Perché la superbia è sempre stata condannata come peccato?

Aperto da Socrate78, 14 Aprile 2021, 20:36:15 PM

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Socrate78

Come mai nella religione cristiana la cosiddetta "superbia" (termine ambiguo) è sempre stata condannata come grave peccato, anzi, come il primo peccato capitale in assoluto? Io noto invece che quando aumento la mia autostima, quando dentro di me mi ritengo una brava persona, anzi, tanto più aumento il mio livello di autostima, sono anche oggettivamente meglio disposto verso gli altri, sento di essere davvero migliore e di fatto lo divento, mentre invece al contrario quando mi capita di pensare a me stesso in termini negativi, come una cattiva persona e piena di difetto, ciò non mi rende affatto migliore, ma anzi mi rende infinitamente più chiuso al mio prossimo e pessimista.


Di conseguenza sembrerebbe che almeno nel mio caso la "superbia" abbia effetti positivi sulla mia spiritualità, sia come una spinta che mi porta obiettivamente ad essere migliore, ad agire meglio! Del resto tutti gli psicologi concordano sul fatto che avere un'alta autostima sia importante per il benessere della persona e per le sue relazioni con gli altri.  Quindi per quale motivo la cosiddetta "superbia" è stata poi vista in maniera così negativa nella religione cristiana e per secoli si è consigliato di avere semmai un atteggiamento autoumiliante, basato sul vedere soprattutto i propri peccati ed aspetti negativi del proprio essere?

sapa

#1
Citazione di: Socrate78 il 14 Aprile 2021, 20:36:15 PM
Come mai nella religione cristiana la cosiddetta "superbia" (termine ambiguo) è sempre stata condannata come grave peccato, anzi, come il primo peccato capitale in assoluto? Io noto invece che quando aumento la mia autostima, quando dentro di me mi ritengo una brava persona, anzi, tanto più aumento il mio livello di autostima, sono anche oggettivamente meglio disposto verso gli altri, sento di essere davvero migliore e di fatto lo divento, mentre invece al contrario quando mi capita di pensare a me stesso in termini negativi, come una cattiva persona e piena di difetto, ciò non mi rende affatto migliore, ma anzi mi rende infinitamente più chiuso al mio prossimo e pessimista.


Di conseguenza sembrerebbe che almeno nel mio caso la "superbia" abbia effetti positivi sulla mia spiritualità, sia come una spinta che mi porta obiettivamente ad essere migliore, ad agire meglio! Del resto tutti gli psicologi concordano sul fatto che avere un'alta autostima sia importante per il benessere della persona e per le sue relazioni con gli altri.  Quindi per quale motivo la cosiddetta "superbia" è stata poi vista in maniera così negativa nella religione cristiana e per secoli si è consigliato di avere semmai un atteggiamento autoumiliante, basato sul vedere soprattutto i propri peccati ed aspetti negativi del proprio essere?
Ciao Socrate78, forse è perchè non sempre la superbia nasce dal sentirsi migliore di quanto si era prima, anzi quella non è superbia, nel senso che si dà comunemente a questo aggettivo. Essere superbi non significa sentirsi migliori, ma piuttosto sentirsi I Migliori. Il che può anche essere (raramente), ma non sempre è così. Per questo l'accezione è negativa. E aggiungo, poichè tu sei un credente, che sentirsi I Migliori è assimilabile a una bestemmia. Il Migliore dovrebbe essere Dio.

viator

Salve Socrate. Credo proprio tu sia ad un passo dalla Laurea "summa cum laude" in "candore religioso".
La superbia -per la Chiesa - consiste in quell'atteggiamento che porta certe persone ad avere fiducia nella proprie AUTONOME e CRITICHE facoltà mentali. Cioè nell'anteporre alla Dottrina ed al Magistero della Chiesa (o di qualunque altra fonte esterna al proprio cranio), la propria capacità di giudizio.

