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Senz'anima?

Aperto da acquario69, 28 Dicembre 2016, 07:01:36 AM

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Fharenight

#45
Succede sempre cosí in questo forum, si parte con un argomento specifico e si termina quasi con un altro. Ognuno sfoggia una sintesi dei libri che ha letto sottolineando con vigore  la propria opinione. Altro che testardi, mi sa che siamo un bel club di narcisisti! Se queste discussioni avvenissero di persona finirebbe quasi sempre in rissa... o forse all'ospedale  ;D  

Comunque io mi pongo una domanda semplice semplice: ma che ve ne importa se uno vuole credere all'anima, a Dio, al  diavolo, a Babbo Natale o alla Befana? Se non vi tange e non vi arreca danno, perché vi alterate?

Tornando più specificamente al tema iniziale che mi sembra più interessante delle solite dispute tra atei e credenti; attualmente viviamo un periodo storico di sbandamento e regresso morale. È vero che l'essere umano ha sempre compiuto atrocità, cattiverie inaudite e quant'altro, come dice l'anticlericale Sebastian, anche nella Bibbia si parla di massacri e nefandezze compiute dagli uomini ( e nelle religioni talvolta anche con la collaborazione o l'invito o il beneplacito di Dio stesso, tranne che nel cristianesimo). Il famoso detto "homo hominis lupus" è ancora presente nel DNA umano (ecco perché non sopporto i buonisti).

Ora mi addentro in una riflessione che potrebbe essere molto approfondita, tuttavia per brevità ne faccio una sintesi molto concisa.

C'è da notare che il grado di civiltà o inciviltà di una società  non è sempre stato costante nella storia, ma variabile, determinato da diversi fattori, non ultimo un diffuso benessere materiale dei cittadini. A volte abbiamo avuto società costituite essenzialmente da basso tasso di delinquenza, pacifica convivenza, generale benessere, con valori di riferimento che  ne determinavano le regole e l'etica sociale. Le grandi civiltà si sono contraddistinte anche da questi fattori, ad es. il benessere dell'epoca della Roma Imperiale, ecc....
A migliorare ulteriormente la durata e la qualità di un periodo di maggiore splendore si è aggiunto poi il progresso non solo filosofico, ma tecnologico e scientifico. In questo senso allora possiamo dire che vi è nella storia umana, almeno a cominciare dall'età moderna, una sottile linea che traccia un lento e graduale miglioramento o elevamento- almeno di comprensione- etico e morale, anche se ad andamento oscillante . Infatti solo oggi abbiamo (almeno in occidente) una sviluppata sensibilità nei confronti dell'ambiente naturale e degli animali impensabile fino a qualche secolo fa.

In Italia dagli anni '50 fino ai '90 ci fu un notevole progresso economico e culturale che portò la nostra società ad un livello di civiltà e vivibilità molto elevato. Poi è iniziato un lento declino in tutti gli ambiti e settori del vivere comune con notevole arretramento di diverse conquiste sociali.

Ecco perché dicevo che "oggi l'ideologia dominante ha compiuto il suo corso, il suo massacro. Gli ultimi colpi di grazia sono stati non più la banalizzazione del male (era solo il primo passo) ma rendere il male qualcosa di indifferente, normale, e poi le teorie gender. Infatti attualmente la società è diventata priva di anima, lo constatiamo tutti i giorni dalle cronache dei giornali, da ciò che succede sui social, dagli ultimi casi di omicidi seriali negli ospedali, dai maltrattamenti negli asili, nelle case di cura per anziani e portatori di handicapp; roba da fare accapponare la pelle, altro che Terzo Reich."

E' evidente che in questo particolare periodo storico agiscono dei fattori molto negativi che premono per trasformare in peggio la vita delle persone e i rapporti interpersonali e, in concreto, degradando la società nel suo complesso. Se ci guardiamo un po' attorno il mondo è capovolto: Presepi musulmani, famiglie diverse, i nostri poveri in mezzo a una strada e i profughi, o peggio, i clandestini magari delinquenti o terroristi in hotel a 4 stelle....

paul11

Citazione di: acquario69 il 28 Dicembre 2016, 07:01:36 AM
sarà capitato a qualcuno di sentir dire "non hanno anima".."sono esseri senz'anima" ecc..
e se in particolari circostanze,questo modo un po popolare ma in disuso di esprimersi,avesse invece un fondo di verita?!

eppure esempi in cui dovrebbe almeno venire il sospetto,o anche solo la curiosità per provare ad indagare meglio di certo non mancano.

crimini atroci senza un motivo apparente,oppure categorie di persone sociopatiche,prive di qualsiasi empatia,estremamente narcisiste e via discorrendo...(che so',penso tra l'altro agli ormai molti politici,agli uomini d'affari,a chi sta generalmente ai vertici del potere ..di cui quel famoso 1%)

eppure penso che se uno li dovesse incontrare da vicino,a prima vista potrebbero dare anche l'impressione di essere persone normalissime,anzi si potrebbe persino dire che sanno essere ben razionali,che sanno muoversi bene e in perfetta efficienza...e forse proprio per questa loro perfetta efficienza potrebbe essere uno dei campanelli di allarme per scorgervi dietro qualcosa che in realtà e' solo meccanico..ed e' esattamente questo il punto della mia riflessione

magari si potrebbe obiettare che hanno semplicemente dei gravi disturbi mentali ma come accennato poco fa credo sia qualcosa di diverso e ancora più profondo che la psicologia non può arrivare a spiegare completamente,altrimenti come si spiegherebbe la bella facciata della loro normalità apparente?


e perché queste tipologie di "umani" sono (almeno secondo me) in crescente aumento?...forse perché il materialismo avanzato ha come "chiuso" (e "solidificato") l'accesso allo Spirito?...non a caso credo si può far riferimento analogo anche al "cuore"...o al SE'.
Tutti gli umani hanno un'anima,
è la parte nobile quella che esprime la caratteristica di umanità che non è spiegabile dalla psiche e nemmeno dalla ragione.E' il soffio della vita, il mistero per cui la materia prende vita ed è legata allo spirito; se l'anima è l'arca dell'alleanza e per il periglio del diluvio,  lo spirito è il tabernacolo .
Non si nutre con la materia e coloro che passano la vita ad accumulare a cercare di farsi invidiare essendo loro invidiosi mortificano l'anima e la loro umanità, che si nutre di amore. Che se quegli esseri ricchi e potenti divenuti zombie hanno perso l'anima e l'umanità rosicano quando vedono un poveraccio felice con niente.
Per questi ricchi infelici che hanno seppellito la loro anima dove il calcolo e l'ipocrisia sono calati nel loro cuore e nella loro  mente, chi ha quell'anima con la luce fioca di una lampadina il gesto è l'imponderabile privo di calcolo che si risolve in un atto altruistico, gratuito, nel gesto compassionevole, per il semplice piacere di provare allegria nell'altrui alle gria, amore nell'altrui amore.Per quanto possano essere ormai pochi a coltivare l'anima e l'umanità essendo contagiosi sono pericolosi per gli zombie e incomprensibili nel calcolo scientifico

jsebastianB

Citazione di: Fharenight il 29 Dicembre 2016, 22:30:54 PM
Succede sempre cosí in questo forum, si parte con un argomento specifico e si termina quasi con un altro. Ognuno sfoggia una sintesi dei libri che ha letto sottolineando con vigore  la propria opinione. Altro che testardi, mi sa che siamo un bel club di narcisisti! Se queste discussioni avvenissero di persona finirebbe quasi sempre in rissa... o forse all'ospedale  ;D  
Ora mi addentro in una riflessione che potrebbe essere molto approfondita, tuttavia per brevità ne faccio una sintesi molto concisa.

