Tempo del sogno e del rivivere

Aperto da Sariputra, 06 Marzo 2018, 16:55:57 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Sariputra

Una cosa che trovo interessante della riflessione sulla ri-nascita, metempsicosi o metamorfosi che dir si voglia, non è la ricerca di prove dimostranti o meno una certa teoria. Questo francamente non m'interessa. Quello che trovo interessante è investigare il "vissuto"  di queste esperienze 'di confine'. Con il termine 'di confine', non intendo un confine con qualche cosa posta 'aldilà', ma confine con l'esperienza non cosciente che preme per 'manifestarsi' alla parte conscia della mente. Da quale abisso interiore scaturiscono quelle immagini, quei ricordi inspiegabili? Dove sorgono quelle intuizioni accompagnate da inspiegabili sensazioni?...
Naturalmente tutti son pronti a sciorinarti la loro personale teoria o ipotesi al riguardo. Dopottutto non passiamo il tempo solitamente  a far questo? A fare ipotesi? E...dall'ipotesi all'ipostasi il passo, a volte, è brevissimo...
«Un'ipostasi non è un'ipotesi. Un'ipotesi è una mia assunzione, un'idea che mi sono formato per tentare di spiegare dei fatti. Ma ho sempre presente che si tratta di una mia assunzione, di un'idea non ancora dimostrata. Ipotesi significa mettere qualcosa che non c'è sotto qualcos'altro; il termine tedesco è "unterstellung". [...] Non appena un'ipotesi ha dato prova della sua applicabilità, tende a diventare una verità, a diventare un'ipostasi, e ci dimentichiamo completamente che è soltanto un'ipotesi, una nostra teoria intenzionale e arbitraria. [...] Si potrebbe definire la teoria sessuale di Freud un'ipotesi che poi è diventata un'ipostasi.
Creare un'ipostasi significa inventarsi un soggetto che è appeso in aria. Non ha base, ma si assume che ce l'abbia e si afferma che è una cosa reale. Un'ipostasi contiene sempre l'assunzione che una cosa esista realmente, e la mente primitiva non fa che ipostatizzare. Nei momenti migliori, quando siamo un po' superstiziosi, anche noi creiamo delle ipostasi.»
(C.G.Jung)
Ri-nascita, metamorfosi come legame con il ciclo naturale della vita e della vegetazione...Nulla muore, tutto si trasforma, rinasce, assume altre sembianze, contenendo in sé ancora il vecchio ma proiettandosi con volontà di vita, di vitalità nel nuovo...
Iniziare a tumulare o cremare i corpi non è anche la dimostrazione della volontà umana di non accettare la metamorfosi, la ri-nascita continua? Non è quasi un 'tirarsi fuori' dal ciclo vitale e proiettarsi fuori da quella realtà che, gli aborigeni australiani, per esempio, chiamavano il Tempo del Sogno? Condividere quel tempo del Sogno permetteva che, incontrandosi, due aborigeni, anche se non si erano mai visti prima, si "riconoscevano"...Ora...possiamo dire di saper riconoscere un nostro simile? Noi tecnouomini proiettati unicamente verso l'"esterno da sè"?...
La rinascita, tematica ancestrale e antichissima, che si perde nella notte dei tempi, liberata da una dimensione che sia solamente scientifica, o filosofica, o religiosa, diventa una dimensione, per molti e soprattutto in tenera età, una dimensione fenomenologica di esperienza umana diretta, interiore, emozionale, intuitiva...
Ed è questo il suo valore. Valore che spinge all'interiorizzazione del proprio vissuto, del non vivere unicamente nella "dimensione dell'occhio"...
Interessante diventa così il "cosa si prova" e non l'accertare o meno se si tratta di una ri-nascita, oppure di un ricordo, o di qualcosa impastato col sogno, della stessa natura di questi  ( e già questo apre spazi immensi perchè è soprattutto nel sogno , nell'onirico che in parte si manifesta l'arcano del mondo...). Così, come nel sogno spesso perdiamo la nostra identità e ne assumiamo altre che ci fan fare cose sconcertanti rispetto allo stato di veglia, nei ricordi riguardo ipotetiche vite precedenti , irrompre questo "perdersi" all'oggi , ai muri di confine illusori del nostro "Io" e diventiamo molti altri "Io", come molte foglie di un unico albero...
Un contributo trovato in rete:
Ogni psicologo che si ritiene tale dovrebbe – prima o poi – avere una benché minima idea di tale campo, e non tanto per una questione di mera cultura, ma soprattutto per questioni pratiche e cliniche..
...Confrontandosi con la sua equipe e con altri colleghi si rese conto che in realtà era un tipo di esperienza psichica non limitata soltanto ad alcuni pochi casi fortuiti: con sua grande sorpresa anche i suoi colleghi psichiatri e psicoterapeuti avevano in cura casi analoghi.Da qui le prime ricerche sul campo e i primi articoli scientifici. Ad oggi infatti tale realtà fenomenologica vanta di centinaia di studi in peer-review presenti in letteratura scientifica.
È un intuizione e un vissuto che, malgrado le nostre convinzioni occidentalistiche circa la Reincarnazione, appartiene per costituzione al genere umano, alla psiche umana, sia che la vediamo in senso letteralistico e materiale ("incarnarsi" in vari corpi di vita in vita) sia che la vediamo in senso simbolico (ciclo di rinascite in corpi e vite diverse visto come simbolo di rinascite interiori all'interno della stessa vita).
La Reincarnazione è inoltre un concetto (o un vissuto, un'idea archetipica) che – per usare un termine caro al grande filosofo/teologo Panikkar  – è sempiterno, lo ritroviamo in tutte le culture del mondo, in quelle orientali ma anche in quella che più ci è propria del Cristianesimo.
Molti di questi ricordi vengono spesso annoverati nella categoria dei cosiddetti falsi ricordi, un po' come quelli che ognuno di noi avrebbe se dovesse andare a ripescare vecchie scene d'infanzia o di un lontano passato della propria vita.
Altri sembrano invece essere veri e propri ricordi autentici, alle volte molto chiari e personali. Pazienti e soggetti che riferiscono tali ricordi, spesso, a detta degli studiosi, non vengono minimamente sollecitati o suggestionati attraverso tecniche ipnotiche (che viene invece spesso usata per la terapia con l'ipnosi regressiva), tali ricordi sembrano molto spesso arrivare spontaneamente o in seguito ad esperienze emotive rilevanti.
Questi ricordi si rinvengono soprattutto in bambini dai 2 ai 6 anni di età.
Questa moltitudine di casi rinvenuti in tutto il mondo in maniera indipendente e a prescindere dalla cultura di riferimento dei pazienti e dei soggetti analizzati, ha destato, attorno al tema, un interesse scientifico e culturale senza precedenti.
Sentenze definitive sono impossibili allo stato attuale della ricerca...
O sarebbe meglio dire, in un'ottica epistemologica: la teoria della Reincarnazione sembra essere l'unica – o tra le poche attualmente –, che è in grado di coprire e dare una cornice e spiegazione teorica a questi dati rinvenuti circa il vissuto fortemente affettivo legato ai ricordi di vite passate.
Si, perché si parla sempre e soltanto di una ipotesi e non di ipostasi pura.
Questo per dire che quando rimaniamo in un ambito strettamente scientifico, anche in presenza di molte più prove a favore che a sfavore di una tale possibile teoria sulla Reincarnazione, essa rimane pur sempre un ipotesi perché – sulla scia Kantiana della cosa in sé – non potremmo avere certezze definitive su questioni che oltrepassano l'umano vivere in termini di vita biologica, ovvero su un aldilà (inteso in accezione laica).
Che una persona abbia ricordi di vite precedenti e che questi siano stati convalidati e accertati come autentici ricordi dalla ricerca successiva, non significa automaticamente che la Reincarnazione, in quanto fenomeno, esista. ( molto importante questo passo, a parer mio, perché ci riporta all'esperienza in sè e non all'eventuale teoria relativa che può essere solo ipotetica e mai dimostrativa...)
Su un piano invece strettamente fenomenologico e psicologico non si possono ignorare tali dati oggettivi, ma soprattutto le esperienze di vita emozionali e soggettive delle migliaia di persone che in prima persona sono portate, volenti o nolenti, a rivivere questi antichi ricordi, intessuti di tonalità affettive talmente cariche da produrre – una volta affrontati ed elaborati in maniera ottimale in psicoterapia – guarigioni a disturbi più o meno gravi, oppure – e non per ultimo di certo –, a dare una svolta e un ampliamento della consapevolezza, un mutamento della propria spiritualità nella vita quotidiana.
È dunque, questa, una realtà fenomenologica e psicologica che va presa di tutto petto in ambito soprattutto scientifico, con serietà, ma anche con molta sensibilità umana, una realtà dalla quale – stando all'opinione della stragrande maggioranza di psicologi internazional – non si può più iniziare a sottrarsi, riducendola e bollandola come di non pertinenza scientifica o con simili atteggiamenti tutt'altro che scientifici e più vicini invece ad una primitiva tendenza apotropaica e misoneista.
Si può passare gradualmente da un atteggiamento unilateralmente intellettuale ad uno che – senza rigettare le fondamenta di un sapere solido e basato sull'empiria – include anche quel senso dell'Anima – in accezione di Archetipo della vita – , del significato.
...far cedere l' unilateralità intellettuale, per far spazio a quelle funzioni della psiche che nella tipologia psicologica vengono denominate "intuizione" e "sentimento".
(E.Casale, psicologo, tratto da un articolo pubblicato su IJPE (International Journal of Psychoanalysis and Education)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Bel topic, complimenti. Penso, pragmaticamente, ci sia un modo molto semplice (e talvolta efficace) per difendersi dalle ipostasi: scappare dalle ipotesi consolatorie, quelle che danno più al nostro ego di quanto danno al resto, cercando di essere onesti (qui l'inefficacia) con se stessi. Quando si affronta la morte, ciò è forse praticamente impossibile,ma tentar non nuoce, e se proprio una cosa ci consola e sembra vera (come la reincarnazione), che sia messa al vaglio dieci volte in più di quella che non ci da nessuna consolazione. Penso che uno scienziato, o chiunque intenda usare il metodo scientifico, che usa il termine "reincarnazione" (o altri termini che si portano addietro un ampio bagaglio tradizionale) stia cercando di validare fenomeni che per forza di cose non saranno congruenti con la tradizione, ovvero è lui che vuole confermare delle proprie ipostasi (tradizionaliste) a monte, perchè altrimenti scomodare questi concetti ascientifici che non possono trovare conferma (come lui stesso afferma)? Anzichè lasciare spazio alla più completa libertà di interpretazione? Io non ho ne ipotesi deboli ne forti sul mondo dei sogni e delle vite passate, ma Panikkar (citato, e che stimo parecchio) trattava la questione reincarnazione in maniera ben più sottile e arguta per inserirsi in questo discorso, che si limita a considerare che "sono in tutte le tradizioni", come se questo provasse qualcosa della loro sostanza (?). Per Panikkar la trasmigrazione non è l'anima individuale (ciao memorie) ma un "onda ontica" che prosegue vibrando verso un altro corpo finchè non si esaurisce, ovvero la resurrezione è per usare la sua famosa metafora "scoprirsi acqua e non goccia", il che non penso permetta di accedere ad alcunchè di passato .E da questo tipo di considerazione sulla trasmigrazione e sull'esistenza come vibrazione, si può giungere ad un accordo con la scienza, ho sentito recentemente un discorso di R.Dawkings (l'anticristo!) parlare esattamente nella stessa lingua di esseri umani come "dune nel deserto, che si muovono vibrando impercettibilmente da un punto all'altro apparendo in realtà immobili" Peraltro il discorso dello psicologo, che dice di esperienze "accertate", non so, io ho trovato questo invece: http://www.lescienze.it/news/2012/11/16/news/ricordi_vite_passate_falsi_ricordi-1371291/ Ma sicuramente ce ne saranno anche di "accertate" anche se questo appunto come detto dallo psicologo, non prova niente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

