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OLTRE SCHOPENHAUER

Aperto da PhyroSphera, 01 Maggio 2022, 19:22:02 PM

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niko

#30
Citazione di: green demetr il 08 Ottobre 2022, 17:55:03 PMCiao Niko approfitto della tua tenuta sul filosofo:

Capisco a tratti cosa intenda Schopenauer, ma la volontà di potenza, è dunque la volontà stessa, che qui come la descrivi pare un principio metafisico?



Bella domanda... ma come ben saprai la volonta' di potenza e' un concetto nietzscheano, non schopenahueriano.

Posso dire solo che mentre la volonta' schopenahueriana vuole proprio il desiderio colto nella sua intrinseca e attuale realta' di desiderio, vuole il desiderio inteso come mancanza soggettivamente avvertita di cio' che si desidera, come mancanza di oggetto, e quindi in fondo non vuole altro che se stessa, e' una volonta'  cristallizzata, se pure non soddisfatta, nella sua stessa insoddisfazione; la volonta' (di potenza ) in Nietzsche e' tutt'altro...

In Schopenahuer la volonta' "fa mondo"  perche' nel mondo, dentro il mondo, c'e' il desiderio e non l'oggetto del desiderio, il desiderare e' un compositivo ultimo e veritativo della realta', e' un contenuto del mondo, il soddisfarsi no, non lo e', e non lo e' proprio per la natura e l'ambizione del desiderio di rivolgersi sempre e cominque all'extra mondano e all'immateriale, di rivolgersi a una mancanza. Se il desiderio si soddisfasse, non sarebbe piu' un desiderio, e noi che ora lo vogliamo, paradossalmente non lo vorremmo piu'.

Viceversa Nietzsche ci lascia quantomeno la possibilita' di desiderare il desiderio nel senso di desiderare veramente l'oggetto del desiderio, di non essere pessimisti come Schopenauher, di non desiderare il desiderio come mancanza.

Il desiderio umano sembra infinito in quanto inesauribile nel presente futuro, ma ha lo scopo segreto di chiudere il cerchio del tempo, di farci autodesiderare a partire dal passato.

Quando nel mondo e nel tempo ci assale il desiderio questo significa che siamo noi che manchiamo e vogliamo essere, non che qualcosa manca e vuole essere in noi.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 09 Ottobre 2022, 14:51:18 PMBella domanda... ma come ben saprai la volonta' di potenza e' un concetto nietzscheano, non schopenahueriano.

Posso dire solo che mentre la volonta' schopenahueriana vuole proprio il desiderio colto nella sua intrinseca e attuale realta' di desiderio, vuole il desiderio inteso come mancanza soggettivamente avvertita di cio' che si desidera, come mancanza di oggetto, e quindi in fondo non vuole altro che se stessa, e' una volonta'  cristallizzata, se pure non soddisfatta, nella sua stessa insoddisfazione; la volonta' (di potenza ) in Nietzsche e' tutt'altro...

In Schopenahuer la volonta' "fa mondo"  perche' nel mondo, dentro il mondo, c'e' il desiderio e non l'oggetto del desiderio, il desiderare e' un compositivo ultimo e veritativo della realta', e' un contenuto del mondo, il soddisfarsi no, non lo e', e non lo e' proprio per la natura e l'ambizione del desiderio di rivolgersi sempre e cominque all'extra mondano e all'immateriale, di rivolgersi a una mancanza. Se il desiderio si soddisfasse, non sarebbe piu' un desiderio, e noi che ora lo vogliamo, paradossalmente non lo vorremmo piu'.

Viceversa Nietzsche ci lascia quantomeno la possibilita' di desiderare il desiderio nel senso di desiderare veramente l'oggetto del desiderio, di non essere pessimisti come Schopenauher, di non desiderare il desiderio come mancanza.

Il desiderio umano sembra infinito in quanto inesauribile nel presente futuro, ma ha lo scopo segreto di chiudere il cerchio del tempo, di farci autodesiderare a partire dal passato.

Quando nel mondo e nel tempo ci assale il desiderio questo significa che siamo noi che manchiamo e vogliamo essere, non che qualcosa manca e vuole essere in noi.


