Quale Chiesa Cattolica?

Aperto da Sariputra, 25 Gennaio 2020, 17:32:19 PM

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viator

Salve Freedom. Citandoti : "Era una parola (non me la ricordo caspita!) che definiva la mancanza di erezione in assenza di desiderio senza alcuna causa fisiologica e/o psicologica. Fu importante trovare la parola nel vocabolario perché ci rassicurò in merito alla sua sanità mentale".
Forse meglio dedicarsi alle estasi spiritualistiche che descrivere in questo modo le presunte disfunzionalità sessuali di quel tale tuo conoscente.

La "mancanza di erezione in assenza di desiderio" fortunatamente mi risulta assai normale. Sapessi quanto è dolorosa la erezione permanente anche in assenza di desiderio ! Si chiama "priapismo".

Poi il "senza alcuna causa fisiologica e/o psicologica" voleva forse descrivere una condizione di inattività sessuale "priva di cause patologiche (la fisiologia è l'insieme delle normali funzioni organiche) e/o di riconoscibili impedimenti psichici".

Infine non si capisce che c'incastrino la sanità "fisica" (corporale in genere) con quella "psichica" (le funzioni istintuali ed inconsce) con quella "mentale" (il raziocinio, la consapevolezza etc.). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

niko

Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 16:36:29 PM
Citazione di: niko il 26 Gennaio 2020, 14:40:00 PM...il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci;

La mistica non ti dice di amare una persona divina – che sarebbe solo l'ennesima proiezione antropomorfa – ma di abbandonare il desiderio di possedere qualcuno o qualcosa.
La libertà che allora si sperimenta, la profonda liberazione interiore ricreata da questo evento può essere intesa come la ricreazione in se' dello spirito di ciò che noi chiamiamo Dio.
Da questo punto di vista la sessualità è invece il ritorno alla propria individualità che desidera etc.
Naturalmente la stessa persona è soggetta a entrambe le spinte, quella verso un distacco che solo può condurre alla giustizia e quindi alla salvezza del mondo, e quella verso un appagamento sensibile, materiale e psicologico.
È ovvio che ciascuno è libero di scegliere se dare valore o meno a questi tentativi spirituali.
Quello che penso, in riferimento alla domanda posta da Sariputra, è che la Chiesa cattolica nei prossimi decenni si svuoterà di coloro che si servono della dottrina per tenere a bada le proprie paure o per rimanere agganciati a superstizioni più o meno soddisfacenti (come quella del Paradiso) e inizierà così finalmente un'era spirituale, mistica, in cui i concetti fondamentali saranno due: la necessità della salvezza (degli uomini e del mondo con tutte le sue creature), e l'esperienza della liberazione dal proprio spirito per iniziare a sentire in se' qualcosa di più vasto, di più profondo.


Il cristianesimo prescrive di amare (e servire) una persona divina in particolare, e la mistica cristiana, se vuole essere cristiana e non un calderone mistico generico, non può che adeguarsi.

Non è che ognuno si fa la sua religione da sé come vuole; la mistica cristiana è basata sull'eucaristia e sulla concezione della Chiesa come corpo mistico di Cristo, sull'essere fratelli in Cristo; e io ho mosso la critica, pertinente, che in questo modo l'amore tra gli uomini è mediato dall'amore verso un uomo in particolare, e un uomo non può amare altri uomini senza la mediazione di quest'uomo. E' in questione proprio la scelta d'amore: Cristo fa la scelta della sua sposa e tu, che sei parte di questa sposa, che sei frammento del corpo mistico, ti adegui: non puoi amare, disinteressatamente, altri uomini se non tramite lui.
L'assurdo della legge che comanda l'amore, il grande assurdo del cristianesimo, si risolve solo nell'amore verso una persona in particolare, assumendo la legge dell'amore come legge del desiderio, come necessità movente interna verso un amato riconoscibile. 

Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 

Questa non è una proiezione antropomorfica, ma l'indicazione di una via. Una via che esalta gli amori che hanno un certo tramite, ma svaluta quelli che non ce l'hanno. 
E' assurdo contrapporre amore (che si vorrebbe definire altruistico) a desiderio (che si vorrebbe definire egoistico). La disponibilità della libertà sessuale implica e sta a significare non l'egoismo, ma l'erotismo, la concezione secondo cui ogni amore, per chi lo prova, può essere via. Anche senza una certa determinata mediazione.

