Teologia di Paolo vs teologia di Giovanni

Aperto da myfriend, 01 Dicembre 2019, 09:44:52 AM

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myfriend

La teologia di Paolo e la teologia di Giovanni sono due teologie diversissime.
Questa è l'ennesima prova che i cosiddetti "testi sacri" sono stati scritti da uomini che, a partire dalle vicende del Gesù storico, hanno costruito delle visioni teologiche che, col Gesù storico, non c'entrano nulla.

Inoltre, nel vangelo di Giovanni (che non fu scritto dal discepolo Giovanni...ma da uno pseudo-Giovanni ignoto e sconosciuto), abbiamo la prova storica che le parole di Gesù riportate nei vangeli NON SONO le parole effettivamente dette dal Gesù storico, ma sono le idee teologiche degli evangelisti che hanno messo le loro idee in bocca a Gesù.
La prova storica consiste proprio nelle differenze abissali che troviamo nel Gesù dei vangeli sinottici e nel Gesù di Giovanni. Non può, evidentemente, essere la stessa persona.
Ad esempio: può essere lo stesso Gesù quello dei vangeli sinottici che "nasconde" il fatto di essere il Messia e - dopo i miracoli - impone ai miracolati di "non dire niente a nessuno" e quello dello pseudo-Giovanni in cui, invece, Gesù compie i miracoli pubblicamente, in stile hollywoodiano?
Evidentemente no.
I differenti modi di essere di Gesù che traspaiono dai vangeli non sono il Gesù storico. Ma sono le idee degli evangelisti che hanno messo le loro idee in bocca a Gesù.
Quindi, ad esempio, la famosa frase "Io sono la via, la resurrezione, la vita" che troviamo nello pseudo-Giovanni è una frase detta dal Gesù storico? No. Era una idea dello pseudo-Giovanni e che lo pseudo-Giovanni ha messo in bocca a Gesù.
Perchè questo?
Perchè un contro è dire: Io, Peppino, ho avuto questa splendida idea. Altra cosa è che io, Peppino, scrivo un vangelo e metto questa idea in bocca a Gesù e la faccio dire da Gesù.
Questo è l'inganno.

L'inganno è evidentissimo se mettiamo a confronto la teologia di Paolo con la teologia dello pseudo-Giovanni.

In particolare, la teologia di Paolo è una teologia orizzontale...dove l'asse orizzontale rappresenta la "storia del mondo" e i vari momenti della storia del mondo.
Nella storia del mondo di Paolo, le persone muoiono e finiscono in un limbo in attesa della risurrezione, poi arriva Gesù (prima volta), poi Gesù muore, poi Gesù risorge, poi ritorna Gesù (secondo avvento...e secondo Paolo il ritorno era imminente...imminente 2000mila anni fa)...solo a questo punto c'è la risurrezione dei morti, il giudizio, e l'instaurazione del Regno (e l'inferno per i peccatori).

La teologia di Giovanni, invece, è una teologia verticale....dove l'asse verticale rappresenta la "storia personale di ciascuno".
Noi nasciamo, poi moriamo...se abbiamo avuto fede in Gesù, dopo la morte "risorgiamo spiritualmente" in paradiso (passiamo dalla morte alla vita)...altrimenti andiamo all'inferno. Alla fine dei tempi (collocata in un futuro indefinito) ci sarà la risurrezione dei corpi col giudizio finale (quella prevista da Paolo).

La teologia di Giovanni, quindi, prevede un "doppio" giudizio...il primo dopo la morte e il secondo alla fine dei tempi.
Mentre Paolo prevedeva un giudizio unico al momento del ritorno di Gesù....che considerava imminente.
Paolo, inoltre, prevedeva che la resurrezione sarebbe avvenuta per tutti nel secondo avvento di Gesù. Nella visione di Paolo, la resurrezione dei corpi era propedeutica al Giudizio finale che sarebbe avvenuto una volta sola e per tutti nel momento del ritorno di Gesù. Paolo non prevedeva una resurrezione spirituale dopo la morte (come invece prevedeva Giovanni).