beh... un po' mi vergogno a raccontare questa storia che da tempo avevo volutamente scordare.

Ricordo che da bambino (dai 6 agli 8 anni) facevo sempre il solito sogno, tutte le notti insistentemente.
Mi svegliavo urlando a squarcia gola con un sibilo nella testa che mi faceva impazzire... tanto che... dopo qualche settimana i miei mi portarono (in tenera età) da uno psicologo per "capire". 
La risposta fu semplicemente "è normale nei bambini".

Ma veniamo al sogno che ancora oggi ricordo in maniera molto "reale".

Praticamente ero in un bosco fitto fatto di abeti molto alti. Ricordo che il mio stato d'animo non era dei migliori. Ero molto preoccupato, nervoso, forse paura ma non capivo di cosa. Davanti a me vi erano 4 ragazzi che nel sogno (e solo nel sogno) conoscevo molto molto bene. A dire il vero gli volevo molto bene. Tutti e 4, ricordo, che erano abbastanza magri, col volto sporco di fango e fuliggine ed erano "stranamente" vestiti uguali. Stavano seduti su un tronco mangiando qualcosa da un pentolino riscaldato su un fuoco avanti a loro. Io ero in piedi e passeggiavo nei dintorni.
Dietro di loro c'era una strana macchina poggiata su un fianco con uno strano simbolo disegnato sopra (che fino agli 8 anni non avevo mai visto prima).

Ad un certo punto uno dei ragazzi urla "IN ARRIVO !!" e subito dopo sento delle esplosioni. 
Una a qualche decina di metri da noi. Rcirdo ancora molto nitidamente la quantità di pezzi di legno tutto intorno, un'altra piu' vicino ed in fine una che "mi fa svegliare" con un sibilo negli orecchi interminabile e fortissimo.

A furia di fare questo sogno... ho cominciato a "giocarci". 
Cominciavo a vedere i dettagli dei loro vestiti, ... addirittura in qualche sogno mi sono "osservato" come ero vestito... in molti sogni al grido di "IN ARRIVO" provavo a scappare, a spostarmi ma la terza esplosione mi colpiva sempre ovunque fossi, facendomi svegliare col solito urlo e col solito sibilo negli orecchi.


col tempo il sogno svani'...

ma lo sconcerto fu tremendo quando verso i 14 o 15 anni vidi per la prima volta un film in televisione.

