Quale Chiesa Cattolica?

Aperto da Sariputra, 25 Gennaio 2020, 17:32:19 PM

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myfriend

#30
Per quanto mi riguarda, la chiesa cattolica va bene così com'è.
So bene che si basa su una teologia ERRATA (il figlio di dio, il regno dei cieli, il giudizio universale, paradiso e inferno). La teologia della chiesa cattolica è una storiella tanto anacronistica quanto infantile.
Tuttavia...meglio avere una chiesa, anche se fondata su una teologia ERRATA, che non averla.
Perchè?
Perchè il vuoto di fede sarebbe ancora più pericoloso di una fede sbagliata.
Abbiamo già visto a cosa hanno portato le culture che hanno teorizzato e praticato "l'uccisione di Dio": ai totalitarismi del '900.
L'uccisione del concetto di Dio ci riporta diritti alla "legge della giungla"....la "legge del più forte". Riporta in auge la figura dell'Imperatore Dio (sia esso Hitler o Stalin).
Perchè, come specie, non siamo ancora sufficientemente maturi. Siamo ancora troppo "bestie", siamo ancora troppo guidati dagli istinti bestiali che regolano la vita nella giungla. Non abbiamo ancora sviluppato a sufficienza le nostre facoltà superiori.
Non siamo ancora pronti.

Quindi...la chiesa cattolica va bene così com'è.
Lasciare il predominio culturale all'ateismo innescherebbe una lotta del "tutti contro tutti".
L'homo ha ancora bisogno dello spauracchio del "Dio biblico". Anche l'homo ateo. Perchè l'ateo è ancora talmente ignorante da voler cancellare il concetto di Dio per elevare sè stesso a divinità suprema.

Quando l'umanità avrà maturato una spiritualità più matura...quando nascerà la consapevolezza che siamo tutti "figli sulla stessa barca"...quando l'homo avrà superato l'idea infantile di diventare "Imperatore e Dio" per sottomettere altri uomini....allora potrà nascere una nuova spiritualità. E la chiesa cattolica potrà tranquillamente essere superata.

Io penso che questo succederà. Ci vorranno forse ancora 500 o 1000 anni. Ma succederà. E allora la chiesa cattolica potrà tranquillamente essere superata.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 27 Gennaio 2020, 17:12:34 PM
@InVerno
Sì , è vero, ma i pentecostali non sono un'unica chiesa, ma divisi in innumerevoli chiese con differenze anche notevoli fra loro. Si parla di 600.000 fedeli solo in Italia. Personalmente non credo che siamo su quelle cifre. Bisogna però valutare la percentuale di immigrati entrati nel paese e che seguono queste nuove chiese. Sembra che l'elemento 'guarigione' sia il collante (oltre a quello economico... :( )...
Anche il cattolicesimo è una grande famiglia con tante sottofamiglie, e delle tante sottofamiglie, quelle che promettono guarigioni e chiedono  sostanziose offerte economiche mi pare che se la passino alla grande, o perlomeno nessuno sano di mente direbbe che a Medjugorje o in altre simili realtà il cattolicesimo è in crisi, anzi, il contrario, è dove le vocazioni e le conversioni avvengono. Perciò pare che magia e soldi funzionino molto bene da ambo i lati dell'atlantico, sempre che i numeri di adepti siano il metro con cui misurare una religione, cosa di cui non sarei per niente sicuro, ma in fin dei conti è l'elemento che fà urlare "crisi" a tutti.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

