TRE FUCILI AL BIVACCO (riflessione sulla preghiera e sul pregare)

Aperto da Mario Barbella, 19 Aprile 2016, 21:48:35 PM

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Mario Barbella

TRE FUCILI AL BIVACCO
Qualche riflessione sulla preghiera


         Le preghiere più accorate, sincere e di intima emozione sono quelle recitate in silenzio sotto il peso di angosciose preoccupazioni; ma questo è una limitazione a quanto spetterebbe al più importante momento della religiosità genuina. La limitazione starebbe nel fatto, per altro normalissimo, che le angosciose preoccupazioni siano la quasi sola (o almeno la prevalente) motivazione che spinge alla preghiera e la sola causa che coinvolge più intensamente l'orante.
Ma ci sono altre motivazioni per un pregare spontaneo ed intimo? Si, forse quella  per le anime dei cari che ci hanno lasciato da poco, a distanza seguono tutte le altre motivazioni di preghiera, spesso poco coinvolgenti, tra cui quelle recitate per rispetto dei doveri verso la comunità religiosa di appartenenza e per altre motivazioni di circostanza quali le tradizioni connesse a liturgie ed alle abitudini personali. Ma qualche volta vedremo che non è così.
Invidio coloro, che non sono pochissimi, i quali, durante la preghiera, sono  palesemente pervasi dall'emozione, fino alle lacrime. Ancor più invidio -e mi impressionano- i mistici, veramente pochissimi, come, per esempio, Giovanni Paolo II o san Pio da Pietralcina, che conosciamo più da vicino, i quali, mi pare, non abbiano mai mostrato  lacrime nei  momenti di preghiera che i mezzi televisivi ci hanno trasmesso, tuttavia  il loro coinvolgimento nella preghiera era tale che gli oranti apparivano palesemente contriti, contratti e contorti come da forte sofferenza interiore, quasi per intensa necessità di espiazione. Oso credere che le motivazione di questo tipo di preghiera siano molto diverse da quelle consuete della implorazione, ma soprattutto sembrano difficilmente comprensibili ai più.
Si dice che la preghiera sia  parlare con Dio, molti aggiungerebbero, "per implorare qualcosa", ma è sempre così oppure ci potrebbero essere motivazioni che solo molto  indirettamente sarebbero riconducibili ad una richiesta? Credo di si, azzarderei col dire che la preghiera sia anche studio, riflessione interiore, ricerca. Ricordo di aver letto, condividendone il senso, che è preghiera anche l'attenta e cercata lettura di un brano biblico o evangelico. Se ciò è vero, come non dire che la preghiera sia anche studio e ricerca?
     Sono convintissimo che lo studio sia, almeno in un certo senso, assimilabile alla preghiera perché Dio è Conoscenza, anzi, Conoscenza assoluta; la C maiuscola  di Conoscenza è necessaria, perché l'accezione comune di questa parola è piuttosto fuorviante non rendendo assolutamente l'idea sul  vero e ben complesso significato né sulla importanza  che merita il termine stesso. Lo studio è, nella preghiera ma pure in ogni altro rapporto con la sacralità, un percorso conoscitivo, difficile e complesso, che si sviluppa lungo la via della Verità, verso la Conoscenza assoluta, cioè nella direzione di una meta posta all'infinito. Invidio il mistico perché il suo studio per appressarsi alla Verità o la sua preghiera è sorretto dalla intima speranza di incontrare un aiuto straordinario, come di un'imprevedibile imboccatura di un tunnel-scorciatoia o un'illuminazione estatica, che lo ponga gratuitamente sulla direzione giusta e rapida, che gli consenta di scorgere nientemeno che i bagliori dell'agognata ma remotissima luce della Verità.
     Il senso mistico è, dunque, il dono che consente a pochi eletti, di trasformare i lentissimi progressi della Conoscenza, che arranca lungo la tortuosa ed incerta via della razionalità, in qualcosa di molto più diretto ed efficace, appunto un tunnel, che potremmo forse definirlo via dell'Amore. Il fatto che Conoscenza e Amore siano aspetti diversi della stessa sostanza ne ebbero intuizione già gli autori biblici e certezza l'evangelista  Giovanni il quale ne colse e ne amplificò il senso riconducendo l'Amore al Logos. In parole povere, ed in prima approssimazione,  la similitudine tra Amore e Conoscenza possano riassumersi nel fatto che entrambi i termini alludono alla unione o alla fusione di cose che, diversamente, sarebbero disperse ed ingovernabili. Per quanto riguarda l'Amore  il concetto sembra abbastanza comprensibile mentre, per quanto attiene al termine Conoscenza, la spiegazione potrebbe essere che, "conoscere" un sistema di cose, percepite dell'Osservatore, cioè dell'IO cosciente, come indipendenti e caotiche, significa trovare una relazione logica che leghi le cose stesse sicché i loro movimenti divengano chiaramente interdipendenti e, tutte le cose, connesse all'IO osservante.
Tuttavia Amore e Conoscenza non sono esattamente sovrapponibili benché l'uno sia un'allotropia dell'altra, come il diamante e la grafite non hanno lo stesso valore, nonostante siano forme allotropiche della stessa sostanza chimica, infatti il diamante è più prezioso della grafite, analogamente potremmo dire dell'Amore (con la A maiuscola) e della Conoscenza.
      Queste considerazioni mi incoraggiano a sostenere che, così come si suol dire che ogni occasione è buona per far del bene, altrettanto si può dire che le occasioni di approccio religioso, come omelie, preghiere collettive, catechesi, siano occasioni di ricerca, di studio e di riflessione, ciò può valere anche per le occasioni di preghiera individuale. Mi rendo conto delle difficoltà di razionalizzare questa similitudine.
     La creazione di Adamo coincide con la creazione dell'IO, che non è l'io individuale comunemente inteso, l'IO è unico ed è il solo titolare dell'Universo, infatti tale fu Adamo; ecco perché il peccato di Adamo equivale al peccato dell'IO cioè il peccato dell'umanità tutta, anzi, dell'Universo; quest'ultima considerazione chiuderebbe definitivamente l'annosa polemica sulla presunta illogicità dell'attribuzione ad ogni nato umano del peccato originale.
L'Universo è un costruzione logica dell'IO nello spazio della Conoscenza, la cui metrica è pensabile, appunto, in termini di Conoscenza. Questa costruzione logica si auto-sorregge su ed in sé stessa proprio come i famosi tre fucili al bivacco che vedevamo da ragazzi in certi vecchi film western: essi si auto-sostenevano l'un l'altro col calcio poggiato sul suolo e le punte delle canne l'una contro l'altra senza poter dire quale fucile sostenesse gli altri. La metrica di questo spazio della conoscenza presuppone una misurabilità quantitativa della Conoscenza, non la conosciamo, ma se già la scienza la conoscesse[1] avremmo costruito un pezzettino, seppure infinitesimo, di quella "D" che potremmo immaginare di scrivere davanti alla parola "IO"; questa è una conseguenza del fatto che DIO  è Conoscenza. Una bestemmia? No, le Scritture lo lasciano in più parti capire,  prendiamo,  per esempio,  i versetti Es.,3,17-14 che così recitano: "Mosé disse a Dio: <<Io arrivo dagli israeliti e dico loro: il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: come si chiama?  E io che cosa risponderò loro?>>  Dio disse a Mosé: << Io sono colui che sono!>>, Poi disse <<Dirai agli israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi>>"; secondo questa istruzione data a Mosé, questi doveva presentarsi al suo popolo dicendo che tutto ciò diceva lo diceva, appunto,  "IO-SONO", come dire che Dio parla all'Universo dell'"IO" tramite l'IO!.  