In sostanza....la teologia di Giovanni crea una anticipazione dopo la morte di tutto ciò che Paolo aveva previsto sarebbe successo col secondo avvento di Gesù.
Ed è evidente il perchè. La promessa di Paolo del ritorno imminente di Gesù si era rivelata una BUFALA COLOSSALE. E bisognava correre ai ripari...perchè la gente ormai aveva capito l'inganno e tutto il castello stava crollando miseramente.
Per continuare a propagandare la menzogna, quindi, Giovanni crea una teologia in cui anticipa il giudizio finale previsto da Paolo e lo colloca al momento della morte di ciascuno...e il giudizio finale previsto da Paolo al momento del secondo avvento di Gesù (che Paolo prevedeva essere imminente) Giovanni lo sposta in una imprecisata e indefinita "fine dei tempi" futura.

Ma come è possibile questo radicale cambio di teologia tra Paolo e Giovanni?
E' possibile...eccome se è possibile. Ed è possibile perchè le lettere di Paolo sono state scritte tra il 50dc e il 60dc.
Il vangelo di Giovanni, invece, è stato scritto intorno al 100dc quando era ormai del tutto evidente che la teologia - quella di Paolo - basata tutta sull'imminente ritorno di Gesù si era rivelata una BUFALA. Paolo era morto da ormai 40anni...e il ritorno imminente di Gesù non si era ancora visto.
Nacque quindi l'esigenza di fare un restyling alla teologia di Paolo...di rivederla e correggerla perchè era ormai considerata una BUFALA già allora.

Inoltre, il vangelo dello pseudo-Giovanni recepisce le idee gnostiche che già si stavano diffondendo tra il I e il II secolo.
In particolare recepisce l'idea centrale della teologia dello gnosticismo: questo mondo, il mondo materiale, è un luogo di peccato...noi siamo esseri venuti dal Cielo e la nostra vera casa è il Cielo...ed è lì che dobbiamo tornare ("Il mio regno non è di questo mondo"...l'idea del "paradiso nei cieli" al quale si accede dopo la morte).
Ed è proprio da questa idea dello gnosticismo che derivano le parole che lo pseudo-Giovanni ha messo in bocca a Gesù nel suo vangelo.
Questo è un concetto teologico del tutto estraneo a Paolo. Nella teologia di Paolo, infatti, il "Regno" è una realtà che irrompeva nella Storia e avrebbe trasfigurato la Terra. Con l'avvento del Regno, secondo Paolo, si sarebbero creati "cieli nuovi e terra nuova"...cioè sarebbe nata una nuova Realtà. E la resurrezione dei corpi era propedeutica all'instaurazione di questa nuova Realtà....che sarebbe nata a seguito della distruzione di questo mondo (concetto poi ripreso nei vangeli sinottici con la "fine imminente dei tempi e la distruzione del mondo"...profezia che gli evangelisti sinottici hanno messo in bocca a Gesù ma che, evidentemente, il vero Gesù storico NON HA MAI DETTO).

E, allora, si ripropone la domanda: chi era davvero il Gesù storico? Cosa voleva fare? E cosa ha detto veramente?
Di certo NON E' quello che traspare dai vangeli. E NON HA MAI DETTO quello che traspare dai vangeli. Perchè il Gesù che traspare dai vangeli (e dalle lettere di Paolo e degli altri) sono le idee teologiche degli evangelisti e che gli evangelisti hanno messo in bocca a Gesù. NON E' il Gesù storico.
Tra l'altro, nel Nuovo Testamento, esistono molti FALSI. Le FALSE lettere di Paolo...le FALSE lettere di Pietro.
Il nuovo testamento è pieno di FALSI....cioè di lettere di perfetti sconosciuti (Peppino) che hanno scritto lettere facendosi passare per Paolo, Pietro, Giacomo e Giovanni.
Perchè un conto è dire: Io Peppino (perfetto sconosciuto) vi dico questa nuova presunta verità....altra cosa è che Peppino annunci le sue presunte verità scrivendo una lettera di Pietro o di Giacomo. Cioè un FALSO.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

bobmax

Ma il Gesù storico non ha nessuna importanza!
Può pure non essere mai esistito, non cambia nulla.

È il messaggio che conta, non il messaggero.

E il messaggio ha valore solo dentro di noi, nella profondità del nostro essere.

D'altronde l'esistenza è comunicazione.
Pura comunicazione, che prescinde dai poli che paiono comunicare.

Perché questi poli non esistono!
Non vi è infatti nessuna effettiva separazione.

