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Natività

Aperto da doxa, 17 Dicembre 2020, 11:09:02 AM

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doxa

Buongiorno Bob, sono d'accordo con quanto hai scritto. Ed hai ragione nel dire
CitazionePer valutare l'autentico significato dei dati raccolti, occorre aver fede nella Verità.

Ma se m'inerpico verso la metaforica vetta della verità e non sono "allenato" per affrontare l'erta scalata, rimango timoroso attaccato alla parete rocciosa vicino la base di partenza.

Ora concedimi di affliggerti con questo post,  :) l'ultimo riguardante la verginità di Maria.

Ci sono tante altre cose da raccontare sulla Natività.



La verginità di Maria nel post partum.

Ha importanza ? Non sarebbe stato meglio considerarla come una qualsiasi madre che ha partorito ?

Matteo e Luca nei loro vangeli ci fanno sapere della verginità di Maria antecedente al parto. Essi da chi furono informati? Dallo Spirito Santo? 

La "virginitas ante partum"  è conosciuta dalla sua portatrice perché sa che non ha avuto rapporti sessuali con un uomo ("virum non cognosco"), quella post partum può essere constatata a parto avvenuto, raccontato  dall'apocrifo "Protovangelo di Giacomo", dove l'accertamento è compiuto dall'incredula levatrice ebrea che aiutò Myriam a partorire. Uscendo dalla grotta incontrò Salomè e le disse: "Un miracolo nuovo ho da raccontarti: una vergine ha partorito, ciò che la sua natura non comporta". E Salomè, incredula, le rispose: "Se non ci metterò il mio dito e non scruterò la sua natura non crederò mai che una vergine ha partorito. E Salomè mise il suo dito nella natura di lei e subito mando' un grido e disse: guai alla mia incredulità". Salomè dunque osò effettuare un gesto analogo a quello che fece Tommaso per verificare la ferita di Yehoshua (Gesù) nel costato dopo la sua resurrezione".

Ma se Myriam (Maria) ebbe un parto "verginale", perché dovette purificarsi  come le altre donne ? Per rispettare le norme bibliche ?

Nel  suo libro "L'infanzia di Gesù" il papa emerito Joseph Ratzinger scrive:  "Una risposta convincente non è stata ancora trovata dall'esegesi moderna". E conclude dicendo che l'unica via d'uscita è che "nulla è impossibile a Dio".
 
Infatti la verginità di Maria è solo un atto di fede.

Alexander

Nella fattispecie, una corretta analisi dovrebbe valutare il significato di esistenza e di paternità.Dopo di che, potrebbe coerentemente concludere che sì io sono figlio unigenito di Dio, proprio in quanto Dio non esiste.


Potresti spiegare cosa intendi quando affermi che sei il figlio unigenito di qualcosa che NON esiste? Mi è del tutto oscuro questo passaggio. Se intendi che l'esistenza di Dio non è paragonabile a quella di qualsiasi altra cosa che esiste ( e pertanto , in questo caso, non si potrebbe attribuirgli il carattere di esistenza comunemente inteso)non è possibile nemmeno esserne figlio.

bobmax

Ciao Doxa

Il tuo procedere mi ricorda quello del cercatore d'oro che setaccia la ghiaia di un torrente.

Solo che il cercatore è intento a scrutare la possibile presenza di pepite d'oro tra le pietruzze, mentre tu sembri interessato alla ghiaia, teso cioè a dimostrare che di oro non ce n'è. Che il torrente aurifero è una bufala.

In questo tuo sforzo però non consideri che in nessun torrente potrà mai essere trovata una "vera" pepita d'oro.
Perché nel momento stesso in cui si gridasse al miracoloso ritrovamento... sarebbe già superstizione.

Di modo che l'autentico cercatore non cerca in realtà pepite, ma solo la conferma del suo giusto cercare.
Perché infatti ciò che sta cercando è se stesso.

La superstizione è inevitabile. Anche in ambito scientifico è pressoché impossibile non cadere nella superstizione.