Ora, è vero che chi ha pronunciato 

Io sono la via la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 

Con ogni probabilità era già in una condizione mistica, si identificava con l'amore e non aveva più uno sguardo egoico sul mondo, quindi la frase è equivalente a:

L'amore è la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo dell'amore.

Ma come può il fine essere anche un mezzo? Se non si sceglie un oggetto d'amore, un amato in particolare, si è prigionieri di una tautologia. Chi ama l'amore non ama.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

bobmax

CitazioneMa come può il fine essere anche un mezzo? Se non si sceglie un oggetto d'amore, un amato in particolare, si è prigionieri di una tautologia. Chi ama l'amore non ama. 

Sì Niko, ma l'oggetto d'amore è sia necessario ma pure insufficiente.

È necessario perché nella nostra individualità non ci è possibile amare il Nulla.

Ma allo stesso tempo non è sufficiente in quanto quell'amore determinato non è mai autentico amore.

Essere figli, essere genitori, amici, amanti, sono tutte occasioni per la manifestazione dell'amore.
Un amore tuttavia sempre imperfetto.

Come la mistica insegna, l'amore ama se stesso. 
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

InVerno

Questo doveva essere un tempo propizio per i cambiamenti, con un papa che si era appena dimesso per manifesta impotenza e una Chiesa ai minimi storici proprio dopo decenni di governo conservatore, uno avrebbe ipotizzato che almeno in queste condizioni avrebbero lasciato provare "gli altri". Invece, seppur la gran parte dei "cambiamenti" siano solo retorica, dichiarazioni di intenti, e afflati politici, i conservatori hanno tirato fuori l'artiglieria bombardando con "fine della chiesa" "Bergoglio anticristo" "scismi" etc  Uno può solo immaginare cosa accadrebbe se dagli intenti si passasse ai fatti. Mi spiace per chi in buona fede spera in un rinnovamento verso una Chiesa della mistica, che abbandona la creduloneria popolare, e che si apre a capire anzichè a giudicare.. ma ho proprio paura che dal prossimo papato vedremo l'esatto contrario, il riflusso della marea.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Freedom

Citazione di: viator il 26 Gennaio 2020, 21:24:12 PM
Salve Freedom. Citandoti : "Era una parola (non me la ricordo caspita!) che definiva la mancanza di erezione in assenza di desiderio senza alcuna causa fisiologica e/o psicologica. Fu importante trovare la parola nel vocabolario perché ci rassicurò in merito alla sua sanità mentale".
Forse meglio dedicarsi alle estasi spiritualistiche che descrivere in questo modo le presunte disfunzionalità sessuali di quel tale tuo conoscente.
La parola è climaterio. La cosa sorprendente è che è una stagione della vita che precede (nei maschi) l'andropausa. Il soggetto in questione invece, all'epoca, aveva circa 40 anni ed era, ovviamente, nel pieno della sua attività sessuale. Era sparito, per ragioni ignote, il desiderio sessuale. E dunque la possibilità di soddisfare qualcosa che non c'era più.
Citazione di: viator il 26 Gennaio 2020, 21:24:12 PM
La "mancanza di erezione in assenza di desiderio" fortunatamente mi risulta assai normale. Sapessi quanto è dolorosa la erezione permanente anche in assenza di desiderio ! Si chiama "priapismo".
Sì, mi sono spiegato male: volevo enfatizzare la totale assenza di desiderio in qualsiasi circostanza della vita normale. Addirittura la repulsione. Nel senso che se il soggetto in questione vedeva un'audace pubblicità di intimo femminile indossato da una meravigliosa ragazza, la visione gli era del tutto indifferente. Quasi fastidiosa. In altre parole era impossibile produrre in lui eccitazione sessuale. Quindi la concatenazione logica era: scomparsa totale ed assoluta del desiderio sessuale e dunque conseguenza logica di assenza altrettanto totale ed assoluta di erezione.
Citazione di: viator il 26 Gennaio 2020, 21:24:12 PM
Infine non si capisce che c'incastrino la sanità "fisica" (corporale in genere) con quella "psichica" (le funzioni istintuali ed inconsce) con quella "mentale" (il raziocinio, la consapevolezza etc.). Saluti.
La straordinarietà dell'esperienza che egli stava vivendo (non sto a descrivere gli effetti spirituali ma diciamo che sono più o meno quelli classici dell'esperienza mistica) uniti al climaterio ci aveva fatto sorgere il sospetto che egli stesse "male". Quando uno vive una roba come quella lì converrai che qualche domanda te la fai. Per esempio io indagai accuratamente se avesse usato, in qualche modo e anche lontano nel tempo, sostanza psicotrope. O se avesse ingerito sostanze, in qualche modo, tossiche. Persino cibi avariati controllammo!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Sariputra

