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Spiritus Sanctus

Aperto da doxa, 29 Maggio 2020, 18:36:23 PM

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doxa

Spirito "Santo": "misteryon" di fede.

Per un cristiano del nostro tempo è ancora necessaria la Trinità ?

A me sembra che per essere cristiano basta la dualità Dio e Figlio di Dio (= Jesus). Se non è presente lo Spiritus l'impalcatura della religione cristiana regge lo stesso.

Cosa mancherebbe al credente se non ci fosse lo "Spirito Santo" ? Nulla !

Molti cosiddetti credenti quando entrano in chiesa si fanno il segno della croce senza riflettere su ciò che dicono"in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti" (Matt. 28, 19), oppure quando recitano il "Credo" o celebrano la Pentecoste, ecc..

C'è anche da dire che la teologia dello Spirito Santo si differenzia molto nelle religioni abramitiche e confessioni religiose. Per esempio,nell'Antico Testamento l'ebraico "ruah" allude semplicemente  al soffio vitale di Dio, alla forza divina,  tramite la quale Dio agisce e fa agire.

viator

Salve altamarea. Ho una mia interpretazione. Il concetto di Trinità rappresenta uno strumento estremamente maneggevole dal punto di vista filosofico-intellettualistico.

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Di ciò tenne ovviamente conto chi decise di utilizzarlo teogicamentte erigendolo a dogma.

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Infatti il "trino" è ciò che - adeguatamente interpretato - può dar conto di numerosissime entità e concetti che vengono quotidianamente intesi e trattati come unitari.

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Il caso tipico è quello del corpo umano (realtà immanente della quale nessuno può fare a meno) : la trinità umana infatti è quella includente un corpo, una mente ed una psiche (anima o spirito per i credenti).

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Facilissimo "spiegare" ed anzi "piegare" la nostra realtà corporale giustificandola in modo dottrinal-confessionale. Lo hanno fatto numerosissime religioni, per non parlare delle triadi più o meno folcloristiche che popolano il mondo dei miti o degli esoterismi.

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Non mi sembra ci voglia molto nell'identificare il Corpo con Gesù Cristo, la Mente con Dio e l'Anima con lo Spirito Santo.

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Che poi il singolo fedele (ricordo che stiamo parlando del Gregge e non dei Pastori) sia così distratto dal non ricordarsi dell'Anima poichè la sua Mente è quotidianamente troppo impegnata nella cura del Corpo..........................la cosa è perfettamente comprensibile, visto anche l'etereo livello concettuale al quale le dottrine collocano queste due famose quanto fumose e "sconosciute" entità chiamate appunto Anima e/o Spirito. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

#2
Lo Spirito è essenziale.

Se non vi fosse lo Spirito, Dio non potrebbe farsi uomo.

La Trinità è un movimento dialettico. Dove avviene un continuo transito da Dio all'uomo e viceversa.
Ciò che permette questo passaggio in su e in giù è lo Spirito.

Scopo della Trinità è infatti quello di superare l'inconciliabilità Dio-uomo. E il superamento avviene tramite lo Spirito.

Infatti, per l'uomo, Dio è l'infinitamente altro, al punto di identificarsi con il Nulla.
Una separazione, uomo-Dio, impossibile da colmarsi, se non fosse per lo Spirito.

Lo Spirito, attraverso la fede conduce l'uomo verso Dio.
Ma non è un movimento in sè concluso. Perché l'avvicinamento a Dio lo fa diventare, agli occhi dell'uomo, sempre più simile al Nulla.

Di modo che inizia il movimento opposto. L'uomo si allontana da Dio, credendolo una propria illusione.
Cresce così l'ateismo mistico, dove Dio è effettivamente Nulla.

Ma pure l'ateismo mistico è impossibile da mantenere. Perché di nuovo nasce lo slancio verso Dio.

Questo movimento, dall'uomo a Dio (fede) e da Dio all'uomo (ateismo), è opera dello Spirito.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

E' convinzione diffusa che il mistero trinitario sia un teorema teologico senza incidenza pratica.

Immanuel Kant ne era convinto: "Dalla dottrina della Trinità non è assolutamente possibile trarre nulla per la pratica, anche se si credesse di comprenderla, tanto meno poi se ci accorge che essa supera ogni nostro concetto" (I. Kant, "Il conflitto delle facoltà", 1798).