Molto chiaro, grazie, da qui il suo pessimo! ora capisco.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

#32
Citazione di: Jacopus il 07 Ottobre 2022, 08:06:46 AML'atto altruistico interpretato come atto egoistico nasce dalla necessità di tradurre in termini "capitalistici", tutti i valori e le attività umane. C'è questa frase di Marx che spiega meglio di tante altre, i nostri tempi:

"Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi eccetera, tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale. Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai; quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato. Tutto ciò che l'economia ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza.

Quando il denaro diventa il fine ultimo, tutti i beni che non sono di natura economica come l'intelligenza, la cultura, l'arte, la forza, la bellezza, l'amore, per l'avaro cessano di essere valori in sé, perché lo diventano limitatamente alla loro convertibilità in denaro, che, a questo punto si presenta agli occhi dell'avaro come la forma astratta di tutti i piaceri che tuttavia non vengono goduti."

Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici, 1844

Questa citazione rivela quanto poco economicistico sia l'impianto filosofico marxista, in cui l'economicismo si presenta, non come modello socioeconomico naturale, come lo vorrebbe la narrativa capitalistica, ma come degenerazione sociale che distrugge ogni valore umanistico del vivere.

Tra l'altro qui si delinea già l'intuizione della riduzione di ogni bene, valorizzato dall'uso individuale e sociale di cui è oggetto, a insignificante portatore di un unico valore, il denaro, esclusiva forma fenomenica portatrice di valore per la visione del mondo capitalistica.

Valore unico la cui gerarchia si impone per accumulazione.

Usando una lettura nietzscheana, l'accumulazione di denaro è la forma specifica della volontà di potenza sub specie capitalistica, da cui si deduce ogni movente umano attraverso tale filtro.

Filtro che si attua attraverso la riduzione di tutto a merce, perché solo attraverso tale transustanziazione economica avviene la produzione di capitale nella sua forma fenomenica unica provvista di significato, pure esistenziale: il denaro, equivalente generale, anche metafisico e culturale, di ogni bene. Inclusa l'anima.

Qui siamo davvero oltre l'autoflagellante pessimismo schopenaueriano "secondo natura umana". Passiamo oltre, semplicemente mettendo il dito nella piaga della modernità capitalizzata.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Freedom

Citazione di: Jacopus il 07 Ottobre 2022, 08:06:46 AML'atto altruistico interpretato come atto egoistico nasce dalla necessità di tradurre in termini "capitalistici", tutti i valori e le attività umane. C'è questa frase di Marx che spiega meglio di tante altre, i nostri tempi:

"Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi eccetera, tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale. Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai; quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato. Tutto ciò che l'economia ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza.

Quando il denaro diventa il fine ultimo, tutti i beni che non sono di natura economica come l'intelligenza, la cultura, l'arte, la forza, la bellezza, l'amore, per l'avaro cessano di essere valori in sé, perché lo diventano limitatamente alla loro convertibilità in denaro, che, a questo punto si presenta agli occhi dell'avaro come la forma astratta di tutti i piaceri che tuttavia non vengono goduti."

Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici, 1844
Sono d'accordo su quello che dice Marx successivamente ma non sulla premessa: L'atto altruistico interpretato come atto egoistico nasce dalla necessità di tradurre in termini "capitalistici", tutti i valori e le attività umane.
O meglio, la premessa è condivisibile per un limitato numero di casi. Cioè quelle circostanze nelle quali tu fai un atto altruistico per riceverne in cambio qualcosa. Per accumulare un "credito" ancorché solo psicologico.

Quando l'atto altruistico è agito e l'unico ricavo è una semplice soddisfazione interiore rimane un atto altruistico. Penso il massimo atto altruistico esistente e possibile per l'essere umano.

Diverso è ciò che spiega il filosofo successivamente (e assolutamente condivisibile): essendo la persona così arida da non provare nessuna soddisfazione nelle attività umane, artistiche, culturali, etc. si butta in tutto ciò che produce denaro e da questo trae soddisfazione. E precipita nella tipica e squallida equazione capitalistica: più denaro più soddisfazione.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Duc in altum!

Citazione di: green demetr il 07 Ottobre 2022, 01:11:05 AMQualcuno ha letto l'enciclica "Caritas in veritate" del 2019 dovrebbe essere se non sbaglio i cuore pulante del nuovo cristianesimo (varato dalla Chiesa), me ne potete dire qualcosa grazie?
Non esiste un nuovo o antico cristianesimo (l'esperienza ecclesiale che si realizza dall'annuncio della risurrezione di Gesù e dalla testimonianza dei Suoi gesti e dei Suoi insegnamenti), ma solo il suo incessante divenire nei cambiamenti d'epoca nella storia caduca del genere umano.

