Parliamo d'amore? (Tra il serio e il faceto)

Aperto da Sariputra, 29 Luglio 2016, 18:50:32 PM

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giona2068

Citazione di: Sariputra il 02 Agosto 2016, 00:02:55 AM
Citazione di: giona2068 il 01 Agosto 2016, 18:02:24 PM
Citazione di: Sariputra il 01 Agosto 2016, 16:03:24 PMHai mischiato la bellezza del corpo con l'uso della stessa per fini personali. La bellezza è il Signore Dio in persona e ogni cosa bella è stata da lui creata. Se veramente siamo adoratori della bellezza l'ammiriamo senza impossessarcene o comunque non trasformiamo il bel corpo solo in oggetto di piacere. Il problema è tutto qui, cioè non nell'ammirare la bellezza ma nel farne un uso egoistico e oltretutto lasciarsi sedurre dalla malizia che quasi sempre alberga nel bel corpo. Se così non fosse perché le babbione, nell'accezione a te cara, non sarebbero amabili/desiderabili e la pasticcera ideale sì? Ora se la bellezza suscita desideri carnali, quando diciamo di amare una bella pasticcerà, siamo proprio sicuri che il nostro fuoco interiore sia amore? Il Signore Dio conosce le debolezze umane e se da ad ognuno l'opportunità di stare con una bella persona, lo fa perché spera che, quando ci toglierà la ragione del nostro attaccamento al nostro partner, saremo maturi per amare non il contenitore/corpo ma il contenuto/anima. Non sempre, anzi rarissimamente, finisce così ed è per questo che convinciamo che l'amore non sia eterno. In questo caso l'unica cosa eterna sarà la nostra immaturità. Se scopriamo che quello che abbiamo chiamato è ammore forse qualcosa cambierà Per non sbagliare rispettiamo la bellezza e oltretutto cerchiamo di volere il bene della bella pasticcera. Questa è la via per maturare, perché quando finirà l'attrazione fisica rimarrà il voler bene e sarà il primo passo per amare nel vero amore,



Parliamo proprio due lingue diverse. Io cerco l'eterno nella bellezza effimera e passeggera , tu invece ritieni che solo quando ci libereremo dalla bellezza effimera e passeggera vedremo l'eterno.
Io penso che la bellezza effimera e passeggera sia l'incanto e l'arcano dell'eterno, tu invece la consideri la seduzione del maligno. Io non scorgo alcuna empietà negli sguardi furtivi d'amore, tu invece li ritieni l'anticamera della perdizione. Nel mentre tu vedi l'ideale dei corpi trasfigurati nell'aldilà, io ammiro la fragilità della bellezza di due mani che si sfiorano, fantasticando sui brevi attimi di felicità che la vita può darci. Attimi che passano, per non ritornare...


Scusa ma hai letto bene il mio post? Per farmi capire meglio ho evidenziato in rosso il periodo implicato.
Non vedo assolutamente l'ideale nei corpi sfigurati, ma dico che il Signore li trasfigura per indurci a cercare la bellezza dell'anima in quei corpi e che se l'ammore finisce la colpa è della nostra cecità.
Non è vero che ho detto che vedremo l'eterno quando ci saremo liberati della bellezza, ma che saremo indotti a cercarLo senza la certezza di riuscire a trovare. Tutto dipenderà da come siamo messi, può anche essere che neanche tenteremo di trovare ciò che è racchiuso in un corpo.
In ogni caso non ho capito come speri di trovare l'Eterno nella bellezza effimera e passeggera.

