Psicofilosofia: la "Teoria dell'Errore"

Aperto da Federico Mey2, 11 Gennaio 2019, 20:24:24 PM

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Federico Mey2

Salve. Ho presentato nella sezione Filosofia il mio concetto di Psicofilosofia; ora mi sono trasferito in questa sezione, ma se volete, andate a contribuire anche a quel dibattito.

In breve la Psicofilosofia vuole essere una nuovo spazio di argomentazione comprendente tra l'altro Religioni, Morale e Psicologia, che si occupa del tentativo dell'uomo di raggiungere il livello più elevato del proprio pensiero, l'Anima.
Il tentativo deve essere valutato come razionale, ma il modo di esprimerla non deve essere il linguaggio usato da ciò che oggi si definisce Filosofia, che ha l'atteggiamento di trattare la spiritualità analogamente e con lo stesso linguaggio che usa con la materialità.

Dato che si occupa di finalità e principi, di capire la direzione da prendere, le teorie psicofilosofiche sono normative, esortative, non descrittive. 
Dicono cioè quello che DEVE essere, non quello che E'. Sono delle ideologie, insomma.
Io ho maturato una mia teoria e la vorrei esprimere: l'ho chiamata Teoria dell'Errore.

Il principio fondamentale è la ricerca della Perfezione. L'idea è che la Perfezione esista, è possibile, in antagonismo con altre teorie psicofilosofiche (ad esempio il Cristianesimo), per le quali è irraggiungibile, non esiste.
Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).
Poi che si fa? Si procede, stando attenti a non sbagliare, che per la mente significa non far sorgere in noi schemi di pensiero complessi o paure immotivate. Lo strumento al nostro fianco è la semplicità, essa è il nostro principio-guida.

Seguendo questa strada, ci imbatteremo con molti nemici: tra i più importanti, l'accoppiata Bene-Male, ai lati della strada. In quell'occasione, mangiate pure la mela un po' ammaccata lì per terra un po' sofferente e proseguite senza farvi distrarre, anche se si impegnano infinitamente.
E così fate se vedete altre coppie dualistiche ingannatrici: la strada è giusta, lo era all'inizio, semplicemente continua ad esserlo. Questo è il Monismo, perchè la strada giusta è una.

La TdE propone la Spiritualità, consistente nell'elevazione della propria coscienza fino al livello massimo, dell'Anima. Per raggiungerla serve la socialità (1 non va bene), ma bisogna rifuggire dalla dispersione, dal pluralismo (n non va bene). La conseguenza è che il numero perfetto è 2, consistente nella coppia eterosessuale (l'altro dev'essere dell'altro sesso per questioni di completezza). 
Quanto dico è facilmente spiegabile con semplici ragionamenti psicofilosofici basati sulla valutazione della natura umana, che rappresenta un dato di fatto, e l'atteggiamento perfetto è limitarsi ad ammetterlo.
Un posto importante è quindi dato dalla Famiglia, a cui corrisponde la simbologia 0123: si parte come sempre dal nulla (0), poi si matura (1), poi si cerca un compagno/a, ci si sposa (2) e eventualmente si estende la famiglia (3+). 
Non ci sono eccezioni.

A differenza di molte altre psicofilosofie, la TdE non condanna o reprime la passionalità, non vedendola in antagonismo con la ragione. La seconda è ovvio elemento di perfezione, ma anche la prima lo è: perchè è parte della natura umana, dà significato e motiva l'umano, lo completa. E la completezza è anch'essa perfezione.
Riguardo la condizione della donna, la TdE propone l'elemento di dominazione (limitata) del maschio sulla femmina, a seguito della natura fisiologica della specie umana, ma al tempo stesso la eleva al massimo livello di importanza nel suo ruolo di cocostruttrice dell'Anima e della Fede nell'ambito dell'unione della coppia, matrimoniale.

Posizione rispetto ad alcune altre psicofilosofie che conosco (limitatamente):
Cristianesimo - E' imperfetta in ogni suo elemento, ha l'imperfezione come fondamento. Fa eccezione per l'eresia di un Uomo-Dio, condanna la completezza dell'umano e la sua passionalità, esalta un dualismo (il Bene (l'amore) e il Male (la sofferenza)), fa eccezioni evidenti sul percorso di vita familiare che per me è unico per tutti.
Islam - La lodo in quanto, con una sua visione ampia, tralasciando i dettagli, la vedo finalizzata (basandomi sull'evidenza storica di quando si è formata) a contrastare il Cristianesimo, soprattutto la sua eresia di un Uomo-Dio e vedo il suo rivolgersi all'unico Dio come elemento di Assoluto, perfezione. La critico un po' per l'eccessiva politicizzazione, e qualche elemento nazionalistico e razzistico, tutte cose poco spirituali.
Buddismo Zen - La lodo in quanto ripercorre molto la strada che ho descritto prima. La critico un po' perchè mi sembra troppo focalizzata sull'evitare il problema del disequilibrio psichico, e per questo tende a rifiutare lo sforzo di comprensione filosofica e spirituale, mentre per me il caos psichico si può superare affrontandolo.