L'incipit dell'enciclica: Caritas in veritate (2009), basterebbe da solo per sintetizzarne il contenuto:  «La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s'è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera », ma, se può servire, i 2 concetti che illuminano qualsiasi riflessione che riguardi l'altruismo/carità sono: "...senza verità (Gesù figlio di Dio) la carità scivola nel sentimentalismo...", e, "...la ragione senza la fede (che Gesù figlio di Dio è la Verità) è destinata a perdersi nella propria onnipotenza...".


Citazione di: green demetr il 07 Ottobre 2022, 01:11:05 AMIl piacere che ricevo dal fare bene ad un altro, in realtà a me non sembra un egoismo: solo perchè provo piacere, allora deve essere un atto egoistico?
Nel cristianesimo non c'è piacere o meno nel far del bene a un altro, ma solo dovere da compiere (l'unico, tutti gli altri sono consequenziali o complementari).
Ossia, l'altruismo, la carità, l'amore per il prossimo è l'unico dovere che rende qualsiasi esistenza umana pienamente vissuta e che dà il motivo e il senso per cui è stata generata.
Il piacere, forse, sta nell'incontrarsi davvero con Sé/Uno stesso. Essere davvero un autentico umano e non un meritevole d'applauso per il bene elargito.

In soldini: l'amore non è il piacere, ma il piacere del dovere, dove il dovere è amare Dio (come? spezzandosi per il nostro prossimo).

In realtà: Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare - (Lc 17,10)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Jacopus

Risposta a Freedom:
Secondo me ogni atto altruistico si fa per avere in cambio qualcosa. Nel mio intervento volevo solo sottolineare come quello scambio sia stato reso tossico dall'ideologia capitalistica. Anche la soddisfazione interiore è avere in cambio qualcosa, anche se si tratta di uno scambio altamente onorevole. Essere considerati una persona che fa del bene, rende quella persona apprezzabile e benvoluta. Non credo che quella persona se ne dispiacerà e non credo neppure che questo scambio sia orrendo o meschino. Anche chi tratta bene i propri figli lo fa per fini che non sono solo altruistici, protezione dei propri geni, desiderio di rivalsa rispetto ai propri sogni, speranza che si venga trattati bene da vecchi. Ma questo scambio fa parte della normale dialettica umana. Esiste anche l'altruismo come estremo sacrificio, ma oltre ad essere piuttosto patologico, ricordo, en passant, l'ammonimento brechtiano, secondo cui sarebbe meglio vivere in una patria senza eroi (e aggiungo neppure martiri).
Ciò che il capitalismo 2.0 ha innestato nei nostri cuori è il sospetto che ogni atto altruistico abbia dei fini "pelosi", ovvero sostanzialmente di guadagno e di arricchimento, diretto o indiretto, disumanizzando così un'indole comunque presente nell'uomo (insieme a tante altre), ovvero la solidarietà e la reciproca collaborazione. L'orribile termine "buonismo" è il distillato di questa deriva. Il capitalismo da questa degradazione ottiene il vantaggio di non sentirsi colpevole della propria ideologia disumanizzante, perchè cerca di far credere che risponda alle stesse logiche capitalistiche anche ciò che viene "spacciato" per solidarietà e altruismo. La disumanizzazione diventa così uno spazio culturale sempre più capillarmente colonizzato da questo pensiero connesso al "fare soldi". Basta guardare la serie più famosa di Netflix, Breaking Bad, per averne una amara conferma.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

green demetr

Citazione di: Duc in altum! il 10 Ottobre 2022, 10:47:25 AMNon esiste un nuovo o antico cristianesimo (l'esperienza ecclesiale che si realizza dall'annuncio della risurrezione di Gesù e dalla testimonianza dei Suoi gesti e dei Suoi insegnamenti), ma solo il suo incessante divenire nei cambiamenti d'epoca nella storia caduca del genere umano.

