Quale Chiesa Cattolica?

Aperto da Sariputra, 25 Gennaio 2020, 17:32:19 PM

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Sariputra

Quale Chiesa Cattolica per il nuovo millennio? E' inutile cercare di nascondere il fatto che il Cattolicesimo sta passando una grave crisi interna. Due anime si fronteggiano che mi sembra, a grandi linee, così possibile delineare: la linea di Papa Bergoglio, che sembra guardare con più favore alla modernità, al matrimonio dei chierici, alle unioni omosessuali, al sacerdozio femminile. In poche parole una linea vicina al protestantesimo e fortemente filantropica e terzomondista e una linea 'tradizionalista' che comprende molti alti prelati, probabilmente il Papa Emerito e moltissimi fedeli disorientati che non si riconoscono più nella chiesa bergogliana e che votano politicamente apertamente contro le indicazioni implicite della CEI e di molti sacerdoti. Un libro che verrà pubblicato a breve, scritto dal cardinale Sarah con molti contributi di Ratzinger (tutt'ora intellettualmente sanissimo...) si schiera apertamente a favore del celibato dei sacerdoti. Appena i media hanno rilanciato la notizia, il segretario del Papa Emerito, si è affrettato a puntualizzare che il libro era un'iniziativa di Sarah e che Ratzinger ritirava la propria firma (ma non quello che veniva citato all'interno...).Pressione dall'entourage di Bergoglio? Indizi di un conflitto teologico latente? Perché Ratzinger si è dimesso? Quali reali motivi c'erano? Non certo di salute, come si sosteneva, visto che ormai sono passati sette anni ed è ancora attivissimo intellettualmente, tanto che non è improbabile che possa sopravvivere allo stesso Bergoglio...Perché migliaia di sacerdoti non si riconoscono più nella linea tradizionale e guardano con favore ad un 'relativismo dottrinale' che rischia di renderli 'ininfluenti' nella società odierna che tutto ingloba e consuma, come è successo al protestantesimo stesso, venendo a mancare il valore di una testimonianza? Perché questo disorientamento anche tra gli stessi chierici a riguardo della sessualità, che si manifesta come un vulnus, mai superato, del cattolicesimo ? Tutti questi interrogativi  arrivano anche ai cristiani 'umili', come li chiama Bergoglio, i quali faticano a riconoscersi all'interno di un'istituzione che non parla più con un'unica voce. E' di oggi la notizia che il card. Bassetti, presidente CEI, ha invitato coloro che criticano la linea bergogliana a guardare pure liberamente altrove, se non si sentono più in sintonia col magistero. Una frase poco ortodossa per un alto prelato cattolico che, tendenzialmente, è sempre portato a smussare, minimizzare o addirittuare negare l'esistenza di conflitti interni. Un possibile scisma all'orizzonte?...

P.S. Se è possibile, interventi inerenti la questione e non ragionamenti filosofici sull'esistenza  o inesistenza di Dio o su quello che ha combinato la Chiesa 500 anni fa...... :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

doxa

#1
Buonasera Sari.
La Chiesa cattolica ha la capacità di adeguarsi ai tempi per non "tramontare".

Hai scritto: "Un libro che verrà pubblicato a breve, scritto dal cardinale Sarah con molti contributi di Ratzinger (tutt'ora intellettualmente sanissimo...) si schiera apertamente a favore del celibato dei sacerdoti." 

Forse sbaglio, ma per quanto ne so il cardinale Sarah e Ratzinger sono contro il celibato dei sacerdoti, non a favore.  

I "tradizionalisti" sono come i cavalli con il paraocchi. Essi sono i fautori della cosiddetta religiosità popolare. Nella società civile alcuni valori stanno evolvendo ma loro intendono rimanere dove sono: sull'orlo del baratro. Non si accorgono che durante la settimana le chiese sono vuote ? Che i giovani preferiscono frequentare i centri commerciali ?

Con l'attuale pontificato la Chiesa tenta di dare il proprio supporto all'Occidente per non rimanere esclusa  nella condivisione di valori in auge. Solo così  "la Chiesa serve alla società", entrambe  unite  di fronte ai grandi temi.

L'insufficiente e contraddittoria gestione istituzionale del mescolamento di popoli, culture e religioni, evidenziando nuove esigenze, richiede alla Chiesa l'adeguamento, uomini coraggiosi.

Le gerarchie vaticane rappresentano ancora una voce autorevole nel dibattito sui grandi temi etici, ma ormai non più sostenuta a livello di società civile e papa Francesco lo sa.

I fustigatori no-stop dell'attuale pontefice si danno di gomito ripetendo che il pontificato argentino è "in affanno". Anche molti laudatores di un tempo scuotono il capo, ruminando delusione. Stigmatizzano lentezze e titubanze nel risolvere coi suoi "superpoteri" tutti a mali nella Chiesa.

