Sono un essere inadeguato

Aperto da Sariputra, 02 Maggio 2016, 16:49:42 PM

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Ipazia

Forse l'inadeguatezza dell'epilogo andrebbe discussa col suo artefice. Se ne ha voglia... 
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Freedom

Citazione di: Sariputra il 02 Maggio 2016, 16:49:42 PM
Oh! Me misero...sono un essere inadeguato. Sono proprio totalmente inadeguato. ......... la prima eh ragazzi, non la seconda, è quella del dolore. Ora, immaginate un tipo come me, malmesso, infelice e inadeguato che si sente dire che quello che già immaginava e viveva era proprio la prima verità...e che dovevo fare?...immedesimatevi, se riuscite, un pò...che avreste fatto? Per farla breve, che per voi adeguati è sicuramente un supplizio ascoltare quelli come noi, adesso mi capita di scrivere di roba profonda, tipo spiritualià per capirci, roba da gente con la zucca in testa, su internettezz...intranitidez...insomma ci siamo capiti...e mi faccio chiamare proprio Sariputra. Come gioisco in modo inadeguato per questo. Come siete carini a leggere le mie baggianate totalmente sbagliate, insignificanti ! Quasi mi raddrizzo il berretto.
Da come vi amerete gli uni agli altri vedranno, sapranno che siete i miei discepoli. Così diceva quel tale. Che dici, può andare come carta d'identità? Ed il dolore, la sofferenza, ah! Che mistero! Eh sì proprio un gran mistero. Secondo solo, a dire la verità, a quello della morte. Lì sì che si fa veramente sul serio, proprio sul serio.

Ma capire che più sappiamo intellettualmente e meno sappiamo è verità. O umiltà se più ti piace. Perchè l'umiltà non è quello cosa che ci fa pensare ai miserabili tanto cari a G. Verga. No, l'umiltà è sinonimo di verità. Il niente che, in definitiva, noi siamo. O qualcuno pensa che andare su e giù dalla Luna, proiettarsi nello spazio sia vera gloria?

Beh, per quello che vale la mia opinione il cappello lo puoi raddrizzare. E magari, al centro, metterci sopra la stessa cosa che c'è nel mio: un' elica!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

odradek

#122
Freedom:
Da come vi amerete gli uni agli altri vedranno, sapranno che siete i miei discepoli. Così diceva quel tale. Che dici, può andare come carta d'identità? Ed il dolore, la sofferenza, ah! Che mistero! Eh sì proprio un gran mistero. Secondo solo, a dire la verità, a quello della morte. Lì sì che si fa veramente sul serio, proprio sul serio.

Ma capire che più sappiamo intellettualmente e meno sappiamo è verità. O umiltà se più ti piace. Perchè l'umiltà non è quello cosa che ci fa pensare ai miserabili tanto cari a G. Verga. No, l'umiltà è sinonimo di verità. Il niente che, in definitiva, noi siamo. O qualcuno pensa che andare su e giù dalla Luna, proiettarsi nello spazio sia vera gloria?

Beh, per quello che vale la mia opinione il cappello lo puoi raddrizzare. E magari, al centro, metterci sopra la stessa cosa che c'è nel mio: un' elica!


odradek:
Ecco, questo è parlare. Parlare di e con la fede, senza mistificarla di filosofia e viceversa.
Questo è "parlare" eticamente.
Non fa si fa filosofia e non si cerca trascendenza nell'immanenza e viceversa.
La "verità umana" è quella. Finisce con la morte e finisce con la nostra "recita". Punto.

Niente prima o niente dopo (questo vale per me ovviamente) ma solo e soltanto la mia, solo mia, sempre mia, eternamente ed infinitamente mia responsabilità, nei confronti del "dolore" (o differenza di classe, o stupidità, o ignoranza, o ignavia inconsapevole, sempre di" dolore" si tratta) dell' "altro" e di come mi "comporto" io con l'"altro".

Non è filosofia ovviamente, più semplicemente è quello che in etica si definisce  "vivere" filosofico.
Per scelta mia personale ( e per deficit "elettrico" in qualche lobo sicuramente) ho scelto l' "analisi" filosofica, al "vivere" filosofico, ma "so benissimo" quel che sto "facendo", quel che sto perdendo e "perchè".
Stabilito questo, è eticamente "lecito" (mi fa molto "piacere" pensare così ovviamente, che sia ancora lecito..) far filosofia, altrimenti è solo un attività "oscena". Penso io.

