Reincarnazione senza memoria?

Aperto da sterpiu, 21 Febbraio 2020, 19:25:32 PM

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sterpiu

Mi chiedo che senso abbia la reincarnazione per le religioni e filosofie orientali,  se manca la memoria individuale delle proprie azioni precedenti? Se uno non si ricorda gli errori passati come puo' purificarsi e al contempo evitare di compierli nuovamente?



Poniamo che io in un'altra vita sfruttavo gli schiavi e rinasco,  come posso evitare i miei stessi errori e al contempo pagare le mie colpe, se non ne ho memoria?  Magari soffro una pena karmica o un contrappasso,  ma non ne capisco il perche',  dunque non mi purifico e non espio,  perche' non capisco la causa del mio soffrire!


Grazie un abbraccio


anthonyi

E i deja vu ? E le rivelazioni fatte sotto ipnosi da quelli che raccontano le loro precedenti vite ? Noi siamo in questo mondo con una visione molto parziale del nostro essere, abbiamo delle idee, pensieri, desideri, ma non sappiamo queste cose da dove provengano. A volte dall'inconscio qualcosa emerge, magari nei sogni, ma abbiamo difficoltà ad interpretarla, a ricordarla. E allora ti meravigli se uno non ricorda le sue precedenti vite, io per dire ricordo poco anche della mia vita attuale fino ai 15 anni.
Il problema è che nella nostra cultura Occidentale abbiamo una visione troppo razionale dell'essere umano, diamo troppa importanza alla coscienza logica (Cioè quella che ragiona con le parole), per questo non concepiamo le visioni orientali della spiritualità.

viator

Salve Dubbioso. Ottimo quesito, complimenti.
Nessuno di coloro che credono o che considerano possibile la reincarnazione riuscirà mai a descrivere e definire COSA si reincarnerà.
Ti diranno l'ANIMA senza dirti precisamente cosa sia l'anima (loro lo sentono cos'è l'anima......purtroppo non sono in grado di spiegarlo) oppure ti diranno che si reincarna lo SPIRITO (idem come sopra) oppure che si reincarna il PRANA, il SOFFIO VITALE, l'IO METAFISICO, eccetera eccetera (tutte cose in cui alcuni credono perchè lo sentono interiormente, ma nessuno riesce a spiegare).............

Figuriamoci se tutti costoro, tutti presi nel credere a certe cose perchè le sentono interiormente, hanno tempo e mente per spiegare a noi due se reincarnandosi ci si porta dietro uno zainetto contenente la memoria, la coscienza, le capacità della vita passata e chissà quali altre meravigliose eredità.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#3
Nell'arco di una sola vita ne viviamo tante serbandone memoria quasi fino alla morte, anche quando in certi casi si vorrebbe dimenticare , come se dimenticare ci ridesse vita.
Tutti hanno la percezione dell'anima , e ciò di cui possiamo essere certi è questa percezione , che però non garantisce l'esistenza dell'anima.
Ci sono cose che tutti sanno cosa siano , ma nessuno sa dire cosa.
Avventurarsi quindi a disquisire sulla natura e la sorte di qualcosa che potrebbe non esistere non mi sembra opportuno.
Si può parlare invece di percezione.
Gli oggetti della percezione hanno vari gradi di "sfuggenza" o concretezza.
Dovrebbe quindi essere chiaro che dividere il tutto in materia e spirito è una semplificazione , e che materia e spirito sono il risultato di una maldestra descrizione , che è il prodotto finale della nostra interazione con la realtà, e quindi non sono esaustivamente  "tutta" la realtà.
Queste percezioni sono importanti , perché non conosciamo altro.
È se in questa vita , fatta di tante vite, percepiamo di dover emendare qualcosa , non evitiamo di farlo solo perché tanto è tutta una finzione .
Perché è una finzione che nasce dalla realtà e ne è parte.
Se poi ci saranno altre vite dopo la morte , consideriamo che la memoria si affievolisce anche nell'arco di una sola vita fino a volte a sparire , e quando succede è come morire.
Se al contrario esistesse una vita che nasce dalla dimenticanza , perché lagnarsene?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#4
Se non ricordiamo di essere noi , è come non essere noi , perché in effetti non siamo noi.
La teoria della reincarnazione richiede che vi sia un numero chiuso di anime.
Ma è proprio così?
Non mi sembra .
Le anime sembrano moltiplicarsi o demoltiplicarsi fino a possibili estinzioni di massa.
E in quel caso che fine fanno le anime impiegate a tempo indeterminato con speranza di promozione ?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve Iano. Citandoti (sarò il solito pedante) : "Tutti hanno la percezione dell'anima , e ciò di cui possiamo essere certi è questa percezione , che però non garantisce l'esistenza dell'anima.
Ci sono cose che tutti sanno cosa siano , ma nessuno sa dire cosa."