Jacopus

Calipso si innamorò perdutamente di Ulisse: era condannata da Zeus ad innamorarsi di uomini forti e valorosi. Ad Ulisse offrì l'immortalità affinché non la lasciasse ma Ulisse declinò sempre la sua offerta, perchè continuava a pensare alla sua terra e a Penelope, la sua sposa mortale. Alla fine Calipso lo dovette accontentare ed Ulisse tornò ad Itaca, lui mortale, dalla sua babbiona mortale.
In questa storia c'è bellezza, perché c'è il senso del sacrificio e del riconoscimento e della fedeltà e c'è anche l'eternità, perché Ulisse vivrà sempre nella nostra cultura, finchè ci saranno esseri umani, Ulisse continuerà a vivere.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

acquario69

#32
secondo me alla fine si stanno dicendo le stesse cose da due punti di vista molto diversi,e/o forse anche quelli,solo in apparenza diversi.

trovo interessante l'idea di jacopus di inserire nella discussione il mito di ulisse e peccato che nella maggior parte dei casi i miti vengono solo considerati come raccontini un po ingenui,al limite della superstizione,e nel migliore dei casi che fanno solo parte di un mondo ormai andato,troppo utopico anche solo a pensarci,dove non può esserci spazio per queste "fantasie"
e invece i miti sono un modo per mettere ordine dal preciso messaggio orientativo e sempre affidabile perché scruta nel sacro e ne svela la sua effettiva concretezza.

il racconto di ulisse in questo senso come già accennato da jacopus vuole dirci che l'amore trascende qualsiasi vicissitudine,e' il punto di riferimento assoluto che nulla può scalfirlo.

allora credo che sia pure una metafora sull'amore,un percorso ad ostacoli per arrivarci. (ulisse e penelope due "punti" che procedono in maniera diametralmente opposta e che arriveranno a convergere)
ce anche l'episodio della maga circe che trasforma gli uomini in bestie da cortile,percio sottomessi e succubi..e secondo me sarebbe la seduzione dalla malizia come riporta giona.

poi ce calipso,ma ulisse capisce che non sa che farsene dell'immortalità senza amore,perché e' l'amore ad essere immortale,e penelope ne sarebbe la raffigurazione

penelope stessa e' appunto un altro punto di riferimento decisivo,oggi penso sarebbe interpretato come prototipo femminile agli antipodi,forse susciterebbe solo una beffarda ironia,perché verrebbe considerata una figura passiva e succube e che ingenuamente crede ancora alla fedeltà..invece secondo me e' vero esattamente il contrario,e' la più forte di tutti,persino di ulisse,ed solo grazie a lei,che ne incarna le vere qualità femminili che ulisse fa ritorno...

ulisse sceglierà sempre e comunque una penelope che una babbiona ed e' sempre prima penelope (e non ulisse) che può arrivare a deciderlo

Sariputra

Citazione di: Jacopus il 02 Agosto 2016, 01:14:10 AMCalipso si innamorò perdutamente di Ulisse: era condannata da Zeus ad innamorarsi di uomini forti e valorosi. Ad Ulisse offrì l'immortalità affinché non la lasciasse ma Ulisse declinò sempre la sua offerta, perchè continuava a pensare alla sua terra e a Penelope, la sua sposa mortale. Alla fine Calipso lo dovette accontentare ed Ulisse tornò ad Itaca, lui mortale, dalla sua babbiona mortale. In questa storia c'è bellezza, perché c'è il senso del sacrificio e del riconoscimento e della fedeltà e c'è anche l'eternità, perché Ulisse vivrà sempre nella nostra cultura, finchè ci saranno esseri umani, Ulisse continuerà a vivere.

