Tutte le strade portano a Dio?

Aperto da Aspirante Filosofo58, 04 Maggio 2023, 17:02:44 PM

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Aspirante Filosofo58

Quando l'Urbe era caput mundi,  si diceva: "tutte le strade portano a Roma". Quindi, anche tutte le religioni portano a Dio? Secondo me sì. Altrimenti qualunque sia il dio in cui crediamo, se gli riconoscessimo di aver creato "tutte le cose, visibili e invisibili", avremmo un grosso problema con i fedeli delle altre religioni, e di conseguenza con noi stessi. Per quale motivo Dio avrebbe creato fedeli di altre religioni (perché nascere in una famiglia Hindu,  Musulmana, Ebrea, ecc.. significa quasi sicuramente credere nelle stesse divinità dei genitori, dei nonni, ecc...); dove finirebbero, una volta morti (o lasciato il corpo) i fedeli di altre religioni? Che colpa ne ha un fedele di una religione diversa dal Cattolicesimo, se la tradizione di famiglia, la nazione, e quant'altro non sono cattoliche? 

Se in realtà, invece di essere una Persona, Dio fosse altro? Per esempio se fosse un'Essenza o qualcosa del genere? Si dice che Dio sia aldilà del bene e del male: se essere a sua immagine e somiglianza, significasse per gli esseri umani andare oltre il bene e il male, e quindi oltre ogni dicotomia? 

Aborro i fondamentalismi di qualsiasi religione e sono più propenso a far mie le parole di Papa Giovanni XXIII: "dobbiamo privilegiare ciò che unisce e non ciò che divide".  Quindi, quali punti di contatto ci sono tra le varie religioni?  Per esempio, Buddha (il buddismo è una religione atea), si dice che sia nato da una Vergine, esattamente come Gesù da Maria, e Buddha è vissuto 5 secoli prima di Cristo.  La compassione (o carità, nel caso di cristianesimo) è una caratteristica di diverse religioni. 

Giusto per fare un paio di esempi. 

La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Ipazia

Natura sive Deus, avrei detto qualche tempo fa. Ma è facile constatare come anche nella natura i piedi sporchi dell'ideologia siano stati abbondantementi messi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#2
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 04 Maggio 2023, 17:02:44 PMDio avrebbe creato fedeli di altre religioni (perché nascere in una famiglia Hindu,  Musulmana, Ebrea, ecc.. significa quasi sicuramente credere nelle stesse divinità dei genitori, dei nonni, ecc...); dove finirebbero, una volta morti (o lasciato il corpo) i fedeli di altre religioni? Che colpa ne ha un fedele di una religione diversa dal Cattolicesimo, se la tradizione di famiglia, la nazione, e quant'altro non sono cattoliche?


La risposta più semplice è che ogni comunità si identifica col suo specifico Dio, e che questa sia dunque la vera funzione di Dio.
Attraverso il proprio Dio si trascende l'individuo, ma nella misura in cui si considerano gli altri popoli barbari, si trascende l'uomo.
Che fine faranno i barbari nel giudizio universale?
Se barbari sono davvero, cosa importa che fine faranno?
Se invece barbari non sono, allora non possiamo fare a meno di avere considerazione per il loro Dio.
Il problema del Dio unico è però che due diversi non possono convivere, problema che quando gli dei erano tanti non si presentava, perchè si potevano sommare i propri a quelli altrui.
Se ad ogni Dio corrisponde un unico specifico testo
sacro, questi testi  resteranno irrimediabilmente separati, mentre quando il testo sacro non esisteva la narrazione sacra si poteva sempre aggiustare, riconoscendo i propri dei in quelli altrui, o completando l'album se mancanti.
Ma per quanto i testi sacri siano interpretabili, fino a dire tutto e il contrario di tutto, il corano non sarà mai una interpretazione della bibbia.
Ciò che oggi divide quindi il mondo in modo irrimediabile è la tecnologia della scrittura.
Certe tecnologie segnano la storia dell'uomo creando punti di non ritorno, nel bene e nel male.
Il fatto che la scrittura sia stata la causa della nascita dei Dii unici, ma in effetti tanti quanti i linguaggi scritti, non è stato certo un bene, dal mio punto di vista di non credente.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

Io adoro Dio e amo mè stesso,lo adoro alla mia maniera e lui mi ama alla sua, forse mi adora anche ma non troppo.
Non è una cosa intellettuale,è una cosa che assomiglia molto all'esperire diretto,immediato  e qui ed ora del buddismo Zen con in più benessere e esiti di riuscita che possono poi essere anche verificati.