P.s.: per le "teste fini", (perchè qualcuna è randomicamente presente, oppure randomicamente raggiunge livelli di finezza, chi lo sa..):
mi rendo perfettamente conto (analiticamente conto) di quanto sia la "concezione" esposta sopra una tipizzazione esemplare dello "schiavo" niciano.
Lo so da solo, ed a livello analitico siamo ben oltre NIetzche (eh, ci mancherebbe altro, dice il mio amico "analitico") ma sta cosa ritorna sempre, rimane uno dei pochi "eterni ritorni" che mi sono rimasti "appiccicati", forse.

Sariputra

La volontà di non nuocere è scommessa persa. L'ho proprio persa, perchè mai son riuscito a vivere un sol giorno senza nuocere a qualche essere. Che sia vegetale o animale, piccolo o pezzo di grosso,  foglia o bistecca, sempre ho dovuto far violenza a qualche essere . Non mi va di vivere facendo violenza, ma è impossibile farlo senza. Che tristezza!..Ok, dovrei non pensarci e godermela, come fan tutti. Adesso arriva Natale e già ho ricevuto un invito per il cenone della vigilia da uno dei miei fratelli che ha una casa nuova, con una taverna nuova, col caminetto nuovo...E' una pena per me, come ogni anno di 'sti tempi. Son tipo solitario e quando mi trovo in compagnia tendo ad esagerare con le battute, vorrei ingraziarmeli tutti, vorrei forse ...sì insomma, che mi volessero bene, trovandomi persino simpatico, soprattutto le donne...dell'opinione dei maschi non mi interessa granché...non mi sento mai in competizione con loro perchè ho fatto scelte precise, mi son chiamato fuori . Uno dei vantaggi dell'età che avanza è quello di non essere più preoccupato dell'opinione altrui, uno dei pochi vien da dire, insieme con la saggezza...per chi ce l'ha ovviamente. Dicevo del cenone...Com'è possibile evitare queste necessità sociali? Cioè, io lo dico: non invitatemi, vi prego!...Non ce la faccio a vedere tutti quegli esseri morti sul piatto, cotti, gustosi, invitanti,ributtanti...Mi sembra pure che mi guardino , davvero!...Eccololà il buddhista pare che dicano, guardate l'ipocrita. Cosa dice il primo precetto? Astenersi dal nuocere agli esseri viventi? E guardalo col tovagliolo infilato nel colletto della camicia, pronto a infilzarci con la forchetta in mano!..Il saio color zafferano l'ha lasciato a casa? Mi pare quasi che ridano di me, che mi scherniscano. Allora dico sempre: non mangio carne, vi prego, ti prego...non mangio carne. Ma è pesce! Il pesce lo mangi vero? Gianna ha lavorato due giorni per prepararlo, non vorrai che si offenda? Proprio lei che mi chiede sempre come stai...Non deve offendersi...le voglio bene..cioè...in senso fraterno, ovviamente, non guardarmi così...con metta...ma se mangiassi solo verdura? Tanta verdura, tanta, perché passa...Ho il metabolismo così rapido che, dopo una mezz'ora che ho mangiato verdura, ho di nuovo fame e, prendendo un pasto solo al giorno diventa dura. Lo vedi che non ce la fai? Non mi hai detto una volta che un buddhista mangia tutto quello che viene donato e messo nella ciotola della questua? Anche la carne? Che anche Buddha...sì sì, è così, anche Buddha...ma se fosse possibile, se non è disturbo eviterei, capisci? La violenza sugli esseri senzienti. E i vegetali? Non sono esseri senzienti? Filosoficamente no, perchè senziente è riferito ad esseri in grado di provare sensazioni, come le bestie, il cinghiale per esempio...Lascia stare 'sta ossessione del cinghiale! Non lo cuciniamo quest'anno. Stai tranquillo...Beh! Dai...cerca di venire...ti preparo un secchio di insalata con semi di girasole tritati e fagioli messicani. No i fagioli! ..Sì, i legumi sono importanti per le proteine vegetali, ma durante il cenone, con Stefania vicina che mi guarda come se fossi un vero bodhisattva...capisci? I fagioli no...
E' così ogni anno. Una lotta... Non è facile seguire i precetti. Il primo già mangiando te lo giochi. Il secondo è più facile rispettarlo, come il terzo peraltro, anche se, con la Stefi vicina bisogna lavorar di sati . Il quarto...ahia!Il quarto...chiariamo:io non sono mai volgare.Odio la volgarità. Ma il quarto è forse il più difficile da seguire: astenersi dal mentire e dall'eloquio offensivo, inutile, petulante, frivolo, eccetera eccetera. Esattamente quello che scatena subito la curiosità delle donne. Perché non parli oggi Sari? Sei triste ? Raccontaci qualcosa di divertente. Ma stai bene? Ti vediamo strano e silenzioso... Di solito sei così scherzoso..E come fai a dir loro che è il quarto precetto?...E poi arriva il de profundis con il quinto. Il quinto è il nemico giurato delle feste e dei cenoni della vigilia. Il quinto ti rimbomba nella zucca vuota non appena vedi tirar fuori lo spumantino. "Astenersi dall'alcool o dalle sostanze che alterano la lucidità mentale" recita il quinto. E quando ti passano il calice e provi a dire "Non pos..." apriti cielo! Tutti a  urlare: ma dai, ma su, ma no, ma perché, solo un dito, in orizzontale, uhhhh! Che dolcetto, è vino da donne...che buono! Ma son buddh...e ti dan di spalla, e la Stefi vuole intrecciare il braccio con il tuo, ma ti versa addosso mezzo spumantino...