La fede nel Dio trinitario: "Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo",  ha un ruolo decisivo per il proselitismo ? Sottoponendo la Trinità alla parziale kenosis, privandola dello Spirito "Santo", la Chiesa cattolica perderebbe ulteriori fedeli ?

Il Dio unico del popolo ebraico precede e fonda il Dio trino dei cristiani. Col Nuovo Testamento il Dio abramitico assurge al ruolo di Padre, Jesus viene considerato Figlio di Dio e Dio incarnato; non basta, come coadiuvante è presente lo Spirito, con funzioni un po' diverse da quello ebraico.

Tre nell'unità.

"Nihil sub sole novum" (dal Qohelet, 1 , 9: "Ciò che è stato sarà / e ciò che si è fatto si rifarà; /non c'è niente di nuovo sotto il sole"). 


Infatti la triade cristiana mi fa pensare alle triadi del pantheon egizio,  di quello greco e di quello romano,  come la triade capitolina: Giove, Giunone e Minerva. La civetta di Minerva cedette il posto alla colomba dello Spirito Santo cristiano. 

Giustamente Viator evidenzia che
Citazioneil "trino" è ciò che - adeguatamente interpretato - può dar conto di numerosissime entità e concetti che vengono quotidianamente intesi e trattati come unitari.

Ed ironicamente aggiunge
CitazioneChe poi il singolo fedele (ricordo che stiamo parlando del Gregge e non dei Pastori) sia così distratto dal non ricordarsi dell'Anima poichè la sua Mente è quotidianamente troppo impegnata nella cura del Corpo......................la cosa è perfettamente comprensibile, visto anche l'etereo livello concettuale al quale le dottrine collocano queste due famose quanto fumose e "sconosciute" entità chiamate appunto Anima e/o Spirito.

Invece per Bobmax
CitazioneLo Spirito è essenziale./ Se non vi fosse lo Spirito, Dio non potrebbe farsi uomo.

Ma se Dio è uno e trino penso che possa esplicarsi come e quando crede.

CitazioneQuesto movimento, dall'uomo a Dio (fede) e da Dio all'uomo (ateismo), è opera dello Spirito.

Bob credo sia impossibile dimostrare in modo logico che sia opera dello Spirito. Lo si può credere solo con la fede. La Trinità è una confessione di fede soteriologica.

Forse hanno ragione gli anti-trinitari ?

doxa

Bobmax ha scritto
CitazioneLo Spirito, attraverso la fede conduce l'uomo verso Dio.
Ma non è un movimento in sè concluso. Perché l'avvicinamento a Dio lo fa diventare, agli occhi dell'uomo, sempre più simile al Nulla.

Bob questa tua proposizione mi ha evocato Agostino, il vescovo d'Ippona, che scrisse il "De Trinitate" e così definisce la Trinità: "Ecce tria sunt, / amans et quod amatur et amor". In sintesi ha definito la triade come "l'amante, l'amato e l'amore".

Padre, Figlio e Spirito, pur essendo una identica sostanza, si differenziano nel loro reciproco rapportarsi.

La terza persona della Trinità procede dal Padre e dal Figlio, come da un unico principio. Lo Spirito Santo procede come Amore, perciò non è generato, in quanto l'amore ha di proprio di non essere immagine, ma dono e comunione.


bobmax

@Altamarea

Quello che cercavo di dire, è che una volta affermato che Dio si è fatto uomo, ci si è ritrovati con una dualità: l'uomo e Dio. Una dualità a cui doveva essere dato un senso. E gli antichi cristiani, che non erano certo degli sprovveduti, hanno così escogitato la Trinità.

Se si elimina lo Spirito, non vi è più Trinità, e quindi la dualità resta sospesa.
Che relazione vi è tra i due?
La costruzione teologica resta incompiuta.
Perché occorre relazionarli.

Ritengo che sia in effetti appropriato intender con Dio l'amante, con il Figlio l'amato e con lo Spirito l'amore.
L'azione è dell'amore.

Sì, logicamente non si può certo dimostrare nulla.
E inoltre, di per se stessa, questa Trinità quanto contribuisce nel rafforzare la fede cristiana?
Probabilmente molto poco.

Tuttavia nella Trinità vi è nascosto un messaggio ben più dirompente di questo Dio in sé uno e trino...
Un messaggio che la mistica cristiana ha colto.

Perché è sufficiente considerare che anche noi siamo esseri umani, e quindi figli di Dio!
Di modo che, in questa benedetta Trinità noi ne siamo direttamente partecipi.
Siamo uno dei tre poli: il figlio.