Dio conferì ad Adamo la titolarità o, se si preferisce, la "proprietà" dell'Universo. La titolarità di qualcosa presuppone il diritto del proprietario di "dominarla" in toto  come ciò che è suo, ma non è detto che questo sia sempre facile o possibile, lo sanno benissimo i proprietari di appartamento in stabili condominiali. Il dominio che Adamo, cioè l'"IO", ha del suo universo è, come dire, flaccido, cioè simile a quello che un tale ha su una miriade di cagnolini collegati a lui da altrettanti guinzagli diversamente lunghi, alcuni solo di qualche centimetro, altri sempre più lunghi, fino a vari chilometri, il fascio è tenuto stretto in una mano dal povero proprietario. Il  dominio che l'Osservatore, che nella metafora è il padrone dei cagnolini, è effettivo solo nei confronti dei cagnetti con guinzaglio cortissimo, poi si fa sempre più flaccido fino a diventare puramente nominale. Tuttavia un dominio parziale, vale a dire una Conoscenza parziale, benché piccola, comunque c'è. Ciò che l'umanità, cioè l'IO, teme massimamente è l'entropia, cioè la perdita graduale ed irreversibile della conoscenza cioè di questo pur debole dominio sull'Universo, soprattutto ne teme l'irreversibilità, che è il vero significato terrificante della Morte.
L'atavica paura dell'irreversibilità entropica, della Morte, si riflette esattamente e completamente nella paura, più o meno inconscia, dell'Inferno con la sua disperatissima irreversibilità[2] con cui lo si definisce; è forse proprio per attenuare e convivere con la paura dell'irreversibilità che nasce il Purgatorio, esso lascia sperare nella possibilità, pur remota, di cogliere in limite all'irreversibilità assoluta che, grazie a lunghissimi e penosi sacrifici e all'indispensabile aiuto divino, consenta di riguadagnar quota interrompendo il terrificante e sempre più precipitoso scivolamento nel baratro entropico, verso il nulla. Orbene il Purgatorio darebbe l'idea di una concretizzazione  del tentativo costosissimo e remotissimo di sperare nel rimedio estremo di un danno come la ricostituzione dei cocci di una vaso frantumato..