Sari hai aperto il tuo post chiedendo: "Quale Chiesa Cattolica per il nuovo millennio?" Per sopravvivere nei prossimi secoli dovrà abbandonare la religiosità popolare (composta dai tre quarti dei suoi fedeli) e navigare a gonfie  verso la spiritualità.

Per quanto riguarda la Chiesa e la sessualità ti consiglio di leggere il libro titolato "Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia", scritto  alcuni anni fa da Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffìa. In questo testo le autrici esaminano lo stereotipo, il pregiudizio della sessuofobia nel cristianesimo e poi nella Chiesa cattolica: per il cattolicesimo il piacere è colpa, il sesso è peccato. "Da praticare con parsimonia e disagio esclusivamente nel matrimonio, e principalmente per procreare. Alcuni enunciati si ripetono nel corso del tempo nella predicazione cattolica fino a rendere possibile una sintesi così brutale".

Nel passato la Chiesa usò verso la sessualità repressione e clemenza per governare le "anime" dei fedeli.
 
La teologia cristiana considerava il rapporto sessuale tra un uomo ed una donna metafora del rapporto fra l'anima e Dio, anticipo del piacere d'amore che si vivrà in "paradiso". Come tale,  il rapporto sessuale doveva essere pervaso di significati spirituali, privato dell'aspetto ludico ed erotico che lo aveva contrassegnato nel mondo pagano.


Dopo le aspre critiche nel passato la Chiesa cattolica, il pontifex in primis, evita l'argomento sessualità. Non entra più nella camera da letto.

Phil

Il momento è sicuramente delicato, così come è delicata la "convivenza teologica" fra due papi (non troppo affini per linea di pensiero) in un'epoca incentrata sui media e in cui la differenza fra "emerito" e "regnante" può essere facilmente strumentalizzata dalla schiera degli antagonisti. Non lavando i panni sporchi in casa, come consiglia saggiamente ogni tradizione (ecclesiastica e non), un'eccessiva trasparenza, per quanto coerente con la sincerità propugnata dalla dottrina, rischia, secondo me, di essere controproducente più di quanto possa essere lodata per la sua coerenza valoriale.
L'ingrato compito di mediare fra i principi fondatori e la istanze attuali dei credenti, consiglierebbe apparentemente un graduale "aggiornamento"(update) della Chiesa, una flessibilità verso il basso per non perdere la presa sui fedeli (o perdere fedeli) che tuttavia, quanto più mostra una chiesa malleabile e teologicamente "debole" (come si direbbe in filosofia), tanto più rischia di provocare comunque un calo di credibilità (e in ciò sta lo scacco da cui uscire). Una Chiesa con un'identità "fluida" che asseconda "populisticamente" i tempi culturali e l'esigenze (copulative o meno) del fedele contemporaneo, minaccia di assomigliare più ad un partito politico che alla incarnazione della voce di Dio (salvo dover concedere che la volontà e i valori di Dio mutino con le epoche... ma se ammettiamo che anche Dio possa cambiare idea, come farebbe un ragionevole padre umano, la Chiesa rischia di regredire alla figura dello stregone che interpreta la capricciosità degli dei, perdendo così totalmente l'"aggancio culturale" con le masse dei tempi moderni, già stanche di giostrarsi fra paradigmi instabili e mutevoli).

Una Chiesa che lascia "libertà di uscita" ai suoi fedeli è perfettamente coerente con la propria dottrina; una che lascia libertà di obiezione e dissidenza al suo stesso interno, oltre a svalutarsi drammaticamente sul piano dogmatico (di cui la religione ha costitutivo bisogno, e in questa sezione non deve suonare come una critica), si predispone suo malgrado a potenziali scissioni e secessioni come accaduto recentemente con i principali filoni politici e già nella sua stessa storia alcuni secoli fa. Sicuramente, la solidità e la cultura millenaria della Chiesa non sono per ora paragonabili alle basi ideologiche dei vecchi (estinti) partiti politici, perché il fondamento teoretico della Chiesa resta pur sempre uno, il suo corpus dogmatico, per giunta saldamente ancorato a dei testi sacri (nel bene e nel male... considerando che la loro interpretazione è adattabile solo entro certi limiti e al contempo costituisce ciò che differenzia radicalmente la Chiesa da ogni sapienza umana, ovvero il segno del verbo divino).

bobmax

Ritengo che le scelte di Bergoglio abbiano come principale obiettivo quello di salvare la propria chiesa.

Non so se questo papa creda davvero in ciò che proclama, ho però l'impressione che la sua sia soprattutto una recitazione.
Fatta a fine di bene, il bene della propria chiesa.

Da buon gesuita ha ben presente che se resta tradizionale la chiesa cattolica non ha futuro.

Quelli che lo contestano non riescono neppure a comprendere che il suo è l'estremo tentativo.

