Secondo voi esiste davvero il diavolo?

Aperto da Socrate78, 03 Aprile 2018, 13:47:35 PM

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Socrate78

Come da titolo, secondo voi può esistere veramente un essere ( o più entità) spirituale malvagio, distruttore e all'origine del male soprattutto morale e della cattiveria umana? Oppure si tratta solo di inganni creati ad arte dai sacerdoti di tutte le religioni per tenere sottomessi i fedeli e manipolarli? In effetti leggendo le testimonianze di alcuni preti esorcisti (Padre Amorth in primis) si può notare come il presunto diavolo avrebbe (il condizionale è d'obbligo) espresso alcune rivelazioni su realtà spirituali, dichiarando ad esempio che l'Inferno non sarebbe stato pensato da Dio ma appunto dai demoni oppure (in altre occasioni) dichiarando che la spaccatura storica della cristianità (Riforma protestante) sarebbe stata da lui voluta per creare caos minando il principio d'autorità. Voi come vi ponete nei confronti di un'ipotetica realtà spirituale demoniaca? Credete che tutte le testimonianze degli esorcismi siano dei falsi o frutto di suggestione oppure ammette che possa esserci del vero? Io sinceramente tendo a credere che molte di quelle testimonianze potrebbero essere false, ma mi è difficile credere che sia tutta una gigantesca impostura.

bluemax

No. Non puo' esistere...

O meglio... 

siccome qualcosa "ESISTE" se ha delle "influenze" con altro... (detto in pochissime parole) l'inferno esiste sino a quando qualcuno ci crede (influenzando il suo pensiero). 
quindi esiste come IDEA ma non puo' esistere come REALTA'... 

vabbè... scritto male e detto in poche parole perchè sono a lavoro e la domanda mi ha incuriosito :)

ciao

Socrate78

Sinceramente questa risposta non mi convince molto. Perché l'Inferno non può esistere come realtà? Se esiste l'anima l'inferno potrebbe essere una condizione in cui la stessa si troverebbe se nega e rifiuta qualsiasi bene e imposta la sua vita nell'odio, alla morte finirebbe non tanto in un luogo (Inferno), ma in una condizione di angoscia, di male, rifiutando pervicacemente il bene perché amerebbe il male e lo preferisce. Ovvio che se siamo solo materia allora non c'è nemmeno il Paradiso. A me sembra che si tendono a negare a priori determinate cose bollandole come "cretinate" perché in fondo se ne ha paura e quindi l'uomo vuole credere in ciò che è di per sé gradevole, piacevole, eliminando istintivamente tutto ciò che è brutto, negativo e terribile.  Per quanto riguarda invece le testimonianze legate al mondo dell'occulto e degli esorcismi, normalmente si tende a spiegare tutto in termini di suggestione o mistificazione, ma anche qui non si spiegherebbe razionalmente, per esempio, come mai alcuni presunti "indemoniati" durante gli esorcismi parlerebbero in lingue straniere che non hanno mai imparato in vita oppure mostrerebbero la conoscenza di cose occulte: l'unica spiegazione possibile secondo me è che si tratti appunto di testimonianze FALSE, altrimenti è inspiegabile.

bluemax

beh... io posso solo risponderti per quel che riguarda il mio percorso ossia quello buddista. Quindi non prendertela se vedi qualche attacco alla tua religione, non è mia intenzione :)

L'inferno, per il Buddhismo, è semplicemente uno dei vari stati di esistenza nel quale può rinascere un flusso di coscienza. 
Non è un "posto" ne tanto meno puo' essere una condizione "eterna" in quanto ogni causa che genera un effetto è destinata a mutare e quindi impossibile che una qualsiasi esistenza, anche se malvagia, possa generare un effetto ETERNO quale l'inferno dantesco. (e detto tra noi non sarebbe nemmeno giusto :D )

L'inferno è più uno stato "mentale" dominato dalla sofferenza e dall'odio.
(Basta aver avuto una volta sola rabbia, odio, rancore per sapere che l'inferno c'è, e che dura tutta l'eternità. eternità che si dissolve al cessare delle cause e condizioni che hanno generato lo stato di inferno nell'assieme) [va capita].

