Un investimento di vita che frutta e non fallisce mai.

Aperto da SaraM, 19 Marzo 2017, 19:18:52 PM

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SaraM

Dov'è possibile,l'amore per Dio può e deve tradursi in gesti.Certamente chi ama cerca di far qualcosa per l'amato/a nei limiti del possibile nei limiti dei suoi TALENTI.Non c'è alcun essere umano che non abbia almeno un talento da mettere in gioco  e da far fruttare per rendere più ricca la sua spiritualità.Fare bene,coscienziosamente e onestamente il proprio lavoro(qualsiasi esso sia) è già un talento;essere un bravo genitore è un talento,saper ascoltare senza giudicare è un talento,insegnare curare,scrivere,parlare,governare bene,aiutare i meno fortunati sono talenti.I talenti possono aumentare fino all'annullamento di sè  a favore degli altri.Non pensiamo assolutamente che davanti a Dio chi ha pochi talenti valga meno di chi ne ha molti.Dio non fa scale di valori,anzi a chi più ha più sarà chiesto mentre chi ha poco e non lo sfrutta perde anche quel poco.L'importante quindi è far fruttare ciò che Dio ci ha concesso.Chi ha tanti talenti e non li mette a frutto vale senz'altro meno di chi ne ha uno solo e fa di tutto per valorizzarlo.Un idraulico che ripara gratuitamente o per poco il rubinetto al vecchietto indigente non vale meno di un grande predicatore o di un missionario che  dedica la vita ai derelitti(sono i derelitti che valorizzano il missionario!)Il valore fondamentale delle azioni é uguale per tutti(stesso peso,stessa moneta).Anche un disabile molto grave,sia fisico che psichico dà un contributo all'umanità come esempio di corpo martoriato ma di spirito paziente,sacrificio continuo che può far riflettere e migliorare il rapporto con la vita di molte persone che ,pur avendo tutto,sono infelici.Ricordiamo che la sofferenza è dovuta al male di questo mondo e non a Dio che certamente non è sadico (purtroppo tendiamo a dargli tutte le colpe senza notare tutte le cose belle!)Dobbiamo chiederci che talenti abbiamo e come possiamo investirli:sicuramente saremo più ricchi(una ricchezza con la R maiuscola!)

baylham

Il talento può essere non soltanto benefico ma anche malefico.
Se ho un talento posso trascorrere la  vita ad accrescerlo, farlo fruttare, oppure a decrescerlo. Normalmente però c'è una relazione inversa tra crescita del talento ed altruismo, che la distinzione dei piani, la Ricchezza, non risolve.

paul11

Visto che siamo nel forum spiritualità,
 un talento è una qualità innata e come tale va utilizzata e mai sprecata, poichè dovrà essere restituita a chi la donò con la vita.
Che sia d'aiuto alla propria e altrui esistenza

giona2068

La domanda che sorge spontanea è questa: Posto che una persona abbia dei talenti, metterli a frutto è una cosa spontanea oppure no?  La risposta è no , allora occorre scoprire la causa di questo freno all'operare degli umani.
A nulla serve, o quasi a nulla, dire a chi è bloccato che deve darsi da fare, se non viene rimossa la causa del blocco, il blocco stesso impedisce all'uomo di agire.
Qui cominciano i problemi perché se spingiamo qualcuno o noi stessi a fare ciò che sarebbe giusto senza però che lo sentiamo forse qualcosa si muove, ma non siamo ancora alla manifestazione del talento.
Occorre quindi rimuovere la causa la quale risiede dentro di noi e se è difficile accettare di fare qualcosa che non  sentiamo è ancora più difficile   mettere in discussione noi stessi. Chi non è disponibile a mettere in discussione se stesso non arriverà mai alla carità/amore per cui ciò che farà sarà inutile o quasi, oltretutto non arriverà alla Pace e dove non c'è Pace non può manifestarsi il talento.
In definitiva nell'uomo peccatore i talenti non possono manifestarsi fino a quando non si ravvede.

baylham

Strana concezione del dono.