E' chiaro che, arrogandosi la Chiesa il privilegio di risultare depositaria della Verità Assoluta e la consequenziale funzione di fungere da UNICA INTERPRETE AUTORIZZATA di TALE VERITA'..................essa Chiesa avrà gioco facile nell'accusare del gravissmo ed oltraggioso peccato di superbia chiunque muova delle obiezioni al punto di vista confessionale.

Scusa ma, se la Chiesa deve scomunicare qualcuno...........che fa? Prima gli dà ragione e poi lo scomunica oppure prima l'accusa di superbia e poi lo scomunica ?.


Certo, a questo punto non saprei proprio se tu stia ponendo delle domande dalla risposta così stupefacentemente ovvia.........perchè veramente esse rappresentano per te un serio interrogativo..........oppure lo faccia solamente per "sondare" le opinioni di chi interviene rispondendo circa gli argomenti da te presentati. Comunque auguri.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

E' una lunga storia che risale al peccato originale e alla ribellione dell'arcangelo Lucifero e dei suoi sodali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

Buona sera a tutti



La superbia indurisce il cuore e chiude l'animo all'altro. Il superbo pensa di sapere, non sapendo; crede di essere migliore, sminuendo il valore dell'altro. Si confronta continuamente con l'altro, pronto a cogliere ogni errore altrui, nascondendo i propri. E' indifferente alla sorte dell'altro, se non quando gli è utile per rafforzare l'amore di sé. E' il primo dei vizi capitali nella religione cristiana cattolica :


"ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote."
(Magnificat)


"ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore" è un verso veramente profondo.Penso intenda che i pensieri "elevati" (così creduti dai superbi e di cui vanno fieri) non fanno altro che confonderli  nel loro stesso essere.

Jacopus

Visto che hai tirato in ballo la psicologia con l'autostima. ;D . La superbia in termini psicologici non viene tradotta in autostima ma attraverso uno stato nevrotico serio: il narcisismo, che ha a che fare con un retroterra poco spirituale fatto di invidia per l'altro e di misconoscimenti dell'altro, mentre l'autostima non ha questa accezione. Ci si può stimare e nello stesso tempo non invidiare gli altri. Il narcisismo/superbia è sempre connessa ad una bassa autostima ma la risposta è non funzionale al vivere bene, almeno con sè stessi. In ogni caso il mondo attuale è pieno di narcisisti, al punto che il senso di colpa, importantissimo nella elaborazione iniziale della psicoanalisi, è diventato poco interessante come strumento di comprensione dell'uomo contemporaneo, sostituito dal senso della vergogna.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve.Mi sembra di capire che alcuni confondano la superbia psichica (il ritenersi migliori per gratificarsi psichicamente attravero una autoconferma del proprio PRESUNTO od APPARENTE valore e completezza coscenziale)..........con la SUPERBIA MENTALE (INTELLETTUALE, CULTURALE) che ho descritto nel mio intervento e che è l'unico vero genere di superbia temuto e condannato dalla Chiesa. Infatti Socrate si è ESPRESSAMENTE richiamato alla SUPERBIA quale PECCATO e non certo quale semplice e venale attitudine alla vanagloria, alla presunzione, all'egoismo.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#7
Citazionenon certo quale semplice e venale attitudine alla vanagloria, alla presunzione, all'egoismo.