Queste considerazioni invitano a riflettere su come dovremmo atteggiarci nella preghiera: non è sempre cosa facile, non lo è assolutamente per chi è poco incline –e siamo in tanti- verso sentimenti mistici, è invece molto più facile per chi è in cuor suo sensibile ed aperto verso sentimenti di commozione nella preghiera anche quando non si è pienamente immersi in circostanze dolorose. Per i primi sarebbe consigliabile preferire la riflessione e lo studio  razionali, anche con l'aiuto di testi, alla preghiera tradizionale; per i secondi, senz'altro più fortunati, non sarebbero necessari suggerimenti, se mai dovrebbero essere questi a darli.

M.B.





[1] La misura della  Conoscenza, al pari di una grandezza  fisica come l'energia, l'entropia richiederebbe, prima di tutto, una precisa definizione scientifica, il ché non sembra facile, poi cercare di penetrare, fin quanto è possibile -qui si concentrerebbe tutta la difficoltà-, nell'aggrovigliatissimo gomitolo della complessità dell'Universo.
[2] Questo è un esempio di come certi argomenti, significativamente irrazionali e lontani da ogni approccio scientifico, riflettano argomenti razionali ben noti alla quotidianità del lavoro scientifico  e non solo.
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

giona2068

Non sempre si prega veramente, c'è il pericolo che anziché pregare si balbetti belle parole, ma senza che esse arrivino al Signore Dio. Quindi c'è la preghiera e la balbettazione. Pregare vuol dire dialogare con timore con il Signore Dio, un po' come parlare al telefono con una persona. Così come ci accertiamo che prima di parlare abbiamo preso la linea, allo stesso modo dovremmo accertarci di essere in comunione con il Signore Dio. Quando manca la comunione la preghiera diventa balbettazione. La comunione è la fede e l'amore che abbiamo verso di Lui. Pregare senza fede è come parlare al telefono con una persona che non è in linea con noi.
Se ci accorgiamo che stiamo pregando senza essere in comunione con Lui, dobbiamo insistere fino a quando non riusciamo a collegarci. Se non riusciamo a raggiungere una persona al telefono insistiamo fino a che sentiamo dire pronto. Il segno che abbiamo trovato la comunione con Lui è il pianto sincero.
In ogni caso pregare non è solo dialogare con il Signore Dio, pregare è, per noi comuni mortali, impegnarsi per conoscere noi stessi, i nostri peccati e chiedere il Suo aiuto, che insieme al nostro impegno, ci porta a cambiare il nostro cuore. Per questo il Signore Gesù dice di pregare con fede chiedendo per prima cosa il regno dei cieli. Per entrare nel regno dei cieli occorre riconoscere i nostri peccati, pentirsi, avere il perdono e fare opere a Lui gradite. Per conoscenza del Signore Dio non si intende la conoscenza delle scritture - la teologia - anche se ne sono parte, ma si intende aver scoperto la differenza fra il vivere confidando in Lui e il vivere/vegetare confidando solo in noi stessi.

