"Sator opera tenet arepo rotas"

Aperto da Eutidemo, 14 Aprile 2023, 10:10:41 AM

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Eutidemo

Le parole in questione costituiscono il famoso "Quadrato Sator", che, ormai da millenni, affascina tutti gli enigmisti; la sua particolarità, è che si può leggere in tutti i sensi, da destra a sinistra, da sinistra a destra, dall'alto in basso e dal basso in alto.
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Esso appare per la prima volta, almeno archeologicamente, a Pompei, inciso nella scanalatura di una colonna della Grande Palestra accanto all'Anfiteatro di Pompei; e, quindi, tale graffito è di sicuro contemporaneo o precedente il 79 d.c.
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Successivamente, esso apparve in moltissimi altri luoghi (solitamente religiosi):
- su una lapide esterna alla chiesa di San Lorenzo, a Rochemaure;
-  nel duomo di Sant'Orsa, ad Aosta ;
-  presso Castel Meraccio, a Bolzano;
-  nella pieve di San Giovanni, in provincia di Cremona;
- nella chiesa di San Michele, in provincia di Verona;
- nella chiesa di "Santa Maria in Plebis Flexiae", ad Ancona;
-  nel duomo di Santa Maria Assunta, a Siena;
- nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma.
ecc.ecc.
Ma si trova incastonato anche nelle mura di antiche case private, su incunaboli, libri, monili e soprammobili.
Insomma, un po' dappertutto!
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Cosa significa(va)?
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Per capire il senso una frase, per prima cosa occorre ovviamente comprendere il significato delle parole che la compongono.
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LE PAROLE
Nel caso in esame, quattro parole hanno un significato ben noto:
1) SATOR = seminatore, contratto,  al nominativo (quindi è senz'altro il soggetto della frase).
2) OPERA = opera, lavoro, attività ecc., che potrebbe essere tanto al nominativo, quanto al dativo o all'ablativo (che è senz'altro il più probabile).
3) TENET = tiene, mantiene e simili, alla terza persona singolare dell'indicativo del verbo tenere.
4) ROTAS = ruote, all'accusativo plurale.
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Una parola, invece, ha un significato alquanto oscuro:
5) AREPO (?)
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Però, considerato il soggetto della frase (il seminatore), "arepo" potrebbe avere affinità con:
a) "arepennis", sostantivo maschile latino, che indicava una misura agraria corrispondente a mezzo iugero.
b) "ἅρπη" (arpe),  sostantivo maschile greco, che indicava  l'attrezzo che oggi si chiama "roncola".
c) "arepos"  sostantivo maschile celtico, che indicava  una sorta di "aratro a ruote" in uso nei pressi di Lione.
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LA FRASE
Le cinque parole di cui sopra, compongono una "frase palindromica"; la quale, cioè, letta in senso inverso, mantiene immutato il suo significato (quale che esso sia).
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Ma la cosa ancora più singolare, è che tale "frase palindromica" è composta:
a)
Da una sola "parola palindromica", pure lei, la quale,  letta in senso inverso mantiene immutato il suo significato:
TENET.
Inoltre tale "parola palindromica" è al centro del quadrato, e ha la forma di una "croce".
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b)
Da altre quattro parole che non sono "palindromiche", in quanto, lette in senso inverso :
- non mantengono immutato il loro significato;
- però ne assumeno un altro, diverso ma di senso compiuto (a parte il misterioso "arepo").
SATOR - ROTAS
OPERA - AREPO
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Inoltre, utilizzando in altro modo tutte le lettere contenute nella frase, esse possono essere ordinate in modo da formare una croce con la parola PATERNOSTER; però avanzano due A e due O che possono essere interpretate come Alfa e Omega, simboli di inizio e fine.
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Ma, ammesso e non concesso che chi ha concepito la frase abbia pensato "anche" a tale "anagramma", resta comunque da capire il suo significato "in piano"; che sempre "in codice" è.
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IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE E DELLA FRASE
In circa due millenni, sono stati ipotizzati i significati più diversi della frase in questione; che ritengo inutile elencare qui, sia perchè sono troppi, sia perchè, volendo, è facilissimo rintracciarli tutti su INTERNET.
Però, prima di prospettare la mia personale "ipotesi", occorre considerare due questioni preliminari.
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1)
La prima domanda da porsi è se si tratti di una "produzione cristiana" o meno; alla quale non è molto facile rispondere.
Al riguardo, come ho già scritto, il SATOR appare per la prima volta, almeno archeologicamente, a Pompei; e, quindi, tale graffito è di sicuro contemporaneo o precedente il 79 d.c.
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Ma a Pompei, per l'epoca, non sono "documentate" comunità cristiane, per cui molti dubitano che possa trattarsi di un "simbolo" di riconoscimento cristiano; ed infatti, all'epoca, i cristiani si trovavano, in gran quantità, soprattutto a Roma.
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Occorre però considerare che la prima persecuzione dei cristiani "romani" ci fu durante il regno di Nerone, dopo l'incendio della città avvenuto nel 64 d.c.; per cui moltissimi cristiani fuggirono da Roma, per rifugiarsi in altre città.