Tuttavia l'apertura al mondo non penso potrà essere sufficiente.
Manca la proposta di un nuovo orizzonte teologico, di cui la Chiesa sia apripista.

Eppure il cristianesimo ha già in sé stesso, con la mistica, il pensiero filosofico di cui ha bisogno.
Ma non lo vede...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

niko

#4
Il cristianesimo farà sempre più fatica a farci accettare l'idea di un Dio incarnatosi (ma guarda un po' che caso...) in un maschio e in particolare il cattolicesimo farà sempre più fatica a farci accettare una casta sacerdotale di soli maschi; Il monoteismo del dio padre cadrà col dominio patriarcale stesso; è interessante anche il topic dell'utente altamarea in merito, nella sezione ultimo libro letto, d cui metto il link

https://www.riflessioni.it/logos/ultimo-libro-letto/'l'altra-meta-di-dio'/msg40037/?boardseen#new



L'unione donna/spirito che genera un maschio è una negazione concettuale della partenogenesi, cioè della possibilità di autofecondazione e autoclonazione delle donne, che esiste in natura, anche se non nell'essere umano.

Inoltre, oltre alla corruzione e alla decadenza del clero, pesano sul futuro possibile di questa religione gli aspetti antivitalistici del cristianesimo, abbondantemente denunciati da Nietzche.

Il cristianesimo è antivitalista sia quando esalta la vita (ad esempio nella sua visione incarnazionista e resurrezionista) ,che quando la condanna (ad esempio nel tema della croce), perché in entrambi i casi pretende di farlo integralmente; si disinteressa così al giudizio nella e della vita
- giudizio nella e della vita che è l'unica forma di giudizio davvero possibile ed efficace, quello ricadente sulla qualità della vita e sulla gamma di relativa preferibilità tra le varie vite possibili ponderate tra di loro e al limite implicante, come sospensione del giudizio, la contemplazione dell'autoselezione che la vita opera su se stessa, scegliendo il meglio di sé e dei suoi singoli viventi per continuarsi e per superarsi apparentemente senza scopo-
per tentare di dare un impossibile giudizio sulla vita, giudizio in cui, in fondo, l'assoluzione è uguale alla condanna, l'esaltazione allo svilimento, perché in realtà il giudizio sulla vita è impossibile, prevede di assumere una prospettiva esterna alla vita, quindi nulla. Chi vuole parlare e pontificare della vita, di tutta la vita come un blocco unico, anche solo per sostenere che la vita è sacra, va difesa a prescindere eccetera, e tanto più se vuole condannare la vita e indicare in essa il presunto ruolo redentore della sofferenza, dovrebbe prima spiegare da dove parla, qual è la sua prospettiva... e non può!
E con ciò, almeno per quanto mi riguarda, fine di tutte le campagne prolife, antiabortiste, antidivorziste procreazioniste, antieutanasia, antipreservativo eccetera... la bellezza salverà il mondo, non la croce.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve. La sopravvivenza della Chiesa Cattolica non è certo questione fideistico-spiritualistica.
I suoi due grandi e mortiferi problemi sono di ordine dottrinal-pratico e  risultano da una parte distinti e dall'altra collegati.

Si tratta dell'atteggiamento verso la sessualità (dei fedeli) e di quello verso il celibato (del prete).
Che i due aspetti risultino del tutto interdipendenti (anche se apparentemente il primo riguarderebbe solo i fedeli ed il secondo solo i Ministri) è cosa del tutto ovvia del quale non mette merito trattare.

Più interessante, secondo me, dovrebbe essere il fatto che la Chiesa cerca di affrontarli - i due aspetti - separatamente e con comportamento diverso.

La sessualità rappresenta un tabù che la Chiesa sta abbandonando semplicemente fingendo di dimenticarselo (la riproduzione invece, la quale rappresenta l'effetto sociodemografico della pratica sessuale, resta argomento circa il quale la Chiesa deve assolutamente mantenere le proprie posizioni dottrinali - vedere il mio inciso terzomondista appena qui sotto).

Il celibato del clero invece rappresenta aspetto immensamente più importante poichè costituisce l'unica garanzia della superiore efficienza dell'Istituzione.

Abolendolo, non solo l'Istituzione si secolarizzerebbe trasformandosi in una banale - per quanto corposa -  organizzazione socioculturalideologica formata da degli "iscritti" o "simpatizzanti" coordinati da una certa schiera di funzionari (i sacerdoti) stipendiati e corredati (o comunque liberi di corredarsi) di famiglia al seguito, con conseguente dedizione e vocazione a tempo assai "parziale".................ma che, siamo pazzi ?......................ma ovviamente non potrebbe sopravvivere finanziariamente.