acquario69

Vorrei esprimere un mio pensiero al riguardo dicendo che secondo me la preghiera non e' un qualcosa,diciamo "fuori dal mondo" come credo venga inteso (o frainteso)
personalmente pregare non lo vedrei soltanto come il mettersi a recitare magari leggendo un testo sacro,ma anche nelle cose più pratiche ed immediate...ad esempio eseguire un lavoro con "tutti i sentimenti" quella e' per me paragonabile ad una preghiera,quando un atto assume tutto il suo valore,fondendo la persona nell'atto stesso,diventando una sola cosa,e allora credo che ne venga fuori un opera d'arte,un capo-lavoro,proprio perché ci si e' consacrati a quell'atto,e' la creazione,che tale "preghiera" lo ha reso possibile.

non so se quello che ho appena espresso rientrerebbe in cio che viene definita preghiera,ma credo che la preghiera in se esca appunto dalle stesse definizioni,che altrimenti sarebbero a mio avviso solo vuote formalità 

paul11

Si potrebbe anche pensare che Dio non ci sia, si potrebbe anche quindi pensare che pregare non serva a nulla,
ma di una cosa sono estremamente sicuro che la preghiera tanto più"parte" dal profondo della nostra intimità incondivisibile da altri umani ,se non da Dio, ha il potere taumaturgico. Può guarirci e può guarire. Il termine guarire lo intendo quì nella sua forma più estesa, un riequilibrio psico-fisico, addirittura una guarigione, un riallineamento mentale(ma quì direi spirituale) con il mondo.
Insomma uno stare bene ,nonostante tutto.

C'è una preghiera intima e silenziosa, posso pregare anche dentro un supermercato, o in auto, in mezzo alla gente, e  c'è una preghiera collettiva che amplifica il potere energetico e dispone tutti alla bontà  ; le culture orientali conoscono il potere del mantra

....Dimenticavo, quì è importantissimo e fondamentale la fede, il credere. deve raggiungere lo spirito:da spirito a spirito,
per questo la mistica è una via.

giona2068

Concordo in tutto e per tutto con tutti.  La preghiera è buon comportamento, la preghiera è aiutare chi ha bisogno, la preghiera è portare speranza dove c'è disperazione, la preghiera è essere luce del mondo e sale della terra ecc. Assume il giusto valore quando lo scopo finale è salvarsi e salvare. Per salvare e salvarsi occorre scoprire la nostra verità di peccatori e di figlii del Signore Dio. Quest'opera di ricerca è la preghiera più gradita al Signore Dio, ma se un fratello ha fame prima di ogni altra cosa cercherò di dargli da mangiare o quant'altro gli occorra. Solo con così la mia preghiera è gradita e genera in me gioia. In ogni caso c'è la preghiera individuale, quella collettiva e quella di ringraziamento. Il Signore Gesù ci ha insegnato a pregare, non perché il Padre non sappia quello di cui abbiamo bisogno, ma per indirizzarci verso l'umiltà.

Mario Barbella

Citazione di: paul11 il 20 Aprile 2016, 10:59:20 AM
Si potrebbe anche pensare che Dio non ci sia, si potrebbe anche quindi pensare che pregare non serva a nulla,
Sospettare, seppure come probabile, che Dio non ci sia è esattamente la stessa cosa che sospettare che io (IO) non ci sia!!!!
Per il resto condivido appieno la tua posizione quale è espressa nel tuo post. :)
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

Elpis50

Pregare per me è stare in relazione affettuosa con il Signore. È ascoltare in silenzio, facendo tacere le altre voci. È accogliere e anche domandare con fiducia, come si chiede a un papà. Spesso non è una relazione facile, immediata. Occorre pazienza, o meglio, perseveranza e fiducia. Il silenzio di Dio può diventare scoraggiante. Per questo, ripeto, che non bisogna desistere. La luce arriva quando meno te l'aspetti! :)

Aniel

La preghiera e' prima il riconoscimento di un potere superiore e immenso e, poi, attraverso l'evocazione di questo potere il collegamento a nuove energie per attingere forza,speranza,fede.
Sentire dentro di noi un 'campo vibratorio in evoluzione', di mutamento verso fonti di 'amore'.
Se non creiamo e manteniamo in noi questi collegamenti,che sono nutrimento per l'anima ,ci perdiamo facilmente nell' 'illusione' delle vicissitudini quotidiane, che sono spesso 'affanni' che ostacolano la nostra evoluzione spirituale, evoluzione verso L'Eta' dell'Oro, la nuova Era, alla quale tutti dobbiamo dare il nostro contributo di futura realizzazione, generazione dopo generazione...
Quello di cui non siamo consapevoli e' che ogni ns. alito verso il bene, la pace, l'amore, ha un'influenza enorme per creare nuove energie,( nel momento stesso in cui scrivo queste parole creo energia, vibrazione!)