 In Italia dagli anni '50 fino ai '90 ci fu un notevole progresso economico e culturale che portò la nostra società ad un livello di civiltà e vivibilità molto elevato. Poi è iniziato un lento declino in tutti gli ambiti e settori del vivere comune con notevole arretramento di diverse conquiste sociali.

Ecco perché dicevo che "oggi l'ideologia dominante ha compiuto il suo corso, il suo massacro. Gli ultimi colpi di grazia sono stati non più la banalizzazione del male (era solo il primo passo) ma rendere il male qualcosa di indifferente, normale, e poi le teorie gender. Infatti attualmente la società è diventata priva di anima, lo constatiamo tutti i giorni dalle cronache dei giornali, da ciò che succede sui social, dagli ultimi casi di omicidi seriali negli ospedali, dai maltrattamenti negli asili, nelle case di cura per anziani e portatori di handicapp; roba da fare accapponare la pelle, altro che Terzo Reich."

 

Infatti come riportava la parabola buddista di quei " ciechi " sin dalla nascita. Il re li introdusse in una stanza ove giaceva un elefante. 
Bene, il loro compito era proprio quello di poterlo descrivere secondo le loro "impressioni".. E come fini' ??
 
Proprio a botte, contusi.. ecc..ecc...  - -   Si comprende bene il senso di questa storiella. 

Quanto al crescente degrado - potrebbe essere dovuto alla mancanza di una classe dirigente seria e competente e soprattutto con un  vero senso dello Stato ( un nome su tutti: Alcide De Gaspari.. ) - ..  

acquario69

quando mi e' venuta l'idea di aprire questa discussione ho pensato due cose; o che sarebbe rimasto più o meno indifferente o che al contrario ne sarebbe nata una discussione accesa e molto particolare :)
forse era pure inevitabile,visto che si tratta dell'anima che rimane qualcosa di indefinibile e che oltretutto non credo se ne parli spesso in giro..e invece secondo me e' venuto il momento di farli uscire di nuovo fuori certi argomenti che per troppo tempo sono stati messi da parte,come se fosse anche questo un sintomo su cui vale la pena di rifletterci ulteriormente.

io penso che si può essere credenti o meno ma forse a qualcuno sarà pure capitato almeno una volta di avvertire una presenza che non sia fisica,ma in genere questa modalità,se così si può dire,viene mortificata o ricacciata indietro,ritenuta più come il prodotto di un pensiero della nostra mente per giunta banale o sul superstizioso...e secondo me solo in parte può riguardare ai sentimenti e le emozioni,che a mio avviso sarebbero più vincolate alle reazioni del corpo

ritengo invece che l'anima sia qualcosa di "sottile",un vero e proprio accesso ad altra dimensione e ad un diverso stato dell'essere che "esce" dall'ambito fisico e più strettamente materiale,e il motivo per cui questo "accesso" viene sempre meno avvertito,o direi meglio conosciuto,sta nel fatto evidente che l'esistenza e' ormai considerata o concepita solo attraverso il corporeo.
allora in questo senso si può dire che alcuni,forse davvero tanti,hanno perso l'anima?...e cosa davvero comporterebbe una simile perdita?

ci sono alcune frasi sull'anima di cui magari al momento non ci facciamo nemmeno troppo caso...tipo "ha un animo malvagio" oppure "hanno venduto l'animo al diavolo"..al di la del senso figurativo che ne può dare la religione,queste frasi potrebbero invece indicarci qualcosa di più esatto e in realtà più concreto di quanto si immagini e che potremmo arrivare a capire meglio?!
io penso di si..vendere l'anima al diavolo pare appunto indicare la resa,la cessione e lo scambio (parole queste attualissime e strettamente connesse al mercantile)..il diavolo nella sua etimologia significa dividere/separare,percio il male e' essere separati (e il nostro modello sociale ormai esteso a tutti e' proprio un modello di società iper separante ed iper individualista da tutti i punti di vista...e le conseguenze dovrebbero essere già note a tutti)
dunque l'anima fa da ponte e se questa viene in qualche modo a mancare finiamo isolati, (anche e sopratutto un isolamento "ontologico") ed essere separati e' il male.


altre considerazioni (personali) sull'anima;

siete mai entrati in un luogo,che so ospiti in una casa di amici o sconosciuti ed avvertire che quel posto aveva anch'essa un "anima" che ne rifletteva quella dei suoi abitanti?...oppure di guidare un automobile non nostra e avvertire,almeno all'inizio ancora la "presenza" del suo proprietario trasfigurata nel modo come l'auto rispondeva - ma diversamente - ai nostri comandi?

dunque secondo me tutto ha un anima...e' una "presenza" a tutti gli effetti ed averla negata ha equivalso a tutto cio che ho provato a descrivere oltreché al privarsi di una parte fondamentale di noi..

Apeiron

#49
Citazione di: Duc in altum! il 29 Dicembre 2016, 20:18:20 PM** scritto da Apeiron:
CitazioneDetto questo non ho nessun problema con Duc, che rispetto molto (vedi il mio lungo thread sui Dubbi...). Tuttavia se devo convincere uno dell'esistenza dell'anima non posso dire: "l'anima esiste perchè c'è scritto nella Bibbia". Se dico così non si convince nessuno (anche perchè come ho fatto notare ci sono incongruenze che non possono passare inosservate - anche se sono di poco conto...).
Infatti io non ho detto: "...io non solo percepisco la bellezza e la dignità della mia anima, ma ogni giorno sento il bisogno di renderla visibile agli altri attraverso la mia corteccia umana..."
CitazioneMotivo per cui se ci si libera del vincolo del fanatismo anche le parole di un ateo possono "servire il popolo di Dio" e viceversa le parole di un credente possono essere utili all'ateo. Di certo rinchiudersi nei propri dogmi (parlo almeno quelli di secondaria importanza) e vedere chi non li condivide come il "nemico" non mi pare per nulla un atteggiamento cristiano.
Il nemico per un cristiano esiste (eccome se esiste!), ma non è il peccatore, bensì la fonte del peccato. Detto questo, non solo le parole di un ateo possono "servire al popolo di Dio", ma anche e soprattutto le sue opere: "...così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?..." (Gc 2,17-20) - come fa e dice Gino Strada, l'eccezione che conferma la regola.

Caro Duc il mio intervento non era contro nessuno (in particolare non era di certo contro di te! e non prendere questa risposta solo come una risposta verso di te...). Il mio intervento era rivolto a quelli che etichettano fin da subito "l'altro" come il male. E anche qui si potrebbe fare una riflessione interessante. Se davvero dobbiamo credere senza pensare e senza porci domande allora perchè mai esporre qualcun altro al rischio di entrare nella perdizione, cioè non si potrebbe nemmeno fare figli. Infatti sicuramente se avrò un figlio e se lo manderò a scuola si porrà dei dubbi su quello che gli ho detto io e udite udite potrebbe anche convincermi ad abbandonare le mie opinioni. A questo punto c'è la scelta da fare: o torniamo all'isolamento e rigettiamo tutto il "multiculturalismo" in modo da non porci mai alcuna domanda, dire sempre "sì" ad ogni cosa.... Oppure accettiamo il "multi-culturalismo" che riconosco essere difettoso per molti versi (uno dei miei "nemici" è appunto il qualunquismo moderno...) ma a questo punto dobbiamo essere pronti a rivedere la nostra comprensione delle cose. Tutto qua. Metti che io abbia un'interpretazione diversa da quella di un altro sull'anima. Facciamo una discussione e ognuno dei due rimane nella stessa opinione. Cos'ho imparato? Beh almeno ho visto un'altra cultura, un altro pensiero e un altro modo di essere. Ognuno deve essere capito nel suo contesto, ognuno crede a modo suo visto che il rapporto con la spiritualità è personale (per quanto ci piaccia o no siamo unici - e la consapevolezza di essere unici è estremamente "pesante"...). Chiaramente nella discussione possiamo bollare l'altro come eretico e metterlo al rogo, però ecco non mi sembra un gran messaggio d'amore bruciare una persona solo perchè si rapporta alla spiritualità in modo diverso da me (sarei dopotutto simile a un demone...).