Quindi il futuro della Chiesa Cattolica sta - secondo me - nel tipo di risposta che verrà data al dilemma del celibato, risposta che in ogni caso non potrà - nella migliore delle ipotesi - che ritardare ma non eliminare la decadenza della sua presenza all'interno delle società più prospere (le prospettive più favorevoli per la Chiesa sono quelle terzomondiste legate ad una augurabile (per la Chiesa stessa) esplosione demografica che la rifornisca di nuovo "terreni di coltura")). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

Viator ha scritto:
Citazionele prospettive più favorevoli per la Chiesa sono quelle terzomondiste legate ad una augurabile (per la Chiesa stessa) esplosione demografica che la rifornisca di nuovo "terreni di coltura".


La Chiesa cattolica non si scoraggia per la crisi della vocazioni al sacerdozio o alla vita monacale in Europa e nel Nord America. Da anni sta facendo arrivare in Europa molti aspiranti monache, suore e preti dalle nazioni del Terzo Mondo (Africa, Asia) per colmare i vuoti nei monasteri, nei conventi e nelle chiese, con risultati a volte incredibili.


Ti/Vi faccio leggere un articolo pubblicato l'altro giorno dal quotidiano il Messaggero.


Franca Giansoldati: "Da ex suore a prostitute, il Papa dona una casa-rifugio a Roma per aiutarle e proteggerle" (Il Messaggero, 24 – 1 – 2020)

Sulla strada di notte, un minuscolo crocifisso in tasca e un destino ormai segnato. I clienti che si fermavano non sapevano che un tempo era stata una suora. Come il caso drammatico di una giovanissima filippina che una volta fuoriuscita dalla congregazione alla quale apparteneva, ha visto chiudersi piano piano tutte le porte e le possibilità che aveva alle sue spalle. E così da un giorno all'altro si è ritrovata da sola, disperata, senza conoscere nessun altro a Roma. Per vivere ha provato a cercare un lavoro come domestica ma ha presto finito i soldi. Per un altro po' ha vissuto di carità dormendo in stazione, fino a che non si è prostituita. E' una storia emblematica e ben conosciuta ai piani alti del Vaticano.  

E di vicende così, purtroppo, ce ne sono anche altre e non si tratta di casi isolati. Papa Francesco  proprio per evitare derive tanto drammatiche e per dare un aiuto concreto alle ex suore che decidono di lasciare il cammino religioso ha deciso di aprire una casa a Roma, anche se nessuno ha voglia di dare troppe coordinate sull'ubicazione dell'edificio, per evitare il clamore e la morbosità. «La nostra casa è stata aperta un anno e mezzo fa. Le ex suore sono meno di una decina e vivono con altre donne rifugiate. E' una casa di integrazione a tempo che fa parte di un progetto più ampio legato ai corridoi umanitari. Le nostre ospiti hanno un tetto, non pagano l'affitto, possono restare tutto il tempo necessario per riprendere in mano la propria vita, trovarsi un lavoro. Soprattutto per le straniere che lasciano il velo il passaggio dalla vita religiosa a quella normale' non va sempre liscio. A volte serve parecchio tempo per rifare documenti, altre volte hanno bisogno di riprendersi dai traumi. Certamente le donne che arrivano qui sono più vulnerabili. Noi le aiutiamo in questa sorta di interregno», dicono le suore scalabriniane che gestiscono l'istituto. Di più non vogliono aggiungere per proteggere (giustamente) le ex suore. «Sono persone doppiamente vulnerabili in questo delicatissimo passaggio esistenziale».

A parlare, invece, pubblicamente di questa realtà è stato il cardinale Joao Braz de Aviz, il brasiliano che gestisce la Congregazione per la vita consacrata. «A volte queste suore sono completamente abbandonate. Ma le cose stanno cambiando. Il Papa ha deciso di accogliere dalla strada alcune suore mandate via da noi o dalle madri superiori, in particolare nel caso che siano straniere. Io sono andato a trovare queste ex suore. Ho trovato un mondo di ferite ma anche di speranza. Ci sono casi molto duri, in cui i superiori hanno trattenuto i documenti di suore che desideravano uscire dal convento o sono state mandate via.Sono entrate in convento come suore e si ritrovano in queste condizioni. C'è stato anche qualche caso di prostituzione per potersi mantenere. Si tratta di ex suore! ha spiegato il cardinale al mensile dell'Osservatore Romano, Donna Chiesa Mondo.

Che la vita dentro un convento non sia sempre un cammino di rose e fiori, secondo le poetiche descrizioni di Santa Teresa nei suoi diari, è notorio. Capita che tra quelle mura si possano nascondere anche dinamiche dolorose, violenze, rivalità, invidie, prevaricazioni e, persino, abusi da parte dei sacerdoti.I casi vengono affrontati all'interno della Congregazione dei religiosi anche se all'esterno ben poco affiora. A sentire alcune ex suore quel dicastero vaticano non ha mai brillato per trasparenza. E in passato ci sono anche stati casi clamorosi di insabbiamento.