Un dono non va restituito, altrimenti non è un dono, è un debito. Il donatario può fare quello che vuole del dono.  Inoltre il dono può anche essere sgradito e quindi rifiutato: che il donatore attenda gratitudine dal donatario non è segno di altruismo, ma di egoismo.

Quindi se il talento è un dono allora valgono le stesse considerazioni.

giona2068

Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 10:18:28 AM
Strana concezione del dono.

Un dono non va restituito, altrimenti non è un dono, è un debito. Il donatario può fare quello che vuole del dono.  Inoltre il dono può anche essere sgradito e quindi rifiutato: che il donatore attenda gratitudine dal donatario non è segno di altruismo, ma di egoismo.

Quindi se il talento è un dono allora valgono le stesse considerazioni.

Volendo restare nella tua logica, cioè in quella del mondo, chiamiamelo pure prestito ma se prestito è allora va restituito e oltretutto rispettato.
In ogni caso il dono non viene dal nostro mondo, venendo dal mondo spirituale l'errore più grande è interpretarlo secondo la logica umana che è stoltezza!

paul11

Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 10:18:28 AM
Strana concezione del dono.

Un dono non va restituito, altrimenti non è un dono, è un debito. Il donatario può fare quello che vuole del dono.  Inoltre il dono può anche essere sgradito e quindi rifiutato: che il donatore attenda gratitudine dal donatario non è segno di altruismo, ma di egoismo.

Quindi se il talento è un dono allora valgono le stesse considerazioni.
Non è il dono, il talento naturale ,che va restituito, sono i frutti che si raggiungono attraverso il dono che verranno restituiti ,nel senso di giudizio dei frutti attraverso il dono.
Si può esser geni del crimine, si può essere talentuosi manipolatori di personalità............il talento frutta e c'è un fine nel fare fruttare, quel fine è sottoposto al giudizio. 
..... perchè tutto torna alla fine ....

baylham

Non ho problemi a riconoscere di essere un pessimo spiritualista o uno stolto, conosco a malapena la logica umana.

Tuttavia per me un dono è un dono, un debito è un debito, sono ben distinti.

Un talento non può accrescere o diminuire sé stesso: se aumenta significa che qualcosa è stato prelevato da altro per produrre talento.
Un talento non è un frutto: se c'è il frutto significa ancora che qualcosa è stato prelevato da altro per produrre il frutto.
Per dare bisogna prendere. Anzi, più realisticamente e drammaticamente, solo per mantenere ciò che si ha bisogna prendere.


paul11

Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 14:55:19 PM
Non ho problemi a riconoscere di essere un pessimo spiritualista o uno stolto, conosco a malapena la logica umana.

Tuttavia per me un dono è un dono, un debito è un debito, sono ben distinti.

Un talento non può accrescere o diminuire sé stesso: se aumenta significa che qualcosa è stato prelevato da altro per produrre talento.
Un talento non è un frutto: se c'è il frutto significa ancora che qualcosa è stato prelevato da altro per produrre il frutto.
Per dare bisogna prendere. Anzi, più realisticamente e drammaticamente, solo per mantenere ciò che si ha bisogna prendere.
C'è chi nasce portatore di handicap, c'è chi nasce con talenti naturali innati.
Per quanto mi riguarda, ma poi ognuno crede in ciò che crede e fa un suo ragionamento, che coloro che hanno talento, o sfruttano quelli che non ne hanno, o mettono a frutto compensando ciò che la natura per nascita ha sperequato.