Spero vi affascini!

Freedom

Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 20:24:24 PM
In breve la Psicofilosofia vuole essere una nuovo spazio di argomentazione comprendente tra l'altro Religioni, Morale e Psicologia, che si occupa del tentativo dell'uomo di raggiungere il livello più elevato del proprio pensiero, l'Anima.
Cosa è per te l'anima?
Citazione di: Federico Mey2 date=1547234664
Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).
Cosa intendi per nulla? Non è una domanda oziosa o, peggio ancora, capziosa. Guarda qua che quantità di definizioni:
https://it.wikipedia.org/wiki/Nulla
Anni fa, tanto per citare un piccolo ma non irrilevante aneddoto, ebbi uno straordinario contraddittorio con un utente che ritenni e ritengo tutt'ora eccezionale. Egli, in via matematica, dimostrò con un' acutezza formidabile che nulla e tutto si equivalevano. E che erano indefiniti e infiniti entrambi! Lo snodo centrale della questione era lo 0. Non credo saprei riproporre la sua magistrale dimostrazione ma ne serbo, dentro di me, il ricordo che non fu e non è infecondo. Questo ricordo, ben interiorizzato, dicevo, mi aprì sconfinate praterie intellettuali e, forse, spirituali.

Una cosa però penso di poterla dire in via logica e cioè che se non c'è l'errore questo non significa che automaticamente c'è la perfezione. Se non c'è l'errore può benissimo non esserci nulla. Un nulla quantico cioè inteso come vuoto. Difficile sostenere che il vuoto è perfetto. La condizione di vuoto perfetto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservata in natura.
Ma poi cos'è la perfezione? La completezza? Oppure, in una frase, l'assenza di errori grammaticali? E se ci sono errori di sintassi?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

viator

Salve Freedom. La perfezione è l'immodificabilità. Cioè coincide senz'altro con il nulla e con il tutto. Occorrerebbe scrivere un bel dizionario dei sinonimi filosofici. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Federico Mey2

Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:06:09 PMCosa è per te l'anima?
La definizione che sto usando in questo momento è assolutamente personale, serve a far capire ciò che intendo, non è molto utile discutere sulla definizione come fosse un obiettivo in sè. Potrei sostituirla con la parola Fede o Maturità: è l'insieme di finalità, valori e principi dell'individuo.
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:06:09 PMCosa intendi per nulla? 
Ma poi cos'è la perfezione? La completezza? Oppure, in una frase, l'assenza di errori grammaticali? E se ci sono errori di sintassi?
La problematica che hai in mente tu è completamente diversa dalla mia. Come ho detto nell'introduzione, la Psicofilosofia non si occupa di ciò che è, ma di fare, decidere. E' il software del pensiero. Bisogna interessarsi del funzionamento della propria mente, nel senso di come agisce, io mi dico spesso: chiedersi quali sono gli schemi mentali dell'individuo.
Il nulla dovrebbe essere quindi assenza totale di software: in realtà non è proprio così, diciamo che c'è il sistema operativo...la predisposizione cioè ad assumerli.
La perfezione è un concetto che collego con la semplicità, l'ottimalità di questo software, e potrai contestare l'imprecisione di questa idea, ma sono convinto di poterla spiegare meglio in un momento successivo (non è che perfezione significa sapere spiegare tutto, anzi...), ma sono anche convinto che non è necessario, se ci si rende conto di cosa stiamo parlando in effetti, cioè di psiche, della vita.
Un esempio di imperfezione è una regolamentazione (in questo consiste il software) che dica all'individuo: ci sono 100 alberi di frutta, puoi mangiarli tutti, ma il 44° no!
Questo è evidentemente una complicazione inutile alla semplicità della vita, posso capire tutti si o tutti no, il primo no e gli altri sì, o l'ultimo sì e gli altri no...Ma il 44° (che magari era l'unico che aveva la mela in una posizione buona...)no, perchè?
Mi chiedevi se sono gli errori di grammatica: no, la frase non è il problema, è la grammatica che può essere "sbagliata", perchè inutilmente complessa, ad esempio!
La completezza, riferendosi al computer, è la capacità di essere, per esso, qualcosa di più di ciò che è, cioè un umano, che è completo nel senso che non ha bisogno del programmatore, il suo sistema operativo è potenzialmente in grado di creare tutti i programmi per sè. Possono intervenire anche dei programmatori, ma non è necessario, e se succede viene in realtà a mancare proprio questa completezza...