Cambiare per non morire o morire cambiando? Un bell'interrogativo. Riguarda da sempre tutti noi. Tutte le istituzioni ed organizzazioni umane. Ma quanto dovrebbe cambiare un'istituzione millenaria come la Chiesa Cattolica? E come cambiare? C'è  un'idea chiara della via da seguire? Sembra di no, al momento. Nel mentre i vescovi dell'Amazzonia erano in sinodo sotto lo sguardo protettore di una pachamama, studenti cattolici tedeschi gettavano nel Tevere una statuina della stessa pachamama. Mentre i vescovi tedeschi chiedono al papa il matrimonio per i chierici, si svolge un'imponente manifestazione dei cattolici tedeschi della 'base' per sostenere il contrario. La chiesa polacca è infastidita dal poco interesse che a Roma si riserva per la memoria e il pensiero del loro grande papa Wojtyla, che è anche lo stesso pensiero del Papa Emerito...
Un pò alla volta ci si accorge che , l'aver preferito per decenni, forse da sempre, la quantità,nei seminari, alla qualità ha prodotto effetti devastanti. Migliaia e migliaia di sacerdoti di dubbia fede, o di fede così flebile che evaporava come la nebbia mattutina alla vista di un ragazzino che avrebbero invece dovuto 'educare'...Vescovi che ordinavano sacerdoti esclusivamente perché gay come loro, e riservavano a questi posti di responsabilità, così formando autentiche lobby all'interno dell'istituzione stessa. Una ritualistica spropositata, inflazionata continuamente nei secoli, esige ed esigeva un numero enorme di consacrati al compito. Che necessità c'è di celebrare messa ogni giorno in ogni parrocchia, spesso in chiese deserte, quando sarebbe sufficiente il rito domenicale? Perché moltiplicare gli impegni formali  richiedendo un numero così elevato di addetti al culto da dover chiudere un occhio, ma spesso tutti e due, sulla loro preparazione  e reale vocazione? Perché il culto è diventato così preponderante da richiedere la massima parte del tempo di un un chierico, che non ne trova più per visitare le famiglie o le persone sofferenti? Cosa significa teologicamente 'sacerdote per sempre', anche quando non si rispettano le regole che si è liberamente accettate, conducendo stili di vita contrari al magistero, spesso fino al penale? In altre religioni, se non te la senti più di continuare, sei libero di andartene in pace, ma non puoi pretendere di restare monaco senza voler rispettare i precetti di un monaco...
E quindi, come cambiare? Si dice che la delusione, nei palazzi vaticani e non solo, serpeggia verso il lavoro del Papa. Bergoglio non sembra dare molta importanza alle voci che lo vedono come prossimo destinatario di un invito a 'farsi da parte'. Soltanto un'accusa dimostrata di eresia potrebbe scalzarlo. Lui non sembra aver voglia di dimettersi come il suo predecessore. Forse dovrebbe? La realtà delle parrocchie parla di chiese sempre semideserte. L'effetto di rinnovamento spirituale che si immaginava all'alba di questo pontificato, non è giunto. All'epoca, sette anni fa, Bergoglio parlò dell'importanza di non ridurre la Chiesa solamente all'immanente, diventando una sorta di grande ONG, e perdendo la spinta alla trascendenza. Oggi le parole che vengono usate dallo stesso Francesco sono quasi tutte legate all'immanenza...C'è stanchezza e confusione. Un vescovo gioisce per l'arrivo dell'età da pensione e 'scherzando' apostrofa un parroco perplesso:"Adesso son fatti vostri..."
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve niko. Citandoti : "...il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci;..........".
A me sembra che il cristianesimo prescriva di amare tutti. A parte l'assurdità del "dovere" di amare (e da quando l'amore può essere doveroso invece che spontaneo ?), mi sembrano poche le persone che affermino di amare tutti (non si capisce poi se contemporaneamente oppure uno alla volta!). A me viene in mente solo il Sommo Pontefice che dice di amare tutti quanti.