Motivo per cui quando ho visto dare del diavolo uno all'altro in questa discussione, scrivere che la società italiana di oggi è peggio del Terzo Reich (!) e che un religioso qua c'è solo per fare proseliti sinceramente mi era venuto fastidio. Particolarmente l'affermazione del Terzo Reich: davvero si crede che la società odierna se accoglie un migrante in quel modo (su cui nemmeno io sono d'accordo) è peggio del nazismo che metteva nella camera a gas l'oppositore politico? Davvero? Ma ci avete vissuto in quei tempi prima di giudicare il nostro? Su che base giudicate? Davvero pensate che allora l'uomo era "migliore"? Se proprio mi sembra che stiamo diventando una società di gente un po' codarda ma anche qui il fatto di essere codardi e timidi ci fa evitare di fare violenza e guerra...

A proposito la sutta dell'elefante e dei ciechi la trovate qui: http://www.canonepali.net/ud/ud6-4.htm
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

giona2068

Citazione di: acquario69 il 30 Dicembre 2016, 05:07:23 AM
quando mi e' venuta l'idea di aprire questa discussione ho pensato due cose; o che sarebbe rimasto più o meno indifferente o che al contrario ne sarebbe nata una discussione accesa e molto particolare :)
forse era pure inevitabile,visto che si tratta dell'anima che rimane qualcosa di indefinibile e che oltretutto non credo se ne parli spesso in giro..e invece secondo me e' venuto il momento di farli uscire di nuovo fuori certi argomenti che per troppo tempo sono stati messi da parte,come se fosse anche questo un sintomo su cui vale la pena di rifletterci ulteriormente.

io penso che si può essere credenti o meno ma forse a qualcuno sarà pure capitato almeno una volta di avvertire una presenza che non sia fisica,ma in genere questa modalità,se così si può dire,viene mortificata o ricacciata indietro,ritenuta più come il prodotto di un pensiero della nostra mente per giunta banale o sul superstizioso...e secondo me solo in parte può riguardare ai sentimenti e le emozioni,che a mio avviso sarebbero più vincolate alle reazioni del corpo

ritengo invece che l'anima sia qualcosa di "sottile",un vero e proprio accesso ad altra dimensione e ad un diverso stato dell'essere che "esce" dall'ambito fisico e più strettamente materiale,e il motivo per cui questo "accesso" viene sempre meno avvertito,o direi meglio conosciuto,sta nel fatto evidente che l'esistenza e' ormai considerata o concepita solo attraverso il corporeo.
allora in questo senso si può dire che alcuni,forse davvero tanti,hanno perso l'anima?...e cosa davvero comporterebbe una simile perdita?

ci sono alcune frasi sull'anima di cui magari al momento non ci facciamo nemmeno troppo caso...tipo "ha un animo malvagio" oppure "hanno venduto l'animo al diavolo"..al di la del senso figurativo che ne può dare la religione,queste frasi potrebbero invece indicarci qualcosa di più esatto e in realtà più concreto di quanto si immagini e che potremmo arrivare a capire meglio?!
io penso di si..vendere l'anima al diavolo pare appunto indicare la resa,la cessione e lo scambio (parole queste attualissime e strettamente connesse al mercantile)..il diavolo nella sua etimologia significa dividere/separare,percio il male e' essere separati (e il nostro modello sociale ormai esteso a tutti e' proprio un modello di società iper separante ed iper individualista da tutti i punti di vista...e le conseguenze dovrebbero essere già note a tutti)
dunque l'anima fa da ponte e se questa viene in qualche modo a mancare finiamo isolati, (anche e sopratutto un isolamento "ontologico") ed essere separati e' il male.


altre considerazioni (personali) sull'anima;

siete mai entrati in un luogo,che so ospiti in una casa di amici o sconosciuti ed avvertire che quel posto aveva anch'essa un "anima" che ne rifletteva quella dei suoi abitanti?...oppure di guidare un automobile non nostra e avvertire,almeno all'inizio ancora la "presenza" del suo proprietario trasfigurata nel modo come l'auto rispondeva - ma diversamente - ai nostri comandi?

dunque secondo me tutto ha un anima...e' una "presenza" a tutti gli effetti ed averla negata ha equivalso a tutto cio che ho provato a descrivere oltreché al privarsi di una parte fondamentale di noi..


Caro Acquario, tu personalmente hai aperto questo topic e lo hai titolato: Senz'anima.
Nel prosieguo del dialogo però non ti attieni alla premessa. Forse intendevi chiederti se l'anima esiste oppure no o forse ti chiedevi se tutti ancora ce l'hanno oppure no? Io dopo per scontato che l'anima esiste, se non esistesse l'anima e fossimo solo materia saremmo tutti uguali nel sentire, nell'amare, nel pensare, nell'ingioire, nell'essere tristi, nell'intelligenza e/o nella stoltezza, ma non è così. Quindi è scontato che l'anima esista. Dobbiamo ora chiederci se tutti ancora l'abbiamo conservata integra oppure se l'abbiamo sporcata, distrutta, cacciata ecc.
Ciò che è stato detto da diversi, cioè che la società è peggiorata negli ultimi tempi, è verità, ma se guardiamo il divenire che ci ha portato ai nostri tempi non possiamo non notare che il progresso economico e tecnologico ha preso il posto del Signore Dio con il  decadimento di ogni valore spirituale e morale. Questo vuol dire che l'uomo non è più lo stesso perché ha perso l'anima che si ribellerebbe al cambiamento se fosse ancora presente. Qualcuno ha menzionato come modo di dire: Ha venduto l'anima al diavolo. Non si tratta solo di modo di dire ma di una verità. Ogni volta che si mette una qualsiasi cosa del mondo al posto del Signore Dio si vende l'anima al diavolo o si fa il patto con lui. Chi vende si priva di quello che vende per incassare il prezzo, in questo caso oggetto della vendita è l'anima. Nel Santo Vangelo è scritto che il Signore Gesù dopo quaranta giorni di deserto fu tentato da satana con la seguente promessa: Se prostrato a terra mi adorerai ti darò tutto quello che è di questo mondo. Il Signore lo mandò via, ma noi quando abbiamo aperto gli occhi al mondo l'abbiamo accolto oppure no? Chi ha accolto il mondo  ha venduto l'anima al diavolo/ha fatto un patto con lui, quindi è senz'anima! La possibilità di recuperarla c'è ma bisogna vedere fino a che si è compromessi.
Per crede nel Signore Dio e nell'esistenza dell'anima  occorre l'anima stessa, quindi chi non crede nel Signore Dio e nell'esistenza dell'anima..............

