Psicofilosofia: la "Teoria dell'Errore"

Aperto da Federico Mey2, 11 Gennaio 2019, 20:24:24 PM

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Federico Mey2

Salve
Sono contento si stia riattivando il mio argomento
Prima di rispondere a iano devo precisare il mio articolo di ieri sera, che forse era andato un po' fuori l'argomento iniziale, che infatti attualmente non ricordo bene.
L'argomento di questi ultimi articoli invece era la Perfezione, che io propongo come obiettivo spirituale ultimo, più elevato.
Nel mio ultimo articolo di ieri sera sembra che io sostenga che l'argomento della perfezione fosse legato ad uno specifico linguaggio, quello che io uso normalmente, in modo naturale, che è per me primario, che è quello Logico.
Voglio osservare che ne esistono altri, che io non critico in modo assoluto, che io non ritengo "sbagliati", "imperfetti" per loro natura, come quello Poetico, che segue altri criteri e che io apprezzo molto e anch'io scrivo poesia.
Mi propongo di trattarne in un argomento apposito, non è il caso di farlo qui.
Per concludere il tema della Perfezione, resto convinto che essa resta il possibile obiettivo della spiritualità anche in un linguaggio diverso da quello Logico (che è quello a cui sono più legato), anche se assume forme diverse.
Salve

Federico Mey2

Salve iano
La tua risposta è fitta di domande e questioni, non è facile ribattere, cercherò di rispondere come posso. 
Lo farò riga per riga, non usando l'inserimento citazione: la prima riga è la tua, la seconda è la mia.
Inizio!

Dare libera espressione a se stessi , senza farsi influenzare  dalla socialità , come via verso la spiritualità .
Esatto, ma "libera espressione" non è il modo di dire migliore: si devono infatti seguire precisi principi di ragionamento.

Un po' come un programma che si svolge da se' dando risultati esatti se nessuno introduce virus sociali.
Non sono proprio i risultati che devono essere esatti, ma i ragionamenti.
 
Però il fatto che gli uomini sono in parte esseri sociali è scritto nel loro programma.
Certo, ma l'avere vita sociale non elimina affatto l'opzione di continuare a ragionare correttamente in modo autonomo: certo, potrebbe risultare difficile farsi accettare...

Proponi un debugging ( si dice così?) culturale?
Se per debugging intendi la correzione di un software già esistente e malfunzionante non è l'idea migliore: meglio piuttosto pensare alla ristrutturazione integrale dall'inizio; e comunque mi riferisco all'individuo, non alla società e sua cultura.

Essere se stessi uscendo dalla cultura che il caso ci ha assegnato?. Sicuramente non è un esercizio sterile , anzi.
Ottimo

Ma di solito questo esercizio si svolge partendo dalla convinzione che la nostra cultura è perfetta per giungere alla conclusione che nessuna è perfetta.
Essere convinti che la propria cultura sia migliore è un errore da principianti...

Si può uscire forse da una cultura , ma non dalla cultura.
Non è da tutta la cultura che eventualmente propongo l'uscita, ma soltanto da quella parte che corrompe il ragionamento.

Le culture sono diverse , ma non prive di convergenze e una può essere la famiglia come indichi tu , 
Ottimo

Mentre sui ruoli che i diversi sessi assumono in essa mi pare tale convergenza non vi sia storicamente , come tu invece proponi , quindi almeno su quest'ultimo punto dissento.
Comunque stavamo discutendo della cultura criticandola, non cercando le convergenze...

La suddivisione dei ruoli fra sessi può avere un senso economico contingente , ma non predeterminato a prescindere.
Penso che l'elemento economico sia secondario a quello spirituale, che io propongo come superiore.

Esistono sicuramente differenze biologiche e psichiche , ma non è scritto da nessuna parte come queste di volta in volta verranno a "coniugarsi"  perché tutto cambia.
Io propongo la spiritualità, che si può scoprire con un'introspezione e un itinerario all'origine dei fenomeni: in questo luogo si trovano appunto le differenze fisiologiche della diversa natura dei sessi, immutabili. Se con "tutto cambia" intendi un processo storico, mi interessa poco.

E a proposito come si coniuga il cambiamento con la perfezione,partendo dal perfetto nulla dove nulla cambia?
Non è vero che dal nulla non inizi un cambiamento. Il percorso che propongo io è quello della maturazione individuale, dalla prima età alla maturità, ugualmente ripercorribile in ogni istante della maturità con la riflessione. E' naturale avvenga la maturazione, la questione è che avvenga in modo corretto e immune.

Se perfetto è il programma nel suo svolgersi senza errori esente da intrusioni , quindi non in rete ,andrà così avanti all'infinito
Forse stai facendo un parallelo con rete/internet=interazione sociale? Facile la risposta: internet lo puoi usare come vuoi, in modo critico o acritico: nel secondo caso perdi la tua personalità, la cedi alla società. Nel primo caso mantieni al limite il 100% del controllo sul tuo ragionamento, i tuoi valori...

Ma in un programma di computer ciò non è garantito in effetti. Perché nel programma umano dovrebbe esserlo ?
Io non garantisco proprio nulla, anzi sostengo che le quasi totalità degli individui non conservi autonomia dall'influenza della società. Dico però che la possibilità c'è: e c'è nell'evoluzione della personalità, che non c'è motivo resti statica. 

Non possiamo scommettere su un computer, che è cosa che ben conosciamo perché da noi costruito. Come facciamo a scommettere su qualcosa che non sappiamo chi e come ha costruito?
Non so a che scommessa ti riferisci

Grazie dell'interessamento, salve