Per Viator. Non c'è niente di veniale e semplice in questa presunzione, e non credo che la superbia a cui si riferisce Socrate sia riducibile alla tua interpretazione. Nè la superbia condannata dalla Chiesa è quella che tu definisci. Una certa Chiesa lo ha certamente fatto, ma la superbia condannata dalla Chiesa va proprio nella direzione della condanna del narcisismo, ovvero quella tensione per cui sembra che siamo tutti condannati al successo, alla ricchezza, alla bellezza, all'affermazione di noi stessi, ovviamente a svantaggio di qualcun altro, in un'ottica holliwoodiana del buon vecchio darwinismo sociale. Nel momento in cui, inevitabilmente questo non accade, scoppia la rabbia, la delusione, la violenza, la chiusura egoistica, la ricerca di capri espiatori, le credenze complottiste. Non ci vedo niente di veniale. Il narcisismo attuale è una delle chiavi di lettura più interessanti per comprendere la società moderna, quella che possiamo definire di "cultura occidentale".
Non solo, il narcisismo rifiuta ogni insegnamento e autorità, non solo quella che tu giustamente stigmatizzi, della autorità ecclesiastica dogmatica, ma ogni conoscenza fondata sullo studio e su metodi che necessariamente impongono fatica e impegno. Ed è per questo che basta andare sui social per trovare moltitudini di esperti, ingegneri, virologi, allenatori, esperti di politiche migratorie, climatologi ed anche filosofi, addirittura fieri di non aver cognizioni sugli argomenti, perchè in questo modo dimostrano la loro purezza e non compromissione con i "poteri forti". Anche questo è narcisismo ed anche piuttosto maligno.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

baylham

Perché la superbia degli altri non piace ai superbi.

Ipazia

La superbia nasce ideologicamente come hybris nei confronti dell'autorità costituita, immanente o trascendente che la si postuli. Jacopus conferma questa impostazione ideologica. Da tale punto di vista Spartaco fu superbo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Visto che siamo in sezione spiritualità, potremmo anche provare a definire il primo atto di superbia quello di Adamo ed Eva, che volevano non solo avere accesso all'albero della conoscenza del bene e del male, ma in realtà essere "come Dio". E solo dopo aver mangiato il frutto, iniziarono a vergognarsi della loro nudità. La "Legge" in senso lacaniano, definisce lo spazio di ciò che è possibile e del limite, poichè essere "tutto" come Dio, da parte dell'uomo comporta il delirio o la violenza distruttiva. In questo senso la natura umana si separa dalla Natura tout court nel momento in cui trasgredisce la Legge, ma subito dopo, in un differente ambiente la deve ricostituire, pena il perpetuarsi della violenza, come insegnerà, una generazione successiva l'omicidio di Abele.
La superbia è pertanto hybris fondata nel superamento dell'autorità costituita nel nome di un "tutto" che è un "tutto-Io". E' possibile un superamento dell'autorità costituita, immanente o trascendente, anche nel nome di un "tutto" che è un "tutto-noi". In questo caso direi che non siamo nel campo della superbia e neppure del narcisismo, fatti salvi gli effetti distorcenti di agire nel nome del bene "tutto-noi", come ci ha insegnato la teoria arendtiana del totalitarismo, ma questa è un'altra storia.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alexander

