Perché gli altri ti amano solo quando le cose nella vita ti vanno bene?

Aperto da Socrate78, 06 Settembre 2021, 12:59:15 PM

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Ipazia

Dio farebbe quello che mia scienza e coscienza sa. Dio-Io. Certamente diverso da Dio-Tu. E la saga continua ...
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

La pretesa di essere amati incondizionatamente o la presunzione di poter amare incondizionatamente sono solo assurdità astratte.
Ciascuno di noi fa sufficientemente schifo da rendere impossibili cose del genere.
Ma le forme terrene e limitate dell'amicizia e dell'amore non per questo sono niente. Dovrebbero essere niente perché non sono il tutto che una mente infantile si ostina a desiderare?

Ma il problema della tendenza all'estinzione anche di queste forme finite di amore, rimane, è reale.
È il problema della mancanza di una consapevolezza generale che queste forme vanno costruite e difese dalle vicissitudini della vita. Non si sviluppano da se'. A volte manca persino la capacità di tenere ferma la predilezione che si sente nel corso di un incontro fortuito per una certa persona. E così questa scompare e la possibilità di qualcosa di umano e sensato non viene alla luce.
Sembra che su queste cose non si sappia nulla. Ci si muove nella vita come sonnambuli. Rimangono attive inconsciamente una manciata di idee ridicole su famiglia e lavoro. E chi è profondo preferisce delirare su Dio piuttosto che sperimentarsi nell'arte di costruire alleanze.

InVerno

La tragedia più grande del mondo, e che si consuma ogni giorno, è che purtroppo siamo destinati a far più male alle persone a cui vogliamo più bene, perchè se sono davvero persone che ci amano, e che perciò sono state generose nei nostri confronti e ci hanno lasciato esprimerci per quello che siamo, probabilmente sono venute a contatto con molti dei nostri "spigoli" che evitiamo volentieri di lasciar affrontare ad estranei. Il peggio di noi stessi, come fosse una riserva di vino pregiato, lo lasciamo ai migliori della nostra vita, e magari vorremmo pure che ci ringraziassero.

Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bobmax

Quanti sconfitti si vedono in giro...

Per loro l'amore esiste, però non del tutto, solo un po'.
E quel poco non è proprio "vero" amore, perché ci si deve accontentare del grigio.

Così come la libertà.

Certo che siamo liberi!
Però non del tutto, vi sono dei condizionamenti, che diamine...
Allora siamo sì liberi, però solo un po'.

E il bene e il male, boh forse ci sono, ma solo un po'...

Grigiore etico di una vita grigia.
Che non sa affrontare l'orrore di ciò in cui invece crede.

Nichilismo inconsapevole.
Di chi non sa chi è.

Figliol prodighi che non hanno ancora intrapreso la via del ritorno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Citazione di: InVerno il 07 Settembre 2021, 08:36:22 AM
La tragedia più grande del mondo, e che si consuma ogni giorno, è che purtroppo siamo destinati a far più male alle persone a cui vogliamo più bene, perchè se sono davvero persone che ci amano, e che perciò sono state generose nei nostri confronti e ci hanno lasciato esprimerci per quello che siamo, probabilmente sono venute a contatto con molti dei nostri "spigoli" che evitiamo volentieri di lasciar affrontare ad estranei. Il peggio di noi stessi, come fosse una riserva di vino pregiato, lo lasciamo ai migliori della nostra vita, e magari vorremmo pure che ci ringraziassero.

L'inferno è inevitabile.

Tuttavia è pure necessario.
Ma questa necessità è difficile coglierla quando è persa ogni speranza...