Non invitatemi più. Sto così bene con le quattro capriole di fumo del focolare... :-\
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Pesano assai sti precetti !  :P 

Io come te. Ma se mi capita, avendo meno precettistica da rispettare, mi adeguo facilmente e soffro meno.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Tutto quello che si mangia altera la percezione, l'acool è prodotto allo scopo, ma anche tutte le spezie, il sale, l'aglio, l'aria umida, l'aria fredda, l'anidride nel fumo del caminetto.. non è meno difficile del primo.. di tutte le religioni devo dire che il buddismo mi ha sorpreso più delle altre, da una parte sembra una filosofia in grado di capire quanto l'individuo sia la summa di un contesto, ma anzichè riconciliarlo con esso si spende per annullare questo nesso come fosse possibile, mettendo gli adepti in situazioni di particolare ipocrisia costretta. Come i giainisti che non volendo nuocere agli esseri viventi si mettono a fare i mercanti.. ma è ovvio anche ad un bambino che si può fare il mercante solo se qualcuno uccide il coniglio al posto tuo e la tua soluzione al precetto è solo un escamotage.. perciò Sari, ricordati che sarai buddista ma sei anche italiano, fatta la regola trovato l'inganno ;)
In particolare riguardo ai discorsi frivoli, saranno frivoli nel contenuto, ma spesso i suoni di cui sono formati contengono emozioni per niente frivole.. una domanda stupida può contenere una profonda voglia di comunione e di amicizia!
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

#126
Spero si sia capito che il Sari di questo topic non rispecchia necessariamente e sempre il sottoscritto, che ovviamente non si chiama Sariputra... ;D
E' un personaggio in cui c'è molto di mio , ma anche dell'altro, più "letterario" si potrebbe quasi dire (senza aver la pretesa di far della letteratura, ovviamente...).
Me lo studio in funzione catartica, direi... :-[