Io, ad esempio, ho sette amanti che amo contemporaneamente (non venite a dirmi che sono esagerato perchè la cosa è possibilissima !) ma mi sento un cattivo cristiano perchè evidentemente trascuro di amarne delle altre e poi perchè egoisticamente discrimino i maschi dalle femmine. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

niko

#22
Citazione di: viator il 27 Gennaio 2020, 11:32:04 AM
Salve niko. Citandoti : "...il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci;..........".
A me sembra che il cristianesimo prescriva di amare tutti. A parte l'assurdità del "dovere" di amare (e da quando l'amore può essere doveroso invece che spontaneo ?), mi sembrano poche le persone che affermino di amare tutti (non si capisce poi se contemporaneamente oppure uno alla volta!). A me viene in mente solo il Sommo Pontefice che dice di amare tutti quanti.

Io, ad esempio, ho sette amanti che amo contemporaneamente (non venite a dirmi che sono esagerato perchè la cosa è possibilissima !) ma mi sento un cattivo cristiano perchè evidentemente trascuro di amarne delle altre e poi perchè egoisticamente discrimino i maschi dalle femmine. Saluti.



C'è un solo amore che salva e c'è l'obbligo di amare tutti.

Così è, se vi piace. E pure se non vi piace.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

baylham

La dissoluzione della religione cristiana, della sua organizzazione, come quella delle altre principali religioni, non rappresenta affatto un problema, semmai una opportunità di miglioramento sociale.  Il problema non è l'organizzazione, ma, come è stato giustamente sottolineato da alcuni interventi, sono le sue fondamenta, i contenuti sacri considerati immutabili. L'arretratezza sociale, culturale che ne deriva è sempre più evidente. Le stesse discussioni sul celibato dei sacerdoti o sul sacerdozio femminile o sulla sessualità dei sacerdoti ne sono chiari esempi.

La reviviscenza della trascendenza, il misticismo, come rimedio? Ancora la perpetuazione di questo inganno? Spero che la filosofia soppianti la religione.