Anche se ciò può risultare paradossale. Non vi è nessuno che comunichi, vi è solo Comunicazione!

Che poi altro non è che l'Esistenza che diventa consapevole della propria Trascendenza, dell'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

myfriend

#2
Citazione di: bobmax il 01 Dicembre 2019, 10:16:56 AM
Ma il Gesù storico non ha nessuna importanza!
Può pure non essere mai esistito, non cambia nulla.

È il messaggio che conta, non il messaggero.

E il messaggio ha valore solo dentro di noi, nella profondità del nostro essere.

D'altronde l'esistenza è comunicazione.
Pura comunicazione, che prescinde dai poli che paiono comunicare.

Perché questi poli non esistono!
Non vi è infatti nessuna effettiva separazione.

Anche se ciò può risultare paradossale. Non vi è nessuno che comunichi, vi è solo Comunicazione!

Che poi altro non è che l'Esistenza che diventa consapevole della propria Trascendenza, dell'Uno.

Sono perfettamente d'accordo sul fatto dell'UNO.
Non è vero, però, quando dici: "Non vi è nessuno che comunichi, vi è solo Comunicazione".

Questo non è vero.
L'UNO si manifesta in noi.
Ma ciascuno di noi ha un diverso grado di CONSAPEVOLEZZA di questo fatto.
E, dal proprio grado di CONSAPEVOLEZZA, comunica.

C'è Paolo che dice una cosa. C'è Giovanni che dice un'altra cosa. E c'è Nietzsche che dice un'altra cosa ancora.
La loro Comunicazione parte e origina dal loro grado di CONSAPEVOLEZZA.
Una CONSAPEVOLEZZA assai mediocre.... mi viene da dire.

E' questo il concetto che ti sfugge.
E' vero che TUTTO è UNO.
Ma ognuno ha un proprio grado di consapevolezza o inconsapevolezza rispetto a questo fatto. Ed è da questo grado di consapevolezza o inconsapevolezza che scaturisce la Comunicazione. E scaturiscono le idee piuttosto bizzarre sia di Paolo, che di Giovanni che di Nietzsche.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

bobmax

Citazione di: myfriend
E' vero che TUTTO è UNO.
Ma ognuno ha un proprio grado di consapevolezza o inconsapevolezza rispetto a questo fatto.

La vedi la contraddizione?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

myfriend

Citazione di: bobmax il 01 Dicembre 2019, 12:22:33 PM
Citazione di: myfriend
E' vero che TUTTO è UNO.
Ma ognuno ha un proprio grado di consapevolezza o inconsapevolezza rispetto a questo fatto.

La vedi la contraddizione?
Guarda che tutto è UNO.
Ma se vai nella savana a piedi e incontri un leone, quello ti MANGIA.
Perchè, anche se tutto è UNO, lui non ne è consapevole.
Tu puoi raccontargli quello che vuoi.
Lui ti mangia lo stesso.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

bobmax

Citazione di: myfriend il 01 Dicembre 2019, 12:57:29 PM
Citazione di: bobmax il 01 Dicembre 2019, 12:22:33 PM
Citazione di: myfriend
E' vero che TUTTO è UNO.
Ma ognuno ha un proprio grado di consapevolezza o inconsapevolezza rispetto a questo fatto.

La vedi la contraddizione?
Guarda che tutto è UNO.
Ma se vai nella savana a piedi e incontri un leone, quello ti MANGIA.
Perchè, anche se tutto è UNO, lui non ne è consapevole.
Tu puoi raccontargli quello che vuoi.
Lui ti mangia lo stesso.

Insisti nella tua contraddizione.
Una contraddizione abissale, molto meglio sarebbe non nominarlo proprio l'Uno!

Ma certo che il leone mi mangia!

Non c'entra nulla la consapevolezza, questa è la coerenza con cui l'Uno si manifesta, è il suo amore.
Perché potrebbe non esserci affatto il Cosmo, neppure il leone che mi mangia...

Invece c'è.
E questo è l'unico autentico miracolo: esserci.

Un esserci coerente con se stesso, con i leoni e tutto il resto.

Un esserci, che tuttavia è puro nulla.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

myfriend

@bobmax

Francemente la contraddizione non la vedo.
Ma se lo dici tu....
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

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