Ma ciò che conta non è la pseudo verità. Oggi vera e un domani falsa. Ma ciò che vi traspare.

Riguardo all'allenamento...
Sì è necessario, indispensabile.
Ma anche qui è una questione di fede nella Verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Ciao Alexander

Occorre approfondire il significato di "esistenza" e di "paternità".

Esiste solo ciò che è qualcosa. Che si possa cioè distinguere da tutto il resto.
Ciò che non è qualcosa non esiste.

Perciò ciò che non è riducibile a qualcosa non esiste.

Questa constatazione è davvero semplice, e proprio per questo difficile.

Il Tutto, per esempio, non è qualcosa.
È normalmente difficile accettare che il Tutto non sia un qualcosa
Perché la razionalità non ammette il pensiero di ciò che non è qualcosa.
Così s'immagina erroneamente di porsi fuori (!) dal Tutto per poter affermare: "È qualcosa!".
Ma questa è solo una allucinazione del pensiero razionale che non avvedendosi dei propri limiti cade in contraddizione.

L'esistenza è fondata sulla negazione.
A=A
A è negazione di tutto quello che non è A.
Ed è il fondamento del pensiero razionale.

Viceversa l'Uno è negazione della negazione.
L'Uno non esiste, l'Uno è.

E l'Essere, dal punto di vista dell'esistenza, equivale al Nulla.
Essere = Nulla.

Essere figlio significa essere della stessa sostanza del padre.

Ma il Padre, Dio, è Nulla.
Eppure è anche Tutto, pur essendo Uno...

Chi c'è allora attorno a me?
Cosa sono queste cose, questi pensieri, questi sentimenti che fanno in modo che io ci sia?

Dio.

E allora chi sono io?

Figlio di Dio, finché c'è un io.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alexander

Per Bobmax


Adesso ho capito meglio, grazie.
Direi che sei molto vicino al pensiero dell'Advaita-Vedanta, il sistema monistico indiano.
Nel Vedanta però c'è anche una definizione di quello che è l'Uno: esistenza/verità-coscienza-beatitudine (Satchitananda). C'è "pienezza", non "Nulla". Però ho capito che qui intendi "nulla di definibile-nessuna cosa".

InVerno

Citazione di: doxa il 17 Dicembre 2020, 11:26:47 AM
L'interpretazione, da parte di Matteo, di questo passo di Isaia in modo non conforme al testo ebraico è evidente anche alla Chiesa Cattolica. Ne parlò nel 1996 il pontefice Giovanni Paolo II nell'annuncio della maternità messianica. Ovviamente quel papa non intendeva demolire il dogma della nascita verginale di Gesù da Maria, contraddicendo il vangelo di Matteo, ma considerava la nascita verginale di Gesù caratteristica originale del Nuovo Testamento. 
La nascita verginale non era esattamente una novità, anzi era un modo molto comune per evidenziare la nascita di persone particolarmente speciali (secondo i mitografi). E' raro che i miti "inventino" qualcosa di nuovo, quanto invece sono propensi a riutilizzare simboli antichi per costruire un "patchwork" che poi alla fine risulterà originale nel suo complesso, in questo aiuta sempre la metafora del mito come opera di "bricolage" dove si prendono scarti e pezzi di ricambio ammucchiati nell'officina mitografica per costruire qualcosa di appetibile e comprensibile alle sensibilità del tempo, un elemento completamente nuovo rischia invece di non essere comunicativo, o di astrusa interpretazione. La nascita verginale, o comunque a partire da un evento con elementi magici, è il "passaporto" delle persone speciali dell'antichità, tanto che se qualcuno di essi fosse nato normalmente, ci sarebbe pure stato da stupirsi o da dubitare della suo reale valore. Quanto poi questo mito sia stato espanso al pre-parto, e al post-parto, mi sembra solamente un indice inconfutabile della sessuofobia ecclesiastica, del sesso come reiterazione del peccato originale, e di come il puro debba per forza essere asessuato nella forma. Giacomo, il fratello di Gesù (chiamato così non solo dai vangeli ma anche da Paolo) non credeva che suo fratello fosse nato da una vergine..ma nonostante questo si fece portatore del messaggio gesuano in Palestina, evidentemente considerandola una creduloneria dei gentili..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bobmax

Sì, Alexander, nessuna cosa.