Lo strano simbolo sul veicolo in fiamme era la croce nera della whermacht. Il veicolo stesso ricordo che era un semicingolato. I ragazzi che conoscevo benissimo nel sogno avevano l'uniforme tedesca. I miei stessi vestiti che ho osservato piu' volte erano quelli di un ufficiale tedesco. E la foresta in cui ero nel sogno era molto simile a quella del nord europa. Fitti pini che non facevano entrare la luce del sole.

A dire il vero, col tempo (fino ad ora) ho rimosso tutto... ma ora che ci penso... non a caso ho fatto 4 anni di accademia militare, nato in una famiglia di militari, ed in accademia mi hanno spiegato che sapevo sparare, smontare e rimontare le armi in modo molto naturale...

vabbè... questa la mia esperienza che PENSAVO di aver sepolto definitivamente... :)

ciao :)

Sariputra

@InVerno
io escluderei decisamente l'ipotesi "consolatoria" visto che trattasi in massima parte di bimbi in tenera età che non comprendono nemmeno il concetto di "morte". Nell'articolo che hai linkato si parla del fatto che , reintervistati decine d'anni dopo, queste persone a volte non hanno ricordato con precisione o si sono contraddette con quanto raccontavano da piccoli. Questo, a mio parere, è piuttosto logico e normale, se consideriamo che, la maggior parte di noi, fatica a raccontare con precisione, solo alle dieci del mattino, il sogno fatto durante la notte... insomma, le motivazione addotte dagli autori non mi sembrano molto convincenti...
Sono d'accordo con te sul fatto che sarebbe preferibile evitare di fare teorie varie ( sia in un senso che nell'altro...) su queste esperienze che interessano principalmente il vissuto personale di coloro che le vivono e che spesso sono esperienze di ricordi o sogni drammatici, spesso di morti violente...
Sia la teoria di Panikkar che quella di Dawkins, secondo me, sono interessanti...ma...siam sempre là...a prender posizione per una parte o per l'altra, partendo dalle proprie convinzioni personali, nulla di dimostrabile...( se ne possono fare parecchie lavorando di fantasia...e in rete se ne trovano) . Mi interessa di più, come ho scritto, il risvolto psicologico o spirituale del fatto: in che modo incide, come, con che conseguenze, ecc...per le persone che lo vivono o l'hanno vissuto in tenera età... 
Questa esperienza , nel tempo, ha portato ad un approccio diverso all'esistenza? Oppure no, con  l'oblio che pian piano se ne impossessa?...

@bluemax
Hai considerato la possibilità che, magari senza averne ricordo, hai visto, in tenerissima età, un film di guerra alla TV che ti ha molto spaventato? Da qui gli incubi notturni,ecc.?...
Questo è possibilissimo (è capitato pure a mia figlia...). La scelta militare poi potrebbe esser legata al fatto che, questa esperienza, ti ha spaventato ma pure, nello stesso tempo, "affascinato"...
Diciamo che ci vuole qualcosa di più circostanziato e verificabile: nomi, luoghi, evento realmente successo, ecc. perché possa essere ritenuto come un'esperienza di quelle di cui stiamo parlando. Ci sono un'infinità di verifiche che vanno fatte e, lo stesso, non si può giungere a nessuna certezza... :)
Ciao 
(mi dispiace, non sono riuscito a spedirti quella cosa che sai... :()
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 07 Marzo 2018, 15:28:11 PM
@InVerno
 Mi interessa di più, come ho scritto, il risvolto psicologico o spirituale del fatto: in che modo incide, come, con che conseguenze, ecc...per le persone che lo vivono o l'hanno vissuto in tenera età...
Questa esperienza , nel tempo, ha portato ad un approccio diverso all'esistenza? Oppure no, con  l'oblio che pian piano se ne impossessa?...
In generale sono sicuro che questo tipo di eventi apra una grande porta verso la spiritualità, cosi come tutte quelle esperienze che ci mettono di fronte all'inconosciuto e al cosmo,  ma hanno anche la grossa pecca di instradare verso il pensiero magico, essendo esperienze cosi vivide ed emozionali da poter modificare anche la nostra idea cosciente.. Peraltro reintrepretate facilmente in tradizioni che hanno una forte aspettativa nel confronto di questo esperienze, e tendono a vederle come "prova" di un oltremondo,  fornendo il contesto anche a chi non ne ha.. Suppongo tuttavia che per ogni bambino "imbeccato" verso certe interpretazioni, ce ne sia anche qualcuno che si è preso una girandola di schiaffi, quindi non voglio generalizzare.. Il mio discorso sul consolatorio e il pensiero ipostatico era generale, non riferito ai bambini,  ma allo stesso tempo non penso che i bambini siano esclusi dal pensiero consolatorio, ne che siano incapaci di capire il concetto di morte. Ricordo nettamente la morte di mio nonno (6anni) e ricordo che mi avevano raccontato che i funerali non si fanno subito perchè a volte si svegliano, a cosa avrò pensato continuamente secondo te nei giorni prima del funerale? Una consolazione di fronte la morte, penso che anche  prima (con gli strumenti del pensiero adatti) si possano trarre conclusioni sulla morte, e consolatorie.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

Citazione di: Sariputra il 07 Marzo 2018, 15:28:11 PM
@bluemax
Hai considerato la possibilità che, magari senza averne ricordo, hai visto, in tenerissima età, un film di guerra alla TV che ti ha molto spaventato? Da qui gli incubi notturni,ecc.?...
Questo è possibilissimo (è capitato pure a mia figlia...). La scelta militare poi potrebbe esser legata al fatto che, questa esperienza, ti ha spaventato ma pure, nello stesso tempo, "affascinato"...
Diciamo che ci vuole qualcosa di più circostanziato e verificabile: nomi, luoghi, evento realmente successo, ecc. perché possa essere ritenuto come un'esperienza di quelle di cui stiamo parlando. Ci sono un'infinità di verifiche che vanno fatte e, lo stesso, non si può giungere a nessuna certezza... :)
Ciao
(mi dispiace, non sono riuscito a spedirti quella cosa che sai... :()

Si. Ho considerato tale eventualità, ma ti garantisco che quando ero piccolo in casa mia la tv non esisteva. Non a caso i miei l'hanno comprata quando avevo 12 anni (ricordo ancora l'emozione :D )
Il sogno poi... cosi' reale... non ne ho mai avuti altri cosi' reali. Pensa che quando mi svegliavo avevo ancora quel sibilo negli orecchi... 

(PS... non ti preoccupare per quella "spedizione" :) ti ringrazio comunque per l'intenzione... molto piu' importante :) ciao... )

Freedom

Francamente, qualora la reincarnazione esistesse, lo troverei estremamente ragionevole. E' infatti impensabile o quantomeno crudele affidare la "salvezza dell'anima" ad una manciata di anni. Senza considerare che, in diversi casi, la manciata di anni si riduce ad un soffio. E quando dico "salvezza dell'anima" non mi riferisco solo al cristianesimo o all'ebraismo. Infatti praticamente tutte le religioni esprimono l'obiettivo del Paradiso o Nirvana che dir si voglia. Le differenze dottrinali non sono significative da questo punto dei vista.

La mia personale opinione è che le religioni che negano la reincarnazione lo fanno ben conscie della naturale pigrizia umana. Immaginatevi con a disposizione un innumerevole o quasi numero di vite e ditemi se non vi vedete vittime di una flemma inesauribile! 8)


Resta comunque il fatto decisivo e cioè che l'esistenza di un'eventuale reincarnazione non fornisce tuttavia nessun tipo di risposta alla domanda fondamentale che è sempre la stessa: c'è un Ente che governa la vita?