PS

L'anima che è stata sbalzata via dal corpo con l'inganno è all'inferno anche se il corpo è ancora vegeto. Per questo ci sono gli atei!!!

Sariputra

#51
Citazione di: Apeiron il 30 Dicembre 2016, 10:17:22 AM
Citazione di: Duc in altum! il 29 Dicembre 2016, 20:18:20 PM** scritto da Apeiron:
CitazioneDetto questo non ho nessun problema con Duc, che rispetto molto (vedi il mio lungo thread sui Dubbi...). Tuttavia se devo convincere uno dell'esistenza dell'anima non posso dire: "l'anima esiste perchè c'è scritto nella Bibbia". Se dico così non si convince nessuno (anche perchè come ho fatto notare ci sono incongruenze che non possono passare inosservate - anche se sono di poco conto...).
Infatti io non ho detto: "...io non solo percepisco la bellezza e la dignità della mia anima, ma ogni giorno sento il bisogno di renderla visibile agli altri attraverso la mia corteccia umana..."
CitazioneMotivo per cui se ci si libera del vincolo del fanatismo anche le parole di un ateo possono "servire il popolo di Dio" e viceversa le parole di un credente possono essere utili all'ateo. Di certo rinchiudersi nei propri dogmi (parlo almeno quelli di secondaria importanza) e vedere chi non li condivide come il "nemico" non mi pare per nulla un atteggiamento cristiano.
Il nemico per un cristiano esiste (eccome se esiste!), ma non è il peccatore, bensì la fonte del peccato. Detto questo, non solo le parole di un ateo possono "servire al popolo di Dio", ma anche e soprattutto le sue opere: "...così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?..." (Gc 2,17-20) - come fa e dice Gino Strada, l'eccezione che conferma la regola.
Caro Duc il mio intervento non era contro nessuno (in particolare non era di certo contro di te! e non prendere questa risposta solo come una risposta verso di te...). Il mio intervento era rivolto a quelli che etichettano fin da subito "l'altro" come il male. E anche qui si potrebbe fare una riflessione interessante. Se davvero dobbiamo credere senza pensare e senza porci domande allora perchè mai esporre qualcun altro al rischio di entrare nella perdizione, cioè non si potrebbe nemmeno fare figli. Infatti sicuramente se avrò un figlio e se lo manderò a scuola si porrà dei dubbi su quello che gli ho detto io e udite udite potrebbe anche convincermi ad abbandonare le mie opinioni. A questo punto c'è la scelta da fare: o torniamo all'isolamento e rigettiamo tutto il "multiculturalismo" in modo da non porci mai alcuna domanda, dire sempre "sì" ad ogni cosa.... Oppure accettiamo il "multi-culturalismo" che riconosco essere difettoso per molti versi (uno dei miei "nemici" è appunto il qualunquismo moderno...) ma a questo punto dobbiamo essere pronti a rivedere la nostra comprensione delle cose. Tutto qua. Metti che io abbia un'interpretazione diversa da quella di un altro sull'anima. Facciamo una discussione e ognuno dei due rimane nella stessa opinione. Cos'ho imparato? Beh almeno ho visto un'altra cultura, un altro pensiero e un altro modo di essere. Ognuno deve essere capito nel suo contesto, ognuno crede a modo suo visto che il rapporto con la spiritualità è personale (per quanto ci piaccia o no siamo unici - e la consapevolezza di essere unici è estremamente "pesante"...). Chiaramente nella discussione possiamo bollare l'altro come eretico e metterlo al rogo, però ecco non mi sembra un gran messaggio d'amore bruciare una persona solo perchè si rapporta alla spiritualità in modo diverso da me (sarei dopotutto simile a un demone...). Motivo per cui quando ho visto dare del diavolo uno all'altro in questa discussione, scrivere che la società italiana di oggi è peggio del Terzo Reich (!) e che un religioso qua c'è solo per fare proseliti sinceramente mi era venuto fastidio. Particolarmente l'affermazione del Terzo Reich: davvero si crede che la società odierna se accoglie un migrante in quel modo (su cui nemmeno io sono d'accordo) è peggio del nazismo che metteva nella camera a gas l'oppositore politico? Davvero? Ma ci avete vissuto in quei tempi prima di giudicare il nostro? Su che base giudicate? Davvero pensate che allora l'uomo era "migliore"? Se proprio mi sembra che stiamo diventando una società di gente un po' codarda ma anche qui il fatto di essere codardi e timidi ci fa evitare di fare violenza e guerra... A proposito la sutta dell'elefante e dei ciechi la trovate qui: http://www.canonepali.net/ud/ud6-4.htm

Mi riallaccio a queste considerazioni per sottolineare, se ce ne fosse bisogno ( e da come si sviluppa la discussione mi sembra che ce ne sia...) che ogni spiritualità si fonda su un'esperienza , su un vissuto personale in larga misura incomunicabile. La pretesa umana che esiste una spiritualità universale e la cui fruizione sia alla portata di tutti è fallace. Oltre ai motivi di contesto storico e sociale in cui la determinata persona si trova a vivere ( il cui peso è tutt'altro che indifferente e anzi condiziona la comprensione profonda di forme spirituali non aderenti al contesto sociale ed educativo  in cui è si è vissuto) esistono differenze fondamentali di esperienze. Una storiella illustra in maniera chiara questo problema complesso:
Una carovana avanza lentamente sotto un sole accecante, attraverso un arido deserto. Tra i viaggiatori c'è un americano che, spinto dalla terribile sete, esclama:"Oh, cosa non darei per un bel bicchiere di 'ice-cream soda'!". Un tibetano, che gli è accanto, sente questa osservazione e chiede all'americano:" Che cos'è questo 'ice-cream soda' che tanto desideri?".
"L'ice-cream soda è una bevanda fredda deliziosa!".
"Ha lo stesso gusto del nostro tè al burro quando è freddo?".
"No, assolutamente".
"Ha il sapore del latte freddo?".
"No, non esattamente; un 'ice-cream soda' ha un sapore assai diverso dal semplice latte freddo; può avere una grande varietà di gusti. E poi fa la schiuma".
"Allora, se fa schiuma, ha il sapore della nostra birra d'orzo?".
"No, assolutamente!".
"Con che cosa è fatto?".
"E' fatto con latte, crema, uova, zucchero, aromi, ghiaccio e acqua di soda...".
Il tibetano, sconcertato, non è in grado tuttavia di capire in che modo una così grottesca mistura possa essere una buona bevanda.
In questo modo, la comunicazione diventa estremamente difficile, senza una base comune di esperienza condivisa. Il mondo di Einstein, per es., è molto diverso da quello dell'uomo comune. Se le distanze che separano i "mondi" delle persone sono troppo ampie diventa arduo metterli assieme. Quando Siddhartha, altro esempio, cercò di descrivere la sua Esperienza  al Suo uditorio, Egli presentì questa difficoltà. In molti dei Suoi discorsi, come testimoniano i sutra,  spesso accompagnava le Sue espressioni con un'aria di rassegnazione, a significare che la Sua eseperienza vissuta, la Buddhità, non è qualcosa che si può spiegare con le parole o apprendere, come una formula, con il pensiero. La difficoltà basilare è che noi non siamo partecipi delle esperienza spirituali vissute da Siddhattha , da Yeoshwa o da Mohammed e nello stesso tempo e motivo non partecipiamo delle esperienze spirituali delle altre persone ( per es. degli altri frequentatori di un forum di spiritualità o filosofia... :)).
L'Indescrivibile-Indescrivibile
Spirale permea ciò che non può essere descritto...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

baylham

Domandarsi se un uomo ha l'anima oppure no, oppure se l'ha persa, mi appare una operazione paranoica, rivolta a de umanizzare, o demonizzare appunto, l'altro.