Quindi, chi ha di più dovrebbe aiutare chi ha di meno.

giona2068

Perché ostinarsi a trattare le cose di lassù con la logica, se logica si può chiamare, di quaggiù?
Conosciamo bene la parabola dei talenti, allora atteniamoci ad essa.
Il talento, ossia la capacità di fare qualcosa, è un dono, ma in verità è uno dei modi per essere messo in prova dal Padrone dei talenti stessi. La parabola ci dice che colui il quale  aveva ricevuto tanto, fece fruttare ciò che gli era stato affidato e per questo fu considerato degno di far parte del Suo regno, mentre quel servo pavido che aveva ricevuto poco non fece fruttare quel poco e gli fu tolto tutto e oltretutto non fu considerato degno di far parte del regno.
Allora anziché elucubrare se è un dono o un prestito o un affido chiediamoci se li stiamo facendo fruttare oppure no. Tutto il resto è ciarpame.
Se invece non crediamo evitiamo di parlare di cose che non ci riguardano!

baylham

SaraM, che finora non ha dialogato con alcuno, ha iniziato un argomento a cui nessuno ha risposto per giorni.
Senza le mie osservazioni, o provocazioni, sarebbe probabilmente scivolato nell'oblio.

Se si si applica la logica del regno di Dio al regno della Terra si commette un errore logico, le cui conseguenze possono essere negative.
La parabola dei talenti è un chiaro esempio di ciò che non vale nel regno della Terra.
Sono il solo a vedere che c'è qualcosa che non quadra in quella parabola?

Io mi pre-occupo del regno della Terra.

doxa

Baylham ha scritto:
CitazioneSaraM, che finora non ha dialogato con alcuno, ha iniziato un argomento a cui nessuno ha risposto per giorni.
Senza le mie osservazioni, o provocazioni, sarebbe probabilmente scivolato nell'oblio.


Fui il primo ad accorgermi dello strano comportamento di SaraM in un forum e l'ho scritto più volte. Ma lei continua imperterrita ad aprire topic senza intervenire nel dibattito. Penso che un moderatore debba farle capire come ci si comporta.


Sara vuole solo sapere le nostre opinioni sul tema che lei propone, perché, penso, lei non ne ha. Per farla riflettere sarebbe opportuno non intervenire nei suoi topic.  

giona2068

#12
Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 10:18:28 AM
Strana concezione del dono.

Un dono non va restituito, altrimenti non è un dono, è un debito. Il donatario può fare quello che vuole del dono.  Inoltre il dono può anche essere sgradito e quindi rifiutato: che il donatore attenda gratitudine dal donatario non è segno di altruismo, ma di egoismo.

Quindi se il talento è un dono allora valgono le stesse considerazioni.

Alcuni concetti racchiusi in  questo post mi erano sfuggiti quando l'ho letto la prima volta, cerco di rimediare.
Dire che il Signore Dio dell'Amore sia egoista perché attende gratitudine è una bestemmia, anche perché se l'attendesse  sarebbe giusto che fosse così dal momento che i talenti non ci vengono dati per merito ma per grazia, cioè senza meritarli. 
In ogni caso chi ama aspetta che i talenti da Lui donati vengano fatti fruttare, non perché ha bisogno di buoni amministratori ma perché s'ingioisce quando chi ha ricevuto il dono ne trae vantaggio. In altre   parole s'ingioisce perché ha guadagnato un figlio. 
Quale papà nell'umano non è così?
E' vero che il "donatario" (parola che non fa parte del linguaggio spirituale) può fare del dono quello che vuole, è vero che il dono può non essere gradito ed è anche vero che può essere rifiutato, in altri termini può non esserci riconoscenza, ma secondo te il Signore Dio della Sapienza e dell'onniscienza quando da un dono, sapendo a priori quello che succederà, darò il talento a chi non lo apprezzerà?
Esempio: A te pensi di poterlo rifiutare, di poterne farne quello che vuoi e di poterlo non gradire, quale talento ti ha dato? 
Penso nessuno perché non sai apprezzarlo?
Dico queste cose perché fino a quando siamo di questo mondo vediamo in modo distorto perché l'amore è sapienza. Se non abbiamo l'amore come facciamo a comprendere il linguaggio dell'amore? 
Per questo dobbiamo cercare di non giudicare, se poi pensiamo di poter giudicare il Signore Dio, vuol dire che siamo nel profondo delle tenebre, anche se non lo crediamo!

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