Freedom

Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:06:09 PMCosa è per te l'anima?
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 11:20:28 AMLa definizione che sto usando in questo momento è assolutamente personale, serve a far capire ciò che intendo, non è molto utile discutere sulla definizione come fosse un obiettivo in sè. Potrei sostituirla con la parola Fede o Maturità: è l'insieme di finalità, valori e principi dell'individuo.?
Va bene. Puoi dirmi, anche in estrema sintesi se ti è possibile, quali sono le tue finalità, i tuoi valori ed i tuoi principi?
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 11:20:28 AM
la Psicofilosofia non si occupa di ciò che è, ma di fare, decidere. E' il software del pensiero. Bisogna interessarsi del funzionamento della propria mente, nel senso di come agisce, io mi dico spesso: chiedersi quali sono gli schemi mentali dell'individuo.
Quindi cosa intendi decidere? Come ritieni funzioni la tua mente?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Federico Mey2

Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 12:40:01 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:06:09 PMPuoi dirmi, anche in estrema sintesi se ti è possibile, quali sono le tue finalità, i tuoi valori ed i tuoi principi?  Quindi cosa intendi decidere? Come ritieni funzioni la tua mente? 
Allora, le prime due domande sono personali, non mi sembrano opportune per un forum di Filosofia. 
Per la terza, è molto ampia, è difficile rispondere! Rifaccio il parallelo umano/computer: si ragiona e agisce secondo schemi/software, che sono definiti normalmente dalla società (non da qualcuno o da chi ha il potere, ma dal potere d'influenza dell'intera società) e allora si resta materialisti, cioè ci si limita ad "eseguire". 
Oppure, data la capacità dello speciale computer-uomo di auto programmarsi, se lo si fa in autonomia dall'influenza della società, allora si resta sè stessi, si ha in mano la propria anima e ci si può dire spiritualisti.

everlost

CitazioneIl principio fondamentale è la ricerca della Perfezione. L'idea è che la Perfezione esista, è possibile, in antagonismo con altre teorie psicofilosofiche (ad esempio il Cristianesimo), per le quali è irraggiungibile, non esiste.
Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).
Buonasera Federico.
Sono la meno titolata a discutere di filosofia in questo forum, tuttavia il tuo intervento mi ha riempito di curiosità e spero che mi perdonerai l'intrusione. 
Il ragionamento che fai a riguardo della Perfezione (che io ritengo inesistente ma non per  motivazioni religiose) non mi convince molto.
E il commento di Viator mi ha complicato ancora di più le idee.
Secondo me, se  siamo sicuri che nel nulla non c'è errore, d'altra parte non c'è e non ci può essere per definizione nient'altro, quindi come si fa ad affermare che lì c'è la perfezione? O che ci sia qualsiasi altra cosa? Nel nulla non c'è nulla, quindi il nulla non può essere né difettoso né perfetto.
Ovviamente intendo il Nulla  in senso assoluto, metafisico, diverso dallo zero matematico che ha un valore relativo (zero come assenza relativa di una determinata cosa, sostanza o qualità ). 

Inoltre, non capisco il sillogismo: siccome nella perfezione non c'è errore, allora tu deduci che sempre, là dove non c'è errore, c'è la perfezione.
Questo a me sembra un inganno, un'illusione...
Intanto perché ritengo che ogni cosa possa  essere priva d'errore ma comunque migliorabile rispetto ad alcune qualità, quindi non perfetta ma perfezionabile.
Secondo me tu utilizzi due concetti non omogenei mettendoli sullo stesso piano: mentre l'errore ha sempre valore relativo, la perfezione invece, volendo, può essere considerata assoluta intendendola come lo stadio più elevato di qualsiasi qualità che non può essere superato in alcun modo. A me pare un'idea sovrumana, fuori dalla realtà, ma ammetto che si possa averla.
Invece immaginare un errore assoluto non ha significato, per me. Non riesco proprio a concepire l'idea di un errore che non sia rispettivo a qualcosa (per colpa mia, immagino).
In altri termini, per esempio potremmo dire che nel bello non c'è il brutto, quindi dove non esiste il brutto troviamo il bello, perché sono concetti opposti ma omogenei. 
Ma è vero solo se parliamo di due qualità entrambe assolute, metafisiche.
Nella realtà materiale, intellettuale e spirituale ci sono vari stadi intermedi fra bruttezza e bellezza, quindi un simile sillogismo non ha valore. 
Non sempre dove non c'è bruttezza c'è bellezza (chi cerca moglie o marito lo sa, ma lo sa anche, banalmente, chi acquista un oggetto al supermercato e pure chi legge una poesia o ammira un dipinto).
Ho detto forse scempiaggini?