Se siamo il figlio, siamo amati.

E Dio ama se stesso...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

giopap

Citazione di: bobmax il 30 Maggio 2020, 21:07:48 PM
@Altamarea

Quello che cercavo di dire, è che una volta affermato che Dio si è fatto uomo, ci si è ritrovati con una dualità: l'uomo e Dio. Una dualità a cui doveva essere dato un senso. E gli antichi cristiani, che non erano certo degli sprovveduti, hanno così escogitato la Trinità.

Se si elimina lo Spirito, non vi è più Trinità, e quindi la dualità resta sospesa.
Che relazione vi è tra i due?
La costruzione teologica resta incompiuta.
Perché occorre relazionarli.

Sì, logicamente non si può certo dimostrare nulla.



I miei sono i ragionamenti di un' atea che cerca di comprendere, ovviamente dal proprio dissenziente punto di vista, le ragioni di chi crede in Dio.

Ovviamente concordo che logicamente non si può certo dimostrare nulla in fatto di teologia.
Ma solo su questo.

Partendo da assunti indimostrati si possono comunque compiere razionalmente varie deduzioni.

Ma pretendere di risolvere un' incongruenza quale la contraddizione fra monoteismo e paternità di Dio introducendo una terza persona mi sembra un ingarbugliare ulteriormente il ginepraio; piuttosto che portare a compimento qualcosa di completo o dare un senso a qualcosa di insensato mi sembra un rendere ulteriormente insensato il tutto.
Dal mio punto di vista mi sembra un mettere una pezza peggiore dello strappo...

Trovo molto più conseguenti i monoteismi ebraico ed islamico, che quanto a credenze indimostrate si limitano a quella dell' esistenza di Dio senza aggiungervi incongruenze logiche e contraddizioni, alcune con la pretesa di risolverne altre ed invece rendendo ulteriormente irrazionale ed insensato il tutto.

giopap

#7
Per parte mia troverei anche una sommaria spiegazione del notevole "ingarbugliamento dottrinale" nel fatto che il cristianesimo é sorto, in maniera "un po' raffazzonata" se mi si consente la franchezza, dalla declinazione "ultraterrena" e "infinitistica" delle deluse aspettative "messianiche" di riscattato politico quantomai materiale e "terreno" delle sorti del popolo israeliano da parte di sette ebraiche deluse dalla sconfitta contro Roma: qualcuno doveva pur "avverare" in qualche modo le profezie sul "ritorno", in tempi storici, finiti della figura messianica di Cristo (fatta diventare divina e risorgere dopo la innegabile sconfitta politica e la morte in quanto uomo; ma introvabile malgrado la "resurrezione" e perciò fatta rapidamente sparire nel volgere di quaranta giorni: numero carico di "precedenti" e di significati simbolici nella religione ebraica).
"Ritorno" che si dovette dunque ulteriormente rimandare apocalitticamente (in senso letterale: secondo la "conclusione giovannea" dei testi sacri) alla "fine dei tempi" dal momento che nemmeno il preteso avverarsi del ritorno in tempi finiti (derubricato conseguentemente a "venuta dello Spirito santo") aveva avuto conseguenze apprezzabili.

Diventata quella cristiana, con la forza delle armi di Costantino e successori (salvo la brevissima parentesi del buon Giuliano), la religione ufficiale e obbligatoria dell' impero e poi comunque del mondo occidentale, i teologi si trovarono a doversi sobbarcare l' arduo compito di tentare di dare un minimo di "ordine" e di coerenza a tanti elementi mitologici così reciprocamente contraddittori; ed all' uopo escogitarono (fra l' altro) lo "Spirito Santo".

So benissimo che si tratta di una spiegazione non teologica ma che cerca di essere storica - razionale, che presenta probabilità di convincere alcun credente pressocché nulle; al massimo potrà forse indurre qualcuno per lo meno a porsi qualche dubbio e a pensarci su.

bobmax

#8
@Giopap

Concordo con la tua analisi storica.

E ritengo anch'io che la Trinità sia stata sostanzialmente una "pezza" alla contraddizione di una dualità, Dio - Figlio di Dio, altrimenti insostenibile.

D'altronde, la caduta è inevitabile nel momento stesso in cui una religione cerca di consolidarsi. Quando vuole cioè "legare" a sé, proclamando la sua "verità".

La pretesa di possedere la Verità causa inevitabilmente la caduta.
E il cristianesimo cade già con Paolo, il suo ideatore.

