Perché non amo le persone gentili?

Aperto da Socrate78, 01 Ottobre 2021, 21:56:34 PM

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Socrate78

Ecco, ho notato una cosa di me: le persone troppo gentili e compassionevoli non mi piacciono, nonostante io sia abbastanza gentile, ma una persona troppo gentile mi dà sui nervi, mi risulta antipatica, e addirittura dentro di me quasi con un certo sadismo mi piacerebbe che si trovasse in situazioni in cui perda la pazienza, diventi aggressiva e sia anche ridicolizzata per questo.
Poi riflettendoci mi sembrano pensieri cattivi, certo, ma la gentilezza eccessiva mi dà quasi l'idea che quella persona sia in realtà ipocrita e manipolatrice, voglia mostrarsi migliore per apparire brava ed ottenere apprezzamento ed ottenere quindi favori, autostima e potere sociale; a volte provo simpatia all'opposto per persone difficili, scontrose, che tutti evitano, proprio perché mi sembrano più autentiche e sincere rispetto a tanti buoni che mi sembrano siano più che altro furbi, opportunisti. I presunti "cattivi" mi sembrano insomma persone sole che in fondo soffrono e quindi meritano solidarietà e non rifiuto.
Anche a voi capita che la gentilezza eccessiva vi provochi un senso di rigetto e non di apprezzamento?

Jacopus

Alcune considerazioni a ruota libera su un tema interessante (cercherò di non essere troppo gentile, ma non vorrei neppure mandarti a quel paese :D ).
La mia impostazione mentale, le mie letture, insomma la mia storia, compresa quella professionale, mi ha persuaso che la gentilezza si apprende e fa parte delle caratteristiche di una certa società. Ad esempio è leggendaria la schiettezza e la chiusura, al limite della maleducazione, dei liguri. E' un tratto molto diffuso e pertanto credo che dipenda dalla storia della Liguria. Eppure, quando sono approdato in questa lingua di terra, proveniente dal Veneto, ho subito notato come dietro questa chiusura vi fosse comunque una diffusa tolleranza per i diversi, per i "drop-out", magari aiutati senza tante manfrine e facce compassionevoli, ma perchè si deve fare. Vi è nella mentalità ligure, qualcosa di mazziniano, che unisce teoria e pratica e questo impedisce che la gentilezza sia solo di facciata, da sepolcri imbiancati. Vi sono anche quelli, ovviamente, ma in misura minore rispetto ad altri parti dell'Italia. Poi vi sono altre differenze interessanti fra Veneto e Liguria, ma andrei "fuori tema".
Convengo con te che che le persone artificialmente gentili sono stucchevoli, ma sembra da quello che scrivi, che parti sempre dal pregiudizio che la persona gentile che hai di fronte, sia un ipocrita e un manipolatore. Talvolta è così, altre volte no. Comportarsi con educazione, in ogni caso, è stata la chiave per l'abbassamento straordinario della violenza in Europa a partire dai manuali sul galateo, del tardo rinascimento in poi (in proposito si può leggere un meraviglioso saggio di Norbert Elias, La civilità delle buone maniere). Oggi magari ci alteriamo se qualcuno urla per strada o è sgarbato. Cinquecento anni fa poteva facilmente finire con una coltellata nel petto. Quindi, per finire, ben venga anche un pò di ipocrisia, se questa ci permette di non accoltellarci per strada, nella speranza che il nostro spirito gentile sia il più vero possibile. Per fare questo serve però esercizio, empatia, non giudicare gli altri e dirsi, come fai tu, che anche le persone "cattive" hanno bisogno di comprensione. Paradossalmente con questa tua affermazione hai sottolineato la tua profonda gentilezza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