Sarà per questa mia indole passionale e drammatica... ma ho l'impressione che Nulla sia il termine più consono, sebbene non lo definisca affatto.

Anche perché lo considero più adatto per affrontare il nichilismo.

Il nichilismo sta riemergendo un po' dovunque.
E poiché consiste in essenza nel convincimento che niente ha valore, cosa vi è di meglio per contrastare questo nulla valoriale che contrapporre il Nulla fonte di infinite possibilità?

Il nulla valoriale deriva dal credere "vero" questo nostro esserci mondano.
E invece è proprio il contrario!

Il Bene assoluto, che appare nell'esserci come nulla, è l'autentica realtà.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

Grazie InVerno per il tuo post collaborativo. Hai ragione. Negli antichi testi religiosi ci sono numerosi casi di nascite miracolose.

Per limitarci all'ebraismo come non pensare alle donne anziane o sterili che per volere divino riuscirono a diventare madri, e nacquero  figli che poi divennero personaggi:  Isacco, Giacobbe, Sansone, ecc..


Grazie anche a te Bob. Mi piace la tua metafora del cercatore d'oro. Anziché cercare pepite nella sabbia del fiume, controllo che quella sabbia o ghiaia non sia "contaminata" dal prezioso metallo, dalle pagliuzze d'oro.  :)

doxa

Continuo il mio percorso verso il luogo dove sarebbe nato Gesù. 

L'evangelista Luca narra che "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea si recò in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta" (Lc 2, 1- 5).

Da evidenziare che lei era al nono mese di gravidanza,  la distanza tra Nazaret e Betlemme è di 150 km, che venivano percorsi a piedi o in groppa ad un quadrupede. Vi sembra un viaggio veramente effettuato o che andava comunque compiuto ?



(scena dal film "the Nativity story", della regista Catherine Hardwicke, anno 2006)
 
Luca spiega che Giuseppe  e Maria fecero quel viaggio per un censimento. Questo serviva per determinare l'entità delle imposte che dovevano pagare i cittadini all'erario.

Gli studiosi sono increduli di quell'eventuale viaggio,  perché in quegli anni i censimenti per fini fiscali venivano effettuati nei luoghi dove le persone avevano la proprietà non in quelli d'origine. Giuseppe e Maria erano poveri e, per quanto se ne sa, non avevano proprietà terriere a Betlemme. Per cui se fecero quel presunto viaggio, non fu quello il motivo del loro  temporaneo trasferimento.

Ancòra Luca nel suo vangelo racconta del decreto di Cesare Ottaviano Augusto per il censimento in tutto l'impero romano, ma è storicamente accertato che quel censimento non fu ordinato da Augusto. Erano i governatori delle province dell'impero ad ordinare i censimenti per avere dati sulle proprietà dei sudditi.

Tale censimento permetterebbe di collocare la nascita di Cristo in una data precisa, ma l'unico censimento documentato di Quirinio che riguarda la Palestina fu eseguito nel 6 – 7 dopo Cristo, quando Gesù doveva avere almeno 12 anni.

I Vangeli affermano che Gesù nacque durante il regno di Erode Ascalonita, ma questo morì nel 4 avanti Cristo. E la Giudea era un regno satellite di Roma non una provincia romana. Perciò il sovrano locale poteva tassare direttamente i suoi sudditi,  senza un decreto di Augusto.