La Chiesa Cattolica, pur con mille voci diverse, ha un'autorità che fa sintesi e decisione finale ( e un'unica 'cassa', molto capiente..). Però é interessante chiedersi cosa fa la differenza tra la Chiesa e le infinite chiese cristiane sorte o che stanno sorgendo nel mondo (pentecostali soprattutto, come ha fatto notare giustamente @InVerno..). E allora, per rispondere a questa domanda, direi che, a mio parere, la prima grande differenza sta nella profondità speculativa e teologica del pensiero cattolico rispetto a tutti gli altri pensieri che si rifanno al testo biblico . Proprio oggi , 28 gennaio, il calendario celebra S.Tommaso d'Aquino. Filosofo, teologo e dottore della Chiesa, Tommaso d'Aquino è stato uno dei più grandi pensatori dell'Occidente e il Cattolicesimo, come lo intendiamo oggi a riguardo della riflessione teologica, ne è ancora figlio e debitore in larghissima misura, ma certamente non solo la teologia ha dovuto confrontarsi con il suo pensiero. Papa Ratzinger, che ne è grande estimatore e interprete, mette continuamente in evidenza il debito teologico e spirituale profondo che la Chiesa ha verso questa figura di accademico e religioso italiano. Tommaso è il punto di unione tra il pensiero cattolico e la filosofia classica greca, ma è ancora attualissimo nel dibattito etico e teologico visto che, autori del novecento come Maritain, Anscombe, McIntyre, Blondel,ecc. lo riprendono per esaminare il suo pensiero e attualizzarlo.
Se la frequentazione delle Chiese, in Occidente, è in calando, non si può proprio dire lo stesso della riflessione teologica e spirituale, con tanti autori cattolici importanti e molto letti: Cito solo uno dei più famosi : Anselm Grun. Anche il protestantesimo è vivace in libreria, non bisogna negarlo, eppure la spinta, molto forte nel secolo scorso, della teologia protestante si affievolisce sempre più, man mano che le chiese protestanti vengono rapidamente soppiantate da altre forme di protestantestimo, più su base settaria e fortemente personalizzata (il predicatore 'santo' che si costruisce la sua piccola chiesa personale, sempre visitata dallo Spirito Santo. Alleluja fratelli!!!... :o ).
Il cattolico, che deve tentare di uscire dall'idea di chiesa-nucleo protettivo, come vediamo invece in queste nuove esperienze cristiane che vanno sorgendo nel mondo, ambisce ad un carattere di 'universalità' , come dice il termine 'cattolica' stesso,e pertanto deve essere portatore di un messaggio che includa e non crei artificiosi steccati. La fede cattolica ha questa specificità: che non può essere ridotta a "foro interno", cioè un'esperienza estranea all'orizzonte culturale in cui si vive. Il "depositum fidei", quel complesso millenario di valori e verità professata dal cattolicesimo, oltre all'adesione intellettuale o sentimentale del credente, richiede infatti di essere messo al vaglio della storia. Perché è essenziale storicità anche la Rivelazione stessa , come viene professata da sempre dalla Chiesa Cattolica. Luca  Del Pozzo scrive: «Se Dio si è rivelato nella storia senza peraltro risolversi in essa  allora la questione della sua presenza nel corso degli eventi storici assume una rilevanza fondamentale per il credente». L'interpretazione della storia, e in particolare della storia moderna e contemporanea, diventa dunque il problema decisivo, ed è quindi anche un tratto significativo del Cattolicesimo.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Phil

Indubbiamente la vitalità della riflessione teologica è fondamentale per la vita culturale e cultuale della Chiesa, per questo l'esegesi e l'ermeneutica dei testi sacri è una risorsa utile per ribadire l'autorevolezza sacrale senza smettere di parlare la lingua dei fedeli. Linguaggio che conviene sia contemporaneo, non solo accantonando il latino, quanto magari modificando qualche parola del «padre nostro», così che una sua frase non suoni troppo come un martirio medievale, una "messa alla prova" che non è ciò a cui il fedele anela (né ciò che, nel quotidiano, al fedele manca...).
Al di "sotto" di tutte le speculazioni teologiche, i fedeli richiedono un senso, sia teleologico(-escatologico) che calato nella socialità (importante il richiamo alla prospettiva storica). Un praticante si aspetta probabilmente una "dirigenza" forte dell'apparato ecclesiastico, se serpeggiano dubbi e pluralismi (per quanto filosoficamente fertili), il fedele rischia di "risolvere" con un improvvisato «secondo me» l'assenza della direttiva che non gli è arrivata dalla dottrina e questa personalizzazione è il primo passo dell'indebolimento, sia della pratica che della fede.
La Chiesa, fra dispute teologiche, scandali, celebrazioni, etc. non dovrebbe dimenticarsi di Dio, perché è ciò a cui i fedeli si inchinano (non alla Chiesa), necessario ancor prima della parola (guida e sostegno) dei suoi interpreti mondani. Quanto più la Chiesa tituba nell'appoggiarsi a Dio, tanto più l'istanza spirituale delle masse inizierà a farne a meno, vedendo nella Chiesa un'istituzione umana, di cui è possibile diffidare in nome di un sentire spirituale individuale («pagano», si diceva una volta; ironico contrappasso storico?).