In un'epoca in cui la barbarie bullista regna sovrana da 0 ad X anni, la gentilezza va salvaguardata come un panda raro. Anche se talvolta cela ipocrisia e supponenza. Ma coi gentili può esserci dialettica. Coi bulli, arroganti, totalitari, no.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#3
@Ciao Socrate.
Da tutti i tuoi post appare la tua sincerità verso gli altri e verso te stesso.
È un modo di mettersi in gioco senza difese preventive, ma non tutti credono di poterselo permettere in dipendenza dei ruoli che occupano, specie se subalterni.
È una cautela che a me è sempre mancata, e le conseguenze spiacevoli sono arrivate sempre puntuali.
Per contro ho sempre mostrato una certa insofferenza per chi riteneva di doversi cautelare nei miei confronti parandosi con la gentilezza.
Ci sono poi quelli che usano gentilezza per cautelarsi dalla vita stessa, verso la quale si sentono irrimediabilmente inadeguati. Questi fanno tenerezza , ma a farli uscire da questo stato non sono mai riuscito.
A volte, indispettito da questo insuccesso, sono arrivato ad offenderli, ma senza mai smuoverli dal loro stato.
Poi ci sono quelli gentili disinteressati, ma dietro si capisce che vi è una robusta educazione, e quelli non rimane che ammirarli, loro e chi li ha educati.
Ma cosa ottengono alla fine da tanto indefesso esercizio di gentilezza?
Ottengono felicità, che è a sua volta un moltiplicatore della gentilezza.
Sono le uniche persone per cui provo sincera e non malevola invidia.
Chiunque tu sia ti fanno sentire sempre a tuo agio.
Un dono veramente raro.
Per esperienza ho imparato a diffidare di quelli che usano gentilezza preventiva, a prescindere che ve ne sia provato bisogno,per pararsi da chi occupa una posizione dominante.
Infatti quando le posizioni si invertono mostrano una cattiveria rara.
Sono quelle persone infelici che appena gli si presenta l'occasione non mancano di farti pagare la loro infelicita'.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve iano. Citandoti : "Per esperienza ho imparato a diffidare da quelli che usano gentilezza preventiva, a prescindere che c'è ne sia bisogno,per pararsi da chi occupa una posizione dominante.
Infatti quando le posizioni si invertono mostrano una cattiveria rara".

Parole sacrosante, queste tue. Infatti si tratta della gentilezza mostrata dai servitori pronti a trasformarsi nei più vigliacchi dei traditori non appena il vento cambierà. Qualche esempio storico e collettivo l'abbiamo visto molto molto, ma proprio mooolto,  vicino a noi.........alcune decine (molte decine ?) di anni fa.Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Delle tante generalizzazioni che si possono fare delle persone "iper gentili", quella di essere degli ipocriti o dei manipolatori è una possibilità, il mio "timore" più fondato, almeno nella mia esperienza personale, è che di nascosto stiano preparando un conto da pagare per tutte quelle gentilezze, e che il momento in cui lo tireranno fuori, sarà sicuramente il meno adeguato per me, ma il più adeguato per loro. Questo è sopratutto vero nelle relazioni a lungo termine, non tanto in quelle occasionali.. Cerco sempre di mettere in chiaro, in maniera ideonea, che di tutti questi "beni gratuiti" io non ho mai fatto richiesta, e non mi riterrò responsabile nel caso mi verrà chiesto il conto alla bisogna. Perchè sono ligure e oltre che scorbutico anche allergico ai "pagamenti"? Boh! è che questi confronti quando avvengono generalmente non portano nulla di buono, anzi il rischio è che portino molto di peggio. Messo in chiaro questo, la gentilezza come dice Jacopus è veramente il minore dei mali, e sicuramente la porta meno probabile per manipolarmi.. perciò non mi sento in pericolo e non giudico come le persone esprimono la propria vitalità. Il rischio di mal interpretare una genuina voglia di essere amorevoli e compiacenti, per qualcosa di "losco", è un rischio molto importante da intraprendere, e sarebbe una vera tragedia se una persona appunto genuinamente gentile, venisse categorizzata per generalizzazione, in una cerchia dell'inferno... A che pro correre questo rischio? Un sospetto cutaneo di ipocrisia? Mmm..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bobmax

Anche in me l'eccessiva gentilezza causa un qual fastidio.

Ritengo dipenda dal fatto che l'altro non mi è mai davvero indifferente. Ho bisogno di conoscerlo, almeno un poco.

Di modo che quando il suo comportamento mi costringe a un prendere o un lasciare, a riconoscere cioè che è proprio una gran brava persona, oppure no, senza possibili vie di mezzo... ecco il disagio!

Devo dar credito a questa gentilezza così marcata, perché esprime ciò che l'altro è davvero, oppure è meglio diffidare, in quanto si tratta solo di una maschera che nasconde altre motivazioni?

Un dubbio che non sempre è facile dissipare.
Perché vi è sempre qualcosa che non torna... ma ciò è sufficiente per pensar male?

Secondo me, non è poi così importante la sincerità o meno di quella gentilezza eccessiva.
Ma le reali motivazioni che inducono questo comportamento.

Se anche questa gentilezza è strumentale, ma usata per ricevere affetto, per paura della solitudine, per timidezza... che importanza ha se non è genuina?

Diverso il caso in cui la gentilezza fosse usata come inganno per far calare le mie difese.
Allora l'irritazione avrebbe tutta la sua ragion d'essere.
Ma anche in questo caso, una volta scoperto l'inganno mi ritrovo davanti l'ingannatore.
Donde nasce costui? Cosa lo ha portato ad essere così?