Forse è chi si pone questa domanda che sta diventando disumano, perché non riconosce l'uguaglianza degli uomini, non chi è sottoposto all'indagine.

giona2068

#53
Citazione di: baylham il 30 Dicembre 2016, 11:51:30 AM
Domandarsi se un uomo ha l'anima oppure no, oppure se l'ha persa, mi appare una operazione paranoica, rivolta a de umanizzare, o demonizzare appunto, l'altro.

Forse è chi si pone questa domanda che sta diventando disumano, perché non riconosce l'uguaglianza degli uomini, non chi è sottoposto all'indagine.

Caro mio, la premessa è un'altra: Nessuno può/deve chiedersi se altri hanno l'anima se prima non ha scoperto la propria verità. Chi ha fatto questa esperienza sente il dovere di essere di aiuto a chi fosse in nella condizione di averla persa e a chi non l'ha persa affinché non la perda. Questo è l'amore.
Ciò però non è gradito a chi è sotto il dominio del male perché sconfigge il male stesso.  
Quanto all'uguaglianza degli uomini, è vero che tutti nasciamo uguali, ma è anche vero che, nell'esercizio del libero arbitrio, c'è chi cresce e chi decresce.
Tu stesso distingui quelli che demonizzano e/o disumanizzano e quelli che non lo fanno.
Questo è prò o contro l'uguaglianza nel corso della vita?

Se pensi che sia meglio non conoscere il pericolo, assomigli a chi non vuol saperne di medicina perché porta male.
Se noti bene io non parlo per agli altri tenendomi fuori, ma uso sempre il noi perché parlo per me stesso, innanzitutto.

Apeiron

Citazione di: Sariputra il 30 Dicembre 2016, 11:38:09 AM
Citazione di: Apeiron il 30 Dicembre 2016, 10:17:22 AM
Citazione di: Duc in altum! il 29 Dicembre 2016, 20:18:20 PM** scritto da Apeiron:
CitazioneDetto questo non ho nessun problema con Duc, che rispetto molto (vedi il mio lungo thread sui Dubbi...). Tuttavia se devo convincere uno dell'esistenza dell'anima non posso dire: "l'anima esiste perchè c'è scritto nella Bibbia". Se dico così non si convince nessuno (anche perchè come ho fatto notare ci sono incongruenze che non possono passare inosservate - anche se sono di poco conto...).
Infatti io non ho detto: "...io non solo percepisco la bellezza e la dignità della mia anima, ma ogni giorno sento il bisogno di renderla visibile agli altri attraverso la mia corteccia umana..."
CitazioneMotivo per cui se ci si libera del vincolo del fanatismo anche le parole di un ateo possono "servire il popolo di Dio" e viceversa le parole di un credente possono essere utili all'ateo. Di certo rinchiudersi nei propri dogmi (parlo almeno quelli di secondaria importanza) e vedere chi non li condivide come il "nemico" non mi pare per nulla un atteggiamento cristiano.
Il nemico per un cristiano esiste (eccome se esiste!), ma non è il peccatore, bensì la fonte del peccato. Detto questo, non solo le parole di un ateo possono "servire al popolo di Dio", ma anche e soprattutto le sue opere: "...così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?..." (Gc 2,17-20) - come fa e dice Gino Strada, l'eccezione che conferma la regola.
Caro Duc il mio intervento non era contro nessuno (in particolare non era di certo contro di te! e non prendere questa risposta solo come una risposta verso di te...). Il mio intervento era rivolto a quelli che etichettano fin da subito "l'altro" come il male. E anche qui si potrebbe fare una riflessione interessante. Se davvero dobbiamo credere senza pensare e senza porci domande allora perchè mai esporre qualcun altro al rischio di entrare nella perdizione, cioè non si potrebbe nemmeno fare figli. Infatti sicuramente se avrò un figlio e se lo manderò a scuola si porrà dei dubbi su quello che gli ho detto io e udite udite potrebbe anche convincermi ad abbandonare le mie opinioni. A questo punto c'è la scelta da fare: o torniamo all'isolamento e rigettiamo tutto il "multiculturalismo" in modo da non porci mai alcuna domanda, dire sempre "sì" ad ogni cosa.... Oppure accettiamo il "multi-culturalismo" che riconosco essere difettoso per molti versi (uno dei miei "nemici" è appunto il qualunquismo moderno...) ma a questo punto dobbiamo essere pronti a rivedere la nostra comprensione delle cose. Tutto qua. Metti che io abbia un'interpretazione diversa da quella di un altro sull'anima. Facciamo una discussione e ognuno dei due rimane nella stessa opinione. Cos'ho imparato? Beh almeno ho visto un'altra cultura, un altro pensiero e un altro modo di essere. Ognuno deve essere capito nel suo contesto, ognuno crede a modo suo visto che il rapporto con la spiritualità è personale (per quanto ci piaccia o no siamo unici - e la consapevolezza di essere unici è estremamente "pesante"...). Chiaramente nella discussione possiamo bollare l'altro come eretico e metterlo al rogo, però ecco non mi sembra un gran messaggio d'amore bruciare una persona solo perchè si rapporta alla spiritualità in modo diverso da me (sarei dopotutto simile a un demone...). Motivo per cui quando ho visto dare del diavolo uno all'altro in questa discussione, scrivere che la società italiana di oggi è peggio del Terzo Reich (!) e che un religioso qua c'è solo per fare proseliti sinceramente mi era venuto fastidio. Particolarmente l'affermazione del Terzo Reich: davvero si crede che la società odierna se accoglie un migrante in quel modo (su cui nemmeno io sono d'accordo) è peggio del nazismo che metteva nella camera a gas l'oppositore politico? Davvero? Ma ci avete vissuto in quei tempi prima di giudicare il nostro? Su che base giudicate? Davvero pensate che allora l'uomo era "migliore"? Se proprio mi sembra che stiamo diventando una società di gente un po' codarda ma anche qui il fatto di essere codardi e timidi ci fa evitare di fare violenza e guerra... A proposito la sutta dell'elefante e dei ciechi la trovate qui: http://www.canonepali.net/ud/ud6-4.htm
Mi riallaccio a queste considerazioni per sottolineare, se ce ne fosse bisogno ( e da come si sviluppa la discussione mi sembra che ce ne sia...) che ogni spiritualità si fonda su un'esperienza , su un vissuto personale in larga misura incomunicabile. La pretesa umana che esiste una spiritualità universale e la cui fruizione sia alla portata di tutti è fallace. Oltre ai motivi di contesto storico e sociale in cui la determinata persona si trova a vivere ( il cui peso è tutt'altro che indifferente e anzi condiziona la comprensione profonda di forme spirituali non aderenti al contesto sociale ed educativo in cui è si è vissuto) esistono differenze fondamentali di esperienze. Una storiella illustra in maniera chiara questo problema complesso: Una carovana avanza lentamente sotto un sole accecante, attraverso un arido deserto. Tra i viaggiatori c'è un americano che, spinto dalla terribile sete, esclama:"Oh, cosa non darei per un bel bicchiere di 'ice-cream soda'!". Un tibetano, che gli è accanto, sente questa osservazione e chiede all'americano:" Che cos'è questo 'ice-cream soda' che tanto desideri?". "L'ice-cream soda è una bevanda fredda deliziosa!". "Ha lo stesso gusto del nostro tè al burro quando è freddo?". "No, assolutamente". "Ha il sapore del latte freddo?". "No, non esattamente; un 'ice-cream soda' ha un sapore assai diverso dal semplice latte freddo; può avere una grande varietà di gusti. E poi fa la schiuma". "Allora, se fa schiuma, ha il sapore della nostra birra d'orzo?". "No, assolutamente!". "Con che cosa è fatto?". "E' fatto con latte, crema, uova, zucchero, aromi, ghiaccio e acqua di soda...". Il tibetano, sconcertato, non è in grado tuttavia di capire in che modo una così grottesca mistura possa essere una buona bevanda. In questo modo, la comunicazione diventa estremamente difficile, senza una base comune di esperienza condivisa. Il mondo di Einstein, per es., è molto diverso da quello dell'uomo comune. Se le distanze che separano i "mondi" delle persone sono troppo ampie diventa arduo metterli assieme. Quando Siddhartha, altro esempio, cercò di descrivere la sua Esperienza al Suo uditorio, Egli presentì questa difficoltà. In molti dei Suoi discorsi, come testimoniano i sutra, spesso accompagnava le Sue espressioni con un'aria di rassegnazione, a significare che la Sua eseperienza vissuta, la Buddhità, non è qualcosa che si può spiegare con le parole o apprendere, come una formula, con il pensiero. La difficoltà basilare è che noi non siamo partecipi delle esperienza spirituali vissute da Siddhattha , da Yeoshwa o da Mohammed e nello stesso tempo e motivo non partecipiamo delle esperienze spirituali delle altre persone ( per es. degli altri frequentatori di un forum di spiritualità o filosofia... :)). L'Indescrivibile-Indescrivibile Spirale permea ciò che non può essere descritto...

