Spiritualità per tutti

Aperto da Angelo Cannata, 18 Maggio 2016, 12:22:44 PM

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Angelo Cannata

#30
paul11, il mio è un tentativo di dare espressione verbale a ciò che viviamo dentro e sono consapevole delle difficoltà, è un lavoro quasi impossibile.
Addirittura aggiungerei perfino immotivato, poiché, se mettiamo in conto crisi della ragione, autocritica, crollo delle certezze, ne viene fuori che non è neanche detto che la spiritualità sia un bene, o per lo meno, soltanto un bene. Ci può anche essere, per esempio la spiritualità del kamikaze, del ladro, del delinquente.
In uno dei miei messaggi precedenti ho scritto
Citazionese tra i promotori di una spiritualità s'innescano meccanismi di chiusura e interessi di potere, credo che ne consegua che quella spiritualità sia carente proprio di spiritualità. È una spiritualità illusoria.

Qui ho l'occasione di precisare che quest'affermazione ha senso solo distinguendo almeno due tipi di spiritualità, visto che avevo anche detto che
Citazioneperfino una pietra è spiritualità

Secondo me è utile distinguere tra "spiritualità universale" (in cui anche un pietra è spiritualità e anche quella di un omicida è spiritualità) e "spiritualità umana", cioè una ricomprensione della spiritualità universale, nel tentativo di estrapolarne gli aspetti che a nostro umano parere sono da apprezzare come "bene". Anche qui però subentra l'autocritica, a ricordarci che, una volta che ogni idea di bene è relativa, essa andrà perseguita con un atteggiamento sempre in fieri, in divenire, sempre in ricerca, mai contento sé, mai autocompiaciuto.

Vale la pena di fare questo lavoro? Credo che, più che valerne la pena, come tu hai detto,
Citazionene abbiamo necessità

Duc in altum!

**  scritto da Angelo Cannata:
CitazioneCi può anche essere, per esempio la spiritualità del kamikaze, del ladro, del delinquente.
Io penso che stai confondendo spiritualità con fede, anche se poi la prima dipende e scaturisce solo grazie alla seconda.

Citazioneil mio è un tentativo di dare espressione verbale a ciò che viviamo dentro e sono consapevole delle difficoltà, è un lavoro quasi impossibile.
Ma già esiste l'espressione verbale della spiritualità che per fede sperimentiamo (viviamo) dentro: il nostro essere, il nostro operare, il nostro fare.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

InVerno

#32
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Maggio 2016, 19:14:49 PM
Per apprezzare la Divina Commedia non c'è bisogno di credere nell'esistenza di inferno, purgatorio e paradiso: anche un ateo è capacissimo di apprezzare tutto il valore letterario del capolavoro di Dante. Lo stesso ritengo possibile riguardo alla spiritualità, ma mi sembra che in questa direzione sia stato fatto finora poco o niente.
Il motivo è abbastanza ovvio, questo tipo di analisi non è ben accetta dagli adepti e dalle istituzioni religiose, perchè viene considerata alla stregua della declassazione. Declassazione dei testi sacri in letteratura o mitologia che dir si voglia. Prima che mi si taccia di "colpevolizzare" è necessario specificare, la religione fa riferimento ad un autorità quindi volenti o nolenti essa è responsabile. Immaginate di proporre che i testi sacri vengano insegnati a scuola da un ateo che li tratti come letteratura e faccia particolare riferimento alla loro poetica in senso antropologico, culturale, e letterario, ma non religioso, come si fa della Divina Commedia. Chi sarebbe ad opporsi? Esatto, l'autorità preposta, chiesa o imam che sia. Poi chiamatelo colpevolizzare, ma questo tipo di studio è "impraticabile" e ci sono dei mandanti manifesti, nessuna teoria del complotto. Come studio personale uno è libero di intraprenderlo, per una via tortuosa e solitaria e che rimarrà largamente minoritaria finchè le premesse di cui sopra non cambieranno. Ad oggi va di moda il bianco o il nero, il grigio un periodo di moda non l'ha mai visto.

Angelo Cannata

InVerno, a me basta che sia una cosa che valga la pena coltivare come minimo per conto mio; non m'interessa essere o non essere minoritario, essere o non essere osteggiato dai tradizionalisti. Per me sarebbe problematico se già come impegno personale risultasse inopportuno, falso, errato, ipocrita, portatore di male; ma se è un'attività che può risultare, oggi, a me e come risultato del confronto con altri, umanamente apprezzabile, allora non manca niente, ci sono tutti i requisiti per sentirmi incoraggiato a coltivarla. Quando una cosa si dimostra umanamente buona e giusta e si confronta volentieri con la critica, allora emarginazione o boicottaggio non meritano di essere presi in considerazione, se non giusto per non dimenticare che esiste anche il male.

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