Per noi buddisti in fondo l'inferno lo stiamo già sperimentando. Ci siamo in mezzo ed adoriamo starci in quanto "desideriamo" rinascerci, anche se possiamo accorgercene solo dopo una analisi piu' profonda, ma questo è altro capitolo.

La principale impronta karmica che causa la rinascita in uno stato "infernale" (o meglio con una mente attratta da odio, rabbia e rancore) è appunto l'odio. Ognuno vive in questa dimensione (samsara) ma ognuno percepisce la realtà in base alla propria mente che è diversa per tutti. (ad esempio in uno stesso luogo, tipo una spiaggia, ci saranno persone che vedono un paradiso, altre che vedono un inferno di posto. La spiaggia è la stessa per tutti... ma è la mente che la percepisce in modo differente :) )

Le differenze con l'inferno cristiano...è che non si sperimenta l'inferno a causa di una punizione divina, non esiste alcuna divinità, ma per la MATURAZIONE del proprio karma "negativo" (notare le virgolette in quando la definizione di positivo o negativo è tutta occidentale), e lo stato infernale non ha durata eterna ma dura solo sino a quando ci sono CAUSE e CONDIZIONI Che lo hanno generato. 

L'inferno secondo il buddhismo è anche "interpretato" come uno stato di sofferenza mentale che si sperimenta a causa dell'odio in questa stessa vita. In realtà tutti e sei i regni di esistenza del buddhismo (regno infernale, regno dei preta, regno animale, regno umano, regno semi-divino, regno divino) possono essere visti sia come stati mentali del samsara che si sperimentano post-mortem, sia come stati mentali che la mente samsarica sperimenta in vita. In particolare Allo stato di essere infernale è associato l'odio, allo stato di preta (spirito avido) l'avidità, a quello animale l'ottusità mentale, allo stato umano il desiderio, a quello semi-divino l'invidia, allo stato divino la superbia.

ciao :)

Socrate78

La superbia sarebbe positiva nel buddismo quindi? Uhmm, chi è superbo però tende anche a disprezzare gli altri perché si crede superiore e ha un'eccessiva autostima, quindi la superbia stessa può portare a sentimenti negativi e che sono un ostacolo alla crescita morale.

Apeiron

#5
Citazione di: Socrate78 il 06 Aprile 2018, 20:13:16 PMLa superbia sarebbe positiva nel buddismo quindi? Uhmm, chi è superbo però tende anche a disprezzare gli altri perché si crede superiore e ha un'eccessiva autostima, quindi la superbia stessa può portare a sentimenti negativi e che sono un ostacolo alla crescita morale.

No, non è considerata una qualità positiva. Al massimo ci sono qualità peggiori, ma di certo non è una qualità positiva per quanto risulta a me.

Nel buddhismo un comportamento virtuoso tende a dare effetti positivi (tra i quali la rinascita nei reami dei "devas"). Tuttavia ogni reame di rinascita non è eterno e quindi in ultima analisi non c'è liberazione dalla sofferenza nemmeno nei reami "divini" (tradurre "deva" con "dio" però può essere fuorviante visto che i "deva" non sono immortali e nemmeno "onniscienti") e anzi il "benessere" presente in tali reami fa in modo che il "deva" si creda libero dalla sofferenza, quando in realtà non lo è. Per praticare il sentiero che conduce alla liberazione della sofferenza il reame umano è visto come il migliore perchè siamo consapevoli sia del piacere che della sofferenza e inoltre abbiamo una relativa autonomia. Tuttavia a priori anche i deva possono fare progressi nella pratica, però come dicevo prima, il "benessere" che c'è in quei piani di esistenza ostacola la pratica.