Probabilmente è eloquente (ai limiti dello "spoiler") la storia dell'ebraismo: geograficamente frammentato, storicamente bistrattato, dal retrogusto testuale antico, anacronisticamente poco "social" e "multimediale", così non politico (almeno esplicitamente) da non richiedere una sua diplomazia internazionale, "parallelamente domestico" rispetto alle vite pubbliche dei suoi "mimetici" fedeli, etc. eppure ancora ben vivo e vegeto, a prescindere da ciò che accade nella sua "madre terra", perché la sua terra (grazie alla resilienza alla/della diaspora) ormai è il mondo, non importando affatto se sia globalizzato, laico, tecnologico, etc. perché ciò non cancella quell'atavica, intima e tradizionale richiesta di senso.
Come sempre, la saggia sobrietà del Padre può essere da esempio alla vivace ambizione del Figlio.

Sariputra

Condivido molti spunti interessanti di @Phil. Riprendendo anche una domanda di @Paul11 ("Esiste ancora la santità nella Chiesa?"...vado a memoria) bisogna dire che la salute spirituale di un'istituzione religiosa è sicuramente data dalla qualità e quantità dei "santi" (qui nel senso di persone che veramente, con passione e coerenza,hanno intrapreso questo cammino...) che vi sono al suo interno. Una casa è tanto più solida quanto più sono di buona qualità i mattoni e i calcestruzzi per le fondamenta usati per edificarla...La Chiesa Cattolica ha vissuti molti periodi nerissimi, forse peggiori anche dell'attuale, ma la santità di molti al suo interno ha fatto sì che l'architrave non crollasse miseramente, ancorché profondamente tarlata ( pensiamo solo alle miserie umane e spirituali di molti papi e prelati, che si sono succedute nei secoli...). Spesso questa 'santità', lontana dagli onori degli altari, è stata forse semplicemente il collante di molte comunità, spesso poverissime, ai margini dell' "Impero ecclesiale". Comunità di semplici cristiani, di preti con le scarpe consumate, di condivisione e aiuto nella più profonda povertà...Certo! Adesso il problema è anche quello dato dal grande cambiamento in atto nelle società moderne, in particolare occidentali. Se un tempo la religiosità popolare 'riempiva' tutto lo spazio dell'immaginario umano, adesso c'è sempre più forte la tendenza a riempirlo con eroi mediatici e cinematografici. Gli eroi della  Marvel , tanto per fare un nome, sono sicuramente molto più presenti nell'immaginario collettivo contemporaneo che non i diavoli e i sabbah o gli esbat con streghe nude del medioevo... 
"Tanti si sono fatti preti non avendo nessuna vocazione", scrive @Paul11. Ed è così. E' evidente che non l'avevano, o credevano d'averla, o l'hanno smarrita perché non sufficientemente coltivata, magari perché presi dal meccanismo del 'funzionario d'ufficio ecclesiale'. Ingranaggio che poi alimentava la solitudine, nella mancanza di relazioni autentiche con la comunità che erano chiamati a servire. Poi non è sicuramente un caso che moltissimi problemi sono nati anche dall'infelice consuetudine di accettare nei seminari, come prassi, dei bambini, che poi arrivavano ad essere ordinati presbiteri senza alcuna reale esperienza del mondo fuori le mura del seminario. Bambini che attraversavano l'adolescenza senza contatti con l'altra metà del mondo, maturando contorte pulsioni, favoriti in questo da laidi personaggi che approffittavano della loro immaturità e fragilità...
Sulla strada del bosco
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baylham

Citazione di: Sariputra il 29 Gennaio 2020, 11:04:27 AM
Bambini che attraversavano l'adolescenza senza contatti con l'altra metà del mondo, maturando contorte pulsioni, favoriti in questo da laidi personaggi che approffittavano della loro immaturità e fragilità...