I precetti in realtà sono un "aiuto" per seguire , per quanto possibile, visto che purtroppo viviamo in un universo condizionato, una via il più possibile 'etica'. Proprio per questa indicazione 'sostengono' la pratica buddhista, che ha bisogno di reggersi su solide gambe. E non sono "comandi" ( o comandamenti..).
Essendo essi stessi 'pratica' puoi verificare di persona la loro utilità. Basta fare una settimana seguendoli e poi ritornare a non seguirli e noti la differenza ( di lucidità mentale).
Come in tutte le situazioni esistenziali, ci saranno persone più o meno coerenti nel seguirli, o più o meno coerenti in varie fasi della propria vita. Naturalmente è un problema karmico, secondo la visione buddhista...
Bisogna anche distinguere la persona dal discorso che fa. La benevolenza che merita, e l'amicizia che si può dare non possono per questo giustificare un chiacchericcio frivolo e stupido, che non è un problema ( se non come semplice fastidio passeggero..) per chi lo subisce, ma 'intossica' invece senza volerlo l'autore dello stesso...
Il problema è che diventa una vera abitudine in cui la mente si perde. C'è molta inconsapevolezza in questo continuo chiaccherare...Però concordo che spesso, dietro questo bisogno, o sullo sfondo per così dire, c'è molta sofferenza interiore. Ecco, mi sembra che, vedere la sofferenza sottostante, in molti casi, inviti a riflettere sull'importanza dell'uso del linguaggio , al quale non siamo educati e abituati a dare 'peso', se non come convenienza sociale. E anche allora... :-\
L'indicazione più importante del quarto precetto buddhista è "non mentire", ma ampliandolo, come non sempre si fa, anche all'attenzione/consapevolezza dell'uso del linguaggio in un certo modo, con un vigile controllo su di esso, diventa un fattore del Nob.Ott.Sentiero, il terzo per l'esattezza. Quindi un fattore per il 'risveglio'...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Capisco non siano comandamenti, ma c'è una differenza tra un ideale perfettibile e uno no, il primo ha un termine di paragone, il secondo deve basarsi sempre su un alto livello di interpretazione. E' la stessa differenza, se volessi imparare il violino, che c'è nel pormi come ideale  i capricci di Paganini (estremamente complessi ma non impossibili) o a suonare senza archetto (assolutamente impossibile). Non nuocere esseri viventi, è come iniziare a suonare il violino ponendosi come obbiettivo quello di riuscirci senza archetto. A quel punto cominceranno diversi gradi di interpretazione (vegetali\animali etc) più o meno arbitrari (senzienti\non senzienti?) pur di sopravvivere al precetto stesso, e li interverrà una tradizione interpretativa, il cui grado di adesione sarà sancito da una gerarchia etc..
Ho praticato per un poco di tempo la filosofia Zen applicata al tiro con l'arco (partendo dall'esperienza di Herrigel ovviamente) e almeno li la questione era piuttosto semplice, la distanza dal centro della freccia misurava la distanza dal mio equilibrio interiore. Eventualmente sono riuscito a prendere qualche centro ad occhi chiusi, o come dicono gli esperti a "centrare me stesso", e almeno potevo capire di essere sulla giusta direzione. Partendo dal primo precetto, e dovendo scegliere da un piatto di insalata o una fetta di maiale, non saprei onestamente da dove cominciare.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Partendo dal presupposto che la perfezione non esiste , nella condizione umana (nemmeno Michelangelo era un 'perfetto' scultore...)  penso che un 'precetto morale' debba necessariamente sottostare all'interpretazione, meglio se di un'autorità saggia, se c'è, o del sano buon senso in caso contrario. Non nuocere , premesso che per non nuocere in modo "perfetto" bisognerebbe non esistere , allora diventa responsabilità dei limiti del tuo nuocere necessario. Se posso cioè vivere cagionando la minor sofferenza possibile o viceversa se vivo non preoccupandomi affatto della sofferenza che infliggo, o che faccio infliggere al posto mio. E non è una differenza da poco...
Infatti la necessità non è un'infrazione al precetto, ma lo è invece l'intenzionalità di nuocere.
Come non è di poco conto la sostanziale consapevolezza di quel che tocca fare per sopravvivere. Un giudizio sulla sofferenza che infliggiamo agli altri esseri è già piuttosto contro-naturale, non viene spontaneo di solito. E ciò va bene...causa molta frustrazione il rifletterci quotidianamente e quindi fa bene...
Nella pratica spirituale, in generale, bisogna abbandonare l'idea di "perfezione". La perfezione non esiste, è un concetto astratto...il "risveglio", l'"illuminazione", l'accensione della lampada, non sono sinonimi di perfezione.
P.S. tra un piatto d'insalata e una bella fetta di cingh...maiale la 'bestia' che è in noi sa benissimo cosa preferire, purtroppo... :(
Sulla strada del bosco
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Sariputra

