Perché gli altri ti amano solo quando le cose nella vita ti vanno bene?

Aperto da Socrate78, 06 Settembre 2021, 12:59:15 PM

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Socrate78

Non è un post legato alla spiritualità questo, ma semmai alla psicologia. Io noto che in genere nella società (tra gli amici, in famiglia, nei luoghi di lavoro) le persone mostrano benevolenza e affetto verso gli altri spesso solo nella misura in cui nella vita si è fortunati, le cose ti vanno bene, hai un lavoro, sei realizzato, ma nel momento in cui le cose iniziano ad andarti male (perdita di lavoro o difficoltà in esso, lutti, ecc.) e tu hai uno stato d'animo abbattuto, ecco che gli amici e anche i familiari si allontanano, come se non volesse avere a che fare con la sofferenza, volessero evitarla, quindi ti vogliono bene solo se sei felice e realizzato. Tantissime persone hanno perso l'affetto degli amici nel momento in cui la loro vita ha preso una brutta piega, si sono sfasciate le famiglie perché uno dei coniugi ha perso l'impiego oppure subiva problemi sul lavoro, quindi c'è da dedurre che si sta con gli altri solo per stare bene noi. Se i veri amici si vedono solo nel momento della sofferenza e del bisogno, allora il vero amico è merce molto rara, giusto?

atomista non pentito

A mio parere "gli altri" NON ti amano comunque , quantomeno amici e colleghi , al limite apprezzano qualcosa di te , quel qualcosa che se ne va con i problemi insorti. Chi veramente ama non se ne va mai , soprattutto nel momento del bisogno , non necessariamente essere parenti significa amare. Personalmente sono stato e sono "fortunato" , gli amori della mia vita sono pochi ( pochissimi) e veri. Gia' "testati" in tutte le possibili sfaccettature della vita.

Mariano

Ritengo molto utile, se non indispensabile, chiarire il significato del verbo amare.

bobmax

Sono convinto che la questione riguardo all'amicizia sia invece squisitamente spirituale.

Perché l'autentica amicizia, che non è che una forma d'amore, ossia il desiderare nient'altro che il bene dell'altro, ci interroga nella nostra profondità.

Esiste davvero l'amicizia?

Vi è qualcuno che mi sia stato "davvero" amico?
E soprattutto, io stesso sono mai stato amico sincero di qualcuno?

Ma pure a prescindere dalla mia vita, è davvero possibile una autentica amicizia?

O non vi è sempre un tornaconto in colui che troppo superficialmente diciamo "amico"?

Questa è la sfida spirituale.

Perché che l'amicizia esista davvero, e quindi che l'amore sia effettiva realtà, è un atto di fede, non dipende in definitiva che solo da me.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Citazione di: Mariano il 06 Settembre 2021, 15:26:43 PM
Ritengo molto utile, se non indispensabile, chiarire il significato del verbo amare.


Salve Mariano. Il significato attivo (l'amare) o quello passivo (l'essere amati) ??. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sapa

Citazione di: Mariano il 06 Settembre 2021, 15:26:43 PM
Ritengo molto utile, se non indispensabile, chiarire il significato del verbo amare.
Concordo: amicizia e amore son cose molto diverse. Va definito cosa vuol dire amare. Ho amici a cui voglio molto bene, ma amare ( situazione che mi è capitata molto di rado) è altro dal voler bene.

Mariano




Concordo pienamente con bobmax:
".............amore, ossia il desiderare nient'altro che il bene dell'altro........." ed aggiungo: agire conseguentemente!
:)

Jacopus

Rispetto alla domanda iniziale, direi che, come dice un vecchio adagio, gli amici (e coloro che ti amano davvero) si vedono nel momento del bisogno. Gli altri sono solo conoscenti. Ed è per questo, altro proverbio popolare, che chi trova un amico trova un tesoro.
A proposito dell'amore disinteressato sono più scettico. Ogni amore/amicizia, anche la più disinteressata risponde ad un bisogno connaturato ad homo sapiens, la ricerca della collaborazione fra simili, al punto che l'amico disinteressato in fondo non fa altro che stipulare un contratto, grazie al quale il disinteresse circolerà in un senso o nell'altro a secondo il bisogno. Una visione realistica, che nulla toglie alla generosità di chi si adopera in modo disinteressato, secondo questa modalità.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

In effetti l'amore autentico sembra davvero impossibile.

Un non senso, in quanto questo voler nient'altro che il bene dell'altro, senza alcun ritorno, sarebbe senza un perché.

E non vi può essere niente che non abbia un perché...

Mentre le motivazioni egoistiche danno un senso all'egoismo, che motivazione potrebbe mai avere il puro altruismo?

Tuttavia non sarà che la vera motivazione dell'altruismo sia la medesima dell'egoismo? Un egoismo che giunge al suo compimento?

Un egoismo, che non pago, giunge per soddisfarsi infine a diventare il suo opposto?

Coincidenza degli opposti.