Preghiera e' dunque chiedere aiuto ad entita' superiori che devono manifestarsi in noi,
La preghiera e' anche volgersi alla comprensione di testi e insegnamenti sacri.
La preghiera e' il sentire del cuore,
La preghiera e' un sorriso,
La preghiera e' musica, e' la parola in musica: '...'in un vortice di sabbia gli altri vedevan siccita' , a me ricordava la gonna di Yennj a un ballo di tanti anni fa' (F.De Andre')
La preghiera e' silenzio interiore e meditazione

Mario Barbella

Citazione di: paul11 il 20 Aprile 2016, 10:59:20 AM

C'è una preghiera intima e silenziosa, posso pregare anche dentro un supermercato, o in auto, in mezzo alla gente, e  c'è una preghiera collettiva che amplifica il potere energetico e dispone tutti alla bontà  ; le culture orientali conoscono il potere del mantra

....Dimenticavo, quì è importantissimo e fondamentale la fede, il credere. deve raggiungere lo spirito:da spirito a spirito,
per questo la mistica è una via.
Come non essere d'accordo con questa anzi, con queste considerazioni?
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

paul11

Penso che se si hanno tre fucili puntati ( rifacendomi al titolo del thred) anche un ateo comincia a mormorare, a bisbigliare qualcosa di simile ad una preghiera. Nei momenti più assurdi, quando non c'è ragione che tenga, quando il destino sta per compiersi viene il momento della verità, quello di riconoscere che c'è  qualcosa di più grande di noi a cui rimettersi.

Sariputra

Citazione di: paul11 il 14 Agosto 2016, 23:49:19 PMPenso che se si hanno tre fucili puntati ( rifacendomi al titolo del thred) anche un ateo comincia a mormorare, a bisbigliare qualcosa di simile ad una preghiera. Nei momenti più assurdi, quando non c'è ragione che tenga, quando il destino sta per compiersi viene il momento della verità, quello di riconoscere che c'è qualcosa di più grande di noi a cui rimettersi.

Io invece lo vedo più come la dimostrazione che la preghiera nasce dalla paura. Preghi perchè non trovi alcuna via d'uscita al pericolo, alla malattia e alla morte. Il bimbo impaurito non prega un dio ma fugge dalla madre. L'adulto impaurito, non trovando le braccia amorevoli, protettive e rassicuranti del genitore, le immagina, se le crea nell'idea di un dio amorevole e protettivo come la mamma...ma poi i fucili, a volte, sparano. Tutto finisce...l'attimo della paura e della preghiera disperata è passato...rimane il silenzio e i corpi freddi...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

paul11

Citazione di: Sariputra il 15 Agosto 2016, 09:47:35 AM
Citazione di: paul11 il 14 Agosto 2016, 23:49:19 PMPenso che se si hanno tre fucili puntati ( rifacendomi al titolo del thred) anche un ateo comincia a mormorare, a bisbigliare qualcosa di simile ad una preghiera. Nei momenti più assurdi, quando non c'è ragione che tenga, quando il destino sta per compiersi viene il momento della verità, quello di riconoscere che c'è qualcosa di più grande di noi a cui rimettersi.
Io invece lo vedo più come la dimostrazione che la preghiera nasce dalla paura. Preghi perchè non trovi alcuna via d'uscita al pericolo, alla malattia e alla morte. Il bimbo impaurito non prega un dio ma fugge dalla madre. L'adulto impaurito, non trovando le braccia amorevoli, protettive e rassicuranti del genitore, le immagina, se le crea nell'idea di un dio amorevole e protettivo come la mamma...ma poi i fucili, a volte, sparano. Tutto finisce...l'attimo della paura e della preghiera disperata è passato...rimane il silenzio e i corpi freddi...

.......e uno psicanalista direbbe che sogniamo ancora la beata posizione fetale intrauterina.
E siamo ancora all'essenza fisica, al negativo dell'autocoscienza.
Manca il positivo per risolvere la contraddizione conoscitiva .
Se tutto si risolvesse in un corpo morto e nel silenzio del nulla, sarebbe l'esegesi dell'oblio.