Quell'immaginato peregrinare di Giuseppe e Maria per 150 km da Nazaret a Betlemme  (che in ebraico significa "casa del pane" ed in arabo "casa della carne"), servì all'evangelista Matteo come pretesto  per creare la fantasiosa genealogia e connettere Gesù alla discendenza di David, che visse  tra il 1070 a.C. circa ed il 980 a.C.  circa.

paul11


C'è molto ardore in questi decenni a tentare di demolire la fede cristiana: complimenti.
In un tempo come questo di corpivendoli, con insensibilità e aridità nel cuore, si possono deviare interpretazioni .
Come se la verginità della madre Maria non potessero essere accostabili alla mondana Maddalena.
Eppure Gesù riuscì a fare questo.
In un tempo in cui la Parola di Gesù che predicò amore soprattutto, oggi accostato ad un dare  per avere di un conto corrente bancario. Che livelli......che desolazione.
Oggi si accusa chi parla d'amore e di spiritualità: indecente.
La virginità, da sempre,  a parte i tempi post moderni ubbriachi di libertà e debosciati di responsabilita, ha la veste bianca (...ma chissà come mai le spose si vestono di bianco candore), la purezza, l'innocenza. E' un simbolo.
Se poi la madre di Gesù, Maria, dovesse avere per la pletora di studiosi ovviamente anti cristiani che è ormai una moda del tempo  un attestato di ginecologia e di ostetricia ...... a coloro che dello spirtuale sono insensibli e ignoranti l'accanimento sul materico del corpo come indizio di verità delle sacre scritture , è del tutto fuorviante.
E' chiaro che spiritualmente la virginità rappresenta ,quanto ho detto sopra.


Ma veniamo tranquillamente a quanto Doxa ha ritenuto di postare.
Prima di tutto desidererei sapere i nomi degli autori e le loro fonti .


Si scrive di interpretazioni come se fossero certezze storiche.Questo "revisionismo" à la page.....




Allora ti chiederei:
chi è la fonte , l'autore secondo cui Matteo cambia il suo modo abituale di esprimersi  quando indica Gesù come l'Emanuele?


citaz.doxa
Il profeta ebreo Isaia nacque nel 765 a. C. circa. A lui si attribuisce il cosiddetto "libro di Isaia", tramandato per secoli come testo scritto da un unico autore, invece è una raccolta di testi elaborati da  più mani in diversi periodi di tempo e di diversa origine.


Chi sostiene questa ipotesi deve portare prove: chi sono gli autori e le fonti?




Nella Bibbia ebraica quando viene indicata una vergine si usa il termine "betullah";  la parola "haalmàh" significa "giovane donna", però  nella versione in lingua greca dei Settanta della Bibbia  fu tradotta con "parthenos" (= "vergine"). 


Appunto perchè il termine haalmàh in ebraico non indica mai una donna sposata, e si sposavano piuttosto giovani, fa quanto meno presumere l'accostamento che fossero vergini.
O c'era bisogno di una visita dal ginecologo per attestarlo storicamente?
Capisco che il buon senso non si venda negli scaffali dei supermercati, ma ci vuol tanto a capire da parte di "studiosi"? Chi sarebbero questi "eruditi" studiosi?


Quella di Isaia non è una profezia riferita al Messia, ma promette ad Acaz (re di Giuda dal 732 a. C. circa al 716 a. C. circa) un segno che il suo oracolo è vero. E' opinione degli studiosi ebrei che la profezia si riferisca a Ezechia, figlio del re Acaz, oppure ad uno dei figli dello stesso Isaia.  Invece Matteo cita l'oracolo di Isaia applicandolo a Gesù Cristo. (Mt 1, 18 – 25). 


Dici secondo gli studiosi ebrei  e io chiedo "Quali studiosi e a quale fonte si riferiscono".
Prima di tutto se fosse una fonte ebraica, dovresti spiegare ,visto che gli ebrei credono in una messia, che per loro non fu Gesù, lo stanno ancora aspettando,  su quali testi farebbero riferimento, visto che secondo questa interpretazione si porrebbe in discussione il profeta  Isaia. Mi risulta che  i testi di riferimento sul messia siano i profeti Isaia ed Ezechiele. A meno che siano non credenti o anti cristiani.......
Secondo aspetto: Luca 4,17-21
17 gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto:
18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, 19 per proclamare l'anno accettevole del Signore».
20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.
21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».
Gesù quindi incarna la profezia di Isaia.