Come noto, infatti, lo stesso San Pietro se la stava squagliando in direzione sud, sulla via Appia, proprio in direzione di Pompei; e, se tornò indietro, fu solo perchè gli apparve Gesù, a cui chiese: "Domine, quo vadis?Signore, dove vai?»), e gli fu risposto, con tono di rimprovero: "Romam, ut iterum crucifigar"a Roma, per essere ancora crocifisso»)
Per cui, secondo me, "sicuramente" tra il 64 e il 79 d.c. molti cristiani andarono a nascondersi "anche" a Pompei; e proprio perchè si nascondevano, ovviamente, di loro non si trova "documentazione" in tale epoca.
Salvo, appunto, qualche "iscrizione criptica" come quella qui in commento.
Ed infatti, con tale espediente, così come oggi alcuni "storiografi moderni", così pure anche la "polizia pompeiana" aveva qualche difficoltà a riconoscere il "quadrato sator" come indizio di una presenza cristiana in città.
E proprio per tale motivo i cristiani di Pompei ricorsero, secondo me, a tale enigmatico "escamotage"; che solo loro potevano "riconoscere".
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2)
La seconda domanda da porsi è "come mai" l'ideatore del SATOR ha usato una parola come "AREPO"; che, sicuramente, non era una parola latina d'uso comune, come, invece, SATOR (contrazione corrente di SEMINATOR), OPERA, TENET e ROTAS.
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Secondo me, la spiegazione più plausibile è la seguente: il "quadrato sator" era davvero "molto" difficile da realizzare, per cui il suo ingegnoso ideatore ha dovuto "forzare" un po' almeno uno dei cinque termine utilizzati (arepo), per poter ottenere nel contempo:
- che ogni parola potesse essere letta al contrario (opera compresa);
- un senso compiuto della frase.
Per non parlare anche dell'ipotetico anagramma "paternoster alfa e omega".
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Inoltre, secondo me, ha dovuto forzare un po' anche la declinazione di tale parola; la quale, molto probabilmente, era straniera.
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Ne consegue che, se lui ha "forzato" il termine, anche noi posteri siamo costretti ad ipotesi altrettanto "forzate"; come sono tutte quelle in circolazione.
Compresa la mia!
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LA MIA PERSONALE INTERPRETAZIONE (per quello che piò valere)
A mio parere, l'"AREPO" era l'"arepos"  sostantivo maschile celtico, che indicava  una sorta di "aratro a ruote" in uso nei pressi di Lione; non declinato (in quanto parola straniera) e usato in senso "genitivo".
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Per cui il senso della frase, a mio parere, dovrebbe essere, più o meno, in libera traduzione, il seguente:
"Il seminatore (sator), con la sua opera (opera), mantiene in direzione (tenet) le ruote (rotas) dell'aratro (arepo)".
Ed infatti, sia in latino sia in italiano, il verbo "tenere" si usa anche nel senso di "tenere una direzione", "tenere una rotta" (rotas).
Ad esempio, io "tengo per l'Ucraina!"
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Se è così, il riferimento evangelico, che solo i cristiani conoscevano, è chiaro:
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"Ecco, il seminatore uscì a seminare.  Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo,  ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò.  Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono.  Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno." (Mt 13)
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Per cui il "quadrato sator", secondo me, era una "avvertimento in cifra" a stare molto attenti nella predicazione cristiana, cioè nel "seminare la parola evangelica";  ed infatti chi ascoltava poteva essere un "infiltrato", ovvero qualcuno che, pur non essendo una spia, andava subito a denunciare all'autorità il predicatore, ovvero ancora qualcuno che lo ascoltava e gli credeva, ma poi ci ripensava e faceva una denuncia anche lui.
Per cui il seminatore (cioè il predicatore), doveva stare molto attento a dirigere le ruote dell'aratro su zolle fertili, evitando quelle infeconde o addirittura pericolose.
Ma il riferimento al passo evangelico citato, secondo me, era essenziale  per rendere incomprensibile la "crittografia" ai pagani; e, quindi, ad essere facilmente comprensibile solo ai  cristiani (quelli odierni esclusi, che il Vangelo lo leggono molto poco).
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Tale ipotesi "cripto-cristiano-genica", è inoltre avvalorata da due circostanze, a cui sopra ho già accennato con le relative immagini:
a)
La "parola palindromica" TENET è al centro del quadrato, ed ha la forma di una "croce".
b)
Anagrammando l'intero testo, ne risulta una "croce" formata da due "paternoster" (più alfa ed omega)
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Ma la mia è solo una congettura che vale quanto le altre che potete trovare su INTERNET; e, forse, anche meno!
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P.S.
Su INTERNET ho trovato delle interpretazioni che hanno qualche punto di contatto con la mia; ed infatti, quattro delle parole che appaiono nel quadrato, hanno necessariamente lo stesso significato per tutti, e, quindi, non possono essere lette in modo molto diverso da un interprete all'altro (anagrammi a parte).
Però non mi pare di aver trovato nessuna interpretazione che coincida in tutto e per tutto con la mia; la quale non è affatto detto che sia migliore (o peggiore) delle altre.
Tuttavia, essendo così tante le soluzioni prospettate al riguardo, non posso escludere che qualcuno ne abbia già formulato una esattamente identica alla mia, con tanto di riferimento al passo evangelico citato; il quale, secondo me, era essenziale  per rendere incompresibile la "crittografia" ai pagani.
Se, invece, ciò fosse involontariamente accaduto, me ne scuso!