I "laidi personaggi" a loro volta sono stati bambini. Laide sono le sacre regole che considerano il sacerdote o i bambini come asessuati o la loro sessualità controllabile.

Sariputra

Che cosa rappresenta la Chiesa cattolica per me? Tutti noi possiamo riportare le nostre esperienze. I ricordi a volte sono positivi, o molto positivi, di quest'incontro; altre volte negativi, o molto negativi. Sono nato in una famiglia molto devota, soprattutto da parte di padre, dirigente giovanile dell'Azione Cattolica e della DC , di cui è stato anche rappresentate nel comune di Sotto il Monte come assessore, oltre che francescano secolare (terz'Ordine). La dialettica con lui sui temi della fede è sempre stata serrata ( e mi manca assai, purtroppo...). Non mi ha mai imposto nulla devo dire, se non l'obbligo della messa domenicale finchè eravamo bambini. Ricordo il suo sorriso bonario quando, da piccolo, manifestavo tutti i miei dubbi. Non credo che mi prendesse molto sul serio, all'epoca. Poi le cose sono cambiate...
Ho avuto la fortuna di conoscere un sacerdote veramente 'illuminato', un precursore dell'insegnamento con la Bibbia in mano e della lectio divina, quando non esisteva quasi nulla di queste esperienze, almeno nella Contea.
Ne ho conosciuto altri però di cui non conservo un buon ricordo. Nessun problema particolare, ma tanta freddezza, alterità, lontananza.

Per me la chiesa era (ed è) per prima cosa un luogo. Ci sono chiese che sono luoghi particolari, delle 'case del silenzio', mentre altre sono solo vuote mura. Di solito lo percepisci subito quando entri. Quando visito una città nuova mi piace entrare in questi edifici e starmene un pò seduto a ristorarmi nel silenzio. Mi piace l'odore di antico e di fumo di candela con quel tono dolce dato dall'incenso. Anche il legno dei banchi, spesso quasi centenario, ha il suo fascino. Tutto concorre a sollevare un pò l'oppressione della strada, del traffico, della moltitudine di volti. In estate sono spesso luoghi che trattengono un pò di frescura. Una cosa importante , per me, è la penombra che si trova in questi vecchi edifici, che mi permette di far riposare gli occhi dalla luce esterna troppo intensa. Credo che per me, sin da bambino, la manifestazione del 'sacro' era semplicemente silenzio. Un silenzio che permette di ritornare in sé, di guardarsi, di non fuggire. Allora, quando penso alla Chiesa io penso in realtà 'alle chiese", a questi luoghi e a questi silenzi. E' l'"imprimatur" che la mia mente acerba ha assaporato dalla più tenera età e quindi il silenzio diventa anche ricordo. Il grado di attenzione si eleva in potenza, in questi luoghi. La consapevolezza del luogo permette di cogliere i minimi suoni: la monetina che tintinna nella cassa di legno delle offerte; la bambina che accende una candela...il sorgere e cessare dei propri pensieri. L'effetto poi è anche quello che, una volta che si esce...le stesse strade, gli stessi volti, hanno qualcosa di diverso,o almeno così mi sembra di percepire...
Questi luoghi, queste chiese di mura e dipinti, di lampade e offertori, sembrano in realtà essere loro le depositarie della fede cristiana, il 'depositum fidei'. I sacerdoti e i fedeli, i vescovi e i sacrestani, paiono ombre che si dileguano velocemente al confronto, come "la pioggia che passa sulle colline". L'umanità perde il confronto con la pietra e con il fumo, che si son fatti più umani dell'uomo, per così dire. L'Eremo di san Pietro, che sorge su una collina della Contea, è uno di questi luoghi dove respirare un pò di silenzio. L'eremita che lo cura è appassionato di musica e così, se per caso ti trovi a passeggiare colà, puoi entrare a ristorarti e nello stesso tempo essere avvolto dalle note di Bach o Brahms, ma lievemente, con dolcezza. La meditazione , in luoghi simili è molto proficua. Poi esci e, in queste giornate luminose, puoi vedere un bellissimo tramonto aranciato sopra i colli e Padre E., scavato anche lui dal tempo, ma saldo come le pietre dell'eremo, che sta potando allegramente: "Ha visto che tramonto? Come si fa a dire che Dio non esiste?". Allora, guardandolo staccare delicatamente un tralcio, mi vien da sorridere... :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