Sariputra

Citazione di: paul11 il 15 Agosto 2016, 21:05:29 PM
Citazione di: Sariputra il 15 Agosto 2016, 09:47:35 AM
Citazione di: paul11 il 14 Agosto 2016, 23:49:19 PMPenso che se si hanno tre fucili puntati ( rifacendomi al titolo del thred) anche un ateo comincia a mormorare, a bisbigliare qualcosa di simile ad una preghiera. Nei momenti più assurdi, quando non c'è ragione che tenga, quando il destino sta per compiersi viene il momento della verità, quello di riconoscere che c'è qualcosa di più grande di noi a cui rimettersi.
Io invece lo vedo più come la dimostrazione che la preghiera nasce dalla paura. Preghi perchè non trovi alcuna via d'uscita al pericolo, alla malattia e alla morte. Il bimbo impaurito non prega un dio ma fugge dalla madre. L'adulto impaurito, non trovando le braccia amorevoli, protettive e rassicuranti del genitore, le immagina, se le crea nell'idea di un dio amorevole e protettivo come la mamma...ma poi i fucili, a volte, sparano. Tutto finisce...l'attimo della paura e della preghiera disperata è passato...rimane il silenzio e i corpi freddi...
.......e uno psicanalista direbbe che sogniamo ancora la beata posizione fetale intrauterina. E siamo ancora all'essenza fisica, al negativo dell'autocoscienza. Manca il positivo per risolvere la contraddizione conoscitiva . Se tutto si risolvesse in un corpo morto e nel silenzio del nulla, sarebbe l'esegesi dell'oblio.

Ma l'autocoscienza non è proprio la coscienza del nostro inevitabile cadere nell'oblio? L'oblio poi non è necessariamente una concezione negativa, almeno non lo consideravano così gli antichi, anzi ...l'oblio di sè  come pace da tutte le formazioni mentali, come riposo dell'animo,come completa e perfetta realizzazione del desiderio di non-esistere, come fuga definitiva dalla vita sentita come malvagia...in definitiva oblio come il luogo per eccellenza lontano da ogni paura, quindi anche lontano dalla paura di esistere, soffrire e non trovare appagamento alla fame di sensazioni della coscienza mentale.
Oblio come Nirvana. Estinzione della fame di esistere. Non lo trovo negativo ( neanche positivo). Oblio anche del concetto di negativo.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Freedom

Citazione di: Sariputra il 15 Agosto 2016, 21:45:27 PM
Ma l'autocoscienza non è proprio la coscienza del nostro inevitabile cadere nell'oblio? L'oblio poi non è necessariamente una concezione negativa, almeno non lo consideravano così gli antichi, anzi ...l'oblio di sè  come pace da tutte le formazioni mentali, come riposo dell'animo,come completa e perfetta realizzazione del desiderio di non-esistere, come fuga definitiva dalla vita sentita come malvagia...in definitiva oblio come il luogo per eccellenza lontano da ogni paura, quindi anche lontano dalla paura di esistere, soffrire e non trovare appagamento alla fame di sensazioni della coscienza mentale.
Oblio come Nirvana. Estinzione della fame di esistere. Non lo trovo negativo ( neanche positivo). Oblio anche del concetto di negativo.
Balle!  ;)
Noi, carissimo Sari, vogliamo vivere, vivere e ancora vivere! La morte, addirittura lo scomparire nel nulla, precipitare nell'oblio è un pensiero che fa impazzire. Se ci pensi c'è da diventare matti. E' inaccettabile: tutto il nostro essere si ribella furiosamente. Ti ricordi la scena epica di Blade runner dove il replicante (Rutger Hauer) chiede disperato: "vita, dammi più vita!" al suo creatore?

Non nego che, talvolta, io stesso sono tentato dall'oblio, ma è solo una finzione mentale, un pensiero nel quale è dolce naufragare. (per finta! 8) )
In fondo traiamo le conseguenze del poeta quando recita la poesia "L'albatro" di Baudelaire. Leggila e sostituisci te stesso al poeta. In fondo non sarai famoso ma, quando ti ci metti, scrivi come uno scrittore......

La verità è che dentro di noi c'è l'inestinguibile SETE di vita. Solo che, giustamente, ragionevolmente, vorremmo che fosse un tantino, appena un po' perbacco! di qualità superiore a quella attuale. ;)
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Phil

Citazione di: Freedom il 15 Agosto 2016, 22:25:16 PMLa morte, addirittura lo scomparire nel nulla, precipitare nell'oblio è un pensiero che fa impazzire. Se ci pensi c'è da diventare matti. E' inaccettabile
Per qualcuno è accettabile... e molto plausibile... fidati...  ;)

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