Sariputra ma dove le trovi queste perle  ;D ?
Totalmente d'accordo. Più infatti mi informo su queste questioni più infatti mi sembra di essere ignorante. Perché? perchè d'altronde come dici tu è l'esperienza ineffabile la questione. Ognuno di noi nasce in una cultura e ogni cultura ha una "modo di vivere" diverso dalle altre. Così a volte giudichiamo l'uomo dell'altra cultura a torto proprio perchè non capiamo il suo contesto (e come dici tu le sue esperienze). Ognuno di noi è unico e questa unictà è dovuta a: le proprie esperienze, la propria cultura, le proprie relazioni interpersonali ecc. Motivo per cui giudicare l'individuo x secondo i nostri pre-concetti è presunzione.
Nota personale: sono una persona molto riflessiva e mi piace stare nella solitudine per certi intervalli di tempo. Ciò mi ha allontanato dalla compagnia delle altre persone e per lungo tempo ho nutrito una sorta di "ostilità" verso di loro perchè semplicemente non capivo le nostre differenze. Con il passare del tempo sono diventato più "tollerante" e mi impegno (ahimé quanto è dura!) a cercare di apprezzarli. Vedo molte persone che le "grandi domande" se le fanno pochissimo mentre io continuo a farmele senza "cavare il ragno dal buco"... Perchè? perchè semplicemente siamo diversi e la diversità la rispetto. Non potrò mai andare io in uno stadio senza farmi rizzare i capelli a sentire le urla eppure sinceramente ho trovate gran brave persone che ci vanno. Viceversa gran pochi che conoscono mi seguono nelle mie "declamazioni filosofeggianti" eppure ho notato che nonostante questa differenza alcuni mi apprezzano, altri no perchè mi ritengono o un eretico o un perdigiorno ecc. E io non apprezzo molte cose degli altri. Così io rimango solo nella mia distanza e nei miei dubbi, circondato da persone secondo cui tutto è ovvio. Io invece nella mia perenne ricerca. Ecco cosa su cui credo tutti qui sono d'accordo: riconoscere l'anima nell'altro significa (almeno) riconoscere che è degno del mio rispetto e che nella sua unicità potrà fare nel modo a lui congeniale il suo apporto a me e agli altri (e idem, si spera, io).
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

baylham

giona2068,

distinguere i capelli neri, la carnagione gialla, un'azione, un carattere di un uomo è possibile quasi a tutti: sono le differenze che distinguono gli uomini, che li identificano. Tuttavia rimangono uomini, ugualmente uomini.

Distinguere gli uomini sulla base di qualcosa che non sai nemmeno se esista, se non in base alla tua fede, è pura paranoia. Tu vedi soltanto la tua fede nell'anima, ma non l'anima.


giona2068

Citazione di: baylham il 30 Dicembre 2016, 15:13:07 PM
giona2068,

distinguere i capelli neri, la carnagione gialla, un'azione, un carattere di un uomo è possibile quasi a tutti: sono le differenze che distinguono gli uomini, che li identificano. Tuttavia rimangono uomini, ugualmente uomini.

Distinguere gli uomini sulla base di qualcosa che non sai nemmeno se esista, se non in base alla tua fede, è pura paranoia. Tu vedi soltanto la tua fede nell'anima, ma non l'anima.

L'anima, chi non l'ha persa del tutto, la sente perché emana amore, pace, gioia, serenità e coraggio, speranza, dolcezza, sapienza, intelligenza ecc.., in una parola vita. Ma fai attenzione, l'anima non ha queste grazie di per sé, le riceve dallo Spirito. Chi ha perso l'anima è tenuto in piedi dall'entità negativa che ha preso il suo posto e codesta entità riceve ciò che appartiene al male: violenza, egoismo, superbia, orgoglio nel senso negativo, disperazione, tirchieria, materialismo ecc...

acquario69

#57
Citazione di: giona2068 il 30 Dicembre 2016, 10:22:14 AM
Forse intendevi chiederti se l'anima esiste oppure no o forse ti chiedevi se tutti ancora ce l'hanno oppure no?

Dobbiamo ora chiederci se tutti ancora l'abbiamo conservata integra oppure se l'abbiamo sporcata, distrutta, cacciata ecc.

la seconda,in entrambi sopra...per il resto condivido anche se avrei usato una maniera diversa per dire le stesse cose...come del resto e' perfettamente normale che sia così :)
e con questo mi riallaccio a quanto dice Sariputra dicendo che la spiritualità sia in larga misura incomunicabile.

da una parte e' sicuramente così,ed ognuno (in aggiunta) lo interpreta pure a modo suo..ma su Dio (per chi l'ha veramente inquadrato,cioè "intravisto") trova sempre il modo di intendersi perché se i sentieri sono molti e anche tanto diversi la vetta pero e' soltanto una