Sariputra

Penso che l'errore più grande sarebbe seguire il protestantesimo nel suo fallimento. Apertosi da secoli allo 'spirito del mondo' , il protestantesimo ha di fatto perso il proprio . Teologi come Vito Mancuso temono la modernità e consigliano continuamente di scendere a compromessi con essa, cercando di diluire e annacquare la dottrina cattolica. Eliminare cioè quel che non può essere accettato dagli abitanti delle società liquide moderne.
Il consiglio indiretto di Mancuso è proprio quello di fare come le chiese protestanti.  Solo rinunciando al suo "insostenibile" punto di vista, sostiene Mancuso, la Chiesa riceverà finalmente l'applauso del mondo e sarà accolta nella luminosa era del progresso...
"La Chiesa è indietro! Deve adeguarsi al mondo" è il mantra che circola tra teologi atei  e chierici 'disinibiti'. Ma il protestantesimo, che ha accettato e fatto proprio lo spirito del mondo, come sta di salute?
Peggio, molto peggio della Chiesa Cattolica, vien da dire, osservando cifre e statistiche...
L''emancipazione' dal Cattolicesimo non è riusita a frenare la polverizzazione e il relativismo etico facendo proliferare centinaia di altri piccoli protestantesimi, ognuno con il suo orticello e le sue regolette. Ormai, in alcune aree dell'America, si può trovare una chiesa protestante diversa ogni 50 km circa (anglicana,battista, mormone, evangelica, luterana,ecc.ecc.)..
 La reverenda anglicana Sally Hitchiner è perennemente in televisione, veste Prada e gioielli: «Non ho 80 anni, indosso ciò che voglio. Moti uomini si sentono intimiditi e non vogliono uscire con me la sera». E dichiara: «La chiesa cattolica è la stessa da duemila anni e questa è la sua forza. Noi siamo una chiesa diversa, molto più tollerante, sempre in divenire». La tollerante Chiesa anglicana per questo ha deciso di eliminare le scomode parole "peccato" e "diavolo" dal rito del battesimo, preferendo una formula asettica e neutrale, politicamente corretta. Tanto che il vescovo anglicano di Rochester Michael Nazir-Ali ha accusato il tentativo di «ridurre il Cristianesimo a citazioni facilmente digeribili». 
Una chiesa molto tollerante, come dice Hitchiner, ovvero liquida come la società in cui è immersa. Eppure è molto alto l'allarme del rischio di estinzione degli anglicani in Inghilterra. «La chiesa d'Inghilterra è soltanto a una generazione dall'estinzione», ha detto l'ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, intervenuto al grande sinodo della chiesa d'Inghilterra. «Dovremmo vergognarci di noi stessi, nell'aria vi è un senso di sconfitta».
Non va meglio decisamente per i protestanti in generale. In alcuni paesi nordici, come la Svezia, il numero di praticanti ruota attorno al 2%, nonostante tutte le aperture al mondo possibili, financo modificando i termini biblici stessi...
Le contraddizioni profonde in cui versa il protestantesimo sono il prodotto di una crisi d'identità e d'autorità  secolare. Il Cattolicesimo continua invece a crescere, almeno nominalmente, perché, alla crisi nel mondo occidentale, si contrappone una chiesa africana e terzomondista vivace, di cui il cardinale Robert Sarah è uno dei più autorevoli esponenti. Una chiesa 'povera' ma piuttosto radicata nella tradizione, seppur condita di canti effervescenti e vesti variopinte. Sarah è uno dei candidati al post-Bergoglio. Sarebbe l'"Obama" del Cristianesimo cattolico se riuscisse a salire al soglio pontificio. Al di là delle sue possibilità di nomina, che Chiesa sarebbe una  chiesa con il centro spirituale nel cuore martoriato dell'Africa subsahariana? Così lontana, in ogni senso, dal vuoto esistenziale in cui è immerso l'Occidente nichilista? C'è una teologia nuova che sta sorgendo in Africa. Pochi ne parlano, come per ogni cosa di quel disgraziato continente, ma c'è...
Riporto uno spunto interessante sull'etica vista da parte della nuova teologia africana, così come emersa dopo il primo sinodo africano

    L'etica africana

Per molto tempo il solo problema etico che la chiesa e i teologi africani studiavano in dettaglio riguardava l'etica sessuale e matrimoniale. Tuttavia negli ultimi anni ci si è dedicati al fondamento stesso dell'«etica africana» per studiare come ciò poteva ridare forza al cristianesimo.

La ricerca nel campo dell'etica ha mostrato che l'antropologia africana non parte dai principi della filosofia occidentale, come quello indicato, ad esempio, da Cartesio, che afferma: «Cogito, ergo sum». Non parte neppure dalla filosofia kantiana con il suo imperativo categorico. Nella concezione africana ciò che è fondamentale per l'uomo sono le relazioni interpersonali, di modo che se si volesse formulare un principio alla maniera cartesiana si dovrebbe dire: «Cognatus sum, ergo sumus»; noi esistiamo per il fatto di essere legati da una parentela.

La persona umana non è considerata come una sorta di atomo isolato, che non si concepisce se non mediante la sua indipendenza dagli altri, ma si pensa che l'uomo non può diventare persona se non entrando in relazione con gli altri. Questa relazione comprende, come si è detto rispetto alla guarigione, tutte le dimensioni, ivi compresa la dimensione cosmica. In altre parole: la persona umana non è veramente tale se non è in armonia con Dio, con i vivi, i morti, le persone non ancora nate e l'universo intero. Affinché queste relazioni rimangano sane, c'è la pratica costante della palabre, che è il luogo dove la comunità si ritrova per mangiare insieme la parola. In effetti nell'Africa subsahariana, a somiglianza della mentalità biblica, la parola è efficace: realizza ciò per cui è destinata. Questo significa, per esempio, che una parola cattiva può uccidere o distruggere la comunità. Per tale motivo è importante che una parola sia bene masticata e digerita, affinché non si trasformi in veleno. Per costatare il carattere vivificante o la nocività di una parola, è necessario che non ci stanchi di ruminarla e la comunità è il luogo ideale per questa ruminazione. Ciò avviene mediante la palabre, che è il luogo in cui la famiglia nel senso africano del termine diventa uno stomaco comunitario che rimastica, rumina e digerisce la parola, per toglierle ogni veleno che sarebbe distruttivo per tutti.