E allora, forse, se sono proprio fortunato, può nascere in me la compassione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alexander

#7
Una gentilezza eccessiva, affettata, che sa di artificiale può dare fastidio. Però anche la persona scontrosa, rude lo dà. Ed è una magra consolazione pensare che lo scontroso è più genuino dell'altro. Sempre fastidio è.C'è da dire che la gentilezza artificiosa viene percepita quasi istintivamente. Non serve disporre di una sensibilità fuori dal comune per sentire che l'altro sta fingendo. Si percepisce quasi a pelle. A volte penso ci sia della paura dietro al bisogno di apparire molto gentili. Paura delle reazioni dell'altro e delle nostre rispetto alla durezza verbale o di comportamento dell'altro. Forse si è stati anche feriti da piccoli da questa durezza, nel momento in cui si è tentato di aprirsi veramente con gli altri. Mi sembra che le donne sappiano nascondere con più naturalezza l'artificiosità, rispetto ad un uomo. In effetti danno pure meno fastidio. Forse perché siamo più portati culturalmente  a pensarle come naturalmente gentili. Spesso non lo sono, anzi , ad una certa età molte sono veramente arcigne. Una persona veramente gentile mi fa l'effetto di una boccata d'aria fresca, in questo mondo di arrabbiati. Avete notato come si è più portati a ringraziare quando una persona gentile magari ti aiuta in qualcosa? Si riesce anche a ringraziare in maniera poco artificiosa.

atomista non pentito

Comunque esiste anche una cosa chiamata "educazione" che non e'da confondere con la gentilezza. Personalmente sono gentile con le 2 Persone che amo + 1 compagno animale , sono altresi' ( di primo acchito) educato con tutti.

ricercatore

penso anche io che più che la "gentilezza" il problema sia l'autenticità.
le parole comunicano qualcosa, ma tutto il resto comunica l'opposto: percepiamo a pelle questa dissonanza, questa falsità e, giustamente, diffidiamo di costui.

potrebbe tuttavia esserci un altro discorso: la persona "troppo virtuosa" innalza un muro nei confronti dell'altro, in quanto sembra ricordargli la sua inadeguatezza ed imperfezione. si pone nella posizione innalzata del saggio, divenendo così anche giudice. e i giudici non ci piacciono  :)

JE

Per esperienza di essere di facciata "troppo gentile" alle volte, ricordo di averla usata con persone notoriamente false.


Mi é capitato nella vita di essere soggetto a comportamenti abbastanza "falsi",


francamente il mio instinto é, finché sia sopportabile, di essere oltremodo assecondante.


Trovo cosi di potere distinguere tra chi é semplicemente un poco curioso, magari inconsciamente invadente, e chi ha interessi.


e se spinge lo lascio passare, voglio vedere fin dove arriva senza essere fermato. Poi lo prendo e gli spiego 2 cose. Con calma e sorriso se posso, ma gliele spiego, o gliele faccio capire.


Dipende sempre se si sta dalla parte dei "corteggiatori" o dei "corteggiati" (con virgolette perché gli interessi esistono in tutti i contesti di relazione).


C'é anche il discorso di voler presumere che da qualche parte dietro la faccia falsa ce ne sia una piu vera. E un po di compassione per chi sta tanto male da abbassarsi.


Ad ogni modo nella mia esperienza non ne vale la pena e se lo stomaco ti dice che cosi stanno le cose, meglio adoperare la strategia della "roccia grigia" (non dare un centimetro di lenza). A ognuno ci vuole la sua prova per capirlo forse.


Poi c'é anche un altro tipo di gioco, quello in cui la persona "poco virtuosa" si confessa perché vorrebbe che tu ti "sdebitassi" rivelando qualcosa di te... Da usare piu tardi.


Cioè il fatto che se uno non ti conosce e lo pressi, la "troppa gentilezza" é in realtà la semplice maschera dell'accortezza.


Non sono l'unico ad avere fatto esperienza dei cani a due zampe, molti hanno imparato a guardarsi da qualsiasi comportamento vi si possa associare.


Quello che voglio dire é, che le persone invadenti mascherate da "troppo gentili" spesso é bene ricambiarle con la stessa troppa gentilezza, ma anche un rifiuto.


Credo che il tuo sentimento sia sincero e sono sicuro se lo esprimi in termini problematici che eri dalla parte giusta, soltanto che le parole che usiamo sono un po diverse.

Per riassumere in maniera eloquente:

In un mondo in cui non si assume maliza dove basta l'incompetenza, il malizioso impara a fingersi incompetente.

In un mondo in cui non si assume invadenza (interesse nascosto) dove basta la curiosità e la (troppo) buona disposizione... Vale altrettanto  :)




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