Bravissimo Jacopus! Il mito di Calipso calza a pennello per continuare e sviluppare ( tra il serio e il faceto) la discussione sull'amore.
Sicuramente molti, alla lettura dell'Odissea, si saranno chiesti cosa avrebbero scelto, se fossero stati al posto di Ulisse. Io ci ho riflettuto e...penso in cuor mio che sarei, alla fine, rimasto all'isola di Ogigia.  Elenco i motivi che mi avrebbero fatto propendere per questa possibilità:
1- Calipso era di gran lunga più bella della babbiona Penelope.
2-Era immortale e la sua bellezza non svaniva.
3-Mi donava l'immortalità e quindi avrei goduto in eterno del suo amore e di quello delle altre ninfe sue schiave (Calipso non conosceva la gelosia...)
4-Me ne stavo lontano dal mondo e da tutta la sua caducità.
5-L'isola di Ogigia, la grotta di Calipso, i suoi giardini...beh...erano meravigliosi, di una bellezza ultraterrena.
6-Non dovevo più saziarmi continuamente di pecorino e olive...
Ma attenti...la cosa più importante di tutte...
7- Calipso era una ninfa malinconica. L'esilio sull'isola, esser costretta ad innamorarsi di continuo di eroi che naufragavano e poi,,,doverli veder partire, per volere degli dei che intendevano punire il       padre...tutto questo rende una fanciulla , già di per sé bellissima, ancora più meravigliosa. Con quella sua disperata ricerca di un amore che, alla fine, duri, aggiungeva una poesia eterna alla sua seduzione e  io...beh, posso confessarlo...ho sempre avuto un debole per le fanciulle un pò malinconiche, vittime di un fato crudele.
Adesso elenchiamo i punti a favore di un ritorno a Itaca:
1- Penelope mi aspetta, è il simbolo della fedeltà coniugale e sa tessere molto bene ( ho la reggia ricolma di tuniche di lana di pecora che manco posso muovermi ormai...).
2-Il pecorino è ottimo (non troppo salato).
3-Le olive vanno a stagione...
4-Telemaco è ormai cresciuto e non mi darà troppo da fare...tra l'altro dicono che se la intenda con Circe...
5-Ci sono un sacco di proci da far fuori e mi diverto come un pazzo a tendere gli archi....
6-Potrò infine risedermi sul mio trono (in realtà ragazzi era questa l'unica cosa alla quale teneva veramente il prode e astuto acheo, altro che la moglie...) ricoperto di...pelli di pecora ovviamente.
E  adesso metto il punto importante, come sopra...
7-C'è il mio cagnazzo su quello sputo di pietraia che chiamano isola...c'è Argo...l'unico che mi vuole veramente bene ( anche perchè gli passo, di nascosto da quell'arpia di Penelope che controlla tutto,  
delle tenere e succulente bistecche di pecorone, altro che pecorino con le olive...).
Ora...in tutta onestà...di fronte a questi punti cosa avreste scelto ? Tu Jacopus cosa avresti fatto ? E tu acquario69 ninfe ? All'amico Giona non lo chiedo perché ho come il presentimento di quella che sarebbe certamente la sua risposta ( Calipso!! Naturalmente...vero Giona?)
Un saluto tra il serio e il faceto (quest'oggi più faceto direi... :))
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

Citazione di: Sariputra il 02 Agosto 2016, 11:56:00 AM
Ora...in tutta onestà...di fronte a questi punti cosa avreste scelto ? Tu Jacopus cosa avresti fatto ? E tu acquario69 ninfe ? All'amico Giona non lo chiedo perché ho come il presentimento di quella che sarebbe certamente la sua risposta ( Calipso!! Naturalmente...vero Giona?)
Un saluto tra il serio e il faceto (quest'oggi più faceto direi... :))

caro Sariputra..tu provochi  :)
a dire il vero all'appello mancherebbe un altra donna;
Nausicaa...ed io li mi troverei davvero in difficoltà a proseguire  ;D


https://www.youtube.com/watch?v=9_mjPcMKLZc

ora pero mi domando,di cosa si sta discutendo?  ::)

Jacopus

Mio dolce caro Sariputra! Pensi in questo modo di tentare il mio massiccio Super-Io? E' stato temprato in una caserma prussiana; impossibile.
E comunque troppo forte sarebbe il desiderio di identificarmi in Ulisse per non fare come lui e tornare dalla dolce Penelope. Tornare ad Itaca per mangiare il solito formaggio e le solite olive sarà dura effettivamente dopo aver assaporato la figlia di un dio. Eppure è questo il destino e l'armonia e io non vorrei modificare in nulla quanto scritto da Omero. Come Ulisse me ne andrei con un grande rimpianto e proverei a dire a Calipso: "restiamo amici". Le mi guarderà e capirà la grande dignità di quella azione. Del resto rimanere cosa avrebbe significato? Assaporare per sempre lo stesso miele e alla fine quel miele sarebbe diventato insapore perché cibo quotidiano. Solo lo straordinario e la novità ci permette di restare vivi e questo anche nell'amore. E allora tanto vale affrontare la vita terrena secondo quanto la vita terrena ci ha concesso nella sua quotidianità, nel suo vivere comune e davvero eroico, più eroico di ogni guerra di Troia combattuta e vinta. Ulisse è pragmatico, sa godersi la vita ma si lascia sempre le spalle coperte, in fondo è il primo straordinario eroe borghese.
Una donna traditrice fa iniziare il viaggio di Ulisse e una donna fedele glielo fa concludere.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