È la parola, dunque, che determina anche le norme per l'agire: si tratta di confermare, abolire o creare delle norme, quando se ne sente la necessità. A prima vista, l'agire morale non si basa solamente sugli atti dell'individuo, ma in Africa ci si confronta piuttosto con un'etica comunitaria, in cui c'è un'articolazione tra comunità e individuo. In altri termini, né la comunità, né l'individuo sono una quantità trascurabile, ma i due elementi costituiscono una dimensione essenziale dell'agire morale. Secondo questa concezione etica il problema della libertà, per esempio, si pone in modo diverso che nella filosofia occidentale. In effetti, la libertà non può essere unicamente né individuale né comunitaria, ma è fondamentalmente radicata in entrambe le dimensioni. L'individuo non può essere libero senza la comunità e viceversa. Non si è liberi nel senso unicamente negativo di liberarsi da qualcosa, ma la libertà è nello stesso tempo per e con gli altri all'interno di una determinata comunità. L'«io» non è veramente libero se non quando si sforza di rendere libero il «noi»[13]. In questa prospettiva il problema riguardante la libertà di stampa, così cara al mondo occidentale, sarà discusso in Africa in modo differente. Se ci si riferisce alla concezione della persona seguendo la filosofia africana, non si può diventare persona se non all'interno di una relazione armoniosa che ci rende parenti gli uni degli altri (ho dei parenti ed è per questo che noi esistiamo!); la libertà di stampa che si assolutizza senza tener conto delle conseguenze che ciò che si scrive può avere per le relazioni comunitarie è una dittatura che non libera la comunità; e dato che non libera la comunità, non può neppure liberare l'individuo che ne usa in modo puramente dittatoriale, il che, in realtà, è la negazione della vera libertà, il cui compito è di procurare la dignità altrui.

Collegato a questo problema, bisogna ricordare l'insegnamento tradizionale sulla coscienza individuale considerata come l'istanza ultima dell'agire morale. Anche qui l'etica africana procederà in modo diverso. In effetti, per essa, la coscienza è sempre una realtà che non si deve separare dalla comunità. La mia coscienza, in quanto individuo, non è coscienza se non tiene conto della coscienza comunitaria. In questo caso non è solamente la coscienza dell'individuo l'istanza ultima, ma anche la coscienza della comunità può diventare istanza suprema per l'individuo. È per questo che la ricerca di norme etiche si compie anch'essa mediante la palabre, in cui ci si sforza non tanto di votare a maggioranza, ma piuttosto di arrivare a un consenso in cui ciascuno si ritrovi, almeno fino al punto in cui il contrario non venga a infirmare ciò che è stato deciso in comune. Ciò significa che, sebbene un individuo non sia totalmente convinto di una decisione presa nel corso di una palabre, si comporterà seguendo la norma fissata fino al giorno in cui ritornerà con altri fatti contrari, i quali in una nuova palabre dovranno essere nuovamente esaminati per mettere alla prova una decisione anteriore.