E' in definitiva questo l'interrogativo che, a mio avviso, ogni ricercatore spirituale porta, più o meno consciamente, nel suo cuore. E, la mia irrilevante opinione, è che la risposta, se c'è! si possa raggiungere solo attraverso la propria capacità di amare.  E, in ultimissima analisi, qualora si raggiungesse l'agognatissimo "responso" esso non sia trasmissibile, condivisibile insomma. Almeno a me risulta che in 4 o 5 mila anni non si siano fatti dei grossi passi in avanti. Suona un pò patetico (la ricerca da farsi attraverso l'amore) e, lo riconosco, quasi sadico (la non trasmissibilità), lo so, pur tuttavia mi sono convinto che accettare questa durissima, granitica realtà sia una tappa ineludibile del cammino verso la verità. Ammesso e non concesso che esista!

Spiace spendere parole così poco incoraggianti però.......questo sito è diventato adulto e così, credo, anche i suoi preziosi partecipanti. Un fraterno abbraccio.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Apeiron

#7
Citazione di: Sariputra il 06 Marzo 2018, 16:55:57 PMUna cosa che trovo interessante della riflessione sulla ri-nascita, metempsicosi o metamorfosi che dir si voglia, non è la ricerca di prove dimostranti o meno una certa teoria. Questo francamente non m'interessa. Quello che trovo interessante è investigare il "vissuto" di queste esperienze 'di confine'. Con il termine 'di confine', non intendo un confine con qualche cosa posta 'aldilà', ma confine con l'esperienza non cosciente che preme per 'manifestarsi' alla parte conscia della mente. Da quale abisso interiore scaturiscono quelle immagini, quei ricordi inspiegabili? Dove sorgono quelle intuizioni accompagnate da inspiegabili sensazioni?...
...

Ciao @Sari,
bel topic... ma temo che non si possa sfuggire a fare "ipostasi".

L'abisso "interiore" secondo me è la parte più profondo della nostra mente. Ovvero quella parte che racchiude le nostre tendenze caratteriali, le nostre abitudini, il "nucleo" della nostra personalità. In sostanza ciò che permette di identificare me col bambino che ero. E a differenza di quanto possiamo essere portati a credere questo "nucleo" non ha niente di "cosciente", nel senso normale del termine. Per la maggior parte del tempo ignoriamo infatti questi aspetti della nostra persona. Tuttavia, a volte, certe "condizioni" esterne possono far in modo che questi contenuti divengano visibili e accessibili alla nostra mente cosciente. Per esempio una scena di un libro o di un film (non è il caso di @bluemax, probabilmente) può far risorgere un ricordo che sembrava essere "sepolto" (in realtà non è mai sepolto veramente, ma si manifesta probabilmente nei "comportamenti abituali" di cui parlavo...). Oppure le fobie. A volte nascono da un episodio dimenticato dell'infanzia (o più tardi nel caso del "disturbo post-traumatico"). Se ho avuto un'esperienza brutta con i pipistrelli, tutto ciò che si lega ai pipistrelli mi farà paura o proverò per quella specie una sorta di "antipatia" (ogni riferimento a "Batman" è puramente casuale  ;D ). Ma anche momenti positivi. Quindi, @Sari, questi "ricordi" di cui parli sono secondo me solitamente esperienze vissute o immaginate, magari dimenticate, che "riaffiorano" in certe condizioni. Oppure lo fanno spontaneamente in qualche caso. Queste "esperienze dimenticate" perciò sono sicuramente eventi significativi della nostra psiche che a volte anziché divenire ricordi "netti" influenzano il nostro comportamento. Credo che questa sia la ragione per cui certi "ricordi" (o "presunti tali") riaffiorano sotto certe condizioni ambientali (penso ai "deja-vu" o ai "traumi" o alle fobie...) o magari con lo studio introspettivo.

Come ben dici tu... però queste cose accadono anche ai bambini molto piccoli. Se sono ricordi, quando hanno avuto queste esperienze? Ecco... qui si entra nelle ipotesi. Ma che diventano ipostasi. Possiamo pensare, forse, che la mente del bambino è molto meno "razionale" e tende più ad essere "intuitiva" o "immaginativa" (davvero?) e quindi letteralmente questi "ricordi" sono in realtà una costruzione della mente del bambino formata da ricordi effettivi, dati del presente, pensieri e immaginazione.

Ci sono poi le persone con (vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Fantasy_prone_personality) la personalità molto portata alla fantasia. Una persona molto portata all'immaginazione può letteralmente creare "paracosmi", mondi immaginari e spesso ciò inizia dall'infanzia. Può non sorprendere dunque che anche questi "ricordi" siano dovuti interamente all'immaginazione del bambino. In fin dei conti i bambini a volte si creano "amici immaginari" molto caratterizzati.

C'è poi la possibilità che letteralmente siano episodi psicotici... Insomma di ipotesi ce ne sono un sacco.

Un'altra è appunto la reincarnazione. D'altronde se accettiamo che siano letteralmente "ricordi", allora la teoria della "vita passata" diviene "ovvia". Non più un'ipotesi ma una realtà (per @Inverno: in realtà la dottrina della "rinascita" non è per niente consolatoria per le religioni indiane, per esempio. Le "rinascite" sono viste come qualcosa da evitare. O forse ti riferivi con la parola "consolazione" al fatto che sono usate come "conferma" delle religioni che accettano le rinascite... anzi in genere il credere nella vita dopo la morte non si può dire solo che è una credenza consolatoria. Anzi può essere motivo d'ansia...).  

Ad ogni modo è chiaro che le persone possono "rinascere" dopo queste esperienze. A volte cambiano la prospettiva col mondo. Per esempio anche se non provano nulla, possono condurre chi le sperimenta a cambiare le proprie "credenze" che aveva sulla realtà. Magari riesce addirittura a sentirsi un'onda del mare e non solo a pensare di esserlo. Oppure comincia a credere alla reincarnazione. In sostanza sono esperienze che secondo me possono veramente cambiare molto. Tuttavia se rimangono "confinate" nella prima infanzia subentra l'oblio: il "mondo quotidiano" fa dimenticare queste esperienze. In fin dei conti per quanto mi riguarda a parte qualche rara esperienza "strana" devo dire che non ne ho avute molte nell'infanzia. Ricordiamoci anche anche il bimbo è molto curioso, tutto per lui è una novità e tende ad avere una immaginazione più forte dell'adulto (credo). Questo crea sicuramente più attenzione ai vari "fenomeni" ma anche tende a favorire l'oblio. Nuova nota personale: credo di aver letteralmente rimosso gran parte dei ricordi dell'infanzia. Ma al tempo stesso sono sicuro che rincontrare una persona che ho conosciuto quando ero piccolo (magari un compagno di classe delle elementari) può causarmi una "cascata di ricordi". Mi sono poi dimenticato un sacco di sogni recenti che ho fatto quindi può capitare in futuro che per coincidenza trovo una situazione simile nella realtà e ciò mi causa un deja-vu (ipotizzo  ;D ).


