Pensiero su Dio dopo brutti sogni

Aperto da Colin, 19 Novembre 2018, 07:00:12 AM

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Colin

Salve a tutti, scrivo il mio primo post...
Tempo fa mi è capitato di fare un brutto sogno, che mi ha scosso parecchio. Ricordo che subito sveglio, continuavo a rivedere certe immagini anche ad occhi aperti. La cosa strana è che mi sono rivolto a Dio per farmi capire cosa stesse accadendo, io che non sono credente(lo sono stato da piccolo, ho avuto una formazione cattolica, ma poi tanti tanti dubbi).
A risentirci!

bobmax

Forse con "Dio" intendevi la Verità.

L'inizio della ricerca della Verità, spesso avviene a seguito di un episodio che ci scuote nel profondo.
Non importa se in sogno o nel mondo reale, ciò che conta è la crisi che questa esperienza determina in noi.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Sariputra

Citazione di: Colin il 19 Novembre 2018, 07:00:12 AMSalve a tutti, scrivo il mio primo post... Tempo fa mi è capitato di fare un brutto sogno, che mi ha scosso parecchio. Ricordo che subito sveglio, continuavo a rivedere certe immagini anche ad occhi aperti. La cosa strana è che mi sono rivolto a Dio per farmi capire cosa stesse accadendo, io che non sono credente(lo sono stato da piccolo, ho avuto una formazione cattolica, ma poi tanti tanti dubbi). A risentirci!


Forse non sei così non-credente come credi (scusa l'ignobile gioco di parole... :( ). E' difficile trovare in noi la forza di affrontare certi avvenimenti e situazioni, a volte. Ho visto spesso, nel corso della mia vita, gente che si dichiarava non credente rivolgersi a Dio, ai sacerdoti o ai sacramenti. Soprattutto in punto di morte...e molti 'uomini coraggiosi' cercare il conforto di una mano amica. L'è dura ragazzi, l'è dura la vita... :(  nessuna meraviglia da parte mia al riguardo. Ci sono cose che ci scuotono più di quello che siamo disposti ad ammettere con la ragione...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

anthonyi

Sari, il tuo non credere riguarda il tuo essere conscio, a quanto pare, invece, il tuo essere inconscio crede tanto in Dio al punto da parlare con lui. Se poi ti è capitato di avere delle visioni in stato di coscienza, sarei curioso di conoscerne il contenuto, magari il tuo essere conscio e razionale ed ateo qualche domanda se la fa!

Sariputra

Citazione di: anthonyi il 19 Novembre 2018, 22:43:51 PMSari, il tuo non credere riguarda il tuo essere conscio, a quanto pare, invece, il tuo essere inconscio crede tanto in Dio al punto da parlare con lui. Se poi ti è capitato di avere delle visioni in stato di coscienza, sarei curioso di conoscerne il contenuto, magari il tuo essere conscio e razionale ed ateo qualche domanda se la fa!


@Anthony

Per trarmi d'impaccio dalla tua domanda potrei rispondere, come fece qualcuno, che non sono né credente né non credente: sono buddhista! Ma non voglio sembrare evasivo e dirò invece che la mia ragione spesso si acquieta silenziosa alle ragioni del cuore, forse perchè troppo stanca e sfiduciata e sempre più consapevole dei suoi limiti, mentre avverte un mare poderoso che spinge per 'uscire'...( hai presente la forma dell'imbuto? Ecco mi sembra che la ragione sia il collo dell'imbuto/mente...mentre tutto il resto cerca di 'passare', spingendo...)

Qualche volta ho scritto dell'avvertire la necessità del Totalmente Altro... (C'è questa necessità, non si sa da dove viene, forse da quella profondità insondabile della mente, profondità che risale dalla notte dei tempi...questa necessità di cercare l'Altro. Son sempre più convinto che abbiamo un disperato bisogno dell'Altro. Ma perché lo cerco? Lo posso cercare se, in qualche modo che non riesco ad afferrare, ma che c'è, là in fondo da qualche parte, non l'ho già conosciuto? autocit.), ma non trovo facilmente le parole per descrivere questa necessità che non ha casa nelle parole...forse potrei raccontare qualcosa se fossimo soli, sperduti in una foresta d'abeti semiabbattuti dal vento, fradici sotto una pioggia battente...o forse cerco solo di fare della poesia da quattro soldi... :(

Ciao
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Citazione di: Sariputra il 20 Novembre 2018, 09:32:38 AM

... non trovo facilmente le parole per descrivere questa necessità che non ha casa nelle parole...forse potrei raccontare qualcosa se fossimo soli, sperduti in una foresta d'abeti semiabbattuti dal vento, fradici sotto una pioggia battente...o forse cerco solo di fare della poesia da quattro soldi... :(