Tenendo conto di quanto è stato detto finora circa l'etica africana, i teologi pensano che la chiesa-famiglia in Africa dovrebbe sempre più integrare questa base antropologica nella proclamazione del messaggio evangelico. Le norme etiche per un agire cristiano non dovrebbero consistere nell'applicazione di norme astratte recepite dalla filosofia occidentale, ma una palabre evangelica nella comunità ecclesiale dovrebbe mangiare, masticare e digerire insieme la parola di Dio per confrontarla con le realtà africane e trovare una modalità etica propria di comportarsi da cristiani. In definitiva, ciò vorrebbe dire che la ricerca e la scoperta delle norme etiche non riguardano solamente i responsabili nella chiesa, ma che si tratta di uno sforzo comune sotto l'azione dello Spirito Santo. Né l'individuo può assolutizzare la propria libertà per porre degli atti che misconoscano la comunità, né quest'ultima può ignorare il ruolo insostituibile e la vocazione dell'individuo nel suo seno. Dio non sarà tutto in tutti se non quando c'è una relazione dialettica tra i due elementi, nel senso che «io sono imparentato con gli altri, ed è per questo che esistiamo», che siamo persone volute da Dio in comunità e mai senza di essa.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 27 Gennaio 2020, 16:21:55 PM
Ma il protestantesimo, che ha accettato e fatto proprio lo spirito del mondo, come sta di salute?
Peggio, molto peggio della Chiesa Cattolica, vien da dire, osservando cifre e statistiche...
Io non ne sarei sicuro sicuro http://espresso.repubblica.it/inchieste/2016/10/17/news/un-business-chiamato-gesu-1.285938
Un conto è la situazione dei protestanti europei, un conto è la situazione dei protestanti americani, che ritornano nel vecchio continente  a suon di "prosperity gospel", più ricco sei più carte hai nel regno dei cieli. Ovviamente uno è libero di giudicare come gli pare, ma "osservando cifre e statistiche", i pentecostali sono tra le uniche denominazioni cristiane in crescita, se è coi numeri che bisogna giudicare.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

@InVerno
Sì , è vero, ma i pentecostali non sono un'unica chiesa, ma divisi in innumerevoli chiese con differenze anche notevoli fra loro. Si parla di 600.000 fedeli solo in Italia. Personalmente non credo che siamo su quelle cifre. Bisogna però valutare la percentuale di immigrati entrati nel paese e che seguono queste nuove chiese. Sembra che l'elemento 'guarigione' sia il collante (oltre a quello economico... :( )...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

paul11

Baylham
possiamo come con una bomba atomica, azzerare tutto, religioni, ideologie, Stato, Chiese e pensare che questa sia liberazione.
Una volta fatta terra bruciata, su cosa si costruisce una cultura?

I tempi di decadenza, e gli stessi ebrei ne hanno scritto ben prima del cristianesimo di peridoi floridi e di decadenze anche nei costumi sociali e la storia ci racconta tutto ciò anche nella modernità.
Il problema è l'uomo che non conosce se stesso e perde il senso della misura.
Non può morire un pensiero che è costruito sulla pace e l'amore universale, può morire chi lo interpreta e pensa più alla propria sopravvivenza nell'azione secolarizzata piuttosto che alla tradizione originaria.

E' ideologia da due soldi il pensare che le religioni siano state "fumo" per i popoli, perché il pensiero laico e ateo non ha potenza se non credere e aver fede nella tecnica.
I tre monoteismi e se ci aggiungiamo tutte le spiritualità del pianeta sono la stragrande maggioranza.


Sariputra
E quante nuove chiese cristiane , oltre la cattolica, sono nate e non addito solo il protestantesimo e il calvinismo, per perdita di una identità originaria e secolarizzazione?
Ci sono problematiche di dogmi che nacquero storicamente per dirimere punti di vista intellettuali che hanno ingessato la chiesa cattolica.
Il problema oggi non è il dogma in sé e per sé anche se sarebbe importante farne pulizia.
Il vero problema è che un istituto, anche ateo, laico, civile, pubblico, vive perché ha uno statuto originario e se ci si allontana da esso si diventa qualcosa d'altro.
Così è stato per il marxismo, per dare un'idea laica di comunismo, socialismo, fino ad annacquarsi, a compromettersi storicamente.
Ora che vi siano correnti diverse che interpretano quindi diversamente, perché lo scritto non ha più la difesa dell''autore come disse Socrate nel "Fedro", fa parte della storia. Ma non può allontanarsi dallo statuto originario, diventa un problema di compatibilità. Questo problema è nei partiti, nelle istituzioni, in tutto ciò che è "associazione". Ma se vi sono associazioni che corrono dietro al consenso elettorale, perché è la maggioranza che decide, un istituto religioso non può farlo.
E' necessario che prenda posizioni chiare, formulando su problemi essenziali il "come" la pensa e il "perchè" relazionandolo al testo sacro, non al momento storico.
Il momento storico evoca il problema, ma quel problema storicamente dato è contemplato nelle Sacre Scritture ed è necessario prendere una decisione che l'ecclesia deve mostrare al popolo il come arriva al giudizio, su quali versetti del testo sacro.
L'eutanasia, le staminali, la vita, la sessualità, la famiglia, ecc.sono fondamentali problematiche su cui è necessario avere concetti chiari, ma mai dimenticare in quanto cristiani che l'amore è il legante, senza quest'ultimo finisce il cristianesimo, in quanto lo caratterizza, ed è un amore "universale" rivolto a tutto e quindi responsabile di averne cura, di saperlo coltivare e diffondere.
Il ladrone diventa buono per amore, così la prostituta. La lettura è sapere superare i problemi e le etichette con l'amore che è un linguaggio universale fondativo.
Allora e finisco, saper leggere con amore i cambiamenti storico sociali, non significa esautorare, mandare via, costruire diversità nelle diversità, significa com-prendere, com-passione, misericordia.
Come un educatore saggio, un maestro, si indica una via e il suo limite oltre cui si esce dal viatico. Ma perdere una pecorella smarrita non è cinismo, non è menefreghismo perché il problema è della pecorella, ma è attesa amorevole da parte del pastore, che non deve mai smettere di cercarla perché anche questo è amore.
Quindi si dà il sentiero, ma non si rinnega nessuno, perché tutti sono sorelle e fratelli,venuti al mondo.