Socrate78

In realtà la perfezione come assenza di errore ha un suo significato ed è forse la migliore definizione del concetto di "perfetto". Ad esempio se io scrivo un testo privo di errori ortografici e sintattici allora secondo me è lecito affermare che esso è PERFETTO dal punto di vista della forma grammaticale, e non mi sembra affatto illegittimo dire questo. La perfezione è quindi relativa e si riferisce ad un preciso ambito in cui l'ente può effettivamente essere perfetto e non più migliorabile.

Federico Mey2

Citazione di: everlost il 13 Gennaio 2019, 21:02:59 PM
Citazione
Il principio fondamentale è la ricerca della Perfezione. L'idea è che la Perfezione esista, è possibile, in antagonismo con altre teorie psicofilosofiche (ad esempio il Cristianesimo), per le quali è irraggiungibile, non esiste. Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).


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Buonasera Federico. Il ragionamento che fai a riguardo della Perfezione (che io ritengo inesistente ma non per motivazioni religiose) non mi convince molto. Secondo me, se siamo sicuri che nel nulla non c'è errore, d'altra parte non c'è e non ci può essere per definizione nient'altro, quindi come si fa ad affermare che lì c'è la perfezione? O che ci sia qualsiasi altra cosa? Nel nulla non c'è nulla, quindi il nulla non può essere né difettoso né perfetto. Secondo me tu utilizzi due concetti non omogenei mettendoli sullo stesso piano: mentre l'errore ha sempre valore relativo, la perfezione invece, volendo, può essere considerata assoluta intendendola come lo stadio più elevato di qualsiasi qualità che non può essere superato in alcun modo.In altri termini, per esempio potremmo dire che nel bello non c'è il brutto, Non sempre dove non c'è bruttezza c'è bellezza (chi cerca moglie o marito lo sa, ma lo sa anche, banalmente, chi acquista un oggetto al supermercato e pure chi legge una poesia o ammira un dipinto). 
Ciao Everlost! Forse si annida un discorso filosofico importante nelle nostre due diverse posizioni, al momento non so affrontarlo bene, ma si può procedere comunque! 
Io non mi interesso molto a definire per il gusto di farlo il concetto di perfezione, ma di essere in grado di spiegare il funzionamento della mente, la sua capacità di non contraddirsi. 
La psicofilosofia per me è questo: una disciplina rivolta a sapere cosa pensare e fare, non un sapere fine a sè stesso.

Io definisco la perfezione come assenza di errore: 1+1=2 è un ragionamento perfetto, e io non ho niente da dire. 
0+3=2 è sbagliato, te lo devo far notare. 
Se invece non hai ancora iniziato a fare i conti, io non ho niente da dire, resto in attesa e basta.
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 11:20:28 AMla Psicofilosofia non si occupa di ciò che è, ma di fare, decidere. E' il software del pensiero. Bisogna interessarsi del funzionamento della propria mente, nel senso di come agisce, io mi dico spesso: chiedersi quali sono gli schemi mentali dell'individuo. Il nulla dovrebbe essere quindi assenza totale di software: in realtà non è proprio così, diciamo che c'è il sistema operativo...la predisposizione cioè ad assumerli. La perfezione è un concetto che collego con la semplicità, l'ottimalità di questo software, e potrai contestare l'imprecisione di questa idea, ma sono anche convinto che non è necessario, se ci si rende conto di cosa stiamo parlando in effetti, cioè di psiche, della vita. Un esempio di imperfezione è una regolamentazione (in questo consiste il software) che dica all'individuo: ci sono 100 alberi di frutta, puoi mangiarli tutti, ma il 24° no! Questo è evidentemente una complicazione inutile alla semplicità della vita
Quello che invece sarebbe importante capire meglio, per me, sono le fasi successive a quella iniziale del nulla, cioè come più precisamente la mente umana è in grado di affermare che un'evoluzione dello schema (software) che ha in testa lo faccia restare nella perfezione (ovvero nell'assenza di errore, di contraddizione) oppure sia imperfetto.
A livello intuitivo sono convinto che questa distinzione si possa fare in modo perfetto e coerente, ma spiegarlo non è facile. Il punto di partenza è credo il fatto che esista uno schema di partenza (dopo il nulla cioè l'assenza di schemi) che è la Natura, le sue leggi. Le successive evoluzioni devono essere in ARMONIA con essa. E' un discorso che devo maturare meglio, nel tempo.
Ma ancora una volta, non è necessario, perchè nell'umanità l'imperfezione è di casa, perchè nella gran parte dei cervelli esiste un spazio caotico importante che porta ad un disequilibrio psicanalitico che è un terreno ideale perchè anche a livello sociale, in molte ideologie, si riflettano quei disequilibri.
L'errore cioè è evidente, non serve molto preoccuparsi della precisione nel capire cosa è perfetto e cosa non lo è.