Solo lì, all'inferno, il Bene è certo. Proprio quando lo si ha perduto per sempre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Socrate78

Alcuni forumisti  hanno chiesto se noi pratichiamo nella vita quest'amore incondizionato ed io non credo che amare incondizionatamente sia impossibile, per esempio (ed è un esempio reale) io provo realmente nella mia vita una profonda amicizia per una persona che so essere piena di difetti morali (egoista, opportunista, manipolatore, aggressivo, ecc.), io i suoi gravi difetti li ho percepiti sin da subito e li vedo perfettamente, tuttavia lo accetto per quello che è e non cerco di cambiarlo, voglio il suo bene sinceramente nonostante non sia una brava persona (e lo so), quindi io in questo caso provo realmente amicizia/amore incondizionato (o qualcosa di vicino all'affetto incondizionato).

viator

Citazione di: Kobayashi il 07 Settembre 2021, 08:35:49 AM
La pretesa di essere amati incondizionatamente o la presunzione di poter amare incondizionatamente sono solo assurdità astratte.
Ciascuno di noi fa sufficientemente schifo da rendere impossibili cose del genere.
Ma le forme terrene e limitate dell'amicizia e dell'amore non per questo sono niente. Dovrebbero essere niente perché non sono il tutto che una mente infantile si ostina a desiderare?

Ma il problema della tendenza all'estinzione anche di queste forme finite di amore, rimane, è reale.
È il problema della mancanza di una consapevolezza generale che queste forme vanno costruite e difese dalle vicissitudini della vita. Non si sviluppano da se'. A volte manca persino la capacità di tenere ferma la predilezione che si sente nel corso di un incontro fortuito per una certa persona. E così questa scompare e la possibilità di qualcosa di umano e sensato non viene alla luce.
Sembra che su queste cose non si sappia nulla. Ci si muove nella vita come sonnambuli. Rimangono attive inconsciamente una manciata di idee ridicole su famiglia e lavoro. E chi è profondo preferisce delirare su Dio piuttosto che sperimentarsi nell'arte di costruire alleanze.

Perfetto, koba. Rimane la pena di leggere gli interrogativi di chi si chiede cosa farebbe Dio (perfetto ed onnipontente) se fosse come noi (lacunosi ed ampiamente impotenti).............ovvero domandandosi come sarebbe quella data cosa/persona se fosse diversa da quell'altra cosa/persona.............ovvero ancora, chiedendosi come sarebbe l'acqua calda se diventasse non più calda bensì fredda........................
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Aggiungiamo infine la presenza di qualcun altro che non è in grado di distinguere l'amicizia (gli amici si scelgono ed eventualmente si confermano per SCELTA DELIBERATA !!) .............. dall'amore (sentimento irrazional-spirituale che è (oppure che entra) in noi........in modo COMPLETAMENTE INDIPENDENTE DALLA NOSTRA VOLONTA' (mai si è visto qualcuno che abbia deciso o che siato obbligato ad amare ??).

Vi sono occasioni in cui resto veramente stralunato dalla capacità di deformazione sentimentale di alcuni nostri amici i quali, presi dal vortice del manifestare la loro visione spiritualistica del mondo..............dimenticano completamente i cardini più infantili della logica (la quale dovrebbe venir rispettata anche nel trattare di spiritualità, sentimenti e trascendenze ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Dalle considerazioni sul perché dell'amore, e quindi sull'altro che non è che me stesso, ne è derivato che il nostro fare dovrebbe aspirare ad essere il fare di Dio.

Tuttavia occorre pure considerare che natura e libertà sono incompatibili.
Il libero arbitrio è infatti un'illusione.

E allora il nostro fare?
Non può che già essere il fare di Dio.

E noi?

Semplicemente, come individui separati da tutto il resto non esistiamo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: Kobayashi il 07 Settembre 2021, 08:35:49 AM
La pretesa di essere amati incondizionatamente o la presunzione di poter amare incondizionatamente sono solo assurdità astratte.
Concordo. Quando Hannah Arendt venne accusata dai sionisti di non amare Israele e il popolo ebraico perché aveva indagato troppo sulle collusioni, sotto coazione, tra i dirigenti delle comunità ebraiche e i nazisti, essa rispose che non amava le nazioni e i popoli, ma i suoi amici.

CitazioneCiascuno di noi fa sufficientemente schifo da rendere impossibili cose del genere.
Non la porrei sul piano moralistico dello schifo, ma sull'insostenibile pesantezza del divenire che ci costringe a fare scelte su chi amare prima che il divenire ci porti via, insieme al nostro, insostenibilmente leggero, essere.