Proprio questo "benessere" tende a far credere ai "deva" di essere liberi e "saggi" quando in realtà non lo sono (in genere - a parte qualche eccezione* - in molte filosofie indiane i "deva" sono visti come esseri virtuosi, tuttavia non sono visti come "saggi". Nel buddhismo, ad esempio, il Buddha è visto come "maestro di uomini e devas".). In questo senso si può parlare di superbia:in genere i devas non riconoscono la loro limitatezza e a volte credono di avere più "qualità positive" di quelle che hanno (socraticamente potremmo dire che credono di sapere ciò che in realtà non sanno).

*se non erro Mara - il "Maligno" o il "Re della morte" -  è un "deva" che nel suo reame gode di molti piaceri. Nei discorsi buddhisti è rappresentato come il "tentatore". Ma da quanto mi risulta la maggior parte dei deva sono esseri virtuosi, con qualità positive (per esempio la gentilezza, la benevolenza, l'astinenza dall'odio e così via...).
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Apeiron

Giusto per fare una precisazione:
"mana" è il termine utilizzato per indicare la "presunzione" e quindi anche la superbia visto che la superbia è "credersi superiori".  Mana è esplicitamente classificato tra gli stati mentali "negativi".

Da tenere in considerazione ci sono anche, giusto per fare un esempio, l'ahirika (mancanza di coscienza morale) e all'attoppata (mancanza di "prudenza", nel senso che non si ha più il "timore" delle conseguenze delle proprie azioni malvagie), considerati ovviamente negativi, che possono nascere dalla superbia, dal credersi superiori, dalla presunzione ecc
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

anthonyi

Ciao Socrate78,
da oltre 10 anni mi confronto con un problema di "infestazione malefica".
Per chi non crede nella spiritualità la mia esperienza può essere interpretata come un problema psichiatrico.
In passato, cercando di razionalizzare la sofferenza che vivevo, pensavo d'altronde di essere affetto da una depressione bipolare, i sintomi che avevo, infatti, mi riportavano a questa interpretazione.
Tutto cambia dall'estate 2007 quando qualcuno riesce a convincermi a frequentare un corso per la Cresima, con ingegnosi argomenti dialettici visto che io di rapporti con i sacramenti non volevo sentirne parlare. Il confronto con quegli argomenti diventa esplosivo nella mia testa, ricordo in particolare una sera nella quale a seguito di una semplice canzoncina fatta per i bambini si innestò alla base sinistra del mio collo un nodo muscolare molto doloroso che fu il primo segno della reazione di questa cosa che era ed è nella mia testa.
Ad ottobre dello stesso anno fui esorcizzato e da allora per un lungo periodo ho vissuto un'esperienza che ho definito dello ying e dello yang per rappresentare come mi sentivo sballottato.
Progressivamente, soprattutto per effetto della preghiera, la forza di questa cosa si è allentata, continuo a sentirne quotidianamente il sibilo nella mia testa, ma non ha più la forza di iniettare come nel passato, pensieri depressivi (tipo desideri di suicidio), o pensieri blasfemi (Questi in verità li ho vissuti solo nel periodo dello ying-yang, mentre quegli altri hanno semplicemente fatto parte della mia vita fino ad alcuni anni fa).
Quello che ha ancora il potere di fare, questa cosa, è produrre delle smorfie compulsive, urli muti, e qualche volta non muti (Questa è una cosa particolare perché questa cosa sembra avere un potere di intervenire sui muscoli del collo e della testa ma molto meno sulle altre parti per cui la faccia si predispone all'urlo ma il diaframma non collabora mandando aria) e questo quasi sempre come reazione a un qualche confronto con la sacralità.
Io non so cosa sia questa cosa, quello che so è che certi strumenti nel mio caso hanno funzionato anche se i tempi tecnici non rispettano certo le esigenze cinematografiche dei film. Io interpreto le cure religiose che utilizzo un po' come le pillole per la pressione, devi continuare a prenderle ogni giorno, e se salti un giorno può essere pericoloso. Mi sono convinto che questa cosa non può essere scacciata, ma controllata si.
Non mi convince la tesi, che da qualche parte ho letto nel 3D, che il Demonio sia stato inventato dai preti, in realtà la gran parte di quelli con cui mi sono confrontato erano disagiati dalla situazione e mi sono apparsi abbastanza ignoranti al confronto con l'esperienza diretta che ho maturato. In effetti a parte 3 preghiere di liberazione e l'esorcismo nel 2007, direi che il resto me lo sono gestito da solo e dopo un certo periodo ho smesso di partecipare alla Messa preferendo seguirla per televisione. Oltretutto i problemi spirituali sono rilevati in tutte le culture umane, anche in quelle animistiche che non hanno divinità ma temono gli spiriti maligni.