Purtroppo non credo che mi sono spiegato bene, ma riferirsi al parallelo mente-computer (e suo software) è la cosa migliore. 
D'altro lato è opportuno, per capire la mia Psicofilosofia (che è disciplina che mira a definire le finalità e che cosa si deve pensare e fare), ma anche per vivere meglio, smettere di farsi i classici problemi fini a sè stessi, che come ho detto nella presentazione dell'argomento (nella sezione filosofica) si risolvono in un modo di ragionare estremamente contorto e poi non sono di nessun sostegno alla vita e all'umanità.

Vittorio Sechi

Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 20:24:24 PM
Salve. Ho presentato nella sezione Filosofia il mio concetto di Psicofilosofia; ora mi sono trasferito in questa sezione, ma se volete, andate a contribuire anche a quel dibattito.

In breve la Psicofilosofia vuole essere una nuovo spazio di argomentazione comprendente tra l'altro Religioni, Morale e Psicologia, che si occupa del tentativo dell'uomo di raggiungere il livello più elevato del proprio pensiero, l'Anima.
Il tentativo deve essere valutato come razionale, ma il modo di esprimerla non deve essere il linguaggio usato da ciò che oggi si definisce Filosofia, che ha l'atteggiamento di trattare la spiritualità analogamente e con lo stesso linguaggio che usa con la materialità.

Dato che si occupa di finalità e principi, di capire la direzione da prendere, le teorie psicofilosofiche sono normative, esortative, non descrittive.
Dicono cioè quello che DEVE essere, non quello che E'. Sono delle ideologie, insomma.
Io ho maturato una mia teoria e la vorrei esprimere: l'ho chiamata Teoria dell'Errore.

Il principio fondamentale è la ricerca della Perfezione. L'idea è che la Perfezione esista, è possibile, in antagonismo con altre teorie psicofilosofiche (ad esempio il Cristianesimo), per le quali è irraggiungibile, non esiste.
Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).
Poi che si fa? Si procede, stando attenti a non sbagliare, che per la mente significa non far sorgere in noi schemi di pensiero complessi o paure immotivate. Lo strumento al nostro fianco è la semplicità, essa è il nostro principio-guida.

Seguendo questa strada, ci imbatteremo con molti nemici: tra i più importanti, l'accoppiata Bene-Male, ai lati della strada. In quell'occasione, mangiate pure la mela un po' ammaccata lì per terra un po' sofferente e proseguite senza farvi distrarre, anche se si impegnano infinitamente.
E così fate se vedete altre coppie dualistiche ingannatrici: la strada è giusta, lo era all'inizio, semplicemente continua ad esserlo. Questo è il Monismo, perchè la strada giusta è una.

La TdE propone la Spiritualità, consistente nell'elevazione della propria coscienza fino al livello massimo, dell'Anima. Per raggiungerla serve la socialità (1 non va bene), ma bisogna rifuggire dalla dispersione, dal pluralismo (n non va bene). La conseguenza è che il numero perfetto è 2, consistente nella coppia eterosessuale (l'altro dev'essere dell'altro sesso per questioni di completezza).
Quanto dico è facilmente spiegabile con semplici ragionamenti psicofilosofici basati sulla valutazione della natura umana, che rappresenta un dato di fatto, e l'atteggiamento perfetto è limitarsi ad ammetterlo.
Un posto importante è quindi dato dalla Famiglia, a cui corrisponde la simbologia 0123: si parte come sempre dal nulla (0), poi si matura (1), poi si cerca un compagno/a, ci si sposa (2) e eventualmente si estende la famiglia (3+).
Non ci sono eccezioni.