acquario69

..e a pensarci meglio,che effetto farebbe sapere di essere immortali,sia pure nel posto più bello,senza problemi ecc...prima o poi non potrebbe non venire l'angoscia,un angoscia senza scampo per l'eternità!
da presunto paradiso si trasformerebbe nel peggior inferno.
a meno che nell'incantesimo di calipso sia compresa la totale incoscienza ma a quel punto non ci sarebbe incantesimo che regge e tutto diventerebbe insensato e sarebbe come essere morti,o peggio ancora,essere morti ma da vivi.

e poi calipso non e' solo malinconica,secondo me e' proprio infelice che e' diverso,e alla fine (e per sempre!) non si presenterebbe anche quella come un altra terribile tortura?


Penelope non sarà perfetta anche lei invecchierà,ma solo con lei possiamo arrivare a condividere cio che davvero resterà in eterno e lo avvertiremo con assoluta certezza già da "qui"

Aniel

Nel libro VI dell' Odissea, la figura di NAUSICAA, rappresenta l'ospitalita' e l'amore disinteressato.
Nausicaa sembra in un primo momento innamorarsi di Odisseo ma poi lo aiuta a ritornare a Itaca da Penelope,a ritornare all'amore 'perfetto' e ' puro ' il solo che puo' dargli  pace....Il resto e' stato solo viaggio, esperienza, 'illusione':

'Quindi arrivo' sull'isola dei Faeci e nascose le sue nudita' fra gli arbusti la' dove Nausicaa, figlia di Alcinoo, stava portando gli indumenti al fiume per lavarli: Egli allora striscio' fuori dalle fronde ed imploro' aiuto: mossa a pieta', gli diede un manto e lo condusse da suo padre, Alcineoo lo accolse dandogli una decorosa ospitalita': Lo onoro' con dei doni e lo invio' verso la sua patria, Itaca.'  ( Igino - Fabula -)

Sariputra

Rileggendo e rileggendomi, mi sembra che una contraddizione si manifesti nel mio "sognare l'amore". Infatti...come si può conciliare "l'effimera e passeggera" bellezza con il desiderio dell'amore immortale che Calipso può donarmi? Come può l'amore, che si sostanzia nella sua estrema fragilità e caducità terrena, mantenere intatta la sua poesia, senza scadere nella consuetudine, quando diventa "il vivere giorni eterni"? Come mai sono innamorato del breve lampo del suo apparire, magari svelato dagli occhi dolci dell'amata/to, e poi anelo alle carezze eterne di dolci ninfe immortali?
La prima risposta che mi son data è questa: - Amo il bagliore fuggevole perchè l'irrequietudine del mio essere umano non mi farebbe sopportare a lungo un amore "continuo", sempre uguale a se stesso, appunto immortale.- E questa mi sembra la posizione di Acquario, di Jacopus e forse anche di Aniel...
Ma allora...è la nostra natura di bestie che si oppone all'eternità del vivere solo per amore delle amate ninfe? Viviamo la contraddizione di sognare l'amore ma poi...non desiderarlo veramente? L'amore terreno, alla fine, ci appare una gabbia opprimente? Per questo ci stanchiamo delle persone che abbiamo accanto ( eccetto i figli, ma quella è davvero un'altra cosa...) e ci perdiamo nei sogni di "re-innamorarsi" continuamente? Di ricominciare  di nuovo? Un continuo tentativo di afferrarlo, per poi lasciarlo? E questo non è proprio l'opposto dell'amore e cioè...la Morte?
E , dopo la struggente storia di Calipso ( già nella mia morbosa fantasia amo questa idea di fanciulla...in verità mai mi sarei sentito di abbandonarla alla sua solitudine eterna)  riporto un'altro brano , per me immortale, tratto dal Signore degli anelli di Tolkien:

Che sia per spada o per il lento sfacelo del tempo, Aragorn morirà. E per te non ci sarà alcun conforto per alleviare il dolore della sua scomparsa. Perverrà alla morte come immagine dello splendore dei Re degli Uomini in gloria, senza macchia, prima del crollo del mondo. Ma tu, figlia mia, tu ti trascinerari nell'oscurità e nel dubbio come la notte d'inverno che arriva senza una stella. Qui tu dimorerai legata al tuo dolore, sotto gli alberi che avvizziscono, finchè il mondo intero sarà cambiato e i lunghi anni della tua vita saranno consumati. Arwen...non c'è nulla per te qui, solo morte. (Re Elrond)

Qui abbiamo un padre, il re degli elfi, che supplica la figlia di non rinunciare all'immortalità in favore dell'amore terreno per il ramingo Aragorn. E infatti...chi di noi non tenterebbe, se fosse possibile, di salvare i figli dal "lento sfacelo del tempo",usando le poetiche frasi che Tolkien mette in bocca a Re Elrond? Allora cosa significa "amore perfetto" per la moglie o il marito, sotto un cielo senza stelle e sotto alberi che lentamente avvizziscono? Quando , più di tutto, verso quelli che amiamo veramente, vorremmo metterli in salvo da tutto questo?...
Cosa c'è per Odisseo, lasciata Ogigia e l'amore di Calipso, facendo vela per Itaca?...Solo morte.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

#39
Citazione di: Sariputra il 03 Agosto 2016, 09:35:48 AMCosa c'è per Odisseo, lasciata Ogigia e l'amore di Calipso, facendo vela per Itaca?...Solo morte.

non so se interpreto male,ma l'ultimo commento di Sariputra secondo me apre un altro scenario,forse quello chiave all'argomento amore e a cui probabilmente (io credo di si) ne sarebbe strettamente connesso,e cioè la morte.
forse per avere una risposta quantomeno soddisfacente,sull'amore stesso,allora bisognerebbe prima indagare sul mistero della morte...

..non credo nemmeno sia un caso che nell'odissea il tema centrale sia "il ritorno in patria",potrebbe essere un altro spunto su cui rifletterci

Phil

Considerando questa "interrogazione"
Citazione di: Sariputra il 03 Agosto 2016, 09:35:48 AMPer questo ci stanchiamo delle persone che abbiamo accanto [...] e ci perdiamo nei sogni di "re-innamorarsi" continuamente? Di ricominciare di nuovo? Un continuo tentativo di afferrarlo, per poi lasciarlo? E questo non è proprio l'opposto dell'amore e cioè...la Morte?
e l'irruzione della morte nel discorso, mi è tornato in mente quello che Freud chiamava il gioco del fort/da (o "gioco del rocchetto") osservato nel suo nipote di 18 mesi:
"Il bambino aveva un rocchetto di legno intorno a cui era avvolto del filo. Non gli venne mai in mente di tirarselo dietro per terra, per esempio, e di giocarci come se fosse una carrozza; tenendo il filo a cui era attaccato, gettava invece con grande abilità, il rocchetto oltre la cortina del suo lettino in modo da farlo sparire, pronunciando al tempo stesso il suo espressivo "o-o-o" [vocalizzo di "fort": via, lontano]; poi tirava nuovamente il rocchetto fuori dal letto, e salutava la sua ricomparsa con un allegro "da" ["qui"] . Questo era dunque il gioco completo — sparizione e riapparizione- del quale era dato assistere di norma solo al primo atto, ripetuto instancabilmente come giuoco a sé stante, anche se il piacere maggiore era legato indubbiamente al secondo atto." (Freud, Al di là del principio di piacere)