donquixote

Citazione di: Sariputra il 30 Dicembre 2016, 11:38:09 AMMi riallaccio a queste considerazioni per sottolineare, se ce ne fosse bisogno ( e da come si sviluppa la discussione mi sembra che ce ne sia...) che ogni spiritualità si fonda su un'esperienza , su un vissuto personale in larga misura incomunicabile. La pretesa umana che esiste una spiritualità universale e la cui fruizione sia alla portata di tutti è fallace. Oltre ai motivi di contesto storico e sociale in cui la determinata persona si trova a vivere ( il cui peso è tutt'altro che indifferente e anzi condiziona la comprensione profonda di forme spirituali non aderenti al contesto sociale ed educativo in cui è si è vissuto) esistono differenze fondamentali di esperienze. Una storiella illustra in maniera chiara questo problema complesso: Una carovana avanza lentamente sotto un sole accecante, attraverso un arido deserto. Tra i viaggiatori c'è un americano che, spinto dalla terribile sete, esclama:"Oh, cosa non darei per un bel bicchiere di 'ice-cream soda'!". Un tibetano, che gli è accanto, sente questa osservazione e chiede all'americano:" Che cos'è questo 'ice-cream soda' che tanto desideri?". "L'ice-cream soda è una bevanda fredda deliziosa!". "Ha lo stesso gusto del nostro tè al burro quando è freddo?". "No, assolutamente". "Ha il sapore del latte freddo?". "No, non esattamente; un 'ice-cream soda' ha un sapore assai diverso dal semplice latte freddo; può avere una grande varietà di gusti. E poi fa la schiuma". "Allora, se fa schiuma, ha il sapore della nostra birra d'orzo?". "No, assolutamente!". "Con che cosa è fatto?". "E' fatto con latte, crema, uova, zucchero, aromi, ghiaccio e acqua di soda...". Il tibetano, sconcertato, non è in grado tuttavia di capire in che modo una così grottesca mistura possa essere una buona bevanda. In questo modo, la comunicazione diventa estremamente difficile, senza una base comune di esperienza condivisa. Il mondo di Einstein, per es., è molto diverso da quello dell'uomo comune. Se le distanze che separano i "mondi" delle persone sono troppo ampie diventa arduo metterli assieme. Quando Siddhartha, altro esempio, cercò di descrivere la sua Esperienza al Suo uditorio, Egli presentì questa difficoltà. In molti dei Suoi discorsi, come testimoniano i sutra, spesso accompagnava le Sue espressioni con un'aria di rassegnazione, a significare che la Sua eseperienza vissuta, la Buddhità, non è qualcosa che si può spiegare con le parole o apprendere, come una formula, con il pensiero. La difficoltà basilare è che noi non siamo partecipi delle esperienza spirituali vissute da Siddhattha , da Yeoshwa o da Mohammed e nello stesso tempo e motivo non partecipiamo delle esperienze spirituali delle altre persone ( per es. degli altri frequentatori di un forum di spiritualità o filosofia... :)). L'Indescrivibile-Indescrivibile Spirale permea ciò che non può essere descritto...

La spiritualità universale esiste, in occidente si suole definire "philosophia perennis" ed è anche materia di un illuminante saggio di Aldous Huxley. Le religioni di tutti i luoghi e di tutti i tempi sono riconducibili ai medesimi principi di base, variamente espressi a seconda dei contesti. Lo spirito, essendo indivisibile a differenza della materia, non può che essere uno, e dunque anche il medesimo per chiunque. Il fatto che poi la comprensione dei suoi effetti, la sua razionalizzazione ai fini espressivi e comunicativi e la sua evocazione non siano semplici e non possano essere prerogativa di chiunque è cosa del tutto normale, e del resto anche una materia più "umana" come la fisica teorica è accessibile a tutti ma non tutti hanno le capacità di comprenderla nel medesimo modo e soprattutto nel modo corretto. Ma nel caso della fisica esiste un'autorità incontestabile e da tutti riconosciuta che ha l'ultima parola, alla quale chiunque è tenuto ad adeguarsi, mentre nelle cose di spirito ormai questa non esiste più (o meglio ne esistono molte, troppe, tutte in concorrenza fra loro) per cui ognuno andrà, a tentoni, per la propria strada, e la più evidente delle sciocchezze avrà la medesima dignità di un'affermazione indubitabilmente vera.
Per quanto concerne il contesto sociale è indubbio che questo condizioni il modo di pensare, ma chi ha la seria intenzione di perseguire la ricerca della verità dovrebbe poterne prescindere e liberarsi, almeno dal punto di vista intellettuale, da tutti i propri pregiudizi e schemi mentali per poter assumere un punto di vista differente e vedere se questo non lo possa portare più lontano di dove è arrivato finora. E a questo proposito torna d'attualità la stracitata (anche su questo forum) storiella zen della tazza di tè il cui significato bisognerebbe sempre tenere presente ogni volta che si discute di argomenti che possano far vacillare le sovrastrutture da cui dipendono i nostri giudizi. Ogni esperienza spirituale è ovviamente personale, ma questa per poter avvenire necessita di essere stimolata, evocata, incoraggiata da qualcuno che l'abbia già vissuta e possa essere d'aiuto a riconoscerla. Se non fosse così non avrebbe alcun senso l'esistenza di tutti i maestri spirituali della storia dell'uomo e delle loro parole, e se non sbaglio lo stesso Buddha disse che il Dhamma è come una zattera che ti porta sulla riva dello spirito; certo poi bisogna scendere e proseguire da soli e non rimanervici aggrappati, ma la zattera è comunque necessaria per percorrere un tratto del proprio cammino. Lo stesso discorso è valido per qualunque testo sacro, che è comunque indispensabile per intendere la direzione da seguire; cioè, magari non è proprio indispensabile perchè teoricamente una persona può arrivare da sé a comprendere certe cose (come del resto anche tutte le altre), ma questo succede molto di rado, e il testo sacro sarà comunque utile per confrontarlo con ciò che si è compreso.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Sariputra