Tanti si sono fatti preti non avendo nessuna vocazione.

doxa

#28
Sariputra ha scritto:
CitazioneCambiare per non morire o morire cambiando?

In entrambi i casi sarà un dramma ? Non credo.

Sappiamo che numerose antiche religioni si sono estinte perché non più funzionali.

Le fedi possono "ammalarsi", ma non scompaiono da sole: serve qualcuno che le uccida. Chi sarà il "carnefice" della Chiesa cattolica e della religione cristiana ? Sarà un altro imperatore Teodosio I ma in senso inverso ?

Il cristianesimo ha duemila anni di storia, troppi dal mio punto di vista, anche a causa della mitologia che narra.  Ha fatto il suo tempo, ma all'orizzonte non c'è un'altra religione monoteista più confacente. Ci sono delle sette. Forse una di esse si svilupperà, si espanderà perché portatrice di altri tipi di messaggi.

Anche se c'è la tendenza, in aumento, di persone indifferenti alle religioni,  ci vorranno  ancora alcuni secoli  per l'estinzione della Chiesa cattolica.  

Da quanto leggo sui giornali le persone che si dichiarano non credenti e non appartenenti a una comunità religiosa sono in crescita.

Le religioni muoiono e ne nascono di nuove, altre si riducono da grandi religioni mondiali a  pochi seguaci, com'era il cristianesimo del tempo degli apostoli.

Nel Medioevo per scelta o per obbligo intere popolazioni scelsero l'Islam per lo stesso motivo che aveva indotto i loro antenati a diventare cristiani, per adeguarsi alla scelta religiosa dei ras locali.

Le terre conquistate dall'islam durante la sua espansione iniziale erano prevalentemente cristiane, e la maggior parte delle popolazioni mantennero la propria fede, ma le coercizioni  e le persecuzioni le spinsero ad accettare la conversione.

Proprio come accadeva nell'Europa cristiana nei confronti della propria popolazione ebraica.

baylham

Ogni religione come ogni cultura ha un inizio ed una fine: la fine di una cultura è l'inizio di un'altra. Su cosa si costruisce una cultura? Sull'incrocio e l'innovazione delle culture, come le specie.

Come ateo dovrei preoccuparmi della sessualità dei sacerdoti cattolici? Una questione per me patetica.
Oppure dovrei preoccuparmi della fine della Chiesa Cattolica o delle altre religioni? Ma se dipendessero da me sarebbero già finite. Da loro prendo quello che mi interessa, che mi piace, il resto non mi riguarda.

Mirare alla pace e all'amore universale, che quindi non ci sono, non mi interessa, progetto impossibile, mi accontento di molto meno.

Per me le religioni sono inganno, non cambia una virgola che la stragrande maggioranza degli uomini sia religiosa. Non mi interessa la potenza, la lascio agli impotenti. Apprezzo la tecnica, la preferisco alla magia, quella che crea le cose dal nulla.

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