A differenza di molte altre psicofilosofie, la TdE non condanna o reprime la passionalità, non vedendola in antagonismo con la ragione. La seconda è ovvio elemento di perfezione, ma anche la prima lo è: perchè è parte della natura umana, dà significato e motiva l'umano, lo completa. E la completezza è anch'essa perfezione.
Riguardo la condizione della donna, la TdE propone l'elemento di dominazione (limitata) del maschio sulla femmina, a seguito della natura fisiologica della specie umana, ma al tempo stesso la eleva al massimo livello di importanza nel suo ruolo di cocostruttrice dell'Anima e della Fede nell'ambito dell'unione della coppia, matrimoniale.

Posizione rispetto ad alcune altre psicofilosofie che conosco (limitatamente):
Cristianesimo - E' imperfetta in ogni suo elemento, ha l'imperfezione come fondamento. Fa eccezione per l'eresia di un Uomo-Dio, condanna la completezza dell'umano e la sua passionalità, esalta un dualismo (il Bene (l'amore) e il Male (la sofferenza)), fa eccezioni evidenti sul percorso di vita familiare che per me è unico per tutti.
Islam - La lodo in quanto, con una sua visione ampia, tralasciando i dettagli, la vedo finalizzata (basandomi sull'evidenza storica di quando si è formata) a contrastare il Cristianesimo, soprattutto la sua eresia di un Uomo-Dio e vedo il suo rivolgersi all'unico Dio come elemento di Assoluto, perfezione. La critico un po' per l'eccessiva politicizzazione, e qualche elemento nazionalistico e razzistico, tutte cose poco spirituali.
Buddismo Zen - La lodo in quanto ripercorre molto la strada che ho descritto prima. La critico un po' perchè mi sembra troppo focalizzata sull'evitare il problema del disequilibrio psichico, e per questo tende a rifiutare lo sforzo di comprensione filosofica e spirituale, mentre per me il caos psichico si può superare affrontandolo.

Spero vi affascini!


Nel Nulla non vi è nulla: non vi è errore, neppure perfezione (così è dimostrato che se i presupposti sono errati, l'intera architettura è errata).

giogio

Perfezione umana per ora non è raggiungibile. Tutti siamo nati con la tara dell'imperfezione e purtroppo conosciamo solo questa realtà. Adamo invece fu perfetto sotto ogni aspetto finché non disubbidì. 
"Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato." dice Romani 5:12
L'imperfezione provoca debilitazione, malattie, vecchiaia e morte trasmessa a punto dal peccatore Adamo. 
Il peccato è considerato non solo come l'effettiva commissione o omissione di certe azioni, ma anche come legge o forza che opera in noi, cioè l'innata tendenza alla trasgressione che abbiamo ereditato. La "legge" del peccato è sempre all'opera e cerca di dominare il nostro comportamento affinché non siano in armonia con Dio. 
Però Dio farà qualcosa di meraviglioso per noi e Gesù è la figura chiave nell'attuazione di tutti i suoi propositi, come si legge in Atti 4:12.
Dio voleva che gli esseri umani vivessero per sempre sulla terra e la disubbidienza di Adamo mise in discussione il suo proposito. Dio però trovò la soluzione. 
1 Giovanni 4:9 – "In questo si è manifestato l'amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui." Per mezzo del sacrificio di Gesù, Dio realizzerà la sua promessa di far vivere per sempre gli esseri umani sulla terra. Non solo, anche i morti in futuro saranno risuscitati. 
Osea 13:14 – "Io li riscatterò dal potere dello Sceol, li redimerò dalla morte. O morte, io sarò la tua peste. O Sceol, io sarò la tua distruzione. Il pentimento è nascosto ai miei occhi." 
Altre versioni della Bibbia la parola Sceol traducono come soggiorno dei morti, sepolcro o inferi quindi parliamo della tomba del genere umano. Vedi anche Atti 24:15. 
La Bibbia ci fa conoscere il futuro ed è straordinario che possiamo decidere che direzione debba prendere la nostra vita.

Federico Mey2

Salve.
Ho visto un grande antagonismo e ostilità, forse paura, alla mia idea che la perfezione esista.
Vittorio
Citazione di: Vittorio Sechi il 29 Marzo 2019, 23:35:10 PMNel Nulla non vi è nulla: non vi è errore, neppure perfezione (così è dimostrato che se i presupposti sono errati, l'intera architettura è errata).