Come per esempio i casi degli aborti cui sono state costrette alcune religiose, soprattutto in Africa.
Cosa che probabilmente anche il cardinale Braz de Aviz e il suo segretario, il francescano spagnolo Josè Carballo conoscono, poichè sui loro tavoli transitano dossier e fascicoli riservati. A proposito dei motivi che spingono le religiose ad uscire dal convento, Braz prova a riassumere: «Sicuramente influisce molto il contesto culturale attuale, in cui e difficile assumere responsabilita per tutta la vita. Questo e vero, ma i motivi sono diversi: problemi affettivi, storie personali piene di ferite».

Menandro

Non credo che ci sarà uno scisma, la società è troppo secolarizzata, e quindi nessuno potrebbe approfittarne sul piano politico, come successe nei secoli passati. E' in corso un dissidio interno dovuto al fatto che la parte più conservatrice della Chiesa, che ha tenuto il potere ininterrottamente per più di quarant'anni, ha momentaneamente perso il comando. Il papa attuale non ha modificato di una virgola la dottrina, e come tutti i papi sta nominando nuovi vescovi e cardinali affini alla sua linea. La vera novità è che gli avversari hanno ritenuto che, pur di metterlo in difficoltà, valesse la pena di attaccarlo platealmente e senza risparmiare colpi bassi, screditando insieme a lui anche se sessi e l'istituzione.
Non è la prima volta che la Chiesa è tentata di fare delle concessioni allo spirito del proprio tempo, tornando poi magari sui suoi passi, come avvenne con la soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773, ripristinata poco dopo. Niente di irrimediabile per chi vive non anni ma secoli: cambiano di nuovo i tempi, si procede ad una correzione. Il più grave colpo alla credibilità della Chiesa è venuto invece nel momento del suo massimo irrigidimento dottrinale, quel dogma dell'infallibilità del pontefice che Pio IX proclamò in aperta sfida alla politica e alle idee del suo tempo. Un ostacolo all'operare di un'istituzione che deve vivere nel mondo, e una zavorra oggi nella coscienza di molti, a cui sembra fra i dogmi forse il più incredibile.

paul11

#8
La differenza sostanziale fra spiritualità, in generale, e religione è che in queste ultime c'è una Sacra Scrittura c'è una Rivelazione. Questa differenza è fondamentale. I tre cosiddetti monoteismo hanno tre testi sacri di riferimento inalienabili e riferimento ASSOLUTO per qualunque procedimento ermeneutico o esegetico che sia.

Non esiste Papa la cui autorità storica, perché anche i Papi passano e vanno, non sia nella capacità di attualizzare nella contemporaneità quelle Sacre Scritture, diversamente la Chiesa diventa un puro istituto fondato sul nulla e destinato a correre dietro alle mode culturali.
Il problema è quindi come si attualizzano le Sacre Scritture e non il fare i politici di compromessi secolarizzati per avere adepti. La Chiesa ha il compito di portare a conoscenza a tutta l'umanità la Buona Novella e non di avere quantità popolari a scapito di iperboliche interpretazioni di quegli scritti.
Quegli scritti sono lo statuto su cui regge una istituzione, come la Costituzione le leggi di uno stato, con una differenza sostanziale quelle Scritture non si toccano, non c'è maggioranza parlamentare che possa modificarle.

Le strutture organizzative dell' iman o del rabbino sono diverse dal prete. Non c'è scritto da nessuna parte nelle Sacre Scritture di come dovesse essere l'ecclesia(che dal greco significa assemblea) e non penso proprio ad uno Stato secolare, fortemente gerarchicizzato, perchè questo crea problemi fra il Papa e chi vive davvero nella comunità, il prete nella parrocchia.

Si ritorni alle origini del cristianesimo ,piuttosto, senza parecchi dogmi inventati di cui nulla vi è nelle Sacre Scritture. Gli apostoli erano tutti maschi? I discepoli erano tutti maschi? Il ruolo delle donne nel Vangelo è davvero poco o nulla? Erano celibi o coniugati?
Prima che quella pietra angolare fosse interpretata come ecclesia, era comunità.
Molte pulizie dovrebbero essere attuate in duemila anni anche di grosse sbandate e ribadisco in riferimento a ciò che è nelle Sacre Scritture.

Kobayashi

Citazione di: paul11 il 26 Gennaio 2020, 01:15:29 AMIl problema è quindi come si attualizzano le Sacre Scritture e non il fare i politici di compromessi secolarizzati per avere adepti. La Chiesa ha il compito di portare a conoscenza a tutta l'umanità la Buona Novella e non di avere quantità popolari a scapito di iperboliche interpretazioni di quegli scritti. 