Un saluto

Socrate78

Guarda, ti consiglio di recitare spesso il Rosario, è un toccasana per la spiritualità e anche per eliminare appunto determinati disturbi o possibili vessazioni malefiche. Per il resto ti auguro di cuore che questi disturbi di qualunque origine siano abbiano presto a cessare e anzi pregherò per te. Un caro saluto.

Angelo Cannata

Citazione di: Socrate78 il 03 Aprile 2018, 13:47:35 PMCome da titolo, secondo voi può esistere veramente un essere ( o più entità) spirituale malvagio, distruttore e all'origine del male soprattutto morale e della cattiveria umana?
Secondo me il vero problema, di fronte a certe questioni del genere, è fare attenzione ai criteri, agli atteggiamenti con cui si intende affrontarle. In proposito mi sembra di osservare spesso diversi errori.

Un primo errore è dunque proprio quello di buttarsi nella questione senza esaminare prima i criteri e gli atteggiamenti con cui la si vuole affrontare.

Un secondo errore è quello della chiusura mentale, cioè della mancanza di confronto con la ragione e il senso critico. Ragione e senso critico sono pieni di difetti, non possono essere assunti come fonte della verità, ma non per questo sono interlocutori trascurabili. Sappiamo che ragione e senso critico non devono farci disprezzare le manifestazioni umane che non riusciamo a comprendere. Ad esempio, se dovessimo agire sempre e solo guidati da ragione e senso critico, l'arte non esisterebbe e con essa tantissime altre espressioni della ricchezza umana. Ma un artista non può permettersi di rinunciare alla ragione, altrimenti non sarebbe più neanche un artista. Dunque è necessario mantenere sempre vivo il sospetto, la critica (pur senza consegnare ad essi il senso della nostra esistenza), chiedendoci, ad esempio: esistono elementi che facciano pensare che si tratti di invenzioni umane? Esistono condizionamenti storici, geografici, culturali, psicologici, che possono aver determinato i nostri modi di immaginare il diavolo e le possibilità della sua esistenza?

Un terzo errore consiste nel trascurare la forza orientativa di qualsiasi domanda che ci poniamo. Porsi una domanda non è un atto innocente. Una domanda può contenere presupposti, preconcetti, che passano inosservati perché vengono dati per scontati all'interno della domanda. Un esempio tra i più elementari, tanto per rendere l'idea, è il trucchetto di chiedere a uno "Come mai sei nervoso?": la domanda contiene un realtà un'affermazione, perché parte dal presupposto, dato per scontato, che l'interrogato sia nervoso, con lo scopo magari di riuscire a farlo innervosire davvero e dimostrare così che la domanda era giusta. La domanda se esista il diavolo contiene anch'essa un sacco di affermazioni date per scontate e che quindi orientano la risposta senza farsene accorgere: si dà per scontato che esistere significhi qualcosa di chiaro, che la parola "diavolo" abbia un significato abbastanza definito, che non ci sia troppo bisogno di appellarsi alla storia, ai nostri condizionamenti, a complicazioni di ogni sorta, ecc.
Una domanda porta con sé anche una forza di convogliare l'interesse verso qualcosa, verso un modo di porsi gli interrogativi, distogliendolo, di conseguenza, dal resto. In questo senso si dovrebbe anche tener presente che porsi una domanda qualsiasi comporta un atto di responsabilità verso il modo in cui stiamo impiegando il pochissimo tempo che abbiamo nella nostra vita: siamo sicuri che si tratti di domande che valgono il tempo necessario ad affrontarle, che aiutino ad allargare gli orizzonti, ad arricchire le nostre aperture culturali, a crescere e far crescere? In questo senso porre una domanda significa esprimere delle preferenze sulle questioni di cui intendiamo occuparci, sui modi con cui pensiamo di affrontarle e sulla nostra predisposizione ad occuparci dell'esame di questi modi. In altre parole, una domanda rivela una cultura, un modo di essere, di vivere, di interessarsi.

