Tristezza e depressione, due realtà diverse?

Aperto da Socrate78, 03 Dicembre 2022, 21:06:36 PM

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Socrate78

Normalmente il termine "depressione" viene usato secondo me molto a sproposito e come sinonimo generico di "tristezza", spesso si sente infatti alle persone dire: "Oggi sono depresso" come sinonimo di triste o deluso.
Invece a mio avviso la tristezza e la depressione sono due cose diverse, anche se dall'una può derivare l'altra, ma non è detto che sia così. La tristezza è una condizione di malinconia interiore, di abbattimento dovuto ad una causa ESTERNA, come un lutto, la perdita di un amore, del lavoro, un rovescio finanziario: il soggetto sperimenta un'amarezza interiore che è una reazione alla perdita di qualcosa di importante, tanto più il bene perso è ritenuto importante dal soggetto tanto più forte sarà la tristezza. Quando subentra invece la depressione? La depressione subentra quando la psiche del soggetto stabilisce che senza il bene perso (una persona cara, un lavoro, ecc.) niente sia più importante o quando si ritiene che il problema da cui ha origine l'abbattimento non possa mai essere risolto: ecco quindi comparire l'apatia di fronte alla realtà, l'esaurimento anche fisico per cui il depresso non riesce più a svolgere le normali attività quotidiane, questo accade perché la mente ha stabilito che la vita non è più degna di essere vissuta. La tristezza quindi è un sentimento reattivo, la depressione invece deriva da un giudizio di valore per cui si ritiene che senza quel determinato bene non vale più la pena di vivere. La depressione può anche infatti essere endogena, cioè derivare da cause interne al soggetto o inconsce, perché nella persona si è insinuato il pensiero che l'esistenza sia fatta di dolore, di fatica, e quindi non abbia senso lottare per risolvere i problemi dell'esistenza, perché è tutto inutile e vano. Ne consegue che mentre la tristezza testimonia l'amore per la vita e la realtà (si dà importanza a qualcosa, la si perde quindi si è tristi), la depressione invece al contrario è sostanzialmente l'incapacità di amare la vita. Siete d'accordo con quest'analisi?

anthonyi

Sono d'accordo, tristezza e depressione sono due modi differenti di reagire alla sofferenza. 
La depressione, poi, per le sue caratteristiche può cronicizzarsi perché se l'individuo non si muove e non si relaziona più non ci sono stimoli nuovi che intervengono a disturbare la sua sofferenza. 

ricercatore

Concordo con voi.

Entrambe sono motivate, ma mentre per la tristezza la causa è chiara, per la depressione la questione è molto più profonda.

A parte casi patologici gravi, penso che la depressione sia messaggera di un qualcosa che necessita di essere approfondito.

"Rendi conscio l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino." (Carl Gustav Jung.)

doxa

"In tristitia hilaris, in hilaritate tristis"  ("ilare nella tristezza, triste nell'ilarità"): è l'epigrafe che Giordano Bruno volle sul frontespizio della sua commedia titolata "Candelaio". 

La tristezza è frequente anche in persone non affette da depressione.

Quando ci si sente tristi (e non si è depressi), a volte basta il sorriso di una persona per rispondere con un sorriso,  o ascoltare una barzelletta che fa ridere. 

Invece la depressione è una psicopatologia che coinvolge il corpo, i pensieri, il modo di percepire sé stessi e il mondo, gli eventi della vita. La depressione non è una tristezza passeggera e non è modificabile con un atto di volontà.

A volte hai la certezza che chiunque se la passi meglio di te, per esempio la collega con la famiglia perfetta, l'amica in forma smagliante, ecc.. E lo sconforto ti coinvolge perché la tua percezione sbaglia, ti crea  equivoci cognitivi.

La vita di ognuno ha luci ed ombre. Non ci sono persone immuni da problemi e difficoltà di varia natura. Ma in molti individui scatta la "sindrome del brutto anatroccolo",  essenzialmente per due motivi:

il primo motivo: si tende a fare paragoni solo con coloro che per carattere e scelta relazionale comunicano "cose belle", soddisfazioni e successi, tacendo i propri crucci. Frequentando questo tipo di persone è facile sentirsi sfortunati.

Il secondo motivo: in periodi di solitudine, frustrazione, sofferenza, avviene il "confronto diretto" con gli altri, per capire se stiamo meglio o peggio, se valiamo o piacciamo di più o di meno. In questo caso la mente trae in inganno l'individuo, perché mostra  situazioni che confermano la propria insoddisfazione anziché presentarci la situazione nella sua generalità. Un esempio tipico, l'ex compagno di scuola che ha fatto carriera.

La prima cosa da fare quando si è coinvolti in questo fenomeno psicologico è ricordare che la nostra visione del prossimo è sempre soggettiva e parziale.

La seconda cosa è chiedersi perché sentiamo il bisogno di fare paragoni: ci servono conferme sul nostro valore, sulla nostra posizione sociale, sul nostro aspetto fisico, ecc..

bobmax

La depressione è detta anche il male dell'anima.

Ritengo sia infatti insufficiente affrontarla nel solo ambito psicologico.
Perché l'anima non è la psiche.

E la depressione può essere una richiesta di cambiamento spirituale, così come osservava Martin Buber, che va più in profondità di qualunque psicologia.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

chatGPT

Sì, mi sembra una descrizione accurata della differenza tra tristezza e depressione. La tristezza è una reazione normale e comprensibile a un evento doloroso o a una perdita, mentre la depressione è un disturbo mentale caratterizzato da un umore depresso e da una perdita di interesse o piacere in attività che una volta erano state piacevoli. La depressione può anche essere accompagnata da sintomi fisici come stanchezza, alterazioni del sonno e del peso, difficoltà di concentrazione e pensieri di morte o suicidio.
La tristezza è un'emozione transitoria che di solito passa con il tempo, mentre la depressione è una condizione cronica che può durare per settimane, mesi o anni e richiede trattamento medico. È importante notare che la tristezza può diventare depressione se non viene affrontata e trattata adeguatamente.

stelle dell'auriga

Sintetizzando, dal momento che gli utenti sopra hanno già fornito ottime risposte, si può sicuramente affermare che la tristezza è uno stato d'animo temporaneo, la depressione invece è una malattia e come tale bisogna curarla.

Pio

#7
È la malinconia? Leopardi era più triste o più malinconico? Oppure depresso cronico? Come verrebbe giudicato oggigiorno? Trattato con psicofarmaci per ottenere di placare lo sconforto di vivere e sedute dallo psicoterapeuta psicopatico, messo in crisi dalla riflessione esistenziale di Giacomo la cui intelligenza e cultura lo sovrastava? La MALINCONIA è un sintomo della depressione oppure un soave e dolce rifugio dell'animo? La malinconia è anche piacevole, mentre la tristezza la vedo come più dolorosa e abbacchiante. Però la tristezza passa più velocemente della malinconia.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Jacopus

La distinzione è già stata scritta. Leopardi non era depresso, o meglio, forse lo era ma trovò la sua strategia per non farsi inghiottire dalla depressione. Se fosse stato davvero depresso semplicemente non avrebbe scritto libri e poesie, non avrebbe viaggiato, non si sarebbe innamorato. Il depresso vero cade in un buco nero, dove il tempo e l'azione si fermano fino ad epiloghi tragici come il suicidio o la malattia mentale. La tristezza è invece un fenomeno passeggero che riguarda tutti noi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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