Il valore simbolico di questo apparente passatempo infantile è stato capitalizzato da Freud con un interpretazione psicoanalitica su cui non ho le conoscenze per indugiare. Tuttavia, da quel che intuisco, si tratta di un gioco che il bimbo esegue con spontaneità, ma che caratterizza alcuni "moventi inconsci" anche da adulti: il duplice movimento di volontà-di-allontanamento/desiderio-di-riappropriazione è, ad esempio, alla base di quel perenne "rimbalzare via" la felicità anche quando la raggiungiamo fugacemente, oppure, per restare in topic, quell'insaziabile "cercare il fascino del nuovo" (o un "nuovo fascino") di cui alcuni hanno parlato in precedenza... e la morte cosa c'entra? Questo "gioco" direi che vede protagonista anche la "morte" in quanto assenza-perdita-separazione (anche se ludicamente "reversibile") di ciò che si desidera e che si cerca di recuperare...

Sarebbe interessare chiamare in causa anche il piacere "catastematico" epicureo o il concetto di "attaccamento" buddhista e sentire cosa hanno da dire su questo "gioco simbolico inconscio" (che oltre all'amore coinvolge anche altri aspetti della società, come il consumismo/marketing, la ricerca scientifica, il viaggiare...), ma si andrebbe fuori tema...

P.s. Per un approfondimento psicanalitico ho trovato questo testo che sembra interessante, anche se non l'ho ancora letto:
http://www.lacan-con-freud.it/1/upload/fort_da_unico.pdf

acquario69

Citazione di: Aniel il 03 Agosto 2016, 08:53:50 AM
Nel libro VI dell' Odissea, la figura di NAUSICAA, rappresenta l'ospitalita' e l'amore disinteressato.
Nausicaa sembra in un primo momento innamorarsi di Odisseo ma poi lo aiuta a ritornare a Itaca da Penelope,a ritornare all'amore 'perfetto' e ' puro ' il solo che puo' dargli  pace....Il resto e' stato solo viaggio, esperienza, 'illusione':

'Quindi arrivo' sull'isola dei Faeci e nascose le sue nudita' fra gli arbusti la' dove Nausicaa, figlia di Alcinoo, stava portando gli indumenti al fiume per lavarli: Egli allora striscio' fuori dalle fronde ed imploro' aiuto: mossa a pieta', gli diede un manto e lo condusse da suo padre, Alcineoo lo accolse dandogli una decorosa ospitalita': Lo onoro' con dei doni e lo invio' verso la sua patria, Itaca.'  ( Igino - Fabula -)

come da argomento,tra il serio ed il faceto..

la figura di nausicaa per conto mio la trovo affascinante per la sua "innocenza" ma che e' priva al tempo stesso di ingenuità,e' una figura che ispira lealtà e come dici sopra amore disinteressato... penelope stessa che ovviamente innocente non era più,(e lo diventerà anche Nausicaa,ovviamente :) ) era diventata anche lei astuta,comunque per necessita e non per convenienza...
diciamo che in nausicaa ci vedrei un altra potenziale penelope :)  ;D

acquario69

#42
riprendendo il viaggio di ulisse,Sariputra dice;

Citazione di: Sariputra il 03 Agosto 2016, 09:35:48 AMCosa c'è per Odisseo, lasciata Ogigia e l'amore di Calipso, facendo vela per Itaca?...Solo morte.

nella mia interpretazione il ritorno in patria di ulisse e' il compimento di una vita che non conduce alla morte ma ad una rinascita,quindi significa che fino a che non fa ritorno ad itaca e dalla sua amata penelope e' ancora "morto" e in tale condizione non potrà conoscere l'amore,ma solo (o quasi :) ) il suo tormento..(quel quasi e' si una battuta ma intende pure dire che alla fine il tormento non scompare anzi si rinnova anche più potente di prima!) la prova sta nel fatto che durante il viaggio le tre figure femminili non hanno potuto trattenerlo,perché in lui rimaneva tale tormento e intuiva,che avrebbe continuato ad averlo,nonostante le allettanti offerte ;) e addirittura l'immortalità ..e paradossalmente tale immortalità,sarebbe stato proprio il suo abdicare definitivamente alla morte stessa,senza più alcuna possibilità di "rinascita" (redenzione e liberazione)

il viaggio di ulisse,e' in sintesi un viaggio dentro di noi,che se finalizzato (come descritto da omero) conduce a vita eterna e all'amore,che non e' l'amore per l'altro ma innanzitutto l'amore di se stessi (e solo dopo viene l'amore dell'altro) -il SE' universale- mentre finche rimaniamo imbrigliati nel nostro IO/Ego, "terrestre"... 

