso di te è il suo istinto, ma tu lo devi dominare!". E' interessante notare come la traduzione letterale dall'ebraico sarebbe: "Non è forse verso che, se agisci bene, sarà elevazione ( in ebraico seeth). Nella figura di Caino è racchiusa la natura umana contraddittoria, l'autore sacro vuole dirci che nell'uomo (che discende appunto da Caino) esiste una componente positiva che ci fa agire bene e per cui possiamo tenere alto il nostro volto (vuol dire che "possiamo elevare la nostra natura"), mentre esiste invece un'inclinazione al male rappresentata dal peccato che abita in noi e che noi dobbiamo dominare se vogliamo elevarci spiritualmente. La volontà solo umana, quindi, è una volontà che spesso è guidata da istinti meschini ed egoistici, riassunti nei sette vizi capitali, che rappresentano il peccato da tenere a bada, mentre la volontà divina si realizza ogni volta che l'uomo è spinto ad agire per il bene del prossimo in modo disinteressato, è spinto ad amare e sacrificarsi, in quel caso è Dio stesso che si esprime attraverso quella che sembra una volontà solo umana, ma è la legge di Dio nei nostri cuori a parlare.
Ripeto il concetto di legge morale naturale, essa a mio avviso, pur condizionata dalla cultura di appartenenza, porta l'essere umano a condannare determinate azioni ed è alla base di tutte le leggi che l'uomo si è dato sin dall'antichità. Se questa legge non esistesse, allora nemmeno sarebbero mai esistite le leggi che sin dall'antichità  proibiscono di uccidere, di rubare, di diffamare, di commettere adulterio, di dare falsa testimonianza,  poiché senza la legge morale naturale l'uomo non sarebbe stato in grado di catalogare quelle azioni come sbagliate e a nessuno sarebbe venuto in mente di punirle. L'idea di punizione, di legge e di giustizia, presuppone l'esistenza di una legge morale naturale che va oltre e prescinde le singole culture che possono essere diverse. Quindi da dove viene quest'imperativo della coscienza etica? Ecco, da credente rispondo che essa viene da Dio, dal momento che non è limitata ad alcune civiltà umane, ma l'idea di giusto e sbagliato è universale e accomuna tutti i popoli.

Ipazia

Citazione di: Socrate78 il 20 Giugno 2021, 20:38:22 PM
Ripeto il concetto di legge morale naturale, essa a mio avviso, pur condizionata dalla cultura di appartenenza, porta l'essere umano a condannare determinate azioni ed è alla base di tutte le leggi che l'uomo si è dato sin dall'antichità. Se questa legge non esistesse, allora nemmeno sarebbero mai esistite le leggi che sin dall'antichità  proibiscono di uccidere, di rubare, di diffamare, di commettere adulterio, di dare falsa testimonianza,  poiché senza la legge morale naturale l'uomo non sarebbe stato in grado di catalogare quelle azioni come sbagliate e a nessuno sarebbe venuto in mente di punirle. L'idea di punizione, di legge e di giustizia, presuppone l'esistenza di una legge morale naturale che va oltre e prescinde le singole culture che possono essere diverse. Quindi da dove viene quest'imperativo della coscienza etica? Ecco, da credente rispondo che essa viene da Dio, dal momento che non è limitata ad alcune civiltà umane, ma l'idea di giusto e sbagliato è universale e accomuna tutti i popoli.

Concordo sul naturale della legge morale. Ma proprio per questo non è il caso di scomodare gli dei. Che spesso nella storia hanno remato contro la legge morale naturale. Che sia "naturale" è nella logica dei rapporti umani. Nessuno ama essere ucciso, derubato, ingannato, tradito, diffamato. Non occorre la minaccia di un castigo per capire che queste cose distruggono ogni possibilità di convivenza umana e che laddove si possano esercitare arbitrariamente finiscono col degradare qualsiasi comunità.

Il castigo non è l'inevitabile antidoto alla malignità innata nell'uomo, ma una presa d'atto che in un contesto virtuoso i comportamenti non virtuosi vanno perseguiti. Mera ethos tekne: buongoverno. Come insegna la statuaria orientale, la cattiveria è faticosa, contrae i lineamenti. La virtù li distende. Mens sana in corpore sano, dicevano i romani. L'evoluzione civile umanistica trova le sue verità a prescindere dai numi e dai loro castighi. Basta la naturalissima predilezione verso la bella vita. Come insegnava pure Epicuro, che degli dei si curava assai poco.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#6
Citazione di: viator il 19 Giugno 2021, 17:53:07 PM




Mi limito quindi a porre il quesito seguente : "Per la persona di fede (il credente in Dio) quale delle due volontà è da considerarsi quella principale, ovvero - in via fondamentale - a quale delle due si dovrebbe attribuire il primato ?. Alla volontà umana? Oppure a quella divina ? O infine......dipende dai casi?". Saluti.
Che sia quella di Dio o che sia quella dell'uomo, la volontà è riferita al singolo individuo, perché è ovvio che non si può parlare di volontà dell'umanità.
Senza voler essere sacrilego, è ovvio che diverse volontà confliggano potenzialmente alla pari, a meno che non tutti gli individui siano posti in partenza alla pari.
Se Dio non è alla pari dell'uomo per il credente, ma superiore, allora la risposta al tuo quesito viene da se'.
Ma , data questa risposta come ovvia, posta la superiorità di Dio, la vera domanda poi è ... cosa ce ne facciamo allora della volontà del singolo uomo? A cosa serve?
Ma ,io, da non credente , non sottostò ad alcuna volontà superiore, a meno che non si potesse parlare di volontà dell'umanità, perché in effetti la mia volontà confliggr con le leggi con le leggi della società, che hanno certamente una derivazione naturale, ma non perciò hanno carattere univoco, essendo diverse le società.
Se potessimo assegnare una volontà ad ogni società, queste volontà confliggono alla pari, facendo ognuna riferimento in qualche modo ad una volontà superiore a quella dell'individuo, come se appunto esistessero volontà superiori a quella dell'individuo.
Ora è evidente che la volontà di una società, sia che là si riferisca al suo Dio eletto che ad altro, se ne potessimo parlare, è superiore a quella del singolo individuo che la compone.
Se ne potessimo parlare è ovvio che prevale la volontà della società, qualunque sia il suo sponsor, di origine divina o meno.
Banale ancora notare che le diverse società, a qualunque sponsor si affidino, non possono non fare riferimento ad una base comune umana, altrimenti detta naturale.
La difficoltà sta nel non poter attribuire alle diverse società umane, o alla intera umanità ,una volontà, seppure le società e l'umanità intera si comportino proprio come se la avessero.
Così si supera questa difficoltà attribuendo quella volontà ad un individuo detto Dio assunto come sponsor di quella società.
Divino è il processo di identificazione di una società .
Certamente quindi la volontà di Dio, o della società, sarebbero superiori, se se ne potesse parlare, e i credenti hanno trovato il modo di parlarne, creando però un paradosso dal quale poi non riescono ad uscire.
Perché rimane irrisolto per loro il problema di cosa farsene della loro volontà.
L'unica modo di uscire dal paradosso è quello di mortificarla, denigrandone la natura.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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