Mentre Giogio
Citazione di: giogio il 03 Maggio 2019, 23:48:07 PMPerfezione umana per ora non è raggiungibile. Tutti siamo nati con la tara dell'imperfezione e purtroppo conosciamo solo questa realtà.

Forse è un equivoco dato dalla mia definizione della parola.
Deriva dal concetto di "giusto", non in senso di Bene, ma il contrario di "sbagliato".

Per fare un esempio, una normale calcolatrice (che non sia guasta) è perfetta, cioè fa i calcoli aritmetici sempre giusti.
Il nulla per la vita di una calcolatrice è essere spenta o non ricevere il tasto =.
In questo caso la calcolatrice è perfetta anche se è muta, perchè non fa errori.
Non sbaglia a non rispondere, è fatta anche per quello.
Per cui ripeto che, nell'ambito della Psicofilosofia, che si occupa di entità pensanti e decidenti (non di altro), il Nulla è perfetto.

Ma la questione più interessante è come ci si evolve dal nulla verso la complessità restando nella perfezione.
Il ragionamento di Giogio, copia e incolla di testi biblici e probabilmente di dottrine ecclesiastiche, non aiuta molto. Questi testi possono essere un ottima ispirazione e degni di massimo rispetto spirituale ma per ragionarci filosoficamente bisogna essere pronti a rielaborarli.
E' chiaro che se si parte dal copiare un'idea e non si mette la voglia di capire al primo posto non si fa molta strada.
La mia idea di perfezione è legata proprio a questo: essa non è un qualcosa che è, c'è o non è, non c'è. E' connessa alla voglia di cercarla.
Semplificando in modo estremo la propria mente la puoi ad esempio trovare. Certo se inizia a negare che il Nulla sia perfetto significa che non si sta capendo quello che voglio dire, non stiamo parlando la stessa lingua. 
Se invece si sostiene come pregiudizio che l'uomo è imperfetto senza neanche fare una valutazione significa che non soltanto non cerchi la perfezione, ma stai perfino stimolando il suo opposto, ti stai preparando a predicarlo, perchè ne hai una forma di paura.
Stiamo cioè predicando due cose opposte!
Salve

giogio

CitazioneHo visto un grande antagonismo e ostilità...
Credimi, era fuori delle mie intenzioni. Volevo semplicemente condividere i risultati delle mie ricerche basate sulla Bibbia.

CitazioneForse è un equivoco...

Io mi riferivo alla perfezione umana, perfezione fisica. Qui vorrei aggiungere Giacomo 3:2:" poiché tutti manchiamo in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, ed è pure capace di tenere a freno tutto il corpo." Ti posso confessare che per ora non ho conosciuto una sola persona perfetta. Ribellandosi a Dio Adamo ed Eva persero il suo sostegno nella perfezione. Infatti se Adamo non avesse peccato non sarebbe morto. 

Ora, per farti un esempio, erano come un ventilatore la cui spina era stata staccata. Gradualmente avrebbero rallentato fino a fermarsi, con la morte. Questo spiega perché Adamo visse 930 anni, Set 912 e Metusela 969 perché le persone più vicine alla perfezione originale dell'uomo avevano una maggiore longevità rispetto a quelle vissute molto dopo.

CitazioneSe invece si sostiene come pregiudizio che l'uomo è imperfetto senza neanche fare una valutazione significa che non soltanto non cerchi la perfezione, ma stai perfino stimolando il suo opposto....

Al contrario, la Bibbia parla del ritorno alla perfezione umana sulla terra e io sono convintissimo di questo.
Romani 6:23 dice: "Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore."

Sacrificando la sua vita Gesù avrebbe 'gustato la morte per ogni uomo'(Ebrei 2:9 ), in altre parole, avrebbe pagato il salario per il peccato di Adamo annullando la condanna a morte.

CitazioneIl ragionamento di Giogio, copia e incolla di testi biblici....