niko

Citazione di: myfriend il 28 Gennaio 2020, 13:35:02 PM
Per quanto mi riguarda, la chiesa cattolica va bene così com'è.
So bene che si basa su una teologia ERRATA (il figlio di dio, il regno dei cieli, il giudizio universale, paradiso e inferno). La teologia della chiesa cattolica è una storiella tanto anacronistica quanto infantile.
Tuttavia...meglio avere una chiesa, anche se fondata su una teologia ERRATA, che non averla.
Perchè?
Perchè il vuoto di fede sarebbe ancora più pericoloso di una fede sbagliata.
Abbiamo già visto a cosa hanno portato le culture che hanno teorizzato e praticato "l'uccisione di Dio": ai totalitarismi del '900.
L'uccisione del concetto di Dio ci riporta diritti alla "legge della giungla"....la "legge del più forte". Riporta in auge la figura dell'Imperatore Dio (sia esso Hitler o Stalin).
Perchè, come specie, non siamo ancora sufficientemente maturi. Siamo ancora troppo "bestie", siamo ancora troppo guidati dagli istinti bestiali che regolano la vita nella giungla. Non abbiamo ancora sviluppato a sufficienza le nostre facoltà superiori.
Non siamo ancora pronti.

Quindi...la chiesa cattolica va bene così com'è.
Lasciare il predominio culturale all'ateismo innescherebbe una lotta del "tutti contro tutti".
L'homo ha ancora bisogno dello spauracchio del "Dio biblico". Anche l'homo ateo. Perchè l'ateo è ancora talmente ignorante da voler cancellare il concetto di Dio per elevare sè stesso a divinità suprema.

Quando l'umanità avrà maturato una spiritualità più matura...quando nascerà la consapevolezza che siamo tutti "figli sulla stessa barca"...quando l'homo avrà superato l'idea infantile di diventare "Imperatore e Dio" per sottomettere altri uomini....allora potrà nascere una nuova spiritualità. E la chiesa cattolica potrà tranquillamente essere superata.

Io penso che questo succederà. Ci vorranno forse ancora 500 o 1000 anni. Ma succederà. E allora la chiesa cattolica potrà tranquillamente essere superata.



L'ateismo non è un vuoto di fede e nemmeno una mutazione antropologica (e quindi homo ateo con tono di superiorità come se fosse una specie di scimmia lo dici a qualcun altro) e tu non sei nessuno per dire chi è ignorante e chi no.

Sei solo un piccolo uomo dietro una tastiera. Homo tastierato.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve niko. Dalla tua recente replica a myfriend (del quale non sono amico nè nemico) capisco solo che tu fingi (spero) di ignorare il significato filosofico di ignoranza. Questo, a parer mio, non è un luogo adatto alle suscettibilità personali o di categoria. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: Sariputra il 30 Gennaio 2020, 12:05:23 PM"Ha visto che tramonto? Come si fa a dire che Dio non esiste?"

Citazione di: Primo LeviC'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio

Dipende da dove si osserva il tramonto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#40
Citazione di: viator il 30 Gennaio 2020, 17:12:38 PM
Salve niko. Dalla tua recente replica a myfriend (del quale non sono amico nè nemico) capisco solo che tu fingi (spero) di ignorare il significato filosofico di ignoranza. Questo, a parer mio, non è un luogo adatto alle suscettibilità personali o di categoria. Saluti.


Ignoranza è definire l'ateismo un un vuoto di fede o una condizione antropologica specifica collegata solo alla modernità, come se ci fosse una sequenza necessaria e necessitata di eventi storici, o una biologia evolutiva intrinseca nell'uomo, o peggio ancora una caduta da una condizione precedente "di fede", da cui dipenderebbe l'ateismo.