Percepire significa "catturare attraverso" (in questo caso attraverso il corpo, cioè i sensi). Se percepissimo l'anima, sarebbe assurdo il non trovarla esistente.
Quindi noi (tutti? quasi tutti?) concepiamo (avvertiamo, generiamo un concetto astratto) ciò della cui empirica esistenza non possiamo aver certezza (l'anima).
Quindi ci sono cose che tutti sentono (NON che sanno), ma nessuno sa dire appunto cosa siano, non sapendolo.

Poi : "La teoria della reincarnazione richiede che vi sia un numero chiuso di anime.
Ma è proprio così?".

Ma no ! Basta credere che ci sia un qualche "animificio" aperto che provveda ad infondere qualcosa di spirituale in qualcosa di materiale. Succede così anche alle ostie prodotte dagli ostifici dei cristiani. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: iano il 22 Febbraio 2020, 00:38:05 AM

La teoria della reincarnazione richiede che vi sia un numero chiuso di anime.

Ciao iano, direi che è una possibilità logica che sia così, o meglio in assenza di reincarnazione c'è bisogno di una nuova anima per ogni essere vivente dotato per cui non può esserci numero chiuso, nella reincarnazione il numero chiuso è invece possibile.

viator

Salve anthonyi. Citandoti : "Ciao iano, direi che è una possibilità logica che sia così, o meglio in assenza di reincarnazione c'è bisogno di una nuova anima per ogni essere vivente dotato per cui non può esserci numero chiuso, nella reincarnazione il numero chiuso è invece possibile.!".
Quindi quando sulla Terra c'erano 500 milioni di persone=anime reincarnate e reincarnabili...... il loro numero era 500.000.000 e risultava "chiuso".

Oggi che - sembra - siamo in 7 miliardi il numero "chiuso" è rimasto "chiuso" o si è "aperto" un pochetto ?. Salutoni aritmetici.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Sariputra


L'errore sta nel considerare il flusso di coscienza una caratteristica unicamente umana. Nella teoria della re-incarnazione invece qualunque forma di vita senziente non umana è portatrice di questo 'flusso'. Tutte le forme di vita che ci sono visibili, dalle più microscopische alle più grandi: mammiferi, rettili, insetti, pesci, uccelli, vermi, acari, ecc. Così, per esempio, un banchiere rinascerà quasi sicuramente come cozza o pidocchio; un filosofo come un contorto serpente; un cane particolarmente 'nobile' potrebbe addirittura rinascere come essere umano, mentre un uomo laido addirittura come un porco, o una scrofa, se donna di facilissimi costumi ( escludendo però la chance di rinascere come nobile cinghiale..). Un flusso di coscienza particolarmente attaccato ai piaceri sessuali, che si diletta oltremodo in essi, quasi sicuramente è destinato a forme animali altamente riproduttive, come il coniglio (io ne ho due che erano quasi sicuramente degli esseri umani nella loro esistenza precedente..).
Una curiosità: sapete che l'India è uno dei paesi con meno "impronta" di CO2 per abitante? E sapete perchè? Perché mangiano pochissima carne , proprio a causa della loro fede nella reincarnazione. Gli animali sono molto rispettati, specie i bovini.  Quindi non hanno allevamenti intensivi di bestiame (e sappiamo come questi, oltre a quantità enormi di acqua potabile, bene che diventerà probabilmente il più prezioso tra non molti anni, sono una delle cause maggiori di produzione di CO2..). Un buon hindu non vuole correre il rischio , vedendo un maiale, di accoppare magari...suo padre!  ???
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve Sariputra. Le tue interessanti considerazioni non toccano il merito dell'aspetto da me evidenziato, cioè l'aspetto "artimetico" di un "numero chiuso", piuttosto che la "fabbrica delle anime" in caso di "numero aperto".

Passando comunque oltre questi troppo aridi aspetti quantitativi, dal fondo della mia ignoranza orientalistica ho sempre e comunque trovato nobile e coerente la posizione jainista circa il rispetto della vita umana ed animale.

Mi sono però anche chiesto : ma secondo una simile visione "animistica" e "reincarnatoria"..........quale è il livello biologico più basso (in termini di gerarchia biologica occidentalistica, ovviamente) al quale può concretarsi una rencarnazione ? Cioè.......ad esempio......una forma di vita "superiore" può reincarnarsi eventualmente anche in un fungo, in una muffa, in un lievito,....in un batterio o virus ?.