Ma veniamo al passo di Isaia secondo cui fantomatici studiosi ebrei (finché non so chi sono e a quale scuola appartengono.....) imputerebbero la profezia al figlio del re Acaz,  Ezechia.


Primo punto: la sposa di Acaz sarebbe una vergine? Ma se è già  sposata.
E non si capisce il perché Isaia utilizzerebbe nei suoi confronti il termine הָעַלְמָה (haalmàh), "la ragazza", e non "moglie" (אשה, ishà) ?


C'è un problema cronologico ,oltretutto. E bisogna leggersi il libro dei Re.
In 2Re 16:2; 2Cr 28:1.  si dice che Acaz avesse 20 anni quando è salito al trono e vi è stato per 16 anni.  In 2Re 18:2, ,  Ezechia "aveva venticinque anni quando cominciò a regnare"
Si deduce matematicamente che Ezechia sarebbe già nato al tempo di questa profezia.


Oppure Isaia dichiara ad Acaz una profezia sui propri figli: ma che senso ha?


La profezia di Isaia fa riferimento almeno a tre libri biblici: a Isaia, al libro dei Re e a Cronache.
Allora si capirebbe che Acaz voleva fare un accordo con gli assiri, che lo avrebbero annientato,
e Isaia consiglia ad Acaz di chiedere un segno a Dio. Acaz non lo vuole fare.
Allora Isaia presenta comunque la profezia :  Is 7:7-14.
Il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio,e lo chiamerà Emanuele.Egli mangerà panna e miele finché sappia rigettare il male e scegliere il bene. Ma prima che il bambino sappia rigettare il male e scegliere il bene, il paese del quale tu temi i due re, sarà devastato.Il Signore farà venire su di te,sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre dei giorni, come non se ne ebbero mai dal giorno che Efraim [Regno di Israele] si è separato da Giuda: vale a dire il re d'Assiria. –


Isaia in questa profezia non indica affatto il "parto  dal miracoloso concepimento", bensì il "figlio partorito".


Capisco ancor meno, oppure c'è un  errore di riferimento, quando scrivi che l'evangelista Matteo avrebbe scritto assecondando la Settanta (o LXX o Septuaginta)?
Quando risale storicamente il Vangelo di Matteo e quando fu scritta la Septuaginta? Siamo ancora in  abbagli cronologici?
La Septuaginta viene scritta ben dopo il Vangelo di Matteo e non viceversa.
Quindi Matteo non può essersi riferito alla Septuaginta .
Quindi desidererei sapere: nomi e cognomi dei numerosi studiosi che lo attestano.
Mi piacerebbe sapere quando e in quale scritto la Chiesa Cattolica non crede all'interpretazione come tu attesti. Come ho scritto precedentemente, non è affatto vero che i testi biblici particolareggino sulla verginità, nemmeno in ebreo ( ricorderei che il testo Masoretico della Bibbia in ebraico è stata scritta dopo la Septuaginta) e se pur ammettendo che Matteo avesse voluto interpretare, non si capisce perché nella Vulgata che è la Bibbia scritta in latino si traduca ancora in "virgo".
Prova a spiegare o fattelo spiegare dai "numerosi autori".


Se Giovanni Paolo II ha detto quello a cui accenni, ha semplicemente detto ciò che cronologicamente è stato un fatto e non più una profezia anteriore. Vale dire che i Vangeli parlano di Gesù, il Nuovo Testamento, mentre il Vecchio Testamento non poteva che parlarne per profezie.
Quindi di quale conformità ci riferiamo? Persino a chi piace Nostradamus deve interpretare il fatto avvenuto con le sue anteriori  profezie (per chi ci crede).


Che gli ebrei non credano  a Gesù come loro Messia, lo dovrebbero sapere anche i sassi, visto che lo mandarono da Ponzio Pilato per essere giustiziato . Che tu non ci creda, è un problema tuo.


Detto questo , e seguendo la discussione in termini letterali, un sincero cristiano, che ovviamente non sei tu, segue la lettura come ispirazione, come spiritualità , non solo in senso letterale.