L'ateismo è una scelta, e chi è ateo non ha "perso la fede", ne è figlio di qualche tempo in particolare.

Ignoranza è anche definire la teologia cristiana una storiella infantile; per quanto io non sia cristiano, vuol dire non riconoscere la complessità e la ricchezza di un edificio filosofico millenario, come se le idee elaborate da un singolo che cerca di rendersi originale potessero competere alla pari con duemila anni di testi sapienziali e filosofici.

Sul nesso tra ateismo e dittature novecentesche da cui si vorrebbe evincere la tendenza dell'ateo a sottomettere altri uomini, non si può che stendere il classico velo pietoso, non solo per gli innumerevoli esempi che si potrebbero fare di dittature teocratiche non atee e non novecentesche (stato pontificio, paesi islamici e chi più ne ha più ne metta...), non solo perché anche l'ordine economico capitalista e liberista, che si contrappose nel novecento al comunismo, è frutto di un dissolvimento e di una laicizzazione individualizzante e antisacerdotale della religione  (protestantesimo), ma anche per la "simpatica" e "innocua" amnesia di cui il nesso tra ateismo e dittatura che si vorrebbe ingenuamente proporre è chiaramente frutto, ovvero l'amnesia per la dittatura concordataria e pretesca italiana del novecento: il fascismo.
Quella che ricompose lo strappo tra chiesa e stato che aveva creato Garibaldi, e ancora ci dobbiamo subire l'ora di religione e il crocifisso a scuola.

Non accetto chi cita Hitler e Stalin come se fossero la stessa cosa, dimentica Mussolini e poi dà dell'ignorante agli atei. E' risaputo che Hitler ha imparato strategicamente, come modello da imitare, ed emotivamente, come modello da ammirare, da Mussolini, e non viceversa.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

myfriend

Citazione di: niko il 31 Gennaio 2020, 13:16:54 PM
Citazione di: viator il 30 Gennaio 2020, 17:12:38 PM
Salve niko. Dalla tua recente replica a myfriend (del quale non sono amico nè nemico) capisco solo che tu fingi (spero) di ignorare il significato filosofico di ignoranza. Questo, a parer mio, non è un luogo adatto alle suscettibilità personali o di categoria. Saluti.


Ignoranza è definire l'ateismo un un vuoto di fede o una condizione antropologica specifica collegata solo alla modernità, come se ci fosse una sequenza necessaria e necessitata di eventi storici, o una biologia evolutiva intrinseca nell'uomo, o peggio ancora una caduta da una condizione precedente "di fede", da cui dipenderebbe l'ateismo.

L'ateismo è una scelta, e chi è ateo non ha "perso la fede", ne è figlio di qualche tempo in particolare.

Ignoranza è anche definire la teologia cristiana una storiella infantile; per quanto io non sia cristiano, vuol dire non riconoscere la complessità e la ricchezza di un edificio filosofico millenario, come se le idee elaborate da un singolo che cerca di rendersi originale potessero competere alla pari con duemila anni di testi sapienziali e filosofici.

Sul nesso tra ateismo e dittature novecentesche da cui si vorrebbe evincere la tendenza dell'ateo a sottomettere altri uomini, non si può che stendere il classico velo pietoso, non solo per gli innumerevoli esempi che si potrebbero fare di dittature teocratiche non atee e non novecentesche (stato pontificio, paesi islamici e chi più ne ha più ne metta...), non solo perché anche l'ordine economico capitalista e liberista, che si contrappose nel novecento al comunismo, è frutto di un dissolvimento e di una laicizzazione individualizzante e antisacerdotale della religione  (protestantesimo), ma anche per la "simpatica" e "innocua" amnesia di cui il nesso tra ateismo e dittatura che si vorrebbe ingenuamente proporre è chiaramente frutto, ovvero l'amnesia per la dittatura concordataria e pretesca italiana del novecento: il fascismo.
Quella che ricompose lo strappo tra chiesa e stato che aveva creato Garibaldi, e ancora ci dobbiamo subire l'ora di religione e il crocifisso a scuola.