Socrate78

Io penso e soprattutto credo che Dio mi ami di un amore incondizionato e puro, infinitamente superiore a qualsiasi amore umano, anche a quello della madre o del padre migliori di questo mondo, perché l'amore umano (in un modo o in un altro) è quasi sempre reso imperfetto dall'interesse, l'amore di Dio no. Dio mi amerebbe anche se diventassi la persona peggiore di questo mondo, perché Egli non ama per essere ricambiato e accettato (questi sono solo bisogni umani), ma per pura gratuità.

Pensarbene

Nel contempo Dio ci ama nel modo più umano e migliore per noi,ognuno di noi.
Certo che  noi esseri umani siamo una scintilla di Dio se abbiamo l'Anma tenuta bene e tutto sommato in buono stato.
Corpo,mente,Anima e Spirito Santo sono i costituenti essenziali dell'essere umano in buono stato di un continuum che va dalla "sufficienza" alla santità.
Io mi accontento di essere a metà strada,come voto,da 0 a 6,mi dò un buon 4,5/5.



Aspirante Filosofo58

Mi sa che siete O.T. con le risposte. Io non ho chiesto di raccontare la vostra fede, legittima fin che volete, ma che tuttavia non risponde alla domanda iniziale. Vi sono religioni atee, religioni monoteiste, religioni politeiste. Chi segue i principi e i precetti della propria religione arriverà comunque a Dio? 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Duc in altum!

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 25 Maggio 2023, 09:08:27 AMChi segue i principi e i precetti della propria religione arriverà comunque a Dio?
Più che a Dio, arriverà alla Verità (una, unica e universale), che potrebbe anche essere (per lui/lei) quella di prendere coscienza di essere lontani da Dio o, addirittura, senza Dio.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Jacopus

Dal mio punto di vista le religioni sono
state una fase di passaggio nella storia dell'uomo. Considerato che le religioni, però, possono essere strumentalizzate per scopi di dominio terreno, questa fase prosegue tuttora anche se è messa in discussione sempre di più da altre visioni del mondo, alcune delle quali fanno rimpiangere quelle religiose, tanto sono volgari e/o violente. 
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Pensarbene

Per me questo mondo è finito da un pezzo,sopravvive reiterando 3 o 4 dinamiche,contenuti vecchi e stravecchi e illusioni ,il tutto sorretto da poteri finanziari e altro.
Questo io l'ho capito da decenni ,quindi non me ne faccio un problema.
Mi danno fastidio le persone moleste ,stupide,quelle in mala fede,i teleguidati e la manovalanza,perchè,in ogni posto che vado,giocano a stalking e altro nei miei confronti.



anthonyi

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 25 Maggio 2023, 09:08:27 AMMi sa che siete O.T. con le risposte. Io non ho chiesto di raccontare la vostra fede, legittima fin che volete, ma che tuttavia non risponde alla domanda iniziale. Vi sono religioni atee, religioni monoteiste, religioni politeiste. Chi segue i principi e i precetti della propria religione arriverà comunque a Dio?
Ti racconto una storia pertinente, Aspirante, quella del beato cornacchiola, tramviere romano, che passa dalla religione cattolica a quella battista perché convinto da un prete di quella parrocchia. Sviluppa una serie di atteggiamenti critici verso i dogmi della religione cattolica al punto da comprare un coltello con il quale voleva uccidere il papa. Poi nella zona delle tre fontane, dove portava i suoi bambini a giocare appare, prima ai suoi bambini, poi anche a lui, quella che sarà denominata vergine della rivelazione.
Per me questa storia non vale nel senso di affermare la superiorità di una delle due fedi sull'altra, ma nel senso di affermare che ciascuno ha la sua fede, che viene dalla sua storia e dalle sue origini, che é la sua strada per la verità. Ingannarsi prendendo altre strade, che non sono le proprie, vuol dire usare la religione come un feticcio, molto più facile continuare la propria, quella che ti ha assegnato il destino. E lo stesso vale anche per i portatori di una religiosità atea che se seguono una via di ricerca del bene e della verità nel loro mondo interiore (perché Dio, o il non Dio, se lo scopri, lo scopri sempre dentro di te) la troveranno anche loro. 