La figura di Maria e non c'è bisogno di elucubrazioni teologiche è il "ponte" fra divino e incarnazione umana, ed è chiaro che non potesse che essere una figura che racchiudesse purezza e innocenza.
Che fosse vergine o meno, inteso in termini "fisici" è ridicolo soffermarsi  quando ciò che conta  è in termini spirituali . Ma persino questa fisicità cercata  di "solerti autori" sbracano sui testi. Per loro leggere Topolino o la Bibbia è la stessa cosa.
Le parole imputate da te al teologo Balthasar sono ovvie, banali e che un altro teologo come Frederic  Manns dica che Gesù sarebbe un mito senza l'interpretazione di Figlio di Dio, significa non aver capito nulla nemmeno del Gesù storico e della sua testimonianza come Figlio dell'Uomo., la passione di Gesù e il suo sangue sono tipicamente umani. I Vangeli parlano di fatti cronologici non di teologie  banali.
E questi sarebbero  i grandi teologi del Novecento?
Che Ratzinger sottolinei che l'esegesi MODERNA , e sottolineo moderna, non ha trovato esegesi pertinenti e solo interpretazioni confusionarie e libri da vendere per allocchi: è un fatto.
La  non-verginità in quel tempo era interpretata come "corruzione del corpo", quindi come impurità.
E' ovvio che gli ebrei, e Maria lo fu, dovessero seguire le ritualità prescritte.
Attendo con piacere nomi dei tuoi autori preferiti dai quali attingi questi "eruditi" studi  e i loro testi di riferimento




paul11

#25
Citazione di: doxa il 19 Dicembre 2020, 16:58:24 PM
Continuo il mio percorso verso il luogo dove sarebbe nato Gesù. 

L'evangelista Luca narra che "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea si recò in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta" (Lc 2, 1- 5).

Da evidenziare che lei era al nono mese di gravidanza,  la distanza tra Nazaret e Betlemme è di 150 km, che venivano percorsi a piedi o in groppa ad un quadrupede. Vi sembra un viaggio veramente effettuato o che andava comunque compiuto ?



(scena dal film "the Nativity story", della regista Catherine Hardwicke, anno 2006)
 
Luca spiega che Giuseppe  e Maria fecero quel viaggio per un censimento. Questo serviva per determinare l'entità delle imposte che dovevano pagare i cittadini all'erario.

Gli studiosi sono increduli di quell'eventuale viaggio,  perché in quegli anni i censimenti per fini fiscali venivano effettuati nei luoghi dove le persone avevano la proprietà non in quelli d'origine. Giuseppe e Maria erano poveri e, per quanto se ne sa, non avevano proprietà terriere a Betlemme. Per cui se fecero quel presunto viaggio, non fu quello il motivo del loro  temporaneo trasferimento.

Ancòra Luca nel suo vangelo racconta del decreto di Cesare Ottaviano Augusto per il censimento in tutto l'impero romano, ma è storicamente accertato che quel censimento non fu ordinato da Augusto. Erano i governatori delle province dell'impero ad ordinare i censimenti per avere dati sulle proprietà dei sudditi.

Tale censimento permetterebbe di collocare la nascita di Cristo in una data precisa, ma l'unico censimento documentato di Quirinio che riguarda la Palestina fu eseguito nel 6 – 7 dopo Cristo, quando Gesù doveva avere almeno 12 anni.

I Vangeli affermano che Gesù nacque durante il regno di Erode Ascalonita, ma questo morì nel 4 avanti Cristo. E la Giudea era un regno satellite di Roma non una provincia romana. Perciò il sovrano locale poteva tassare direttamente i suoi sudditi,  senza un decreto di Augusto.

Quell'immaginato peregrinare di Giuseppe e Maria per 150 km da Nazaret a Betlemme  (che in ebraico significa "casa del pane" ed in arabo "casa della carne"), servì all'evangelista Matteo come pretesto  per creare la fantasiosa genealogia e connettere Gesù alla discendenza di David, che visse  tra il 1070 a.C. circa ed il 980 a.C.  circa.