Amo l'altro perché è me stesso.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Socrate78

L'amore incondizionato significa dire SI all'altro, cioè amarlo non perché ha delle qualità normalmente apprezzate quali bontà d'animo, gentilezza, cultura, intelligenza, pazienza, capacità di perdonare (ecc.), ma amarlo soltanto perché è LUI, perché è quella persona lì, unica e irripetibile, e quindi volere il bene dell'altro senza per forza cercare di cambiarlo, anche se umanamente può essere addirittura pessimo. Questo è l'amore incondizionato e così tutti dovrebbero amare, ci dev'essere accettazione dell'altro. Se si ama l'altro soltanto perché riflette noi stessi, non è amore ma NARCISISMO, forse un narcisismo buono, che porta a volere il bene, ma è narcisismo, non amore.

bobmax

Non si ama l'altro perché riflette noi stessi.

Si ama l'altro perché è noi stessi!

Questa è l'unica possibile ragione dell'autentico amore.

Tu e l'altro siete semplicemente il medesimo.

L'amore unisce, riconduce all'Uno.

Dio ama se stesso.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

Per Bobomax e Socrate. Sarà come dite voi ma questo amore assoluto, oltre ad essere difficilmente esperibile, a me fa un pò paura, e non credo di essere un narcisista. L'amore e l'amicizia di chi collabora non lo definirei narcisista. Faccio un esempio. Se sono un contadino e il mio vicino mi chiede l'acqua del pozzo ed io gliela offro gratis, mi aspetto che in futuro io gli possa chiedere quella splendida sega che mi potrebbe servire per tagliare quel vecchio faggio. Non è amore assoluto ma semplicemente condivisione dei beni. E' possibile che da quegli scambi nascano dei discorsi ed io ed il mio vicino scopriamo di avere degli interessi in comune. Nel corso dei lunghi inverni infatti ci piace da matti vedere le vecchie serie televisive, tipo i Jefferson. Finisce che ci invitiamo reciprocamente a cena e ci scambiamo informazioni sugli attori e sui registi. Se tutto va bene, finirà che ci vorremmo un pò di bene e cercheremo di aiutarci reciprocamente, non solo perchè ci conviene, ma anche perchè ci siamo conosciuti e ci siamo apprezzati.
Questo accade. Al massimo, ritengo che si possa essere aperti e cercare di voler bene anche a chi è molto distante dalle nostre abitudini e dalla nostra cultura. Tante volte sui mezzi pubblici effettivamente mi capita di fantasticare su quel ragazzo nero e penso a come si sentirà, se gli parlassi di qualcosa sul bus, magari si sentirebbe "visto", si sentirebbe meno solo e inizierebbe la giornata con uno spirito positivo. Poi non faccio niente, ma credo che questo sia il massimo che possiamo ottenere.
Professare un amore assoluto, come voi fate, ha bisogno di fatti. Mi piacerebbe capire in che modo amate il prossimo in questo modo così assoluto, oltre alle belle parole che scrivete. Se vi va potere amare anche me. Ma mi piacerebbe sapere come pensate di sviluppare questo amore per "me"; non per il prossimo in generale, ma per un "me" fatto di molti difetti, di alito e calzini puzzolenti, di manie assolutamente assurde, di idee ormai radicate e molto diverse dalle vostre, come pensate di amarmi? Se amare è questa dedizione assoluta, aspettatevi anche che vi dica di venire subito nella mia città per offrirmi un pranzo costosissimo e l'acquisto di uno yacht di lusso.
Pensieri a ruota libera, senza intenzione di offendere nessuno, ma tanto per capire come intendete "realizzare" nella vita quotidiana questo vostro desiderio nobile, e lo dico senza ironia ma con il giusto spirito marxista. Bisogna sempre sapere "cosa fare" per concretizzare i pensieri, perchè altrimenti i pensieri sono solo un simulacro.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

La questione è se l'amore esiste oppure no.
E se esiste per quale ragione.

Il professare un amore assoluto non c'entra nulla.

È possibile l'autentico amore?

Se si risponde di sì, ed è un atto di fede, allora occorrerebbe aggiungere perché. Ossia cosa implica la realtà dell'amore nella nostra interpretazione del mondo.

La risposta può essere una sola: l'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

Quindi la realtà dell'amore nella nostra interpretazione del mondo implica l'Uno. Bene, e pertanto che si fa? Nella vita concreta di tutti i giorni cosa si fa affinchè il nostro comportamento sia adeguato e coerente a questa interpretazione del mondo, che implica l'esistenza dell'amore autentico come atto di fede, che a sua volta presuppone l'Uno?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

Citazione di: Jacopus il 07 Settembre 2021, 00:38:44 AM
Quindi la realtà dell'amore nella nostra interpretazione del mondo implica l'Uno. Bene, e pertanto che si fa? Nella vita concreta di tutti i giorni cosa si fa affinchè il nostro comportamento sia adeguato e coerente a questa interpretazione del mondo, che implica l'esistenza dell'amore autentico come atto di fede, che a sua volta presuppone l'Uno?

Questa è la domanda fondamentale!

Che dovremmo sempre farci in ogni istante di vita, come se fosse l'ultimo istante...

E la risposta non può essere che una sola:

Dobbiamo fare come se fossimo Dio!

Cosa farebbe Dio in questa mia situazione?
Cosa deciderebbe di fare sapendo quello che ora so io, sentendo quello che ora sento io, con i limiti che ora ho io, ma essendo tuttavia Dio?

Cosa è davvero giusto fare, qui, ora?

E se così facessimo, chi saremmo noi?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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