#129
Tempo fa avevo scritto qualcosa, una citazione sull'immortalità di relazione come attuale orientamento della teologia cristiana a riguardo del convincimento in un post mortem per l'essere umano. Viene avanti infatti una concezione più ragionata sulla natura di questa relazione tra Dio e l'uomo. Sappiamo che, per moltissimo tempo, si è avuta un'immagine di Dio come Persona fortemente sbilanciata verso il modello 'uomo'. Il dio vendicativo, castigatore, geloso, ecc.  Ci si costruiva così un'immagine personale di Dio. Spesso l'immagine diventava semplicemente uno specchio dell'immagine che avevamo di noi stessi. E' un nesso piuttosto semplice:  chi ha l'immagine di un Dio che castiga, spesso ha anche, dentro di sé, una tendenza a punirsi. Chi invece  lo vede come un controllore, ha spesso dentro di sé la tendenza a controllare il proprio comportamento e i propri sentimenti. Molte persone che si sono sentite 'ferite' dalla vita sovente si rivolgono al Buddhismo...E questo è un problema per il Buddhismo... :(
Durante una conferenza di uno psicoterapeuta alla quale ho assistito venne fuori questo discorso. Questi riferì un'osservazione interessante nata dalla sua esperienza di lavoro: alcuni suoi pazienti, che parlavano con particolare entusiasmo del  "diventare una cosa sola" e del fondersi con Dio, secondo lui non facevano altro che sublimare in senso religioso un certa incapacità di relazionarsi. La sua conclusione era che queste persone non volevano rammaricarsi per questa incapacità. Per non soffrire nel loro fondo, per non dolersi cercavano di compensare la loro assenza di relazioni con un cammino spirituale. Una teoria interessante che però non mi ha convinto del tutto. Però dal punto di vista di uno psicologo certamente aveva la sua coerenza.
Lo schema , semplificando, era questo: non voglio ammettere la mia sofferenza per la mia povertà di relazioni, perciò la salto direttamente, immaginandomi di essere già una cosa sola con Dio, di 'fondermi' con lui.
Il primo problema che vedevo in questa riflessione era che si stabiliva arbitrariarmente che la 'relazione' fosse un fatto buono in sé. Mentre sappiamo che la relazione è sempre problematica. Ovviamente per evitare il problema di trovarmi in questa problematicità posso immaginarmi di essere più 'spirituale' degli altri e così 'chiamarmi fuori', cadendo nella problematicità opposta, cioè la solitudine. E' però vero che la spiritualità si alimenta anche di solitudine, altrimenti arriveremmo al paradosso che gente come Yeoshwa o Buddha non potremmo definirli come 'spirituali', ma 'sublimatori'...visto che cercavano spesso la solitudine. Però è indubbio che questa idea di 'fusione in Dio' può essere particolarmente pericolosa se non siamo consapevoli del nostro possibile sottofondo esistenziale. C'è il rischio concreto di sentirsi superiori, diversi e migliori degli altri. Invece la persona che cerca di seguire un cammino 'spirituale' deve considerare sempre la propria debolezza, fragilità e umanità. Molte persone che si sono avvicinate al Buddhismo, ma che poi non l'hanno approfondito, abbracciando vari aspetti del "new age", parlano di un'immagine di Dio apersonale. Dio per loro è 'energia', è amore,è 'vibrazione' oppure il campo quantico in cui vivono. Mi è capitato d'incontrarle a volte. Il fatto che si fossero avvicnate al Buddhismo, ma che poi lo abbiano interpretato a quel modo, dimostrava che non erano consapevoli del tentativo di fuga dalla sofferenza che mettevano in atto. Nel Buddhismo si direbbe 'non accettare la Prima Nobile Verità'. Il primo passo è proprio quello di accettare che si sta soffrendo e che ci si vuole misurare con quella sofferenza, e non fuggirla. Accettare e lavorare sulla problematicità delle relazioni diventa quindi una possibilità di crescita spirituale. Come ogni lavoro però abbisogna di riposo, oltre che di fatica. La solitudine è perciò essenziale in questa dinamica perché è il momento in cui mi 'ricarico' per affrontare questa sofferenza, questa problematicità insita nella vita e quindi nella relazione stessa.
La teologia cristiana moderna , che vede il DIo uni-trino come perfezione di relazione tra le tre Persone, e sta impostando il magistero spingendo sull'aspetto relazionale del Cristianesimo, rischia di smarrire la chiara visione, a mio modesto parere, che anche il bisogno di relazione è , a monte, manifestazione di una sofferenza, cioè di una mancanza. Una sofferenza certamente più basilare, o naturale che dir si voglia, ma non per questo meno foriera d'insuccesso e sofferenza esistenziale...Chiaramente la diversa prospettiva con l'analisi buddhista è data dalla fondamentale differenza di visione sul mondo che hanno queste due forme religiose:  per il cristianesimo la natura è sì corrotta ma fondamentalmente buona e sarà rispristinata nella sua bontà originaria, mentre per il Buddhismo la realtà non è né buona né cattiva, ma certamente carica di sofferenza, e quindi vi riserva un giudizio fondamentalmente negativo.
Sulla strada del bosco
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Sariputra