Ma commetteremmo un grave errore derubricando il tutto come semplice fantasticheria.
Perché ogni volta che vi è uno slancio verso l'Assoluto, là si cela ciò che davvero conta.
E sta a noi, e solo a noi stessi, in perfetta solitudine cercarlo.

Questo vale per qualsiasi slancio sincero. Non certo solo per quelli che hanno fatto nascere una religione.
Che forse dovremmo buttare il Manifesto del Partito Comunista perché il comunismo reale ha fallito?

Permettimi, Giopap, di fare un'osservazione un po' personale.
L'ateismo che dichiari ho l'impressione che sia ancora acerbo.
È in sostanza ancora un gioco, dove si nega l'ente Dio.
Magari mostra più coraggio di chi sta aggrappato ad una religione per convenienza anche inconsapevole. Ma non si discosta di molto, perché la visione del mondo è per lo più la stessa.

Questo ateismo ha davvero poco a che vedere con l'autentico ateismo, l'ateismo mistico, per il quale il Bene non è!

Quando il gioco finisce, si entra nella notte oscura.
E allora forse solo l'inferno ci può far rivedere l'alba.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

giopap

#9
Caro bobmax (il tuo atteggiamento mi induce a prendermi una certa confidenza) segnalo alcune cose che non comprendo (e forse non condividerò mai).
Innanzitutto il fatto che la verità debba necessariamente perdersi nel diffondersi ad altri, che per restare tale debba necessariamente ricercarsi e coltivarsi "in perfetta solitudine".

Inoltre la ricerca della conoscenza può nascere come "slancio verso l' assoluto", intendendosi la verità come assoluta nel senso di un ideale cui tendere e cui magari cercare indefinitamente si avvicinarsi "asintoticamente". Ma qualsiasi conoscenza, qualsiasi verità umanamente raggiungibile non può che essere comunque relativa, parziale: la perfezione in generale, e la perfezione della conoscenza in particolare, non esiste e non può esistere; per lo meno nel mondo reale di fatto da noi praticabile, vivibile

Il mio ateismo data dalla mia gioventù, da quando ho cominciato a "ragionare con la mia testa" (mera metafora!) e a mettere in dubbio quanto appreso in famiglia e a scuola, e cioé da molti decenni (ahimè sono vecchia; "ahimè relativamente, perché si tratta di una condizione che sarebbe preferibile non dover subire, ma che nondimeno é inevitabile e anche serenamente accettabile per fortuna).
Questo non toglie che possa essere comunque "acerbo" (la gioventù interiore o "d' animo", come disse una volta il nostro fisicamente anziano, amatissimo presidente Pertini con parole solo letteralmente un po' diverse da queste mie, consiste proprio nel ritenersi sempre "acerbi" nelle proprie convinzioni, nell' essere sempre disposti a rimetterle in discussione).
Può benissimo non discostarsi troppo dalle credenze religiose (e di qualsiasi altra natura) di chi cerchi con onestà (anche; e per lo meno) intellettuale la verità; cui cerco sempre di tributare il mio profondo rispetto, e anche una certa ammirazione (qualunque riferimento, fra gli altri, alla tua persona, ovviamente, non é puramente casuale; ed é inutile e nasconderlo, come se mi dovessi vergognare, da persona nota fra chi mi conosce per dire sempre pane al pane e vino al vino, o almeno per cercare sempre di farlo).

Ma esistono diversi ateismi, così come esistono diversi teismi e diversi modi di essere religiosi; e non ce n' é uno che possa considerarsi più "autentico" degli altri.
Per lo meno parecchi di quelli di cui sono venuta a conoscenza (forse tutti tranne quello nietzchiano e pochi altri strettamente affini) non negano affatto il bene, ovvero l' etica; taluni esigono anzi dai loro cultori e seguaci un fortissimo, in qualche caso financo eroico, impegno morale, "per il bene" (dell' umanità).