Citazione di: Sariputra il 06 Marzo 2018, 16:55:57 PM
Naturalmente tutti son pronti a sciorinarti la loro personale teoria o ipotesi al riguardo. Dopottutto non passiamo il tempo solitamente a far questo? A fare ipotesi? E...dall'ipotesi all'ipostasi il passo, a volte, è brevissimo La Reincarnazione è inoltre un concetto (o un vissuto, un'idea archetipica) che – per usare un termine caro al grande filosofo/teologo Panikkar – è sempiterno, lo ritroviamo in tutte le culture del mondo, in quelle orientali ma anche in quella che più ci è propria del Cristianesimo. Molti di questi ricordi vengono spesso annoverati nella categoria dei cosiddetti falsi ricordi, un po' come quelli che ognuno di noi avrebbe se dovesse andare a ripescare vecchie scene d'infanzia o di un lontano passato della propria vita. Altri sembrano invece essere veri e propri ricordi autentici, alle volte molto chiari e personali. Pazienti e soggetti che riferiscono tali ricordi, spesso, a detta degli studiosi, non vengono minimamente sollecitati o suggestionati attraverso tecniche ipnotiche (che viene invece spesso usata per la terapia con l'ipnosi regressiva), tali ricordi sembrano molto spesso arrivare spontaneamente o in seguito ad esperienze emotive rilevanti. Questi ricordi si rinvengono soprattutto in bambini dai 2 ai 6 anni di età. Questa moltitudine di casi rinvenuti in tutto il mondo in maniera indipendente e a prescindere dalla cultura di riferimento dei pazienti e dei soggetti analizzati, ha destato, attorno al tema, un interesse scientifico e culturale senza precedenti. Sentenze definitive sono impossibili allo stato attuale della ricerca... O sarebbe meglio dire, in un'ottica epistemologica: la teoria della Reincarnazione sembra essere l'unica – o tra le poche attualmente –, che è in grado di coprire e dare una cornice e spiegazione teorica a questi dati rinvenuti circa il vissuto fortemente affettivo legato ai ricordi di vite passate. Si, perché si parla sempre e soltanto di una ipotesi e non di ipostasi pura...

Che il tema della rinascita sia diffuso... sì concordo. Ma fai conto @Sari che mentre noi interpretiamo i ricordi di quei bambini come "costruzioni" perchè non ci è familiare l'idea della reincarnazione, per un orientale è facilissimo interpretare in quel modo l'esperienza. Una volta ho letto  una cosa simile per le NDE (near-death experience). Queste esperienze vengono interpretate dal soggetto secondo il suo contesto culturale e quindi lo stesso racconto (e direi anche il ricordo...) che viene fatto dell'esperienza muta.

Ad ogni modo però @Sari non sono d'accordo che ci sia davvero differenza tra ipotesi e ipostasi in questo caso. Voglio dire se sono agnostico sulla reincarnazione significa che tengo una "mente aperta". Oppure se ci credo accetto che ho avuto vite passate e vite future. Se invece non ci credo tutti questi fenomeni li leggo in modo totalmente diverso. Onestamente non capisco la distinzione tra "ipotesi" e "ipostasi"  :)  intendi con "ipostasi" convinzione? e con "ipotesi" credenza o essere aperti all'idea? Credo che sia inevitabile farsi "ipotesi" ovvero provare a spiegare cosa "è davvero successo". E in tal caso uno che non crede alla reincarnazione non potrà dire che sono "esperienze" di vite passate. Viceversa uno che ci crede le vedrà in modo diverso. E secondo me anche il come sono viste queste cose influenza molto. Se credo ad una letterale reincarnazione tenderò a non dimenticarmi queste esperienze perchè appunto le collegherò ad una vita precedente. Se invece non ci credo, penserò di essere stato "confuso"  ;D  e quindi non darò magari troppo significato a certi episodi, magari avuti nella lontana infanzia.
Quindi il contesto culturale in cui mi trovo influenza l'importanza che do a queste cose. Nel mondo "high-tech" del giorno d'oggi credo che esperienze come queste non lascino la stessa influenza (a livello "conscio" almeno) che potevano lasciare tempo fa o in altre culture. Oggi il mondo "quotidiano" è molto più complesso di una volta e quindi ad eventuali "vite precedenti" o eventuali "altri reami di esistenza" si da poca importanza (sottolineo ovviamente gli "eventuali").
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Sariputra

@Apeiron
Con ipostasi ritengo che Jung intenda quella tendenza a dare per scontata , ad assolutizzare, una ipotesi. Qualcosa che è relativo, un'ipotesi soggettiva, diventa così 'comune' che si finisce per dimenticare che si tratta di un'ipotesi e si ritiene 'vera'. E cita il caso dell'ipotesi della teoria freudiana sulla sessualità che è diventata un'ipostasi...
La definizione corretta che ho trovato su Wiki è:  Nella filosofia moderna il termine è passato a indicare, in senso negativo, un concetto astratto al quale si conferisce indebitamente una portata ontologica o, più genericamente, l'assolutizzazione di un principio relativo ("ipostatizzazione").
Sono d'accordo su molto di quello che hai scritto, ma io non intendevo la pretesa di prender per vere le immaginazioni, i sogni o le paure dei bimbi . Parlavo piuttosto di avvenimenti e ricordi che riportano dati così precisi e circostanziati ( sottoposti a verifica e ricerca...) da risultare "sconcertanti" e che rientrano nella categoria degli "inspiegabili"...
Non siamo cioè a considerare come prova di un'eventuale ri-nascita , per esempio, la storia di Pitagora che credeva nella metempsicosi e sosteneva di essere stato un guerriero greco che aveva combattuto sotto le mura di Troia...solo perché aveva riconosciuto uno scudo troiano! ;D
Il punto però non è quello di credere nella rinascita, che poi diventa qualcosa di personale del soggetto, quanto quello di valutare  ( e questo è quello che ritengo importante...) se questi "ricordi" abbiano valenza spirituale. Se cioè siano spunto per dare un'impronta particolare all'esistenza di chi li vive. E qui non c'è alcuna unanimità di giudizi, perché anche tra gli psicologi che hanno in analisi questi soggetti si riportano le più disparate reazioni...

@Freedom
Un processo delle "anime" di catarsi continua taglierebbe alla radice il problema della teodicea, in una visione monoteista dell'esistenza. La vita non apparirebbe più ingiusta. Dio non sarebbe più una sorta di 'burattinaio' che dispensa bene e male a suo piacimento, così che il giusto ci sembra venga spesso pagato con la moneta dell'ingiusto (Giobbe o Qoelet). Ma le anime , attraverso un processo di ri-nascita continua, imperscrutabile, avrebbero la possibilità di "elevarsi" fino a Dio, tutte, senza distinzione e senza che alcuna 'vada perduta' dalle mani del suo Creatore...Creatore che amerebbe con tale passione le sue creature da concedere infinite  possibilità di 'conoscerlo' ed amarlo...
Anime che alla fine realizzerebbero in sé quell'Amore di cui parli, passando attraverso questa sorta di 'fuoco cangiante' della ri-nascita...
Sappiamo però che già la prima teologia patristica rifiutava la metempsicosi perché vedeva la persona come "corpoanima",erano cioè fedeli ad una visione unitaria e fatta di "concretezza" (tipicamente ebraica...) della persona destinata a ri-nascere una sola volta con quel preciso e determinato corpo.
Mentre era una concezione molto diffusa tra gli gnostici, vasto movimento che in genere condivideva l'idea di uno spirito presente nell'uomo come scintilla o seme divino, destinato eventualmente a passare attraverso numerose vite materiali per poi riunirsi e identificarsi con la divinità di cui era parte: gli gnostici rifiutavano la materia, originata da uno sconvolgimento avvenuto addirittura … nella divinità stessa.
Eppure ci sono diversi passi biblici in cui si parla di Elia che ritorna, ecc.
Ovviamente, caro Freedom, siamo sempre nel campo delle pure ipotesi ( del cui esercizio, come vedi, è difficile poi sottrarsi del tutto... :D )