La poesia nasce da situazioni particolari e non è mai da quattro soldi. L'ho vista domenica una foresta così. La mia foresta, cui ho rivolto un pensiero di requiem sotto un sole splendente nell'aria già gelida di neve. Vicino a quei pacifici giganti abbattuti non ci sono parole. E forse nemmeno pensieri. Si resta lì, a testimoniare con la propria nuda presenza una sofferta vicinanza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

stelle dell'auriga

Citazione di: Colin il 19 Novembre 2018, 07:00:12 AM
Salve a tutti, scrivo il mio primo post...
Tempo fa mi è capitato di fare un brutto sogno, che mi ha scosso parecchio. Ricordo che subito sveglio, continuavo a rivedere certe immagini anche ad occhi aperti. La cosa strana è che mi sono rivolto a Dio per farmi capire cosa stesse accadendo, io che non sono credente(lo sono stato da piccolo, ho avuto una formazione cattolica, ma poi tanti tanti dubbi).
A risentirci!
Credo che nelle situazioni estremamenti difficili, sia  naturale e molto umano rivolgersi a Dio, o perlomeno a qualcuno più grande di noi, come a una Coscienza o Mente superiore che ci aiuti e ci dia la forza, per affrontare quel momento particolare.

Forse è innato in noi questo bisogno, anche  per l' ateo più incallito.

Ipazia

Citazione di: Isfrael il 20 Novembre 2018, 16:26:54 PM

Forse è innato in noi questo bisogno, anche  per l' ateo più incallito.

Forse nasce nell'utero materno e si consolida nella sua tetta generosa e nel suo rassicurante abbraccio. Anche per il credente più incallito.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Socrate78

@Colin: Invece io credo che Dio esista veramente e ci ami di un amore incondizionato. Ma non è un Dio giudicante come quello della religione che ti hanno inculcato da bambino, per Lui tu non sei buono o cattivo, sei solo una persona che sta maturando, sta crescendo, e anche il male che hai fatto nella vita fa parte di un disegno divino. Dio non è come le persone che in fondo non ci amano ma semplicemente ci "usano" per la loro convenienza!

stelle dell'auriga

Citazione di: Ipazia il 20 Novembre 2018, 17:01:13 PM


Forse nasce nell'utero materno e si consolida nella sua tetta generosa e nel suo rassicurante abbraccio. Anche per il credente più incallito.

Beh, qualunque sia la causa , psicologicamente abbiamo istinti simili, siamo stati "progettati" così.

Ho usato il termine incallito senza intenzione negativa  ;)

everlost

Mi piacerebbe ragionare con voi su  questo istinto rivolto al soprannaturale, così diffuso in tutti i popoli della terra - anche quelli con tradizioni e credenze molto lontane dalla nostra - e mi chiedo se non sia  una prova che effettivamente esiste qualcosa oltre il mondo materiale e noi siamo 'programmati' per crederci (ma anche liberi di non farlo).
Per favore, però, se volete rispondere non usate il solito repertorio degli atei cinici incalliti, cioè che molti credono in Babbo Natale, negli unicorni, nei fantasmi, nel mostro di Lochness o nel Leprechaun ai piedi dell'arcobaleno ma il fatto di crederci non significa che esistano...  ;D   Intendo qualcosa di più serio e universale del credere in personaggi da favola o in creature mitologiche.
Comunque, anche le credenze più strane e le superstizioni assurde partecipano di questo istinto, sebbene in modo deteriore, infantile, semplificato o perfino mercificato come certe forme volgarizzate di magia da rivista settimanale o canale tv.



CitazioneForse nasce nell'utero materno e si consolida nella sua tetta generosa e nel suo rassicurante abbraccio. Anche per il credente più incallito.

Ottima teoria la tua, Ipazia, considerato che sono esperienze condivise da tutti in ogni popolo del mondo.
Freud , se non ricordo male, in Totem e tabù parla delle origini ancestrali della religione, dovute al solito complesso di Edipo e ai sensi di colpa che ne derivano. Nel caso delle donne il meccanismo è un po' più complicato da spiegare.
Propendo per una spiegazione leggermente diversa, un po' meno incentrata sull'ambivalenza e sul timore.
I credenti monoteisti sublimano in Dio il loro rapporto con la figura paterna. Quindi chi ama e rispetta molto suo padre e ne ha un'immagine enfatizzata, idealistica, ipertrofica, tenderà anche ad avere molta fiducia nel Padre celeste.
In altre esperienze, in società matriarcali o dove il ruolo materno e femminile gode di ottima considerazione, si può diventare pagani, politeisti o panteisti.
O addirittura si può diventare ferocemente atei in una famiglia religiosissima quando il rapporto è conflittuale (ad esempio con un papà troppo opprimente, severo, distaccato o deludente anche solo a livello inconscio).
Vediamo la divinità in tanti modi ma tutti siamo accomunati dal senso del soprannaturale, anche se lo neghiamo.