Non accetto chi cita Hitler e Stalin come se fossero la stessa cosa, dimentica Mussolini e poi dà dell'ignorante agli atei. E' risaputo che Hitler ha imparato strategicamente, come modello da imitare, ed emotivamente, come modello da ammirare, da Mussolini, e non viceversa.
Il liberismo capitalista altro non è che un "umanesimo basato sull'individuo e sul successo materiale individuale". Cioè un altro umanesimo fondato sul concetto "dell'uccisione di Dio" che origina da Nietzsche.
Il fascismo, allo stesso modo, è anche lui un umanesimo basato sul concetto "dell'uccisione di Dio". Tanto è vero che il modello culturale del fascismo riprendeva i temi dell'Impero romano pre-cristianizzato. E Mussolini, nell'ottica fascista, era la re-incarnazione dell'Imperatore-Dio.
Allo stesso modo, nazismo e comunismo, sono stati espressioni di umanesimi basati anch'essi sul concetto "dell'uccisione di Dio", dove Hitler e Stalin erano i nuovi imperatori-Dio e il paradiso in terra erano il terzo-reich o il partito comunista.

Il problema non è il singolo ateo che, nel suo piccolo, si crede Imperatore-Dio. Il singolo ateo che si atteggia a Imperatore-Dio mi fa tenerezza e mi fa sorridere, come fa tenerezza un bambino.
Il problema è l'umanesimo che nasce dalla teorizzazione dell'uccisione di Dio e la forma in cui questo umanesimo si potrebbe incarnare nella storia.
Abbiamo già visto all'opera questi umanesimi....e questi umanesimi si sono contraddistinti per la creazione di guerre, lager e gulag, e per aver riempito le fosse comuni di cadaveri.

Anche la chiesa, nella sua storia, ha vissuto la tragedia dell'Imperatore-Dio per circa 1000 anni. Che cos'era il papa-Re se non l'ennesima re-incarnazione dell'Imperatore-Dio?

Fatta questa necessaria precisazione, ripeto: la chiesa attuale va bene così com'è perchè è l'unico antidoto per la comparsa di nuovi umanesimi basati sull'idea dell'Imperatore-Dio e per arginare il liberismo-individualista che è la forma attuale in cui l'umanesimo dell'uomo-Dio si è incarnato.

L'umanità NON E' ANCORA MATURA...NON E' ANCORA PRONTA. Non ha ancora raggiunto un livello di maturità spirituale tale da superare la sempre presente tentazione dell'uomo-Dio.
Quando l'umanità sarà pronta, allora potremo superare la chiesa cattolica con le sue "superstizioni teologiche". Ma fino ad allora lo spauracchio del Dio-biblico sarà utile per arginare qualunque umanesimo fondato sull'uomo-imperatore-dio.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Ipazia

Non esistendo, fino a prova contraria, alcun mondo dietro il mondo, l'unica salvezza é l'umanesimo. In tutta la sua imperfetta immanenza. Conviene farsene una ragione e secondo ragione agire, senza alcuna pretesa di surrogati divini, perché Dio, fino a prova contraria, non esiste.

La morte di Dio é niente più che una metafora. Metafora di consapevolezza  che dobbiamo sfangarcela da soli senza balie e badanti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Menandro