@bluemax
Una domanda se vuoi banale...questo 'sogno' particolarmente vivido e reale, ha poi portato , negli anni, ad avvicinarti allo studio, alla pratica e all'interesse per il  Buddhismo ? Puoi stabilire, coscientemente, una relazione tra le due esperienze? E , se sì, in quale forma?  Cercare una conferma? O invece non c'è alcuna relazione?...(in realtà sono più domande ;D)...
Questo per tornare al discorso di come il nostro abisso interiore condizioni o eventualmente determini poi , particolari scelte esistenziali...


@InVerno
Sono d'accordo che il rischio di far scadere nel "magico" l'interpretazione di queste esperienze sia concreto. Da quel che ho letto direi che non è una cosa che succede spesso, visto che questi ricordi tendono a sbiadire e lentamente entrare in una sorta di 'nebbia'...chi più chi meno. Chiaro che chi pratica meditazione ha più possibilità di farli 'riemergere'...poi il fattore culturale ha certamente il suo peso. Un bambino occidentale verrà probabilmente 'represso' , mentre uno hindu  rischia di diventare un brahmino... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

bluemax

Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2018, 01:23:19 AM
@bluemax
Una domanda se vuoi banale...questo 'sogno' particolarmente vivido e reale, ha poi portato , negli anni, ad avvicinarti allo studio, alla pratica e all'interesse per il  Buddhismo ? Puoi stabilire, coscientemente, una relazione tra le due esperienze? E , se sì, in quale forma?  Cercare una conferma? O invece non c'è alcuna relazione?...(in realtà sono più domande ;D)...
Questo per tornare al discorso di come il nostro abisso interiore condizioni o eventualmente determini poi , particolari scelte esistenziali...


Beh... non credo vi sia un diretto collegamento tra il mio sogno ripetitivo ed il buddismo (naturalmente se per un momento non consideriamo il fatto che OGNI cosa ha un suo effetto nel futuro).
Mi sono avvicinato al buddismo piu' per "curiosità". La cosa che forse ha influito maggiormente sono stati i miei studi ingegneristici (iniziati in accademia militare ammetto :) )

Nato in un ambiente cattolico inizialmente ero cattolico. Ho fatto comunione, cresima, ecc... ecc... ma verso i 25 anni cominciavo a pormi delle domande. Domande la cui risposta datami dai vari preti non mi soddisfaceva per nulla (la maggior parte delle volte la risposta era "devi aver fede").
Incuriosito nel cercare (ancora oggi non so cosa stessi cercando, ammetto... visto che piu' che risposte era uno stato di insoddisfazione intellettuale) mi imbattei verso i 28 anni in un libro di OSHO.
Beh... ammetto che mi si apri' un mondo... molte cose cominciavano a tornare altre meno. I miei studi di chimica, fisica, matematica ecc... ecc... dell'università cominciavano a combaciare con quel che OSHO scriveva, anche se inizialmente non lo capivo piu' di tanto.

Decisi quindi che forse quella era la strada per "capire", "approfondire", "cercare"... ecc... ecc...
comprai decine di libri di OSHO ma mancava sempre un tassello... c'era sempre qualcosa che non riuscivo ad individuare che non mi soddisfaceva.

Caso volle che poi tra i tanti libri di Osho fini' nel "carrello" un libretto di un centinaio di pagine che parlava delle 4 nobili verità... 
ECCOLO DISSI... ECCO COSA CERCAVO :D :D 
un libretto fatto molto bene, spiegava in modo semplice concetti quali insoddisfazione perpetua, cosa si intende per SOFFERENZA ed andava a fondo sino ad esaminare COSA generava sofferenza. Ricordo che rimasi stupito perchè mi resi conto che IO andavo a cercare la felicità proprio in cose che generano sofferenza...

beh... insomma mi si apri' un intero universo che combacia col mio modo di pensare. Il film MATRIX poi fu la ciliegina sulla torta e da 15 anni non ho smesso di imparare qualcosa di nuovo da questa "filosofia".
La mia vita è cambiata in moooolto meglio. Sono sereno, tranquillo, riesco a godere delle cose semplici, non mi interessa carriera, denari o qualcosa che vada oltre la "normale" necessità e vivo benissimo :)

Da qui ho cominciato a frequentare scuole di buddismo tibetano... non ultima Pomaia dove vado spesso per lezioni particolari (ultima mi pare è stata quella sulla morte. Cosa accade prima e dopo... il BARDO in pratica)

ciao e grazie di avermi fatto tornare alla mente bei ricordi :D

InVerno

Citazione di: Apeiron il 07 Marzo 2018, 23:08:47 PM(per @Inverno: in realtà la dottrina della "rinascita" non è per niente consolatoria per le religioni indiane, per esempio. Le "rinascite" sono viste come qualcosa da evitare. O forse ti riferivi con la parola "consolazione" al fatto che sono usate come "conferma" delle religioni che accettano le rinascite... anzi in genere il credere nella vita dopo la morte non si può dire solo che è una credenza consolatoria. Anzi può essere motivo d'ansia...).  
Questo è un punto fondamentale che va di traverso al sincretismo, ma per quanto ne so io (anche se qui gli "orientalisti" siete voi) il problema sta nella graduale mutazione del concetto di karma-samsara da legge dell'azione e di causalità, a legge del debito personale sempre in accumulo (da qui la duhkha). Sono, al solito gli uomini, che ricamano su concetti esperienziali e li trasformano in sapienziali (per esempio aggiungendo inferni e paradisi, peccati e la lor punizione "trasmigrata" etc) per ottenere potere temporale e salvifico, non diversamente dai risvolti medievali cristiani. Io personalmente mi limito a considerare che al di la del dottrinale, la salvezza della memoria (reincarnata, trasmigrata, in qualsiasi modo) sia sempre consolatoria, non importa quale sia la punizione attesa, il debito che si porta appresso, o l'obolo da pagare..meglio l'inferno che il nulla, perchè il ragionamento è sempre lo stesso (e lo fa Freedom) che senso hanno le mie azioni se tutto finisce? La consolazione sta nel credere che non tutto finisca, come non finisca, poi è una questione tradizionale e culturale variabile innanzitutto da che valore si danno ai termini, ci sono teorie più gioviali e più tetre, ognuno prenda quella che gli assicura benestare..un invito non all'arbitrarietà, ma a constatare ciò che accade davvero.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Mi rendo perfettamente conto che ho lanciato un tema "evanescente", quasi fatto della stessa materia impalbabile dei sogni. Sembra poggiato sopra una di queste nuvole primaverili che si rincorrono veloci nel cielo...non saprei nemmeno bene come svilupparlo... :(
Una materia impalpabile in un forum composto in massima parte da "palpatori"... ;D.
Un'impresa impossibile direi...
Mi fermo qui.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Apeiron