#130
-Perché non è venuto prima a farsi controllare gli occhi?-
-Perché?...C'è qualcosa che non va? Ci sono peggioramenti?-
-Doveva venire prima da me. Quant'è che non si controlla la vista?
-D-du-due anni?-
-Facciamo quattro o cinque?-
-Non so...non mi ricordo...vede, ho avuto vari problemi: morti, soldi e morti con pochi soldi...così mi sono scordato.-
-Ma non si accorgeva che ci vedeva meno?-
-Sì, ma rimandavo di giorno in giorno finchè...beh!Sa... la famosa vecchietta...-
-Che vecchietta?-
-Quella che attraversa la strada due metri prima delle strisce.-
-Un incidente?-
-No, l'ho mancata. Ma mi ha urlato:"Orbo!" con una tale cattiveria...dio! Non ci sono più le dolci vecchiette di una volta. Aveva i fuseaux neri e una borraccia da polso e due occhi truccati da far schifo. Sa quella pelle tutta cadente e il blu che slabbra dappertutto? Ec...-
-Se ha visto tutti questi particolari mi chiedo perché la stava mettendo sotto.-
-Mi ero distratto con l'occhio sinistro.Solo un attimo. C'era una ragaz...-
-Senta...lasci stare l'anziana signora o la ragazza e torniamo ai suoi occhi. Bisogna intervenire. C'è un ipòchima all'occhio destro già maturo.-
-E' maturato? D'inverno? Ohibò! E...interviene lei dottore, vero?-
-Se lo desidera. ma non opero qui. Sono alla clinica di Ravenna.-
-Ra-ra-venna? E' distante...non può intervenire qui?-
-No, non posso. Suvvia, sono poche centinaia di chilometri.-
-Ma è...è...privata?-
-Sì, ma è convenzionata. Solo che un intervento in convenzione ha bisogno di parecchio tempo e qui bisogna intervenire subito. Non c'è tempo da perdere.Ne ha già perso troppo lei. Ha un'assicurazione?-
-Per la macchina?-
-No! Un'assicurazione che copra le spese sanitarie per l'intervento.-
-E...no...non ce l'ho! Rimandiamo? Posso aspettare...non ho fretta. Mi metta in lista d'attesa...-
-Se lo desidera, ma così non posso assicurarle che sarò io a fare l'intervento.-
-E...e...(abbassando gli occhi e il tono della voce) quanto costerebbe?..In privato voglio dire.-
-Novemilaseicento. Non è molto.-
-No...in effetti...non è mo-mo-lto.  E' che ho avuto spese..sa, due funerali..se no...niente.-
-Può chiedere un finanziamento.-
-Un finanziamento? Già..sì, sì. E' che non ho un reddito vero e proprio e sa...le banche vogliono il 730 o il quaranta. La dichiar...-
-Può fare un'ipoteca sulla casa. Lei ha dei beni immobili, vero?-
-Sì, come no...ho la Villa.-
-Una villa? Allora non ci sono problemi. Chieda , chieda tranquillo.-
-E' un pò vecchia...la villa intendo, non la vecchietta. Cioè, è vecchia anche quella , ma la villa forse lo è di più.-
-Ma ci saranno terreni attorno alla casa no? Pascoli? Armenti?-
-Sì, sì...ma è un pò fuori mano. E' una zona dove nessuno vuole stare. E' bella...cioè...per me lo è...ma agli altri non piace, perchè è vecchia e scomoda e tanto fuori mano...tanto. Il tetto è da rifare. Piove dentro...cioè, non sempre...solo quando piove fisso...cioè sempre oggigiorno...così mi piove dentro e metto i secchi...di plastica...i secchi, voglio dire-
-Interessante, ma poco salutare. E quanto varrebbe questa ...questa villa?-
-Poco.  Non so...è tutto vecchio. Non saprei proprio.-
-Senta. Voglio venirle incontro. Lei mi sta simpatico. Poi ci conosciamo da così tanti anni, vero? Quanti saranno? Più di venti?-
- Eh sì!  Tanti ormai....Ma come mi verrebbe incontro?-
-Le faccio una proposta: facciamo una specie di scambio, un baratto si potrebbe dire. Lei ha solo da guadagnarci. Le assicuro che torna a vedere perfettamente. Così può trovarsi un lavoro serio, non come adesso. A proposito...cosa fa adesso?-
-Il badante di vecchiette. Non quella sulla strada...no...non vorrei che....-
-Tranquillo. Anche se potrei assumerla per mettere sotto mia suocera.Ahahahaha!!! Scherzo, ovviamente.-
-Ahahahhahaha-aaaghh!-
-No. Io la opero gratis. Gratis capisce? E lei si libera della vecchia stamberga. Mi capisce?-
-Cioè... L'occhio mi costerebbe una villa?--
-Una stamberga in cui piove dentro. Occhio come nuovo e villa cadente in pezzi ...chi ci guadagna?-
-Ci devo pensare un attimo.-
-Un atto di donazione. Io le dono la vista e lei mi dona la stamberga.-
-E beh! messa così...cosa c'è di più importante della vista?-
-Infatti! Il bene più prezioso in cambio di un bene che non vuole nessuno.-
-Vero. C'è da pensarci seriamente. ma se mi metto in lista d'attesa...-
-Più aspetta e più i risultati non sono sicuri. Potrebbe non recuperare più la vista dall'occhio, se aspetta troppo.-
-Allora ci penso...ci penso veramente. Intanto le pago la visita dottore. Poi le saprò dire...-
-Dalla mia segretaria.-
-Dalla segr...ah, sì...certo.-