Profezia di Michea 5
1 E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti. 2 Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele.
Quindi la risposta è sì': il viaggio DOVEVA essere effettuato.

Non c'erano ancora le leggi per le cure parentali e i diritti per le donne incinta.

doxa

#26
Buongiorno Paul.

I miei sono post non una tesi di laurea.

Gli autori di ciò che dico li puoi leggere su Wikipedia o navigando su Internet.

Ho numerosi libri riguardanti la religione e anche da loro apprendo.

Il mio non è "ardore" nel demolire la fede, ma interesse nel cercare la "verità", che la religione e la Chiesa proclamano.  Verità, secondo i cristiani, che proviene da Dio, per far conoscere sé stesso, il suo pensiero e volontà; verità, secondo altri, compreso me, costruita o inventata da individui o da comunità. Ed è questa verità che io cerco di indagare e sbugiardare, non quella inesistente di provenienza divina.

La fede cristiana afferma che Dio abbia rivelato la verità in modo oggettivo. Questa concezione si contrappone radicalmente al relativismo, agnosticismo e nichilismo.

Molti fedeli accolgono con passiva acquiescenza ciò che a loro viene insegnato da "madre ecclesia", altri sono titubanti, altri sono indifferenti.

Ci sono studiosi che passano la loro vita ad esaminare gli antichi testi, cosiddetti sacri, fanno comparazioni, individuano errori, li evidenziano, ma inutilmente, perché il fanatismo religioso induce al fondamentalismo, a non accettare opinioni contrarie.

Hai scritto
CitazioneCome se la verginità della madre Maria non potessero essere accostabili alla mondana Maddalena. Eppure Gesù riuscì a fare questo.

Non  mi è chiaro il tuo "accostamento". Comunque Maria di Magdala non era una "mondana".

Questa Maria è presente nel Vangelo di Luca (8, 1–3) come discepola di Cristo, dalla quale "erano usciti sette demoni".
Il "demonio" nel linguaggio evangelico non è solo radice di un male morale ma anche fisico che può pervadere una persona. Il "sette", è anche il numero simbolico che nel cristianesimo indica i sette doni dello Spirito Santo.

Non sappiamo il tipo di male che coinvolse la "Maddalena" (da Magdalena, = abitante di Magdala): fu un male morale, psichico, fisico ? Comunque la tradizione popolare nei secoli successivi non ebbe esitazioni e fece diventare Maria Maddalena una prostituta. Ma perché? La risposta è semplice: nella pagina evangelica precedente, il capitolo 7 di Luca, si narra la storia di un'anonima "peccatrice nota in quella (innominata) città".


L'applicazione era facile ma infondata: questa "peccatrice" pubblica dovrebbe essere Maria di Magdala, presentata poche righe dopo! A lei venne, allora, attribuita tutta la vicenda raccontata dall'evangelista.

Saputo della presenza di Gesù a un banchetto in casa di un notabile fariseo, essa aveva compiuto un gesto di venerazione e di amore particolarmente apprezzato dal Cristo: aveva cosparso di olio profumato i piedi del rabbi di Nazaret, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati coi suoi capelli.

A questo primo equivoco ne subentrava un altro.

Nel capitolo 12 di Giovanni, Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, amici di Gesù, compie un simile  gesto di ospitalità  (come l'anonima peccatrice indicata da Luca):  durante il pranzo, "cosparge i piedi di Gesù con una libbra di olio profumato di vero nardo assai prezioso e li asciuga coi suoi capelli". È così che nella tradizione cristiana Maria di Magdala viene trasformata in Maria di Betania.

Nel frattempo Maria Maddalena era giunta a Gerusalemme per vivere con Gesù e i suoi discepoli. I quattro evangelisti segnalano la sua presenza durante la crocifissione e della sepoltura di Cristo. Ed è proprio accanto a quella tomba nella luce dell'alba di Pasqua che il Vangelo di Giovanni (20, 11-18) ambienta il celebre incontro tra Cristo e Maria di Magdala.