CitazioneMa le forme terrene e limitate dell'amicizia e dell'amore non per questo sono niente. Dovrebbero essere niente perché non sono il tutto che una mente infantile si ostina a desiderare?
Questo è il nodo reale della questione, oserei dire euristico: la nostra limitatezza ci permette comunque di sperimentare esperienze che trascendono la leggerezza transeunte del nostro essere, come ha ben risposto Hannah Arendt.

CitazioneMa il problema della tendenza all'estinzione anche di queste forme finite di amore, rimane, è reale.
Realissimo e drammaticamente tendenziale man mano che aumenta la selezione di quel pollo umano da allevamento che Herbert Marcuse chiamò uomo ad una dimensione e Friedrich Nietzsche, ultimo uomo. Il quale è programmato dai padroni del mondo (la genesi è antica e ha attraversato molteplici forme. Sempre più virulente a mio parere) esattamente così:

CitazioneÈ il problema della mancanza di una consapevolezza generale che queste forme vanno costruite e difese dalle vicissitudini della vita. Non si sviluppano da se'. A volte manca persino la capacità di tenere ferma la predilezione che si sente nel corso di un incontro fortuito per una certa persona. E così questa scompare e la possibilità di qualcosa di umano e sensato non viene alla luce.
Sembra che su queste cose non si sappia nulla. Ci si muove nella vita come sonnambuli. Rimangono attive inconsciamente una manciata di idee ridicole su famiglia e lavoro.
Idee inconscie sotto imprinting sociale ben cosciente. "Datemi un bambino e vi mostrerò l'uomo"(cit).

CitazioneE chi è profondo preferisce delirare su Dio piuttosto che sperimentarsi nell'arte di costruire alleanze.
F.Nietzsche mette in guardia dalla profondità dei "culi di pietra" e afferma che il saggio pensa all'aria aperta e ama la superficie, come i greci dell'età classica, "superficiali per eccesso di profondità" fino ad affermare, con Eraclito, che i veri signori del mondo sono i bambini, e il gioco è la via maestra della verità.

Tutto il contrario della cupa omologazione segregazionista e infantilizzante dell'attuale stadio di civiltà.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

ricercatore

@Socrate78
tendo anche io a non credere nell'amore incondizionato: è qualcosa di molto bello, affascinante e nobile, ma allo stesso tempo molto lontano dalla realtà, impossibile.
forse lo si può trovare nell'Iperuranio, qui sulla Terra non mi è capitato di incontrarlo (al momento).

anche quando aiutiamo infatti, può esserci qualcosa di nascosto sotto al cofano.
porto la mia esperienza.

in passato ho fatto delle apparenti buone azioni verso qualcuno, ma motivate da sentimenti davvero poco nobili:
- alcune volte aiutavo per sentirmi buono, in linea con i principi e con l'educazione che ho ricevuto in famiglia ("ama il prossimo tuo", scordandomi tra l'altro la seconda parte del comandamento)
- alcune volte aiutavo per dimostrarmi superiore, moralmente e spiritualmente, dietro una maschera di falsa umiltà e benevolenza
- alcune volte ho aiutato pensando di accumulare punti per una ricompensa futura, nell'aldilà
- alcune volte aiutavo persone in difficoltà perché stando insieme a chi stava peggio di me, mettevo a tacere quel senso di inadeguatezza e insoddisfazione
- alcune volte, anche se apparentemente in contraddizione con quanto scritto sopra, aiutavo per auto-annullarmi: non mi sentivo degno di questa vita, pertanto spendendola per l'altro risolvevo questa spiacevole sensazione

credo che la cosa più sana e più vicina alla realtà, sia quella dell'aiuto reciproco, dello scambio vicendevole di favori che crea unione, fiducia e connessione.
io aiuto te oggi, tu aiuterai me domani: siamo consapevoli l'un l'altro che è così e ci sta bene così.
siamo alla pari, trasparenti, onesti.

viator

Salve ricercatore : ottima riflessione, la tua. L'amore e l'altruismo perfetti si realizzano solamente attraverso un particolare tipo di egoismo : quello che pensa solo ai propri desideri e, correndo alla realizzazione di questi, riesce inconsapevolmente a soddisfare anche i desideri dell'altro.


Ovvero i casi di egoismo in cui non si sfruttano gli altri.