Un altro errore che spesso si commette nel ragionare è andare per alternative e perdere di vista che spesso si tratta di gestire le misure. Cioè, in molti casi non si tratta di chiedersi se una cosa sia vera o no, ma quanta verità ci possa essere in essa e di che tipo. Così, anche in confronto al senso critico o al confronto con i diversi modi con cui la domanda può essere affrontata, ci si può chiedere con quanto senso critico la stiamo affrontando o, ad esempio, quanto spazio, nel rispondere alla domanda, stiamo dedicando all'attenzione verso le culture umane, le scienze, i risultati degli studi antropologici, ecc.

Tutto ciò può essere espresso più in breve in questo modo: è bene stare attenti, perché una semplice domanda, anche quando nasce interiormente, nel pensare silenzioso tra sé e sé, può servire ad allargarci gli orizzonti oppure a farci mettere, anche progressivamente, dei paraocchi; tutto dipende da come la affronteremo.

Il popolino non ha tempo e modo di esaminare queste cose ed è così che spesso si ritrova vittima di impoverimenti mentali progressivi.

anthonyi

Citazione di: Socrate78 il 07 Aprile 2018, 22:30:35 PM
Guarda, ti consiglio di recitare spesso il Rosario, è un toccasana per la spiritualità e anche per eliminare appunto determinati disturbi o possibili vessazioni malefiche. Per il resto ti auguro di cuore che questi disturbi di qualunque origine siano abbiano presto a cessare e anzi pregherò per te. Un caro saluto.

Ciao Socrate78,
ti ringrazio per l'augurio, comunque se sono nelle condizioni di discutere serenamente di queste cose (In passato non lo avrei potuto fare) è chiaro che certi strumenti (Rosario, Coroncina divina misericordia) li ho usati e li uso. Comunque ti ripeto il concetto da me espresso che è purtroppo in contraddizione con questo augurio, il male non può essere scacciato, però può essere controllato, e con controllo si intende anche una gestione di quelle reazioni, smorfie, urli muti e altro, che sfogano di fuori delle tensioni che continuamente si creano dentro la testa. E' un po' come la pentola a pressione dove la valvola ogni tanto sbuffa vapore per ridurre la pressione che altrimenti la farebbe esplodere.
Un saluto.

Sophia75

Ciao Socrate 78, ho letto il tuo quesito e le risposte che sono state date, ma riprendo da quel che hai detto nel primo post.
La tua domanda è apparentemente semplice, perché parte da considerazioni implicite, non del tutto coscienti diciamo, sulla natura del mondo e delle cose spirituali.
Dal mio punto di vista, il diavolo esiste perché noi gli abbiamo dato vita, ma questo non significa che il non pensarlo sia sufficiente a farlo sparire. Il pensiero umano, come hanno detto altri, genera la realtà e soprattutto larve di sé stesso. Queste larve a loro volta acquistano vita propria, e sono sostenuta dal pensiero di chiunque vi dedichi (in positivo o in negativo, rifiutandole o cercandole) le proprie energie.