Citazione di: InVerno il 08 Marzo 2018, 09:20:31 AMQuesto è un punto fondamentale che va di traverso al sincretismo, ma per quanto ne so io (anche se qui gli "orientalisti" siete voi) il problema sta nella graduale mutazione del concetto di karma-samsara da legge dell'azione e di causalità, a legge del debito personale sempre in accumulo (da qui la duhkha). Sono, al solito gli uomini, che ricamano su concetti esperienziali e li trasformano in sapienziali (per esempio aggiungendo inferni e paradisi, peccati e la lor punizione "trasmigrata" etc) per ottenere potere temporale e salvifico, non diversamente dai risvolti medievali cristiani. Io personalmente mi limito a considerare che al di la del dottrinale, la salvezza della memoria (reincarnata, trasmigrata, in qualsiasi modo) sia sempre consolatoria, non importa quale sia la punizione attesa, il debito che si porta appresso, o l'obolo da pagare..meglio l'inferno che il nulla, perchè il ragionamento è sempre lo stesso (e lo fa Freedom) che senso hanno le mie azioni se tutto finisce? La consolazione sta nel credere che non tutto finisca, come non finisca, poi è una questione tradizionale e culturale variabile innanzitutto da che valore si danno ai termini, ci sono teorie più gioviali e più tetre, ognuno prenda quella che gli assicura benestare..un invito non all'arbitrarietà, ma a constatare ciò che accade davvero.

Ciao @InVerno,

ok sollevi ottime questioni. Allora la questione del karma-samsara... il "processo" del karma (che consiste nell'intenzione, nell'azione, nel "frutto" dell'azione ecc) è visto come una sorta di "legge di natura" nelle tradizioni non-teistiche indiane. In sostanza l'idea è che se io produco sofferenza oggi, a meno che non mi libero dal ciclo prima, prima o poi dovrò soffrire a mia volta. Idem per le buone azioni. Tuttavia l'interpretazione "morale" della questione in effetti è una sovrapposizione che facciamo noi: un "nonteista" ti direbbe che il processo della retribuzione è simile a quello delle leggi della fisica. In queste tradizioni però si fa sempre attenzione al fatto che a meno che non si esca dal ciclo siamo sempre alla mercé della sofferenza per il semplice fatto che anche il migliore dei paradisi samsarici prima o poi finisce. Tuttavia anche se è una sorta di "meccanismo naturale" posso ben capire il fatto che per certi versi può consolare: in fin dei conti il come ci comportiamo adesso ha conseguenze non solo su di noi (e sugli altri) "in questa vita" ma ha conseguenze anche dopo. In sostanza anche se non è strettamente parlando un meccanismo di "premi" e "punizioni" comunque da un senso maggiore alle proprie azioni e appunto è alla base della moralità per queste tradizioni. Ovvero l'idea che quello che siamo adesso è dovuto a ciò che abbiamo fatto in passato e quello che saremo dipende dalle nostre scelte adesso. Certamente in effetti da più significato alle azioni. Ne discuto a "fondo" qui: https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/immortale-anch'io-no-!-tu-no-!!/msg17367/#msg17367.
Nelle tradizioni "teistiche" indù invece la "ruota" è effettivamente un sistema di "giustizia cosmica", dove gli stati "di deprivazione" sono visti come una punizione.  Ad ogni modo concordo che dal punto di vista della "valenza delle azioni" (che poi è alla base di ogni moralità) "vogliamo" che ci sia una continuazione in un modo o nell'altro. Effettivamente l'annientamento totale della coscienza alla morte impedirebbe questa continuità.

Ma... allo stesso tempo abbiamo anche altre esigenze oltre a quelle "morali" o di "giustizia". Uno dei nostri desideri è anche quello di non soffrire, di star bene. Dunque anche se posso immaginarmi un "inferno" (più o meno durevole) come qualcosa di "giusto" (e che quindi consola il mio desiderio "morale") allo stesso tempo va contro altri miei desideri come quello di non voler soffrire (specie se tale "inferno" è eterno!). Quindi anche se un reame di sofferenza dopo la morte può soddisfare certe nostre esigenze va contro altre. Da qui vedi come la "vita dopo la morte" è tutt'altro che solo una consolazione. Anzi può essere utile come "spinta" ad essere più morali, più staccati dal presente ma anche più ansiosi e più "egocentrici" (nel senso che possiamo finire per interessarci solo della nostra condizione). Ne sto discutendo con @Eutidemo qui https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/filosofia-e-vita-vissuta/. Chiaramente questa "spinta" ha senso solo se si crede in qualche misura. Ma può anche creare un'ansia poco "altruistica" che nasce dal non voler andare all'inferno per la semplice paura della punizione e non quindi non fare certe azioni perchè non sono "giuste", o fare il bene perchè si crede che sia davvero bene. Ma fare il bene solo per trovare il merito. E così via.


Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2018, 01:23:19 AM@Apeiron Con ipostasi ritengo che Jung intenda quella tendenza a dare per scontata , ad assolutizzare, una ipotesi. Qualcosa che è relativo, un'ipotesi soggettiva, diventa così 'comune' che si finisce per dimenticare che si tratta di un'ipotesi e si ritiene 'vera'. E cita il caso dell'ipotesi della teoria freudiana sulla sessualità che è diventata un'ipostasi... La definizione corretta che ho trovato su Wiki è: Nella filosofia moderna il termine è passato a indicare, in senso negativo, un concetto astratto al quale si conferisce indebitamente una portata ontologica o, più genericamente, l'assolutizzazione di un principio relativo ("ipostatizzazione"). Sono d'accordo su molto di quello che hai scritto, ma io non intendevo la pretesa di prender per vere le immaginazioni, i sogni o le paure dei bimbi . Parlavo piuttosto di avvenimenti e ricordi che riportano dati così precisi e circostanziati ( sottoposti a verifica e ricerca...) da risultare "sconcertanti" e che rientrano nella categoria degli "inspiegabili"... Non siamo cioè a considerare come prova di un'eventuale ri-nascita , per esempio, la storia di Pitagora che credeva nella metempsicosi e sosteneva di essere stato un guerriero greco che aveva combattuto sotto le mura di Troia...solo perché aveva riconosciuto uno scudo troiano! ;D Il punto però non è quello di credere nella rinascita, che poi diventa qualcosa di personale del soggetto, quanto quello di valutare ( e questo è quello che ritengo importante...) se questi "ricordi" abbiano valenza spirituale. Se cioè siano spunto per dare un'impronta particolare all'esistenza di chi li vive. E qui non c'è alcuna unanimità di giudizi, perché anche tra gli psicologi che hanno in analisi questi soggetti si riportano le più disparate reazioni... 
 


Ciao @Sari,
ok penso di aver capito la distinzione adesso. In sostanza "ipotesi" = "credenza individuale nata dal proprio vissuto" e "ipostasi" = "dogma o qualcosa di simile".