Citazione... ci perdiamo nei sogni di "re-innamorarsi" continuamente,come dice Sariputra

Aniel

Secondo me nel sentimento di amore piu' elevato non esisto piu' 'io' o 'l'altro', esiste solo una ' comunione di anime in evoluzione ', sia a livello di coppia o di piu' individui, volti alla ricerca di un'armonia comune che tende al bene in un contesto NON EGOistico.
Io non ho una conoscenza approfondita dell'Odissea pero' mi sembra che prima di discutere se l'amore debba essere inserito in un contesto di 'mortalita' o 'immortalita', bisognerebbe prima sapere -_____ COS'E? LA MORTE?_______' e per questo e' necessario aprire un'altro topic.

Sariputra

L'Odissea è un'opera letteraria che ha un inizio e un compimento nell'approdo e ritorno a Itaca, la sconfitta dei proci, l'amore fedele di Penelope finalmente ritrovato. Ma. mi chiedo, è un poema d'amore o uno sull'irrequietudine umana? L'opera ha inevitabilmente una fine, un ultimo capitolo. Nella vita però non c'è quest'"ultimo capitolo". Se Omero avesse ripreso in mano il personaggio di Ulisse e narrato (alla Nicholas Sparks... :)) il proseguio della vita dell'eroe, cosa ne sarebbe venuto? Quasi sicuramente, dopo qualche anno, Ulisse si sarebbe "stancato" dell'amore fedele della moglie e avrebbe iniziato a sognare nuove avventure di là dal mare, oltre l'azzurro orizzonte. La bella (anche se un pò appassita...) Penelope si sarebbe tormentata a vederlo triste, malinconico, in piedi su di un promontario dell'isola a scrutare forse l'arrivo di qualche nave che gli potesse portare delle "novità". Forse la stessa Penelope , che amava il marito fedelmente proprio perchè "era lontano" e quindi lo idealizzava, si sarebbe stancata della sua continua presenza, di vederlo invecchiare con tutti i suoi difetti che, via via, si esacerbavano (come succede alle persone che invecchiano...). Il loro amore si sarebbe forse consumato in liti giornaliere su come cucinare il pecorone, con l'eroe , ormai panzuto e in sovrappeso, con una calvizie sempre più accentuata, che strizzava l'occhiolino alle giovani servette di corte (chè quando , nella vita, hai assaggiato il miele...è difficile rinunciarvi). O forse la stessa Penelope, intuendo da alcuni errori compiuti dall'eroe nei "momenti decisivi", che i lunghi anni passati lontano da lei non si erano macerati sempre nella castità e nella solitudine, come tutte le donne innamorate si sarebbe , a poco a poco, raffreddata nei sentimenti verso il birichino e , dopo aver dato, per stizza e ripicca, alle fiamme tutte le tele e le tuniche tessute nei lunghi anni passati da sola, si sarebbe finalmente concessa un'avventura con il fratello minore di Antinoo, noto pastore di pecoroni e grande casaro di ottimo formaggio con olive.
Ulisse è proprio il prototipo dell'uomo che, come spiega bene Phil, getta lontano il rocchetto... per godere poi di vederlo riapparire. L'amore ideale è sempre lontano, da raggiungere, oltre il bordo del lettino. Che meraviglia!! L'amore riappare, che bello!!...Adesso però mi sono un pò stufato...proviamo a gettarlo via per un pò, facciamo finta di non vederlo...
L'amore è sempre lì?...No, è un attimo dentro e poi lungo tempo fuori dal lettino...
Sulla strada del bosco
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