Sì, il punto è proprio questo, ovvero l'interpretazione da dare nel presente al nucleo vivo della dottrina non per ottenere maggiore consenso ma per riuscire di nuovo ad accompagnare i pochi o tanti fedeli verso l'esperienza dello spirito di Dio.

E come dice Bobmax, la via d'uscita è chiara, è lì davanti a tutti, è la via della mistica, ovvero l'esperienza di un amore divino verso tutto e verso tutti che può essere generata in se stessi dalla rinuncia al proprio utile, al proprio io contingente, storico, pieno di fragilità e bisogni.

Che cosa volete che conti la faccenda della sessualità di fronte a vissuti del genere? Di fronte all'ampiezza di respiro che si sperimenta quando ci si libera da tutti le ossessioni individuali (che il nostro tempo ha moltiplicato in modo parossistico)?

La Chiesa dovrà essere in futuro la casa di coloro che vorranno centrare la propria vita su questo cammino.
Niente più morale, politica, filantropia, superstizione (la devozione popolare).
Sarà una casa abitata da pochissime persone.

niko

#10
Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 09:46:30 AM
Citazione di: paul11 il 26 Gennaio 2020, 01:15:29 AMIl problema è quindi come si attualizzano le Sacre Scritture e non il fare i politici di compromessi secolarizzati per avere adepti. La Chiesa ha il compito di portare a conoscenza a tutta l'umanità la Buona Novella e non di avere quantità popolari a scapito di iperboliche interpretazioni di quegli scritti.  

Sì, il punto è proprio questo, ovvero l'interpretazione da dare nel presente al nucleo vivo della dottrina non per ottenere maggiore consenso ma per riuscire di nuovo ad accompagnare i pochi o tanti fedeli verso l'esperienza dello spirito di Dio.

E come dice Bobmax, la via d'uscita è chiara, è lì davanti a tutti, è la via della mistica, ovvero l'esperienza di un amore divino verso tutto e verso tutti che può essere generata in se stessi dalla rinuncia al proprio utile, al proprio io contingente, storico, pieno di fragilità e bisogni.

Che cosa volete che conti la faccenda della sessualità di fronte a vissuti del genere? Di fronte all'ampiezza di respiro che si sperimenta quando ci si libera da tutti le ossessioni individuali (che il nostro tempo ha moltiplicato in modo parossistico)?

La Chiesa dovrà essere in futuro la casa di coloro che vorranno centrare la propria vita su questo cammino.
Niente più morale, politica, filantropia, superstizione (la devozione popolare).
Sarà una casa abitata da pochissime persone.



Pensare che la sessualità (e con essa la condizione di sesso biologico e di genere; genere e sessualità di un singolo individuo, e tanto più preferenza valoriale di genere e regolamentazione della sessualità da parte di un'organizzazione) sia irrilevante rispetto all' Ammoreee con la A maiuscola è... appena appena un filino ingenuo.

Sia l'amore divino che quello per l'altro non possono prescindere dalla sessualità: non si può amare l'amore -se non tautologicamente e metaforicamente-;
si ama sempre qualcosa o qualcuno, si ama ciò che piace e ciò che dà piacere, ciò che siamo predisposti ad amare secondo la nostra diveniente e mutevole natura; e la sublimazione di questo piacere, l'offerta di questo piacere all'altro e l'accettazione di limiti etici di libertà e responsabilità dovuti alla sua esistenza, non può mai giungere fino alla completa negazione della base necessitata e materiale di questo piacere, del suo fondo inconoscibile, perché sennò non sarebbe più una sublimazione, ma una negazione, un'ipocrisia.
Si può innalzare il piacere al cielo se la materia resta e il cielo guadagna in proporzione spazio sulla materia senza però distruggerla, si può innalzare l'amore al cielo relativamente e proporzionalmente, come confronto e preferenza di un amore più spirituale su uno più carnale tra tipi di amori possibili, ma quando il cielo riempie tutto lo spazio della materia, quando si pretende che ci sia solo cielo, scompare anche l'amore.


Quale amore dunque? Esiste un amore spirituale distinto da uno materiale e carnale? Come trascendere i due riferimenti etici fondamentali già intrinseci nel corpo, quelli del dolore e del piacere, se non fondando, o immaginando, un altro corpo? E L'anima? pur ammesso che esista, essa è unità o aggregato? E La coscienza? In che rapporto è con l'anima? E' anch'essa unità, o aggregato, o aggregato di aggregati?


Che cosa resta del grande edificio filosofico del platonismo, se in esso si toglie il primato dell'oralità dialogica sulla scrittura e si sostituisce l'eros - che è infecondo, dispersivo del seme, tendenzialmente pederastico e ascendente, riconoscitivo del valore della bellezza- con l'agape? Un platonismo all'acqua di rose?