Per quanto riguarda la Bibbia io uso la Nuova Diodati sul sito laparola.net ed è vero uso copia e incolla. Mi è comodo ;)

Federico Mey2

Citazione di: giogio il 05 Giugno 2019, 18:01:35 PM
CitazioneForse è un equivoco...
Io mi riferivo alla perfezione umana, perfezione fisica. Qui vorrei aggiungere Giacomo 3:2:" poiché tutti manchiamo in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, ed è pure capace di tenere a freno tutto il corpo." Ti posso confessare che per ora non ho conosciuto una sola persona perfetta. Ribellandosi a Dio Adamo ed Eva persero il suo sostegno nella perfezione. 
Sì, è senz'altro un equivoco, tu mi confermi che la mia definizione di perfezione è tutt'altra cosa che la tua.
La mia si riferisce al ragionamento, a ciò che sta "a monte" dei risultati, come il parlare o l'agire, cose di cui io invece mi disinteresso.
Faccio qualche esempio: Una persona potrebbe dire:
1 - "A me piece il mare", intendendo che gli "piace" ma magari è straniero (o pugliese). E' un errore nel parlare, ma non nel ragionamento, che è perfetto, nel momento che, spiegandogli l'errore linguistico, è disposto a correggersi.
2 - "A me piace soltanto il mare, ma a volte mi piace la montagna". E' un errore logico evidente: lo è nel ragionamento? Facciamo dei sottocasi
2.1 - Capisce e si corregge. Non se ne è accorto, aveva le idee un po' confuse o era sotto l'effetto di droghe. Spiegatoglielo, si corregge opportunamente.
2.2 - Non capisce. Non è in grado di capire il pur semplice errore logico, ma potrebbe essere disposto a correggersi.
2.3 - Capisce e non si vuole correggere. E' il caso forse di imperfezione più preoccupante.
Ci sono quindi 3 livelli: quello più pratico (ciò che si dice), il ragionamento (ciò che si capisce) e lo spirito (la propria direzione spirituale, es la disponibilità a correggersi).
Come capirai a me del livello più pratico (ciò che per es Giacomo dice), non mi interessa nel senso che non è da quello che valuto la sua perfezione. Molto più importanti sono gli altri due livelli.
Allo stesso modo la mia idea di perfezione non corrisponde minimamente a quella del linguaggio corrente secondo la quale una società molto ben organizzata, efficiente, è perfetta. La mia idea riguarda i singoli individui pensanti, e un popolo di individui perfetti secondo la mia definizione potrebbe benissimo formare una società al livello pratico totalmente inefficiente, 
Perchè la spiritualità sta sopra gli altri livelli, e una società potrebbe (ma non necessariamente) fondarsi su una spiritualità imperfetta, incompleta, e risultare soltanto all'apparenza priva di errori: ma il compito del filosofo (anche il religioso può farlo) è andare oltre l'apparenza, è di far emergere l'anima, il terzo livello.
Spero si sia capito qualcosa, anche se più che altro mi sembra che non ci sia molto interesse
Salve

iano

#14
Ciao Federico.
Vediamo se ho capito.
Dare libera espressione a se stessi , senza farsi influenzare  dalla socialità , come via verso la spiritualità .
Un po' come un programma che si svolge da se' dando risultati esatti se nessuno introduce virus sociali.
Però il fatto che gli uomini sono in parte esseri sociali è scritto nel loro programma.
Proponi un debugging ( si dice così?) culturale?
Essere se stessi uscendo dalla cultura che il caso ci ha assegnato?
Sicuramente non è un esercizio sterile , anzi.
Ma di solito questo esercizio si svolge partendo dalla convinzione che la nostra cultura è perfetta per giungere alla conclusione che nessuna è perfetta.
Si può uscire forse da una cultura , ma non dalla cultura.
Le culture sono diverse , ma non prive di convergenze e una può essere la famiglia come indichi tu , mentre sui ruoli che i diversi sessi assumono in essa mi pare tale convergenza non vi sia storicamente , come tu invece proponi , quindi almeno su quest'ultimo punto dissento.
La suddivisione dei ruoli fra sessi può avere un senso economico contingente , ma non predeterminato a prescindere.
Esistono sicuramente differenze biologiche e psichiche , ma non è scritto da nessuna parte come queste di volta in volta verrano a "coniugarsi"  perché tutto cambia.
E a proposito come si coniuga il cambiamento con la perfezione,partendo dal perfetto nulla dove nulla cambia?
Se perfetto è il programma nel suo svolgersi senza errori esente da intrusioni , quindi non in rete ,andrà così avanti all'infinito
Ma in un programma di computer ciò non è garantito in effetti.
Perché nel programma umano dovrebbe esserlo ?
Non possiamo scommettere su un computer, che è cosa che ben conosciamo perché da noi costruito.
Come facciamo a scommettere su qualcosa che non sappiamo chi e come ha costruito?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''