everlost

Citazione di: Ipazia il 20 Novembre 2018, 10:33:39 AM
Citazione di: Sariputra il 20 Novembre 2018, 09:32:38 AM

... non trovo facilmente le parole per descrivere questa necessità che non ha casa nelle parole...forse potrei raccontare qualcosa se fossimo soli, sperduti in una foresta d'abeti semiabbattuti dal vento, fradici sotto una pioggia battente...o forse cerco solo di fare della poesia da quattro soldi... :(


La poesia nasce da situazioni particolari e non è mai da quattro soldi. L'ho vista domenica una foresta così. La mia foresta, cui ho rivolto un pensiero di requiem sotto un sole splendente nell'aria già gelida di neve. Vicino a quei pacifici giganti abbattuti non ci sono parole. E forse nemmeno pensieri. Si resta lì, a testimoniare con la propria nuda presenza una sofferta vicinanza.
Ed io, anche se molto lontana, partecipo insieme a voi.

Socrate78

L'inconscio? Ormai è un concetto logoro, da buttare, gli stessi psicologi in maniera sempre più massiva iniziano a dire che esso in pratica non esiste. Parlare di inconscio è assolutamente da evitare per un discorso di limiti della ragione, infatti se l'inconscio è per definizione quella parte di noi di cui non abbiamo consapevolezza, allora non possiamo nemmeno descriverlo e dire che cosa vi è contenuto, proprio perché non lo sappiamo. Diceva Wittgenstein che di ciò di cui non si può sapere occorre solo tacere.

Colin

Buongiorno,mi fa piacere leggere i vostri pensieri a riguardo. Credo che effettivamente non sia un buon periodo per me, ma non ho mai sentito il bisogno di rivolgermi a una "Verità" , perché non so se c'è ne sia una, o tante. Da parecchi anni,pur rimanendo sempre affascinato dalle tematiche spirituali, ho imparato a vedere tutto dall punto di vista della ragione, affibbiando azioni e reazioni di natura terrena a tutto ciò che accade. Ovviamente rimango ancora un po' scosso da quanto accadutomi, confesso che ho serie difficoltà a comprendere tante cose, in virtù poi di molte altre  accadute in passato o che periodicamente avvengono, sempre legate a qualcosa che va ben oltre la mia consapevolezza 
Ciao

anthonyi

Citazione di: Socrate78 il 21 Novembre 2018, 06:28:52 AM
L'inconscio? Ormai è un concetto logoro, da buttare, gli stessi psicologi in maniera sempre più massiva iniziano a dire che esso in pratica non esiste. Parlare di inconscio è assolutamente da evitare per un discorso di limiti della ragione, infatti se l'inconscio è per definizione quella parte di noi di cui non abbiamo consapevolezza, allora non possiamo nemmeno descriverlo e dire che cosa vi è contenuto, proprio perché non lo sappiamo. Diceva Wittgenstein che di ciò di cui non si può sapere occorre solo tacere.

Socrate, io differenzierei tra le teorie Freudiane sull'inconscio e il concetto stesso di inconscio che è assolutamente necessario perché la nostra attività mentale si esprime in pensieri logici, dei quali noi siamo consci, ed altre cose, che possiamo definire inconscie e che producono effetti nei nostri comportamenti. Studiando questi comportamenti si può conoscere l'inconscio come fecero quelli che introdussero immagini coi popcorn nelle pellicole dei film. Gli spettatori non erano coscienti di averli visti però il loro inconscio li aveva visti e gli faceva comprare più popcorn.
Riguardo poi al pessimismo cognitivo di Wittgenstein, mi domando come si possa affermare che non si può saper nulla di qualcosa. Ammettiamo pure che esista qualcosa di cui non si può saper nulla. Intanto io so che questo qualcosa esiste e che di esso non si può saper nulla, per cui qualcosa so.
Inoltre come faccio a scoprire che non posso saper nulla se non indago su questo qualcosa, e indagare vuol dire comunicare con altri esseri, cioè parlare di questo qualcosa.
Per il negazionismo, poi, io non potrò mai concludere che non si può saper nulla, io posso concludere che oggi non so nulla, ma come faccio a dimostrare che un domani non potrà esserci nessuno che sia in grado di sapere qualcosa?

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