Ecco, questo proprio è un aspetto che mi piacerebbe conoscere. Ma sono troppo pigro per cercare risposte nello studio, e comunque sono del tutto scettico (sempre par ragioni "aritmetiche") riguardo la possibilità della reincarnazione. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Sariputra

#10

C'è sempre una prossimità, per così dire. Se il flusso di coscienza ha maturato, per esempio, dei 'semi' karmici di forte attaccamento al piacere, rinasce in forme di vita dove  può cercare di soddisfarlo. Per questo, scherzando facevo il paragone dell'uomo laido che rinasce come maiale ( senza offesa per i maiali...). C'è un senso, una continuità, essendo un 'flusso'... S'intende sempre come essere senziente però, cioè dotato di sensibilità . C'è discussione se anche i vegetali possano avere una sorta di embrionale "flusso" di coscienza. Se sì, ritengo probabile una rinascita sempre nel reame vegetale.Gli uomini primitivi e anche i bambini, per esempio,concepiscono la natura tutta animata e senziente...
Il Buddhismo ha un'idea di rinascita  (e non di reincarnazione) diversa dall'induismo e dalla metempsicosi ellenico/ platonica o affini:
«Dottrinalmente il Buddhismo non insegna né l'esistenza dell'anima, né la sua trasmigrazione in successive incarnazioni, ma insiste sulla trasformazione dinamica, o "flusso" (samsāra) di esistenze. Tuttavia, nella sua influenza sul pensiero popolare, questa dottrina è assimilata a ogni altra dottrina sulla trasmigrazione» (Masaharu Anesaki)



Sul fatto che non ci sia memoria ci andrei un pò cauto. Una persona adulta quasi mai riesce ad avere ricordi del periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni di vita. Personalmente ricordo pochissimo anche dei miei primi anni di scuola. Non sappiamo cosa ricordavamo nella nostra prima infanzia. Non riusciamo a ricordare quello che ricordavamo, per così dire...E' possibilissimo che avessimo dei ricordi, ma adesso sono andati perduti. Anche chi si è dedicato a questi studi come alcuni neuropsichiatri infantili (Wambach, Weiss, Tucker, ecc.) afferma che la maggior parte dei bimbi comincia a dimenticare intorno ai 6 -7 anni di vita.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 22 Febbraio 2020, 19:57:39 PM
mentre un uomo laido addirittura come un porco, o una scrofa, se donna di facilissimi costumi ( escludendo però la chance di rinascere come nobile cinghiale..). Un flusso di coscienza particolarmente attaccato ai piaceri sessuali, che si diletta oltremodo in essi, quasi sicuramente è destinato a forme animali altamente riproduttive, come il coniglio (io ne ho due che erano quasi sicuramente degli esseri umani nella loro esistenza precedente..)

Le coniglie hanno due uteri, e questo le rende altamente riproduttive numericamente, ma hanno un attività sessuale normalissima, regolata dall'estro. I maiali, se non costretti in recinti 1x1 sono animali puliti tanto quanto gli altri, e godono di una ancora più immeritata fama di "consumatori sessuali" quando il maiale propriamente detto è tale perchè castrato (altrimenti verro), perciò è l'animale che ha meno a che fare con il sesso in assoluto, probabile reincarnazione di un eunuco (se ancora ne esistono)...L'idea che le rinascite si basino sulle dicerie degli esseri umani mi preoccupa non poco, forse bisorrebbe fare come in Cina che ha regolamentato il ciclo delle rinascite, infatti per rinascere ora i cittadini cinesi devono chiedere permesso al partito.
https://www.latimes.com/world/asia/la-fg-china-reincarnation-law-20160307-story.html


Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bobmax

#12
L'io non vuole dissolversi e così s'immagina possibili soluzioni per continuare a esserci.

Come un aldilà dopo la morte, oppure la reincarnazione...

Ora sta venendo di moda l'idea di poter un domani sopravvivere alla morte del corpo, trasferendo le nostre capacitá mentali, magari anche solo le informazioni che risiedono nel nostro cervello. Perché quello pensiamo di essere...

Tante idee per sopravvivere in qualche modo...
Una più assurda dell'altra.

Nascono tutte da un'illusione, l'illusione dell'io.

Eppure basterebbe chiedersi cosa conta per "davvero" in questa nostra vita.

Dove tutto è nulla, tranne... il Bene.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Sariputra

@InVerno
In senso metaforico ovviamente. Giusto per capirsi. Infatti ho scritto "scherzando"...
Come luogo comune, da sempre, di un uomo particolarmente ossessionato dal piacere fisico si dice: "Quell'uomo è un porco" oppure "E' peggio di un coniglio" (che però...effettivamente...ci danno dentro  :D  ).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 22 Febbraio 2020, 22:30:47 PM
@InVerno
In senso metaforico ovviamente. Giusto per capirsi. Infatti ho scritto "scherzando"...
Come luogo comune, da sempre, di un uomo particolarmente ossessionato dal piacere fisico si dice: "Quell'uomo è un porco" oppure "E' peggio di un coniglio" (che però...effettivamente...ci danno dentro  :D  ).

Lo sospettavo (era più che un sospetto) tuttavia mi chiedo quanto concetti organizzati in una certa maniera metaforica siano maggiormente capaci di trasmettere il messaggio, o inclini a generare equivoci. In ogni caso, se io ho capito il senso generale della questione al dì la della sua metaforizzazione, cosa di cui dubito, penso che i vegetali (e anche i funghi) abbiano pieno diritto di rietrarvi, con o meno embrione di coscienza, che comunque penso posseggano.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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