#59
Citazione di: donquixote il 30 Dicembre 2016, 18:10:50 PM
Citazione di: Sariputra il 30 Dicembre 2016, 11:38:09 AMMi riallaccio a queste considerazioni per sottolineare, se ce ne fosse bisogno ( e da come si sviluppa la discussione mi sembra che ce ne sia...) che ogni spiritualità si fonda su un'esperienza , su un vissuto personale in larga misura incomunicabile. La pretesa umana che esiste una spiritualità universale e la cui fruizione sia alla portata di tutti è fallace. Oltre ai motivi di contesto storico e sociale in cui la determinata persona si trova a vivere ( il cui peso è tutt'altro che indifferente e anzi condiziona la comprensione profonda di forme spirituali non aderenti al contesto sociale ed educativo in cui è si è vissuto) esistono differenze fondamentali di esperienze. Una storiella illustra in maniera chiara questo problema complesso: Una carovana avanza lentamente sotto un sole accecante, attraverso un arido deserto. Tra i viaggiatori c'è un americano che, spinto dalla terribile sete, esclama:"Oh, cosa non darei per un bel bicchiere di 'ice-cream soda'!". Un tibetano, che gli è accanto, sente questa osservazione e chiede all'americano:" Che cos'è questo 'ice-cream soda' che tanto desideri?". "L'ice-cream soda è una bevanda fredda deliziosa!". "Ha lo stesso gusto del nostro tè al burro quando è freddo?". "No, assolutamente". "Ha il sapore del latte freddo?". "No, non esattamente; un 'ice-cream soda' ha un sapore assai diverso dal semplice latte freddo; può avere una grande varietà di gusti. E poi fa la schiuma". "Allora, se fa schiuma, ha il sapore della nostra birra d'orzo?". "No, assolutamente!". "Con che cosa è fatto?". "E' fatto con latte, crema, uova, zucchero, aromi, ghiaccio e acqua di soda...". Il tibetano, sconcertato, non è in grado tuttavia di capire in che modo una così grottesca mistura possa essere una buona bevanda. In questo modo, la comunicazione diventa estremamente difficile, senza una base comune di esperienza condivisa. Il mondo di Einstein, per es., è molto diverso da quello dell'uomo comune. Se le distanze che separano i "mondi" delle persone sono troppo ampie diventa arduo metterli assieme. Quando Siddhartha, altro esempio, cercò di descrivere la sua Esperienza al Suo uditorio, Egli presentì questa difficoltà. In molti dei Suoi discorsi, come testimoniano i sutra, spesso accompagnava le Sue espressioni con un'aria di rassegnazione, a significare che la Sua eseperienza vissuta, la Buddhità, non è qualcosa che si può spiegare con le parole o apprendere, come una formula, con il pensiero. La difficoltà basilare è che noi non siamo partecipi delle esperienza spirituali vissute da Siddhattha , da Yeoshwa o da Mohammed e nello stesso tempo e motivo non partecipiamo delle esperienze spirituali delle altre persone ( per es. degli altri frequentatori di un forum di spiritualità o filosofia... :)). L'Indescrivibile-Indescrivibile Spirale permea ciò che non può essere descritto...
La spiritualità universale esiste, in occidente si suole definire "philosophia perennis" ed è anche materia di un illuminante saggio di Aldous Huxley. Le religioni di tutti i luoghi e di tutti i tempi sono riconducibili ai medesimi principi di base, variamente espressi a seconda dei contesti. Lo spirito, essendo indivisibile a differenza della materia, non può che essere uno, e dunque anche il medesimo per chiunque. Il fatto che poi la comprensione dei suoi effetti, la sua razionalizzazione ai fini espressivi e comunicativi e la sua evocazione non siano semplici e non possano essere prerogativa di chiunque è cosa del tutto normale, e del resto anche una materia più "umana" come la fisica teorica è accessibile a tutti ma non tutti hanno le capacità di comprenderla nel medesimo modo e soprattutto nel modo corretto. Ma nel caso della fisica esiste un'autorità incontestabile e da tutti riconosciuta che ha l'ultima parola, alla quale chiunque è tenuto ad adeguarsi, mentre nelle cose di spirito ormai questa non esiste più (o meglio ne esistono molte, troppe, tutte in concorrenza fra loro) per cui ognuno andrà, a tentoni, per la propria strada, e la più evidente delle sciocchezze avrà la medesima dignità di un'affermazione indubitabilmente vera. Per quanto concerne il contesto sociale è indubbio che questo condizioni il modo di pensare, ma chi ha la seria intenzione di perseguire la ricerca della verità dovrebbe poterne prescindere e liberarsi, almeno dal punto di vista intellettuale, da tutti i propri pregiudizi e schemi mentali per poter assumere un punto di vista differente e vedere se questo non lo possa portare più lontano di dove è arrivato finora. E a questo proposito torna d'attualità la stracitata (anche su questo forum) storiella zen della tazza di tè il cui significato bisognerebbe sempre tenere presente ogni volta che si discute di argomenti che possano far vacillare le sovrastrutture da cui dipendono i nostri giudizi. Ogni esperienza spirituale è ovviamente personale, ma questa per poter avvenire necessita di essere stimolata, evocata, incoraggiata da qualcuno che l'abbia già vissuta e possa essere d'aiuto a riconoscerla. Se non fosse così non avrebbe alcun senso l'esistenza di tutti i maestri spirituali della storia dell'uomo e delle loro parole, e se non sbaglio lo stesso Buddha disse che il Dhamma è come una zattera che ti porta sulla riva dello spirito; certo poi bisogna scendere e proseguire da soli e non rimanervici aggrappati, ma la zattera è comunque necessaria per percorrere un tratto del proprio cammino. Lo stesso discorso è valido per qualunque testo sacro, che è comunque indispensabile per intendere la direzione da seguire; cioè, magari non è proprio indispensabile perchè teoricamente una persona può arrivare da sé a comprendere certe cose (come del resto anche tutte le altre), ma questo succede molto di rado, e il testo sacro sarà comunque utile per confrontarlo con ciò che si è compreso.

Se anche esistesse qualcosa come una "filosofia perenne", questa sorta di corrente mistica trasversale a tutte le forme umane di spiritualità, le sue realizzazioni resterebbero incomunicabili. Su quale base si potrebbe sostenere una simile ipotesi, visto che non è possibile comunicare con il linguaggio l'esperienza viva dell'Indescrivibile-Indescrivibile? Alla fine cosa resterebbe di una simile teoria sottoposta al vaglio della logica? Come possibile argomentare che l'esperienza vissuta da Maister Eckhart sia comune a quella, per esempio, di Hui Neng, come sostiene Huxley ( ma prima di lui Steuco e Leibniz mi sembra) ? Forse può essere qualcosa più che non una speranza, un desiderio umano di sintesi, che tenta di trovare e conciliare un punto di comunione tra intuizioni a volte radicalmente opposte? C'è sicuramente invece, a parer mio, una comune esigenza, un comune sforzo. Se prendiamo i protagonisti della storiella, l'americano e il tibetano, potremmo dire che entrambi soffrono la sete e che entrambi anelano a qualcosa che possa dissetare. Quel qualcosa però, l'esperienza di quello che sanno poterli dissetare, non possono/riescono a comunicarla tra loro. Nel caso della storia raccontata , tutto sarebbbe stato più semplice se l'americano avesse esclamato:"Oh, desidero un bel bicchiere d'acqua fresca" trovando un punto di contattto con l'esperienza del tibetano. E il desiderare entrambi la stessa acqua avrebbe rivelato la comune necessità, ma non la comune sensazione prodotta dall'acqua fresca nel corpo di ognuno; sensazione che rimarrebbe incomunicabile in senso ultimo, ma comunicabile solo in senso convenzionale ( con termini come :'rinfrescante' o 'deliziosa', ecc.). Tra l'altro la filosofia perenne intenderebbe dimostrare che , in ogni forma religiosa, è presente lo stesso anelito al divino e  vorrebbe scoprire nell'anima umana qualcosa di simile, o addirittura uguale a Dio. Huxley però dimentica che esistono forme di spiritualità ( e di mistica) che rifiutano l'idea di un'anima sostanziale e di un Dio simile o uguale ad essa ( in primis il buddhismo stesso...) e che anzi vedono nell'assunzione di simili teorie la base dell'inganno umano che porta alla sofferenza. Mi chiedo poi: ma dove risiede questa necessità di trovare una filosofia perenne? Un desiderio di "globalizzazione" anche dell'esperienza spirituale?  Per trovare un simile risultato dobbiamo sfrondare tutti gli alberi spirituali del loro vario fogliame e così facendo arrivare a dire che hanno il tronco simile. Ma così facendo ogni albero perderebbe pure la sua singolarità e la sua Bellezza, che lo rende prezioso e che rende prezioso il Giardino dell'Uomo! Non si risolve certo l'aspetto conflittuale dell'esistenza umana sostituendo le molteplici forme spirituali con una  superiore spiritualità onnicomprensiva, su base sostanzialmente puramente etica . Si dovrebbe invece, a mio parere, arrivare ad amare, e tollerare quindi, ogni "cammino" con il suo unicum che lo rende prezioso e che arricchisce di infinite prospettive la dimensione spirituale dell'uomo. A nessuno verrebbe in mente di sostenere che necessitiamo di una filosofia uguale per tutti ( Nietzsche e Tommaso d'Aquino che ballano insieme...); allo stesso modo che impoverimento avremmo da una spiritualità raccomandata per tutti? Si ridurrebbe veramente, a quel punto, al "volemose ben" e poco altro...
E' proprio il fatto che ogni cammino spirituale sia personale e incomunicabile nelle sue realizzazioni che rende preziosa e "sacra"  la spiritualità, sacra come la persona in cammino. Se anche la Vetta è Una, l'esperienza della vetta è indescrivibile e su questa esperienza il teorizzare qualunque cosa ( anche che sia comune a tutti i sentieri) è un esercizio vano, a parer mio.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.