Sulla storia recente del comunismo (che ha comunque "radici antichissime" e secondo me é tuttora in atto) ho idee mie personali molto eterodosse delle quali non vorrei discutere in questo forum perché per esperienza vissuta ritengo obiettivamente molto difficile intendersi e ragionare serenamente (stante la notevolissima "radicalità della questione", con evidentissimi risvolti di fatto innegabilmente drammatici e anche letteralmente violenti) con persone che hanno idee troppo distanti dalle mie; lo ritengo anzi foriero di eccessivi rischi per il mantenimento di un sereno clima di costruttivo e proficuo confronto delle idee, che ritengo prezioso e imprescindibile in un consesso come questo nostro (preciso solo, cercando di restare molto astrattamene "sulle generali", che per me la violenza non é necessariamente negativa e da condannarsi: c' é violenza e violenza).
Noto anche, sempre cercando di evitare di scendere nei particolare concreti della questione, che (inevitabilmente) il comunismo "moderno" é nato come processo eminentemente collettivo ab inizio, tutt' altro che come ricerca della verità (teorica; ma soprattutto del bene pratico: ultima tesi su Feuerbach) "in perfetta solitudine": non per niente il Manifesto di Marx ed Engels da te ricordato (si) conclude con la parola d' ordine "proletari di tutto il mondo unitevi!".

bobmax

Cara Giopap,
concordo con te che "la perfezione in generale, e la perfezione della conoscenza in particolare, non esiste e non può esistere".
Ma per quale motivo diciamo che la verità assoluta non può esistere?
Cosa ce lo fa affermare?
Non è questo un nostro atto di fede?

Un atto di fede necessario.
Perché non solo la Verità non può esserci, non deve proprio esserci!

Ma qual è il motivo?

Sono convinto che il motivo consista nel fatto che la Verità, se ci fosse, annullerebbe questo nostro stesso esserci. L'assoluto non ammette alcun relativo, la sua sola esistenza renderebbe impossibile ogni relatività. E il nostro mondo molteplice vive solo in quanto relativo.

Quindi l'Assoluto non c'è.

Perché allora occorre ricercare la Verità in perfetta solitudine?
Certo non per possederla. Perché si può possedere solo ciò che c'è.
Occorre cercare in noi stessi perché la Verità è lo stesso Essere.
Essere = Esser Vero
E noi che altro siamo se non Essere?

Così sebbene l'altro sia indispensabile per stimolarci a cercare (Senza l'altro saremmo infatti nel nulla) poi lo stimolo che abbiamo ricevuto, per essere produttivo, deve condurci verso la fonte di noi stessi.

Che però può essere per noi solo fonte d'ispirazione.
Questa ispirazione nel momento stesso in cui è appena pensata... è già corrotta. Non è più ciò che originariamente era.
Perché il nostro mondo è relativo, imperfetto. Non ammette assoluti.

Di modo che questa nuova idea poi magari si diffonde, ma perdendo inevitabilmente la purezza iniziale.

Riguardo all'ateismo, occorre considerare che, sebbene possa apparire paradossale, "chi crede non è ancora figlio di Dio".

La fede infatti, se non si estingue nell'Essere, è la porta che conduce all'ateismo mistico. Che è l'autentico ateismo. Gli altri sono solo giochi intellettuali.

La ricerca della Verità, spronata dalla fede, richiede infatti di abbandonare la fede stessa!
L'Essere richiede un aut-aut radicale.
Perché non puoi credere ciò che sei!

O sei o non sei.

E se invece vuoi solo "credere" di essere, allora questa credenza non può che prima o poi crollare perdendo così l'obbiettivo agognato. Ecco l'ateismo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Salve bobmax. Citandoti : "L'assoluto non ammette alcun relativo, la sua sola esistenza renderebbe impossibile ogni relatività. E il nostro mondo molteplice vive solo in quanto relativo.

Quindi l'Assoluto non c'è.".

Domanda già fatta, ma il rifartela è comunque gratis, oltre che inutile : Ma tu.....l'insieme di tutti i relativi...........come ti azzarderesti a chiamarlo ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Viator,
c'è solo ciò che è qualcosa.
Se non è qualcosa, non c'è.

Il Tutto non è un qualcosa.
So che è difficile farsene una ragione, ma proprio non può essere qualcosa.

Di modo che possiamo ben dire che, seppur paradossalmente, il Tutto non c'è.

E non essendoci non possiamo certo dire cosa sia: non è "cosa".

Questa è la ennesima volta che rispondo alla tua interlocuzione. Senza che vi sia mai stato alcun seguito.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Salve bobmax. Evidentemente, se non siamo in grado di fornirci reciproca soddisfazione attraverso le rispettive repliche, c'è qualcosa che non quadra a livello di comprensione logico-lessicale. Probabilmente ciò accadrà a causa della mia limitatezza. Pazienza. Vediamo di "tirare avanti" senza nuocerci. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

giopap

Citazione di: bobmax il 31 Maggio 2020, 23:04:41 PM
Cara Giopap,
concordo con te che "la perfezione in generale, e la perfezione della conoscenza in particolare, non esiste e non può esistere".
Ma per quale motivo diciamo che la verità assoluta non può esistere?
Cosa ce lo fa affermare?
Non è questo un nostro atto di fede?