Riguardo al provare o meno la "verità" delle esperienze dei bambini. Non era quello che intendevo io. Semplicemente ho sparato un po' di ipotesi  ;D ad ogni modo, la stessa "immaginazione" può essere molto reale e molto significativa. Per esempio l'ispirazione artistica, secondo alcuni artisti, non ha nulla di "volontario" è un'esperienza spesso non voluta. Esiste solo nella nostra testa. Ma anche in questo caso, come dice Silente ad Harry Potter: "Certo che sta accadendo dentro la tua testa, Harry! Dovrebbe voler dire che non è vero?". Quindi anche le cose che accadono solo nella nostra testa sono "reali". E sono importanti. Non volevo sminuire le esperienze col mio appello all'immaginazione  ;)

Riguardo alle esperienze... sì, credo che abbiano una rilevanza su come il soggetto poi vivrà la sua esistenza. E che inoltre esperienze simili non producono sempre "cambi di vedute" simili. Per certi questi "ricordi" vanno nell'oblio perchè magari credono che questo tipo di esperienze non hanno alcuna valenza. Altri invece possono vedere in esse significati, non necessariamente "oltremondani", speciali. Per esempio un "ricordo" di una determinata esperienza può fare in modo che io cambio il mio comportamento in una determinata situazione. E così via. Inoltre come ben dici il fatto che la nostra cultura oggi richieda qualcosa di "palpabile" ci fa dare molta meno importanza a questo tipo di esperienze, anche se ci capitano. Viceversa se la stessa esperienza avviene ad uno che è inserito in un contesto culturale molto diverso, la sua reazione sarà molto maggiore. Anzi... forse addirittura il contesto culturale modifica anche come l'esperienza viene vissuta. E qui sta il punto, secondo me. In sostanza oltre ad essere "cambiati" da queste esperienze è interessante anche vedere come il contesto culturale cambia il vissuto di tali esperienze  :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

green demetr

Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2018, 13:35:49 PM
Mi rendo perfettamente conto che ho lanciato un tema "evanescente", quasi fatto della stessa materia impalbabile dei sogni. Sembra poggiato sopra una di queste nuvole primaverili che si rincorrono veloci nel cielo...non saprei nemmeno bene come svilupparlo... :( 
Una materia impalpabile in un forum composto in massima parte da "palpatori"... ;D.
Un'impresa impossibile direi...
Mi fermo qui.

Mica tanto evanescente.

Come hai giustamente segnalato, almeno in campo diagnostico, è evidente che esistano fenomeni paranormali.

Quelli che più mi interessano sono la scrittura automatica, e la telepatia.


Io stesso purtroppo dopo la morte di un mio amico, ho assistito al ritrovamento di oggetti che il medium a cui la madre si era rivolta, ha saputo indicare con precisione dove si trovassero...erano disegni che testimoniavano della sua fede e del suo atto.
La madre mi parlava spesso perchè ero pressochè l'unico a non rimanere sorpreso.
(ovviamente ho registrato parecchi altri giochetti, rivoltanti, ma in fin dei conti a fin di bene per la madre, psicologici, per dire che non tutto è oro ciò che luccica)


Non mi capacito poi di come alcune persone conoscano eventi della vita di altre persone senza averle mai conosciute. (ecco questo sì che è un problema! la psicanalisi post-lacaniana ha però notato che questa particolare capacità risiede in soggetti completamente dominati dal fantasma della "madre morta". Che permette ai telepati di riscrivere la storia delle persone davanti a loro. La bizzarria è che ci riescono....da brividi! ma lasciamo perdere...brrrr).

In provincia di Como sono numerose le segnalazioni diagnostiche, e quindi psichiatriche...voglio dire dati alla mano...


Fino alle ipotesi scientifiche dell'etere fatte dall'antroposofia. Su cui so ancora molto poco.

Ora come si innesta la questione della dukka.

A me pare ovvio caro Sari....Ma certo che incide quello che fai o non fai.

Ti ripeto se nel monastero ti danno o prendi tu l'iniziativa di fare qualcosa per il tempio.

Lo devi fare proprio per dimostrare il tuo distacco da quello che fai.


Le stesse tecniche tantriche sessuali servono proprio a prendere distanza da te stesso, addirittura mentre fai sesso.

Questo è l'intero insegnamento dell'oriente.

In chiave occidentale, io lo chiamo il superamento del fantasma materno.

Ossia che la vita abbia senso.....la vita NON ha senso....è proprio quello il suo senso!!!

noi siamo spettatori del gioco divino di maya.....certo maya è cattiva, è illusione, MA è comunque GIOCO DIVINO.

Se vogliamo uscire dal suo gioco karmico, o in chiave fenomenologica dai fantasmi di paura della nostra mente....dobbiamo vita dopo vita...imparare ad accettare il nostro ruolo....

per questo le caste non cambieranno mai....se nasco soldato...devo fare bene il mio ruolo di soldato...e se nasco povero....devo accettare la sofferenza di essere povero.

Poichè in entrambi i casi... piacere e dispiacere sono solo giochi divini, maya legge cosmica...



Appunto FENOMENO ---- LOGIA

ossia ciò che lega ciò che APPARE.

ma ciò che appare non è in sè.

infatti la reicarnazione è una ruota, e prima o poi se ne esce.....

Insomma, anche telepatia e scrittura automatica...e altre bizzarie...SONO ILLUSIONE....E' sempre maya che si diverte a legarci a DUKKA!!!

Certo è telepate...ma è il più legato a DUKKA!!!!  alla nostra mente scientifica sembra un controsenso...ma dati diagnostici NON è così....più credi ai fantasmi, più non c'hai capito niente.

La mente va tenuta ATTENTA E PULITA....questo insegna la meditazione....questo è il ruolo degli YOGIN.


Possiamo benissimo fare i filosofi...ma con consapevolezza....che siamo servi di DUKKA.

Per questo la tua ironia, o la tua saggezza, aiutano tanto, perchè aiutano a smorzare i toni.

Insomma a dire, in fin dei conti, l'importante è farsi una bella risata, di tutte le nostre sfighe, e anche fortune..... :)  ;)  ;D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

InVerno

Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2018, 13:35:49 PM
Mi rendo perfettamente conto che ho lanciato un tema "evanescente", quasi fatto della stessa materia impalbabile dei sogni. Sembra poggiato sopra una di queste nuvole primaverili che si rincorrono veloci nel cielo...non saprei nemmeno bene come svilupparlo... :(
Una materia impalpabile in un forum composto in massima parte da "palpatori"... ;D.
Un'impresa impossibile direi...
Mi fermo qui.
Mi sembra una "resa" fin troppo veloce per  essere derivata dalle cose di modesta entità scritte da me, spero perciò di non esserne la causa, ma d'altro canto non ne vedo altra. Non capisco tuttavia questo tipo di uscite, mi rendo conto che il dialogo tra materialisti e spiritualisti non sia dei più facili, ma abbandonarlo non porta frutti, diversamente dal confronto. Il tuo però non è un tema evanescente, al netto di tutte le detrazioni scettiche che se ne possono fare, è un tema per certi versi molto reale, sopratutto per la porzione onirica. Io onestamente ne faccio più una questione retorica, e non trovo nessun aiuto nel parlare "tratteggiato" e con dei sospesi e sottotesto che si vede benissimo dove puntano, ritengo perciò lo stile adattato dallo psicologo ingannevole (magari inconsciamente, non è nemmeno un accusa alla persona o alle sue qualità), e da questo particolarmente nasce il mio scetticismo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Discussioni simili (5)