Un esempio banale è rappresentato dal rapporto tra un sadico ed un masochista : due perfetti egoisti che non fanno altro che soddisfare le esigenze del proprio partner. Saluti.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Perché ti accorgi di quanto gli altri ti amano solo quando le cose nella vita ti vanno male ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Per Viator. Il tuo esempio è il classico esempio di chi vuol legalizzare il rapporto schiavo-padrone. Tranquillo sei in folta compagnia. In realtà l'egoismo non è un tratto indelebile della struttura genetica umana. Chi racconta una favola del genere fa solo ideologia (piuttosto scadente). Homo sapiens ha sicuramente dei tratti egoistici inevitabili, se si vuole riprodurre la specie ( la prova è il comportamento egoistico delle madri a favore dei figli) tutti gli essere viventi, sono in questo senso egoisti. Ma tra Shakespeare e le prove paleo/archeologiche e antropologiche, direi che homo sapiens finora ha dimostrato di essere molto duttile, dall'egoismo più riprovevole a forme di altruismo disinteressato ed "idiota". Anche tu sei la prova di quanto sto scrivendo, in merito alle tue idee e convinzioni. Saluti.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

ricercatore

@viator: più che egoismo però, userei la parola "amor proprio"

il vero egoista infatti è quello che in apparenza sembra prendersi cura di sé, ma che in realtà è sempre irrequieto, sospinto dalla paura di non ottenere abbastanza nella sua vita e di perderci qualcosa (molto simile all'avido).
è sempre insicuro, invidioso, quasi quasi prova antipatia per se stesso.

l'amor proprio invece è la forma sana: realizzandolo e raggiungendolo, si arriva ad abbracciare anche altri esseri umani, fino a renderli parte del proprio mondo.
a volte infatti i nostri confini si estendono oltre la nostra persona fisica: una madre percepisce suo figlio come un prolungamento di sé, la madre si estende avvolgendo sia se stessa che suo figlio.
se il figlio sta male, lei sta male. se il figlio sta bene, lei sta bene.

altra esperienza personale, sempre un po' negativa ma che mi serve a spiegare meglio il concetto.
sono un tipo che ha difficoltà nel contatto fisico con gli altri (a parte la mia compagna): invidio gli amici che si danno pacche sulle spalle, si abbracciano, etc. io provo disagio ed imbarazzo.
perché?
perché non mi sento parte del gruppo, mi sento fuori posto, un alieno.
quando ci si sente parte di un gruppo invece, il contatto fisico non è un problema: quel tuo amico è una parte di te, è un prolungamento di te.

forse solo quando quella persona entra a far parte del nostro mondo, solo quando lo percepiamo come un prolungamento di noi stessi, allora può esserci amicizia vera, dove c'è spazio per il bene di entrambi.

bobmax


L'amor proprio sembrerebbe davvero  un sentimento positivo. Tuttavia se lo approfondiamo, potremmo scoprire che probabilmente occorre rinnovare il nostro slancio di fede nella Verità...

Illuminante, a mio avviso, è ciò che scrive La Rochefocauld sull'argomento:

"L'amor proprio è l'amore di se stessi e di tutte le cose in funzione di sé; rende gli uomini idolatri di se stessi, e li renderebbe tiranni degli altri solo che ne avessero dalla fortuna i mezzi; mai s'acqueta al di fuori di sé né s'arresta nei soggetti estranei, se non come l'ape sui fiori, per succhiare ciò che gli conviene. Nulla di più impetuoso dei suoi desideri, nulla di più nascosto dei suoi propositi, nulla di più astuto dei suoi comportamenti; la sua destrezza non la si può descrivere, le sue trasformazioni oltrepassano quelle delle metamorfosi, e le sue raffinatezze quelle della chimica. Non si può scandagliare la profondità o le tenebre dei suoi abissi. Qui egli si sottrae agli sguardi più acuti, vi fa mille imperscrutabili giri e rigiri; spesso invisibile a se stesso, in quelle profondità concepisce, nutre e fa crescere, senza saperlo, affetti e odi in gran numero; a volte ne genera di così mostruosi che, come li ha dati alla luce non li riconosce più, o non può risolversi ad ammetterli come suoi. Dalla gran notte che lo copre nascono ridicole opinioni ch'egli ha di se stesso; di qui i suoi errori, le sue ignoranze, la sua grossolanità e le sue scempiaggini a proposito di sé; di lì viene ch'egli creda morti i suoi sentimenti quando non sono che addormentati, che s'immagini di non aver più voglia di correre dal momento che si riposa, e pensi d'aver perso tutti quegli appetiti che ha solo saziato. Ma questa fitta oscurità che lo nasconde a se stesso non gli impedisce di vedere perfettamente ciò che è fuori di lui, e in questo è simile ai nostri occhi, che scoprono tutto, e sono ciechi solo per se stessi. Infatti, quando sono in gioco i suoi maggiori interessi e i suoi affari più importanti, dove la violenza delle sue brame richiama tutta la sua attenzione, vede, sente, intende, immagina, sospetta, penetra, indovina ogni cosa; talché si è tentati di credere che ciascuna delle sue passioni abbia una specie di magia che le sia propria. Nulla é più intimo e forte dei suoi attaccamenti, da cui invano poi tenta di staccarsi quando vede i fierissimi mali che lo minacciano. Tuttavia, fa talvolta in brevissimo tempo e senza sforzo ciò che non ha potuto fare con tutte le sue forze nel corso di lunghi anni. Dal che si potrebbe dedurre verosimilmente che è lui stesso ad accendere le sue voglie, e non la bellezza e il pregio delle cose; che è il suo piacere a rilevarle ai suoi occhi, a dipingergliele e ad abbellirgliele; ch'egli corre dietro a se stesso, e non fa che seguire il suo piacere quando segue le cose che egli stima piacevoli. È capace di tutti i contrari: imperioso e obbediente, sincero e simulatore, misericordioso e crudele, timido e audace; di diverse propensioni secondo la diversità dei temperamenti, dai quali ora è rivolto e votato tutto alla gloria, ora alle ricchezze, e ora ai piaceri; muta di intenti secondo il mutare in noi dell'età, della fortuna, delle nostre esperienze; gli è però indifferente attendere a più cose o a una sola, poiché è capace di dividersi tra molte o concentrarsi su una sola, come gli serve e come gli piace. È incostante e, oltre ai cambiamenti prodotti in lui da cose estranee, molti altri nascono da lui, dalla sua essenza; è incostante per incostanza, per leggerezza, per amore, per novità, per stanchezza, per ripugnanza; è capriccioso, e lo si vede a volte lavorare con grandissimo impegno e incredibili fatiche per ottenere cose che non gli sono di alcuna utilità, anzi che gli sono nocive, ma che insegue perché le vuole. È bizzarro, e mette spesso ogni sua cura nei più frivoli uffici; o trova il suo maggior piacere nei più sciocchi, o conserva tutta la sua fierezza nei più spregevoli. Lo si trova in tutti i gradi della vita e in tutte le condizioni, vive dappertutto, vive di tutto e vive di niente; sa adattarsi alle cose e sa farne senza; passa perfino nel partito di quelli che gli sono contro, prende parte ai loro piani di guerra e, cosa mirabile, si mette con loro a odiare se stesso, complotta contro di sé, lavora persino alla propria rovina; insomma, non si preoccupa che di essere, e pur di essere, acconsente anche a essere nemico di se stesso. Non bisogna pertanto stupirsi, se lo si vede talvolta unito alla più dura austerità, e fare arditamente lega con quella per distruggersi, dato che mentre si distrugge qui si riforma là; e quando pare che alla fine abbandoni ciò che gli piace non fa che trattenersi momentaneamente o mutarlo; e quando pure è vinto e noi crediamo d'essercene disfatti, ecco, lo ritroviamo trionfante nella sua stessa sconfitta. Questo dunque è il ritratto dell'amor proprio, di cui l'intera vita non è che una grande e lunga agitazione: il mare ce ne dà un'immagine sensibile, e l'amor proprio trova nel flusso e riflusso delle onde continue, una fedele espressione del succedersi turbolento dei propri pensieri e dei propri moti eterni.
"
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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