L'incipit dell'enciclica: Caritas in veritate (2009), basterebbe da solo per sintetizzarne il contenuto: «La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s'è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera », ma, se può servire, i 2 concetti che illuminano qualsiasi riflessione che riguardi l'altruismo/carità sono: "...senza verità (Gesù figlio di Dio) la carità scivola nel sentimentalismo...", e, "...la ragione senza la fede (che Gesù figlio di Dio è la Verità) è destinata a perdersi nella propria onnipotenza...".

Nel cristianesimo non c'è piacere o meno nel far del bene a un altro, ma solo dovere da compiere (l'unico, tutti gli altri sono consequenziali o complementari).
Ossia, l'altruismo, la carità, l'amore per il prossimo è l'unico dovere che rende qualsiasi esistenza umana pienamente vissuta e che dà il motivo e il senso per cui è stata generata.
Il piacere, forse, sta nell'incontrarsi davvero con Sé/Uno stesso. Essere davvero un autentico umano e non un meritevole d'applauso per il bene elargito.

In soldini: l'amore non è il piacere, ma il piacere del dovere, dove il dovere è amare Dio (come? spezzandosi per il nostro prossimo).

In realtà: Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare - (Lc 17,10)

Che visione spaventosa  ???
E meno male che doveva essere la religione dell'amore  :))

Comunque è proprio dell'empatia il provare piacere, anche se questo dovesse essere solo un dovere.

Agli OSS si insegna a non cadere in "Burn Out"! altro che sentirsi sollazzati dall'aiutare gli altri!  ???

Diversa cosa il dovere ebraico, che presume il dovere verso la comunità.

Ma non sono tanto sicuro Duc in altum che la visione della chiesa sia quella severa che paventi (anche perchè nei vangeli la prosa è volutamente spinta pur di trovare fratelli da aggiungere al credo), altrimenti perchè santificare la chiara di lubic, citata sopra?
Basta vedere il film per capire che amore e dovere si compenetrano in una sola figura.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Socrate78

Il senso della vita potrebbe essere diverso da persona a persona, infatti come mai alcune persone avvertono dentro di loro la pulsione verso il bene mentre altri sono orientati alla malvagità? Evidentemente è perché per i malvagi il senso e la missione della loro vita è proprio quello di compiere il male perché in questo modo concorrono anch'essi al bene, ad esempio una persona come impara a perdonare? Semplice, ricevendo dei TORTI più o meno gravi che poi deve superare, ma per fare questo è necessario che ci sia chi nella vita svolgo il ruolo scomodo del "cattivo", ma lo farebbe proprio per far crescere spiritualmente l'altro, magari senza neanche saperlo, ma sarebbe pensato e progettato da Dio per questo. Oppure una persona come diventa in grado di farsi rispettare se è debole? Anche qui, lo diventa perché incontrerà chi vorrà calpestarlo e umiliarlo nella dignità, ma anche qui il malvagio svolge il ruolo scomodo di chi stimola nell'altro una capacità importante, quella di farsi valere, altrimenti se il debole fosse trattato da tutti con gentilezza e dolcezza, resterebbe un debole e non acquisirebbe mai la forza di carattere necessaria a farsi rispettare nel mondo.
Addirittura si potrebbe pensare che siano proprio le anime dei malvagi quelle più evolute, poiché in fondo sono loro a insegnare agli altri il perdono, la pazienza, la capacità di sopportare il dolore e di farsi valere, e se chi insegna è superiore a chi impara si tratta di anime solo apparentemente negative, sarebbero sostanzialmente un mezzo importante per il miglioramento spirituale degli altri. 

Duc in altum!

Citazione di: green demetr il 14 Ottobre 2022, 00:59:19 AMMa non sono tanto sicuro Duc in altum che la visione della chiesa sia quella severa che paventi
Severa?!
Beh, sei tu che hai chiesto delucidazioni, io sono intervenuto solo "per dirti delle cose, non per fartele credere" (cit. santa Bernadette Soubirous).
Il tuo non essere sicuro (meno male che c'è il dubbio ad alimentare la fede) è un tuo dilemma.