Canterebbe ancora di gioia il cigno in attesa della morte (come Socrate dice che canta nel Fedone), a queste differenti condizioni?
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

Aggiungo una cosa perché il tempo per modificare è scaduto:

Quello che voglio dire è che in Platone (e anche nell'amore cortese della poesia medioevale, che è influenzata dallo gnosticismo, e quindi dall'eros nel senso platonico del termine) l'amore è un amore tra due persone che riconduce per sublimazione al divino (pensate a Dante e Beatrice); il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci; avendo fatto di Dio una persona, ci lega non direttamente e immediatamente tra di noi, secondo necessità e natura, da essere umano a essere umano, da amante personalmente scelto a amato personalmente scelto in una coppia, o in un gruppo, di libera formazione che riconduce a Dio per il solo fatto di essere fondato sull'amore, di essere un'esperienza di amore che di per sé in quanto tale può elevare l'uomo, ma tra di noi per mediazione di quella singola specifica persona, sempre la stessa per tutti; ci dice che non possiamo amarci l'un l'altro se non amiamo Dio nella persona di Gesù: io non lo accetto quantomeno perché così viene meno la mia libertà di amare chi voglio per salvarmi, e la libertà della natura stessa di formare e tessere le inclinazioni amorose secondo le preferenze mutevoli e variegate di tutti gli esseri, in una rete che non ha centro, che non passa per nessuna persona o punto centrale ma semplicemente unisce alcuni esseri ad alcuni altri localmente, per una durata limitata... e sta agli esseri, ai singoli esseri che sono nella relazione e alle configurazioni mutevoli e non complete di unioni possibili tra gli esseri definite dalle relazioni, scegliere cosa farne, di quell'amore: se usarlo per "elevarsi" nella vita in qualche modo o in qualche senso, oppure no.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Kobayashi

Citazione di: niko il 26 Gennaio 2020, 14:40:00 PM...il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci;

La mistica non ti dice di amare una persona divina – che sarebbe solo l'ennesima proiezione antropomorfa – ma di abbandonare il desiderio di possedere qualcuno o qualcosa.
La libertà che allora si sperimenta, la profonda liberazione interiore ricreata da questo evento può essere intesa come la ricreazione in se' dello spirito di ciò che noi chiamiamo Dio.
Da questo punto di vista la sessualità è invece il ritorno alla propria individualità che desidera etc.
Naturalmente la stessa persona è soggetta a entrambe le spinte, quella verso un distacco che solo può condurre alla giustizia e quindi alla salvezza del mondo, e quella verso un appagamento sensibile, materiale e psicologico.
È ovvio che ciascuno è libero di scegliere se dare valore o meno a questi tentativi spirituali.
Quello che penso, in riferimento alla domanda posta da Sariputra, è che la Chiesa cattolica nei prossimi decenni si svuoterà di coloro che si servono della dottrina per tenere a bada le proprie paure o per rimanere agganciati a superstizioni più o meno soddisfacenti (come quella del Paradiso) e inizierà così finalmente un'era spirituale, mistica, in cui i concetti fondamentali saranno due: la necessità della salvezza (degli uomini e del mondo con tutte le sue creature), e l'esperienza della liberazione dal proprio spirito per iniziare a sentire in se' qualcosa di più vasto, di più profondo.

bobmax

Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 16:36:29 PM
Citazione di: niko il 26 Gennaio 2020, 14:40:00 PM...il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci;

La mistica non ti dice di amare una persona divina – che sarebbe solo l'ennesima proiezione antropomorfa – ma di abbandonare il desiderio di possedere qualcuno o qualcosa.
La libertà che allora si sperimenta, la profonda liberazione interiore ricreata da questo evento può essere intesa come la ricreazione in se' dello spirito di ciò che noi chiamiamo Dio.
Da questo punto di vista la sessualità è invece il ritorno alla propria individualità che desidera etc.
Naturalmente la stessa persona è soggetta a entrambe le spinte, quella verso un distacco che solo può condurre alla giustizia e quindi alla salvezza del mondo, e quella verso un appagamento sensibile, materiale e psicologico.
È ovvio che ciascuno è libero di scegliere se dare valore o meno a questi tentativi spirituali.
Quello che penso, in riferimento alla domanda posta da Sariputra, è che la Chiesa cattolica nei prossimi decenni si svuoterà di coloro che si servono della dottrina per tenere a bada le proprie paure o per rimanere agganciati a superstizioni più o meno soddisfacenti (come quella del Paradiso) e inizierà così finalmente un'era spirituale, mistica, in cui i concetti fondamentali saranno due: la necessità della salvezza (degli uomini e del mondo con tutte le sue creature), e l'esperienza della liberazione dal proprio spirito per iniziare a sentire in se' qualcosa di più vasto, di più profondo.

Spero tanto inizi finalmente questa nuova era.