Buongiorno a tutti



Ho una certa passione nel cercare il vero significato dei termini nel loro contesto storico-culturale. Cos'era allora la superbia per un ebreo, visto che Gesù si rivolge a degli ebrei? Bisogna tornare indietro a Mosè al giorno dell'inaugurazione del Mishkàn (il tabernacolo inteso come dimora trasportabile della presenza divina dal tempo dell'Esodo dall'Egitto, fino alla conquista della terra di Canaan). Mosè annuncia che in quel giorno ci sarebbe stata una manifestazione percepibile del Signore a tutto il popolo, ma ammonisce:"Questa cosa che il Signore ha comandato la dovete fare, e la gloria del Signore Si manifesterà a voi". Il Midràsh interpreta le parole di Mosè come segue: "Questa tendenza al male toglietela dal vostro cuore e siate tutti con un'unica venerazione; ... come Egli è unico nel Suo mondo, così sia il vostro servizio unico al suo cospetto". La spiegazione sembra più oscura del testo da spiegare: di quale tendenza al male si parla?. Nel libro "Qòmetz Ha-Minchà"  viene spiegato che il popolo, sentito che in quel giorno si sarebbe manifestata la presenza divina, si è dato da fare per preparare al meglio l'"accoglienza", quasi come se la propria azione fosse stata capace di "invogliare" la Shekhinà a manifetsrasi. Un atteggiamento molto comune anche nelle vicende umane(Se sappiamo che deve arrivare un ospite importante, ci diamo da fare per sistemare al meglio la nostra casa), ma però frutto di una tendenza negativa: Dio non si manifesta perché Tizio è stato più bravo di Caio, ma a chi compie ciò che deve fare (togliere la tendenza al male dal cuore). Questo è quello che dice Mosè:se voi fate ciò che vi è stato comandato, ed eliminate di mezzo a voi la tendenza a mettervi in mostra, allora la vostra azione è completa e unitaria, e quindi adatta a "Chi è Uno in Sé" (Ha-Qadòsh barùkh Hu').
Gli ebrei pensavano che il fatto di  poter godere della presenza della Shekhinà significasse l'aver raggiunto un livello particolarmente elevato; ma quanto più uno è elevato, tanto più deve stare attento a non sbagliare, perché più si è in alto, più grave è la portata degli errori. Gli ebrei pensavano invece di aver meritato la presenza della Shekhinà grazie al loro livello. Mosè allora li mette in guardia: questo è "yétzer ha-rà", questa è la superbia. Questa superbia è da eliminare dal cuore per meritare davvero di essere a un livello più alto.
La superbia, riassumendo, per l'ebraismo, e quindi anche per i Vangeli, è la tendenza a mettersi in mostra, ed è appunto considerata un vizio, non certo una virtù. Vizio che può rivestirsi di zelo preventivo, oppure fingere di essere una deduzione da ciò che sperimentiamo; ma in ogni caso è negativa e allontana la possibilità di contatto con Ha-Qadosh barukh Hu.


Freedom

Chiedo scusa in anticipo per questo mio vizio di citare il Vocabolario. Ogni volta che lo faccio risulto antipatico, scolastico, saccente e chi più ne ha più ne metta. Sembra quasi che manchi di rispetto all'autonoma e soggettiva volontà discorsiva di ogni utente.

"Eh ma se poi volevamo la definizione del Vocabolario ce l'andavamo a cercare da soli"!

Eppure, lo dico con umiltà, si tende a trascurare la semplicità, l'efficacia, la grandissima precisione con la quale il Vocabolario ci aiuta a scoprire anzi a ricordare quello che le cose sono. Lo dico per esperienza e come tutte le esperienze è "condita" con fatica e sofferenza. Noi tendiamo, nel corso degli anni, a distaccarci dal significato originale, autentico delle parole e ci costruiamo sopra le nostre convinzioni via via maturate nel corso della nostra vita. E' uno dei motivi per i quali risulta così difficile comunicare.

Guardate qua e ditemi se non aiuta a dipanare questa discussione.


Radicata convinzione della propria superiorità (reale o presunta) che si traduce in atteggiamenti di orgoglioso distacco o anche di ostentato disprezzo verso gli altri: montare in s.; s. diabolica; prov. la s. è figlia dell'ignoranza ; prov. la s. andò a cavallo e tornò a piedi ; fam., anche a proposito di un contegno apparentemente distaccato dovuto a timidezza o introversione.

Nella teologia cattolica, uno dei sette peccati capitali, consistente nell'amor di sé spinto fino all'eccesso di considerarsi principio e fine del proprio essere, disconoscendo quindi la propria condizione di creatura.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Freedom

Citazione di: Socrate78 il 14 Aprile 2021, 20:36:15 PM
Come mai nella religione cristiana la cosiddetta "superbia" (termine ambiguo) è sempre stata condannata come grave peccato, anzi, come il primo peccato capitale in assoluto?
La risposta è semplice: poiché il primo e più grande comandamento della religione cristiana è "ama Dio sopra ogni cosa"; è chiaro che amare sé stessi sopra ogni cosa è l'esatto contrario e dunque il massimo peccato esistente.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

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