Ripeto e ribadisco: la carità senza verità/Gesù è un volemose bene, il piacere nell'empatia, W le ONG, ecc. ecc.; qualcosa di buono e giusto, ma che non ha nulla a che vedere col cristianesimo, se non nel momento che sto 'dinamismo (spesso) egocentrico' (diffuso pure, ormai, nella Chiesa) abbraccia, con fede/amore, quel dovere della Croce senza merito.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: Socrate78 il 14 Ottobre 2022, 18:56:52 PMad esempio una persona come impara a perdonare?
Partendo dal presupposto iniziale di questa tua riflessione: " Il senso della vita potrebbe essere diverso da persona a persona... ", un cristiano può perdonare (cioè impara a perdonare) solo quando - e se - ha sperimentato/vissuto il perdono di Dio nei suoi confronti.
Tutto il resto è noia ...o religione!
Citazione di: Socrate78 il 14 Ottobre 2022, 18:56:52 PMAddirittura si potrebbe pensare che siano proprio le anime dei malvagi quelle più evolute, poiché in fondo sono loro a insegnare agli altri il perdono, la pazienza, la capacità di sopportare il dolore e di farsi valere, e se chi insegna è superiore a chi impara si tratta di anime solo apparentemente negative, sarebbero sostanzialmente un mezzo importante per il miglioramento spirituale degli altri. 
Chiedo scusa per la mia incompetenza, non vorrei sbagliare, ma c'è davvero una dottrina religiosa o filosofica che crede e professa questo "addirittura?
Grazie.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

viator

Salve Duc in Altum. Citandoti da ciò che hai risposto a Geen Demetr : " Il tuo non essere sicuro (meno male che c'è il dubbio ad alimentare la fede) è un tuo dilemma".

Meno male che ci sono le certezze come le tue (la Verità sta in tasca tua) le quali permettono a quellli come te di contemplare - in atteggiamento misericordioso - i poveretti che vivono nel dubbio e nella mancanza di certezze preconfezionate da chi ti ha preceduto nella storia e nella cultura delle religioni. Odi, salmi e saluti. 
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Duc in Altum. Citandoti dalla tua risposta a Socrate78 : " Chiedo scusa per la mia incompetenza, non vorrei sbagliare, ma c'è davvero una dottrina religiosa o filosofica che crede e professa questo "addirittura?".


Tu - forse - sai cosa significa il termine "manicheo".

Secondo la tua ridicola tesi lo "addirittura" di Socrate78 risulterebbe sensato solo se avallato all'interno di una qualche dottrina.

Significa solo che non sei in grado di pensare a null'altro che a ciò che hai udito o letto da fonti esterne alla tua personale visione e dotazione craniomentale.

"Se non l'ha già detto qualcuno prima.......allora vuol dire che non è vero!".

Andiamo proprio bene ! Comunque consolati. Qui dentro nel Foum sei in abbastanza nutrita compagnia !. Saluti e mi raccomando........controlla bene la blindatura del tuo cervello, la sera, prima di andare a dormire!. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Duc in altum!

#42
Citazione di: viator il 16 Ottobre 2022, 17:27:52 PMMeno male che ci sono le certezze come le tue
Perché c'è qualcuno che non ne ha (in ogni categoria) o che esiste quotidianamente senza utilizzarle?
Forse i miei dubbi sono diversi da quelli di @green demetr, il mio era solo uno stimolo a risolvere (come meglio desidera) questo suo impasse, senza nascondere il mio essere - spesso - un provocatore ...come Schopenhauer se non erro?!


Citazione di: viator il 16 Ottobre 2022, 17:41:44 PMSecondo la tua ridicola tesi lo "addirittura" di Socrate78 risulterebbe sensato solo se avallato all'interno di una qualche dottrina.
No, era semplice curiosità di sapere se ci fosse qualche 'pensiero' (a me ancora sconosciuto), oltre quello già obsoleto del manicheismo. Tutto qua...


Citazione di: viator il 16 Ottobre 2022, 17:41:44 PMSignifica solo che non sei in grado di pensare a null'altro che a ciò che hai udito o letto da fonti esterne alla tua personale visione e dotazione craniomentale.
Sarà pure, ma avere fiducia nel pensare, senza averlo sperimentato nel vissuto, non fa per me.
Io credo in un "logos" fattosi essere umano, persona materiale, circostanza che se non supportata da un'esperienza vissuta è da manicomio o da film di fantascienza.


Citazione di: viator il 16 Ottobre 2022, 17:41:44 PMSe non l'ha già detto qualcuno prima.......allora vuol dire che non è vero!".
Bravo, ecco il punto: è vero o è falso?!
Nel frattempo, senza prove al 100%, siamo tutti diversamente credenti ...nei fatti, che solitamente smentiscono il nostro buono e giusto libero pensare (cit. Rom 7, 14-25: https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/nt/Rm/7/ ).