iano

Citazione di: Duc in altum! il 25 Maggio 2023, 11:34:49 AMPiù che a Dio, arriverà alla Verità (una, unica e universale), che potrebbe anche essere (per lui/lei) quella di prendere coscienza di essere lontani da Dio o, addirittura, senza Dio.
Così ogni Dio verrebbe declassato come una via fra tante per giungere alla verità.
Sarebbe come dire, non importa quale strada hai scelto per giungere alla verità, purché tu la percorra con coerenza, di modo che alla fine potrai dire se era la strada giusta o sbagliata.
C'è comunque la consapevolezza di dover giungere a un fine, che lo si chiami verità o dio.
Ci sono tensioni distinte verso  un fine che non può che essere comune, quindi unico, sebbene diversamente prefigurabile.
Credo che non si possa vivere senza credere di avere un fine, anche quando si rinuncia prefigurarselo , lasciandosi liberi di ridefinirlo e ritrattarlo, evenienza cui poi non sfugge anche chi ritiene di doverlo fissare,  chi cioè decide di dover credere a qualcosa in modo preventivo, ricredendosi magari nel momento in cui giungerà alla verità, se diversa da quella da creduta.
C'è quindi in ognuno di noi, credenti e atei, la ''religione'' del fine, e questo fine possiamo chiamarlo dio, verità, oppure non dargli un nome, e quest'ultima è la condizione dell'ateo, di chi decide di vedere come andrà finire, senza porre pregiudizi.
In definitiva, per quanto furbetta, ;)  la tua mi sembra una buona risposta.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#12
Ma ammesso che si condivida la ''religiosità'' del fine, come l'ho prefigurata, e che anche gli atei a loro modo praticano, non nominato il loro dio e riferendosi ad ogni testo passato e futuro senza definirlo una volta per tutte, c'è qualcosa di logicamente primitivo rispetto al fine, che è la coscienza, perchè è la coscienza a prefigurare le proprie azioni prima di compierle.
Secondo le religioni propriamente dette però esiste un testo dove tutte le azioni sono prefigurate in modo univoco, e sta a noi decidere se attualizzarle o meno, fatta salva l'interpretazione.
Interpretazione che, a mio modo di vedere, traduce in modo contorto la libertà di scegliere che più agevolmente si ottiene non scegliendo un testo in particolare.
Ma questo modo contorto di agire sembra a me essere la conseguenza non voluta della scrittura, del fatto che esistendo diversi testi siamo liberi di sceglierne uno fra tanti, cosa impossibile da fare prima della scrittura.
Come si fà infatti a scegliere con certezza una narrazione orale fra tante se non si ha modo di fissarle.
Oggi posso dire di rifermi a una narrazione precisa dicendo un nome, ad esempio bibbia, mentre una volta ogni volta tocca va precisarla rinarrandola, e non la si narrava mai allo stesso modo, di modo che era ''libera'' di mutare di fatto, senza bisogno di reinterpretarla.
Tutto era da raccontare e nulla da interpretare.

Ma quali conseguenze ha fissare un testo fra tanti possibili in generale?
Pensiamo alla nostra costituzione.
Che sia laico o religioso uno stato corrisponde a un preciso testo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

anthonyi

Citazione di: iano il 25 Maggio 2023, 23:57:31 PM.
C'è comunque la consapevolezza di dover giungere a un fine, che lo si chiami verità o dio.
Ci sono tensioni distinte verso  un fine che non può che essere comune, quindi unico, sebbene diversamente prefigurabile.

E questo su quali basi lo affermi, iano. Già l'idea di una consapevolezza comune di un fine é forte, e credo siano in tanti a non condividerla. Ma affermare poi la comunità o unicità del fine mi sembra davvero troppo. Il rapporto con la spiritualità é libero, non é soggetto ai vincoli collettivi che insistono certamente molto di più nella materialità. 

Duc in altum!

Citazione di: iano il 25 Maggio 2023, 23:57:31 PMCredo che non si possa vivere senza credere di avere un fine, anche quando si rinuncia prefigurarselo , lasciandosi liberi di ridefinirlo e ritrattarlo, evenienza cui poi non sfugge anche chi ritiene di doverlo fissare,  chi cioè decide di dover credere a qualcosa in modo preventivo, ricredendosi magari nel momento in cui giungerà alla verità, se diversa da quella da creduta.
Esatto, nessuno può vivere senza credere.
Il ri-credersi (il sano abiurare) è il cemento della crescita spirituale, certo se fatto con onestà intellettuale e sincerità di cuore.

Citazione di: iano il 25 Maggio 2023, 23:57:31 PMC'è quindi in ognuno di noi, credenti e atei, la ''religione'' del fine, e questo fine possiamo chiamarlo dio, verità, oppure non dargli un nome, e quest'ultima è la condizione dell'ateo, di chi decide di vedere come andrà finire, senza porre pregiudizi.
No, il nome è sempre Verità, non puoi toglierlo, qualsiasi essa sarà/sia.
E non puoi neanche vedere come andrà a finire, perché la scommessa verrà accertata solo con la Morte.

Citazione di: iano il 25 Maggio 2023, 23:57:31 PMSarebbe come dire, non importa quale strada hai scelto per giungere alla verità, purché tu la percorra con coerenza, di modo che alla fine potrai dire se era la strada giusta o sbagliata.
Sembra strano ma è così.
Solo la strada sbagliata (intrapresa pienamente con coscienza e coerenza) può indicarti quella giusta.
Il difficile è ammettersi falliti...

"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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