Un atto di fede necessario.
Perché non solo la Verità non può esserci, non deve proprio esserci!

Ma qual è il motivo?

Sono convinto che il motivo consista nel fatto che la Verità, se ci fosse, annullerebbe questo nostro stesso esserci. L'assoluto non ammette alcun relativo, la sua sola esistenza renderebbe impossibile ogni relatività. E il nostro mondo molteplice vive solo in quanto relativo.

Quindi l'Assoluto non c'è.

Secondo me la verità assoluta (nella conoscenza umana del mondo reale; quello delle "verità logico - matematiche" -matematica "pura"- é un altro discorso) non può darsi per il semplice fatto che l' uomo non é perfetto, e in particolare perché pensa per concetti, i quali si definiscono mettendo in relazione altri concetti, articolati in proposizioni le quali constano di relazioni fra concetti.

Le affermazioni "che la Verità, se ci fosse, annullerebbe questo nostro stesso esserci. L'assoluto non ammette alcun relativo, la sua sola esistenza renderebbe impossibile ogni relatività. E il nostro mondo molteplice vive solo in quanto relativo" le comprendo poco; e quel poco che ne comprendo non mi sembra vero (comunque sicuramente non é dimostrato).


Citazione di: bobmax il 31 Maggio 2020, 23:04:41 PM
Perché allora occorre ricercare la Verità in perfetta solitudine?
Certo non per possederla. Perché si può possedere solo ciò che c'è.
Occorre cercare in noi stessi perché la Verità è lo stesso Essere.
Essere = Esser Vero
E noi che altro siamo se non Essere?


Anche qui capisco poco e sono convinto ancor meno.

Il concetto di "essere" é ben diverso da quello di "verità": l' essere può darsi di concetti meramente pensati, immaginati o di enti ed eventi reali a seconda delle due ben diverse accezioni in cui può essere inteso; invece la verità (sempre circa la realtà, prescindendo dalle ben diverse "verità logico - matematiche") é la caratteristica di una proposizione che predichi l' essere/accadere reale/realmente di qualcosa che realmente é/accade o il non essere/non accadere reale/realmente di qualcosa che realmente non é/non accade.



Citazione di: bobmax il 31 Maggio 2020, 23:04:41 PM
Così sebbene l'altro sia indispensabile per stimolarci a cercare (Senza l'altro saremmo infatti nel nulla) poi lo stimolo che abbiamo ricevuto, per essere produttivo, deve condurci verso la fonte di noi stessi.

Che però può essere per noi solo fonte d'ispirazione.
Questa ispirazione nel momento stesso in cui è appena pensata... è già corrotta. Non è più ciò che originariamente era.
Perché il nostro mondo è relativo, imperfetto. Non ammette assoluti.

Di modo che questa nuova idea poi magari si diffonde, ma perdendo inevitabilmente la purezza iniziale.


Anche qui capisco poco e condivido anche meno.
Anche senza gli altri (per assurdo saremmo qualcosa: noi stessi).
Perché mai appena si pensa qualcosa il pensato dovrebbe essere corrotto?
Certamente resta quello che é finché realmente accade; e il fatto più che ovvio e banale che dopo, prima o poi, non é accade più realmente non ne cambia la verità o la falsità di quando era pensata.
Inoltre non vedo cosa possa essere quella "purezza" che ogni nuova idea sarebbe destinata inevitabilmente a "perdere" diffondendosi.



Citazione di: bobmax il 31 Maggio 2020, 23:04:41 PM
Riguardo all'ateismo, occorre considerare che, sebbene possa apparire paradossale, "chi crede non è ancora figlio di Dio".

La fede infatti, se non si estingue nell'Essere, è la porta che conduce all'ateismo mistico. Che è l'autentico ateismo. Gli altri sono solo giochi intellettuali.

La ricerca della Verità, spronata dalla fede, richiede infatti di abbandonare la fede stessa!
L'Essere richiede un aut-aut radicale.
Perché non puoi credere ciò che sei!

O sei o non sei.

E se invece vuoi solo "credere" di essere, allora questa credenza non può che prima o poi crollare perdendo così l'obbiettivo agognato. Ecco l'ateismo.



Sempre più "nebbia" e sempre più "fitta in Valpadana".