Ricambio i saluti.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

green demetr

Citazione di: Duc in altum! il 16 Ottobre 2022, 13:42:57 PMSevera?!
Beh, sei tu che hai chiesto delucidazioni, io sono intervenuto solo "per dirti delle cose, non per fartele credere" (cit. santa Bernadette Soubirous).
Il tuo non essere sicuro (meno male che c'è il dubbio ad alimentare la fede) è un tuo dilemma.
Ripeto e ribadisco: la carità senza verità/Gesù è un volemose bene, il piacere nell'empatia, W le ONG, ecc. ecc.; qualcosa di buono e giusto, ma che non ha nulla a che vedere col cristianesimo, se non nel momento che sto 'dinamismo (spesso) egocentrico' (diffuso pure, ormai, nella Chiesa) abbraccia, con fede/amore, quel dovere della Croce senza merito.
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiara_Lubich

Ma io non ho fede nel Cristo salvatore, mi nutro della saggezza spirituale di tutti i popoli. Stavo iniziando il vangelo di Giovanni, ma ho virato sull'ebraismo.

Io mi riferivo alla Chiara Lubich, nel film si fa vedere come il piacere di aiutare gli altri sia un sentimento che si diffonde e attira i giovani.

Questo a mio avviso è vero sia che si creda, come nel caso della nostra, suppongo, che in chi non crede, nel film molti non credono, ma con il contatto della Lubich, si convertono, il dovere diventa un piacere.
Forse è per questo che la chiesa ha aspettato così tanto a proclamarla santa.

D'altronde nemmeno sottovaluto il fatto che la chiesa sta diventando LGBT, e la fede diventi sempre più un orpellp inutile financo dannoso per i vertici della stessa.
E' forse questo il sottotesto che c'era dietro il tuo pavento?
O sbaglio?


Vai avanti tu che mi vien da ridere

Duc in altum!

Citazione di: green demetr il 17 Ottobre 2022, 00:02:51 AMIo mi riferivo alla Chiara Lubich, nel film si fa vedere come il piacere di aiutare gli altri sia un sentimento che si diffonde e attira i giovani.
L'esempio a seguire (il 'top di gamma' per intenderci) di come aiutare/salvare gli altri, per un comune mortale cristiano - immaginiamoci poi per una santa - è il Crocifisso.
E, provare per credere, non c'è nessun piacere ad essere crocifisso, men che meno crocifisso ingiustamente perché si salva/aiuta il prossimo.


Citazione di: green demetr il 17 Ottobre 2022, 00:02:51 AMQuesto a mio avviso è vero sia che si creda, come nel caso della nostra, suppongo, che in chi non crede, nel film molti non credono, ma con il contatto della Lubich, si convertono, il dovere diventa un piacere.
Esatto, molti si convertono (ossia cambiano di 180° maniera di agire e di pensare), ma non perché provano piacere nell'aiutare il prossimo, questo lo può sperimentare chiunque in qualsiasi momento della giornata, ma perché sperimentano - giorno dopo giorno, nel dovere di servire gli altri come indicato da Dio - il vero amore.
Allora il quesito è: quel dovere di amare come comanda Dio diventa un piacere?! ...ehhh, vedi tu!!


Citazione di: green demetr il 17 Ottobre 2022, 00:02:51 AMD'altronde nemmeno sottovaluto il fatto che la chiesa sta diventando LGBT, e la fede diventi sempre più un orpello inutile financo dannoso per i vertici della stessa.
E' forse questo il sottotesto che c'era dietro il tuo pavento?
O sbaglio?
Nessun pavento - la paura e non l'odio è il sentimento contrario dell'amore - è solo una mia vecchia e personale constatazione di fatto, che oggi (qualche mese fa) è stata pienamente denunciata e autentificata dal Cammino Sinodale delle chiese in Italia (https://camminosinodale.chiesacattolica.it/sinodo-2021-2023-la-sintesi-nazionale-della-fase-diocesana): la Chiesa, in quanto corpo mistico, non potrà mai scomparire - anzi -, ma si sgretolerà per l'eccessiva secolarizzazione.

"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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