Citazione di: myfriend il 31 Gennaio 2020, 15:25:24 PMIl liberismo capitalista altro non è che un "umanesimo basato sull'individuo e sul successo materiale individuale". Cioè un altro umanesimo fondato sul concetto "dell'uccisione di Dio" che origina da Nietzsche. Il fascismo, allo stesso modo, è anche lui un umanesimo basato sul concetto "dell'uccisione di Dio". Tanto è vero che il modello culturale del fascismo riprendeva i temi dell'Impero romano pre-cristianizzato. E Mussolini, nell'ottica fascista, era la re-incarnazione dell'Imperatore-Dio. Allo stesso modo, nazismo e comunismo, sono stati espressioni di umanesimi basati anch'essi sul concetto "dell'uccisione di Dio", dove Hitler e Stalin erano i nuovi imperatori-Dio e il paradiso in terra erano il terzo-reich o il partito comunista. Il problema non è il singolo ateo che, nel suo piccolo, si crede Imperatore-Dio. Il singolo ateo che si atteggia a Imperatore-Dio mi fa tenerezza e mi fa sorridere, come fa tenerezza un bambino. Il problema è l'umanesimo che nasce dalla teorizzazione dell'uccisione di Dio e la forma in cui questo umanesimo si potrebbe incarnare nella storia. Abbiamo già visto all'opera questi umanesimi....e questi umanesimi si sono contraddistinti per la creazione di guerre, lager e gulag, e per aver riempito le fosse comuni di cadaveri. Anche la chiesa, nella sua storia, ha vissuto la tragedia dell'Imperatore-Dio per circa 1000 anni. Che cos'era il papa-Re se non l'ennesima re-incarnazione dell'Imperatore-Dio? Fatta questa necessaria precisazione, ripeto: la chiesa attuale va bene così com'è perchè è l'unico antidoto per la comparsa di nuovi umanesimi basati sull'idea dell'Imperatore-Dio e per arginare il liberismo-individualista che è la forma attuale in cui l'umanesimo dell'uomo-Dio si è incarnato. L'umanità NON E' ANCORA MATURA...NON E' ANCORA PRONTA. Non ha ancora raggiunto un livello di maturità spirituale tale da superare la sempre presente tentazione dell'uomo-Dio. Quando l'umanità sarà pronta, allora potremo superare la chiesa cattolica con le sue "superstizioni teologiche". Ma fino ad allora lo spauracchio del Dio-biblico sarà utile per arginare qualunque umanesimo fondato sull'uomo-imperatore-dio.

L'ateo che si atteggia a imperatore-dio fa sorridere anche me, perché è una caricatura che fa il paio con analoghe deformazioni del credente come babbeo, credulone, eccetera. Quanto al nesso ateismo-totalitarismi del 900-violenza è la storia a smentirlo, dato che l'umanità non ha aspettato la morte di Dio per inventare deportazioni, massacri e fosse comuni. Anzi, le stesse cose sono state fatte nel nome di Dio.
L'umanità non è ancora pronta per superare la Chiesa cattolica? Quindi la religione come strumento di controllo ideologico, provvidenziale-momentaneo oppio dei popoli in attesa di una palingenesi spirituale. Ma come fa l'umanità a maturare spiritualmente se la tieni sotto droga?
In questo topic però si parlava della crisi della Chiesa e della sua attuale situazione: per esempio ci sono cardinali che descrivono i cristiani europei come una minoranza. Come può il Dio biblico fare da "spauracchio" se non ci crede più nessuno?

Menandro

Se la Chiesa cattolica deve entrare in crisi per questioni come la sessualità e il celibato dei preti, allora forse è giusto che si estingua... Se invece va in cerca di nuove risposte, penso che sia sbagliato parlare di relativismo, come se queste problematiche coinvolgessero direttamente la sostanza del cristianesimo, come se si potesse mettere tutto sullo stesso piano. Noi abbiamo conosciuto questa confessione cristiana, e come per un riflesso condizionato assumiamo il suo punto di vista, anche la cultura laica, anche i libri di storia per la scuola. Per noi questa è la Chiesa e questo il cristianesimo, mentre il protestantesimo è il risultato di un allontanamento. Non consideriamo che anche il cattolicesimo è quello che è in seguito a una rottura della comunione con la chiesa originaria. Se guardiamo a ciò che rimane oggi di questa chiesa originaria, vediamo che i preti si possono sposare, il matrimonio che non funziona può essere sciolto a discrezione del vescovo, la verginità di Maria non è un dogma ma un'opinione. E questa chiesa è così relativista che dovendo darsi un nome si è chiamata Ortodossia. Questa chiesa antica ha un altro vantaggio di fronte alla modernità: nella sua struttura gerarchica ma non monarchica tutti i drammi mediatici (e le commedie) che si rappresentano a Roma intorno alla figura della "guida suprema" sarebbero impensabili.

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