Socrate78

@Sophia: Non sono molto d'accordo con il fatto che il pensiero umano sia in grado di generare la realtà (?!), infatti io posso pensare intensamente ad un drago, ma i draghi non per questo esistono o appaiono, come anche io posso pensare che tutto nella mia vita mi andrà bene perché esiste un Dio d'amore, ma purtroppo mi possono succedere tantissime cose negative. In questi casi puoi vedere come il pensiero non genera proprio nulla.
A questo proposito quando Padre Pio fu ricevuto da Padre Gemelli, che era scettico sulle stigmate che Padre Pio aveva, ecco che Padre Gemelli gli disse: "Lei è un isterico che pensando intensamente alla Passione di Cristo si è fatto venire le stigmate!", allora Padre Pio sarcastico: "Allora lei pensi intensamente di essere un bue, vedrà che le spunteranno le corna!".
La psicologia non può spiegare molte cose a mio modesto parere, anche il concetto di inconscio è molto nebuloso e si tratta di teorie che cambiano molto da uno psicologo ad un altro: tornando al tema di partenza secondo me rimane assai difficile da spiegare come una persona che non conosce una determinata lingua la parli durante un rito esorcistico, oppure come, sempre nelle stesse situazioni, una persona di scarsa cultura si esprima  con assoluta proprietà di linguaggio e conosca precisamente fatti storici legati alla storia della Chiesa e li citi con dovizia di particolari. Non trovi che sia quantomeno strano?

green demetr

Sono d'accordo con Antony e Sophia75.

Purtroppo non ho il potere di percepirlo nelle intuizioni (la mia magia è destinata ad altro), ma sono molto interessato dalle sue manifestazioni.

Conosco un paio di persone che hanno a che fare con LUI.
Entrambe hanno problemi depressivi.

Sarebbe interessante constatarlo nei soggetti schizofrenici.

In effetti ho il terrore di perdere il controllo.(quindi ormai tento di evitarlo).

Allo stato attuale delle mie conoscenze, si tratta della proiezioni fantasmatica che diventa fantasma.

Ossia del doppio che diventa doppio.

Come sappiamo la derivazione latina di diavolo è diabolus, ossia il DOPPIO.

Più precisamente si dice che il diavolo si veda allo specchio.

E infattti a mio parere è proprio così, allorquando cadiamo nella trappola di pensarci altro da quello che siamo, diveniamo deboli, siamo nel momento di massimo fragilità del pensiero.

E' allora che il diavolo si impossessa di noi.

Egli diventa reale, quando presi dal suo terrore gli permettiamo di guardare dentro se stesso.

Il terrore che diventa consapevole di se io credo sia il DIAVOLO. (in realtà siamo noi che ci guardiamo allo specchio come se fossimo altra cosa da noi stessi, per questo ipotizzo che la psichiatria parla di bipolarismo, non conosco la faccenda, ma mi pare abbia senso).

Come dice antony una volta che ha preso vita, non ce se ne può sbarazzare.

Per questo è presente come forza paranoica, e quindi porta alla depressione.

Per poterne uscire, non rimane che come antony molto bene ha precisato, far del nostro meglio per conviverci.

Se la depressione è la coperta che ci portiamo dentro, il diavolo è il mostro seduto sulla nostra spalla.
In entrambi i casi si deve trovare qualcosa che ci porti avanti, una disciplina, una routine.

Credo che il rosario possa essere molto utile dunque.

Le mie però sono solo considerazioni: ci tengo a precisarlo!!!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

acquario69

Secondo me il "diavolo" viene ad esistere (o si manifesta) nel momento in cui ci sentiamo separati da tutto il resto..poiche in realtà siamo UNO (moltitudine in UNO,come dice bene Sophia)
L'etimo della parola non a caso significa separare, dividere..e' l'IO che disconosce la sua vera essenza e che fa parte integrante dell'intero UNI-verso,dove infatti e' tutto interconnesso simultaneamente.


Ora basta moltiplicare tutti questi IO separati per altrettanti miliardi che popolano attualmente la terra e questa diventa appunto l'inferno!

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