Sono convinto che questo sia poi lo scopo della vita.
Sia come singolo sia come comunità.
Diventare noi stessi.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Freedom

Mi vengono in mente le parole di un parroco straordinario che, ahimè, non è più fra noi. Mi diceva: "come mai che il Signore non manda più santi, preti e i fedeli scappano da tutte le parti?" Lo diceva poi in dialetto e l'effetto, posso garantirlo, era eccezionalmente efficace.

Una meditazione, la chiesa, su un fatto così rilevante, avrebbe potuto degnarsi di farla. Ma, evidentemente, erano troppo indaffarati nelle "loro cose".

Condivido l'analisi di chi ritiene la "vecchia chiesa" rappresentata da Ratzinger e da quelli prima di lui, la causa dell'attuale, profondissima ed apparentemente irreversibile, crisi. Le ragioni sono così evidenti che non meritano ulteriore approfondimento. In estrema sintesi diciamo che ci sono cause esterne (la chiesa è, in definitiva, figlia del suo tempo ed il tempo attuale è tragicamente sprovvisto di valori ideali, morali, spirituali, sociali, un vero disastro). E cause interne: il perseguimento sterile e a volte meschino, della propria sopravvivenza e di qualche irrinunciabile valore ideale che sembra quasi preso a casaccio e non risponde affatto ad una logica cristiana).

Dall'altra parte abbiamo Bergoglio che, consapevole del fatto che la chiesa è sull'orlo dell'abisso dell'irrilevanza spirituale, politica e valoriale tenta un'estrema ratio. E cioè di far piacere la chiesa a tutti andando incontro allo spirito (malato!) del tempo attuale. Si aggiunge dunque disastro a disastro. Uno sfacelo dal quale non si capisce come porre rimedio e risollevarsi.

Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 09:46:30 AM
Citazione di: paul11 il 26 Gennaio 2020, 01:15:29 AMIl problema è quindi come si attualizzano le Sacre Scritture e non il fare i politici di compromessi secolarizzati per avere adepti. La Chiesa ha il compito di portare a conoscenza a tutta l'umanità la Buona Novella e non di avere quantità popolari a scapito di iperboliche interpretazioni di quegli scritti.

Sì, il punto è proprio questo, ovvero l'interpretazione da dare nel presente al nucleo vivo della dottrina non per ottenere maggiore consenso ma per riuscire di nuovo ad accompagnare i pochi o tanti fedeli verso l'esperienza dello spirito di Dio.
Come non essere d'accordo? E' talmente evidente che stupisce il fatto che il Papa non ne prenda coscienza.
Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 09:46:30 AM
E come dice Bobmax, la via d'uscita è chiara, è lì davanti a tutti, è la via della mistica, ovvero l'esperienza di un amore divino verso tutto e verso tutti che può essere generata in se stessi dalla rinuncia al proprio utile, al proprio io contingente, storico, pieno di fragilità e bisogni.
Lampante, lapalissiano! Eppure ancora una volta il Papa, la chiesa cattolica tutta ci sorprende e non assume la consapevolezza di questo elementare concetto.
Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 09:46:30 AM
Che cosa volete che conti la faccenda della sessualità di fronte a vissuti del genere? Di fronte all'ampiezza di respiro che si sperimenta quando ci si libera da tutti le ossessioni individuali (che il nostro tempo ha moltiplicato in modo parossistico)?
Conosco molto bene una persona di sesso maschile che mi raccontava, e so per certo che non mentiva, che stava vivendo una vera e propria esperienza spirituale e ne stava assaporando il sublime piacere. Per contro aveva perso (temporaneamente) la potenza sessuale. Ricordo perfettamente che la cosa non lo disturbava per niente: semplicemente mi diceva che era talmente bello quello che stava vivendo che lo scambio era assolutamente a suo vantaggio. Solo gli dispiaceva che avrebbe voluto un secondo figlio e non avrebbe più potuto. Poi la cosa passò e tutto tornò nella norma, ma, prima, non so perché, guardammo nel vocabolario e stranamente trovammo una parola che descriveva il suo stato. Non era impotenza. Era una parola (non me la ricordo caspita!) che definiva la mancanza di erezione in assenza di desiderio senza alcuna causa fisiologica e/o psicologica. Fu importante trovare la parola nel vocabolario perché ci rassicurò in merito alla sua sanità mentale: quello che stava provando esisteva in natura. Esisteva così tanto che era definito dal dizionario della lingua italiana. Insomma non era pazzo! ;D In conclusione il piacere sessuale era sostanzialmente irrilevante paragonato a quello che lui stava provando. 
Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 09:46:30 AM
La Chiesa dovrà essere in futuro la casa di coloro che vorranno centrare la propria vita su questo cammino.
Niente più morale, politica, filantropia, superstizione (la devozione popolare).
Sarà una casa abitata da pochissime persone.
Fosse vero!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

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