-Quanto fa, signorina?-
-Centottanta signor Sariputra-
-Cen-cent-ott-ott-tan-ta?-
-Bancomat o carta di credito?-
-Non vedo dove li ho messi. Accidenti. Son questi?-
-No. E' una tessera a punti del Conad.-
-Scusi. E' che non ho contanti con me. Sa...è per l'evasione fiscale. io sono contro. Niente...aspetti! E' questa?-
-No. E' una figurina di una macchina da corsa di una volta.-
-Ecco, tenga...Guardi lei signorina. Non ci vedo proprio.-
-Qui non c'è niente signor Sariputra. Signor Sariputra?...Sign...Dottore!!!
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Una ragazza in lacrime
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Jean

Ciao Sari,

pregevole come al solito la scorrevolezza dello scritto (tutto dialoghi... niente male). 
Spiritualità sì ma la salute prima di tutto.

NB – una cataratta, matura o iniziale che sia, si risolve solo con la sostituzione del cristallino che può esser fatto quando si vuole (o vi siano le condizioni... onesto rapporto col servizio sanitario).

Su mia madre si intervenne quasi alla fine (cecità) poiché le rimaneva solo un occhio. Abbiamo trovato uno specialista che a fronte di un paio di visite l'ha operata personalmente nella struttura pubblica. L'intervento è ben riuscito nonostante concomitanti problemi di salute e son passati 20 anni.

Un mio amico è intervenuto felicemente a distanza di una decina d'anni su entrambi gli occhi con le stesse modalità pubbliche.
Hai tutto il tempo (vecchiette permettendo... pardon, "distrazioni"...) per far le cose per bene.  Auguri

Jean

Sariputra

#132
@Jean

Ciao Jean
Sì, è un intervento di assoluta routine oramai. Diciamo che era un pretesto per provare a scrivere qualcosa sull'avidità di certi personaggi. Nel mio caso specifico è un pò (molto) più complicato l'intervento, in quanto l'occhio ha già avuto in passato altre gravi problematiche...si tratterebbe di cataratta precoce post-traumatica.
Comunque era un'evidente esagerazione (spero...  :-\ ).
;)

P.S. I centottanta eurozzi per una visitina di controllo, della durata di dieci minuti, son veri, però...
E' stato veramente arduo non provare "avversione"... ::)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
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Ipazia

Nel profondo nordest leghista - stranamente - va meglio. Mia suocera ultraottantenne e una mia amica sono state recentemente operate di cateratta dal SSN con l'impegnativa del medico curante ed hanno recuperato perfettamente la vista. Il tutto a carico del SSN e in tempi accettabili (2-3 mesi). Un ticket di controllo postoperatorio (poche decine di euri) e la spesa per gli occhiali da rifare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra

-Anche agli Oscar il party è stato vegan. Non vedi?-
-Sì, ma...-
-'Ma' cosa? Perché ti rifiuti di avere un comportamento etico e sostenibile?-
-Ho settant'ann...-
-Non importa! Non è mai tardi per cambiare. Scrivi segretario:il paziente ha un atteggiamento di rifiuto. Terapia di accettazione.-
-Non è che non mi piace mangiare verdura,ma...-
-Sempre questi 'ma'...la verdura fa bene, previene molte malattie. Lo sai che le malattie sono un costo per il Sistema Sanitario, vero? Non ti vergogni di vivere sulle spalle della società? Non vedi che siamo tutti interessati alla tua salute e a quella del pianeta?-
-Mi provoca...-
-Cosa?-
-Del fastidio...all'intestino...-
-Che fastidio? Non trovare scuse assurde. Siamo qui per risolvere ogni problema. Spiegaci. Segretario scrivi. Il paziente è reticente. Terapia di comunicazione.-
-Cioè...mi fa...non so se è etico dirlo?-
-Che cosa non è etico dire?-
-La sco...sco..scoreggia?-
-Le verdure ti provocano una leggera flatulenza? E questo sarebbe il problema? La scusa per non voler diventare vegan , collaborativo e responsabile per il bene dell'ecosistema?..Segretario scrivi: terapia contro l'ipocondria.
-Non è...così leggera...ma queste terapie costano tanto?...-
-E' solo un problema di unire nel modo appropriato le varie verdure, naturalmente con l'importante apporto dei legumi. E' perché mangi in modo dissennato, senza consapevolezza. Non rifletti sull'importanza di quello che stai facendo. Se fossi presente al fatto che stai collaborando alla sostenibilità ambientale, mangeresti con grande soddisfazione le verdure e i legumi. Non vedi il sadismo che hai coltivato durante la tua intera esistenza? Quanti animali avranno sofferto per la tua gola insaziabile di carne?...Segretario scrivi: Terapia di mindfulness. Sottolineato.-
-Sì...e me pento...si può dire ancora 'pento'?...Non è superato?...Non so...ma cosa...mindfulness?-
-Meditazione di consapevolezza-
-Di cons...ah, ecco!...come i bonzi...sì...ma l'artrite? come faccio?...anzi...posso alzarmi un attimo? Ho le ginocchia intorpidite...ho settant.-
-Basta con questa lagna dei settant'anni! A settant'anni si è ancora giovani, perdio...-
-Ehm! Dottore...ha detto...-
-Cosa?-
-Perdio...-
-E allora?-
-Non so...credevo non si potesse più dire. Mi scusi...Allora posso pregarla di avere un mezzo bicchiere d'acqua...-
-Si chiede rispettosamente. Non si prega più. Nessuno. Ha capito? Segretario scriva: Terapia di decondizionamento religioso.-
-Sì, giusto...ma il...il bicchier d'acqua?...-
-Tutte queste terapie ti saranno  inoculate attraverso il tuo smartphone. Qual'è il numero?-
-Non ce l'ho...-
-Cosa non hai?-
-Il tele...-
-Lo trovo subito io. Segretario mi trovi il numero del paziente....Cosa?...Come non c'è?...Senti, non so cosa sia successo, ma vedi di provvedere all'istante. Non è ammissibile questa cosa. Sembri addirittura sconnesso.Segretario scriva: accertamento telematico stato digitale e connessione usufruita.-
-Non ho i soldi per quello...Mi spiace che non mi potete inoculare...posso andare lo stesso se vi prometto di essere più sostenibile...o sostenuto?..Mah!...
-La fermiamo un attimo solo. -
-Perché adesso mi dà del 'lei'?-
-Niente. Segretario chiami il dottor Mangiatortore. Gli dica di venire, se possibile.-
-Ma...ma perché?...Mangiatortore?...E' veccano?...
-Non faccia lo spiritoso che è già abbastanza nei guai.-
-Guai?...Ma perché? Che ho fatto?-
-E' sconnesso. Non tracciabile. E' pericolosa questa storia. Il primo caso che mi capita. Dobbiamo valutare la questione.-
-AH...eccooo!!!-
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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