Riflessioni sull'Eucarestia.

Aperto da SaraM, 21 Agosto 2018, 20:17:27 PM

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SaraM

Si mangia ogni giorno per sostenere il corpo e il simbolo del cibo quotidiano è il pane.Gesù si è definito pane vivo in quanto nutrimento di una vita in cui c'è fame e sete di giustizia,di onestà,di pace.Di questo pane di vita c'è bisogno ogni giorno.La pasqua degli Ebrei si festeggiava una volta all'anno ma la pasqua di Cristo è giornaliera :è il passaggio dal cibo che perisce a quello che fa vivere sempre.Con il pane di vita assorbiamo insieme alla corporeità anche la spiritualità di Gesù che con il suo sangue (simbolo di vita offerto per dare vita) produce in noi un nuovo Essere(Corpo) che ha la Vita(Sangue).Innestati in Cristo abbiamo in noi anche una sorgente di acqua viva che ci fa produrre azioni pulite,"rinfrescanti" e vitali sia per noi che per gli altri.Nutrirsi ogni giorno del Corpo di Cristo non vuol dire necessariamente ingoiare la particola di pane consacrato(che costituirebbe anche un'esclusione per   tutti quelli che  non possono farlo)ma significa assumere la personalità di Gesù,adeguare il pensiero e le azioni ai suoi,ricordarci di Lui(Fate questo in mia memoria) specialmente quando siamo con gli altri in famiglia,a scuola, nel lavoro,nelle riunioni,nelle assemblee religiose o attorno ad una tavola per condividere un pasto.Gesù si fa presente nella comunità umana mediante il gesto simbolico essenziale dell'umanità:la commensalità(pane condiviso è la presenza della persona completa di Cristo Vivente).Questa condivisione(Eucarestia dal greco) si pone al di là dei tradimenti ,degli abbandoni,delle negazioni,della codardia e delle condotte ipocrite.Non si può cercare di escludere dall'eucarestia neanche i codardi e i traditori.La chiesa cattolica celebra l'eucarestia nella messa ma purtroppo questa è stata organizzata in modo da escludere coloro che non ottemperano alle regole ecclesiastiche.Gesù non impose esclusioni:Egli rispettò tutti fino all'estremo a tal punto che in un gruppo ridotto,dopo anni di convivenza,a nessuno dei presenti passava per la testa chi potesse essere il traditore.Gesù mantenne con tutti  un rispetto e un trattamento estremamente delicato ,tollerante,equilibrato e ciò perchè non è possibile sedere alla medesima tavola dove vige l'esclusione,la dequalificazione,la minaccia,la disapprovazione o altri comportamenti simili in contrasto con la commensalità essenziale nell'Eucarestia.

0xdeadbeef

A mio modo di vedere l'Eucarestia rappresenta la comunione di Dio e dell'uomo.
In essa trovo sia rappresentata l'essenza più profonda del Cristianesimo: Dio che si fa uomo e l'uomo che
si fa Dio (in quanto figlio di Dio).
E' questo che fa dire a Kant, nella celebre domanda/aforisma: "Uomo cosa sei? Troppo poco per essere Dio,
troppo per essere un caso".
L'Eucarestia è una metafora meravigliosa...
saluti

Kobayashi

Più che una riflessione a me sembra si tratti di un'omelia...
L'Eucarestia quindi come un "assumere la personalità di Gesù, adeguare il pensiero e le azioni ai suoi" [cit. SaraM].
Mi chiedo sinceramente però perché dovrei desiderare di diventare come lui.
Se sono ancora vivo lo devo esclusivamente a quella componente di aggressività che mi ha consentito di rispondere ai colpi ricevuti e di rialzarmi dopo ogni batosta.
La vita, purtroppo, è conflitto. Il nemico è reale (a proposito, trovo curiosa la discussione aperta in altra sezione del forum sull'utilità o meno del nemico, come se averne uno dipendesse da noi, come se si trattasse di scegliere: è utile il nemico? Lo vogliamo inserire nel nostro filosofico duplicato di mondo?).
Il desiderio di Dio è desiderio di una tregua. Una tregua dalla vita, che è appunto lotta, scontro, ingiustizia.
È, in fondo, desiderio di morte.

"Abbandono la lotta,
che ci sia una fine,
un ritiro,
un angolo oscuro tutto per me.
Voglio essere dimenticato
persino da Dio."

Robert Browning, "Paracelso"

paul11

#3
Parecchi anni fa lessi l'interpretazione di un etnologo che spiegava il cannibalismo come atto del mangiare l'anima del nemico affinchè poi facesse parte del proprio corpo, per rendersi ancora più forte, migliore.Quindi non era un atto semplicemente alimentare di sopravvivenza o addirittura di disprezzo con il nemico, tutt'altro.

C'è qualcosa di molto profondo nella buona-carestia.C'è un aspetto fisico, simbolico e condiviso. E' quindi molto potente perchè tocca un gesto che sta fra il mondo fisico e spirituale per fortificare un patto(come quando con un coltello si faceva fuoriuscire il sangue per mischiarselo, mano con mano in diverse tradizioni culturali).
C'è il "corpo" che entra a far parte del nostro corpo.
Il simbolo prima dal fisico, lo spezzare il pane(ostia) prima benedetta ,resa sacra, viene con-diviso anche nello spirito,
all'interno del gesto c'è un sacrificio.

Si potrebbe anche aggiungere: tutto ciò che è fisico, terreno appartiene al conflitto, certo; ma l'approccio dell'innocenza e della purificazione rendono sacro il gesto, per questo l'agnello di Dio si sacrifca.
Infatti appena prima del sacramento eucaristico, nella liturgia c'è la recitazione dell "agnello di Dio che togli i peccati del mondo..."

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