La tua segnalazione di Michea (5) e del  viaggio  "necessario" di Giuseppe e Maria sorvolo, perché i detti profetici li considero incredibili, travisabili, usati dai primi cristiani per elaborare la loro dottrina.

Mi fermo qui.

Le mie critiche (annotazioni) alla religione comprende la critica alle credenze popolari (alimentate dal clero), alle superstizioni.
Da studioso quale sei dovresti apprezzare ciò che scrivo e non criticarmi.  :)

bobmax

Ciao Doxa

La tua attività d'indagine è meritoria.

Perché anche la tua ricerca è tesa a trovare il tesoro. E ne hai conferma proprio in quella sabbia che scorre nel tuo setaccio...

Ciò che ti anima è senz'altro la fede nella Verità.

Tuttavia secondo me dovresti fare un altro passo avanti.
Ossia chiederti per quale motivo è così importante per te non trovare alcuna pepita d'oro.
E non è sufficiente non trovarla, occorre pure fugare ogni dubbio che qualche pagliuzza possa essere in realtà oro.

Immagino che sotto sotto non ti dispiacerebbe se ti capitasse di trovare nel tuo setaccio una autentica pepita d'oro!
Ma dovrebbe essere però "vero" oro...
Senza alcun possibile dubbio.

Senza questa certezza assoluta, molto meglio continuare ad indagarne la falsità.
Perché l'uomo che cerca la Verità non vuole ingannarsi. Costi quello che costi!

Vi è però un motivo ancora più profondo, che dovrebbe farti sperare che nessun miracolo è davvero possibile.

Con miracolo intendendo un evento inspiegabile e che mai potrà avere spiegazione di sorta, perché fenomeno squisitamente trascendente.
Ossia l'irruzione della Trascendenza nell'immanenza, che impedisce qualsiasi velleità di comprendere!

La tua stessa fede nella Verità ne sarebbe umiliata.
La vita si rivelerebbe una presa in giro.

La realtà di un autentico miracolo renderebbe Dio, tuo padre, infinitamente lontano, irraggiungibile.

L'unico miracolo ammissibile è la vita stessa.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

paul11


Buongiorno Doxa,


Se cerchi la "verità" non è in autori che fanno del "clamore" per attirare solo attenzione e molto probabilmente in cerca di "pubblicità" per fare soldi: spesso è così.
Se cerchi autori critici e non denigratori li puoi trovare .
I migliori autori non credenti dichiarati non mettono in discussione la storia, ribadisco storia di Gesù, semmai le interpretazioni successive alla sua vita terrena.
Che la Bibbia e quindi Vangeli compresi, abbiano strafalcioni di varia natura è vero, ma non tali da mettere in discussione l'intero contesto.
Le religioni sono "Rivelazioni" sancite in ispirazioni umane ricevute dalla divinità e statuite nelle Sacre Scritture. In questo sta tutta la problematica.
Seguire il percorso di decostruzione linguistica dei testi, dove porta, alla demolizione?
E cosa rimarrebbe , ci sono risposte forse alternative alle Rivelazioni? Per questo a nulla vale tentare di demolirle: non conosciamo affatto la misura umana e quella divina, o raccontarci che "Dio è morto".
Dovremmo conoscere una verità più forte di quelle rivelate.


Errori ad esempio dei quattro evangelisti, se si fanno parallelismi cronologici, ve ne sono.
Ma questo semmai dimostra che non "erano d'accordo tra loro". Non c'è stato un "inventiamoci una religione, mettendoci d'accordo sulle stesure da fantasticare".




Insomma, se si legge la Bibbia come fatto storico, come tutti i fatti storici vi sono diversi punti di vista ed angolazioni, così come dal punto di vista letterario .


L'accostamento di Maria, madre di Gesù, la purezza e innocenza, con la Maddalena  intesa come peccatrice  salvata da Gesù, ha profondi significati, come a titolo di esempio , il buon ladrone sulla croce.
Basta cercare nell'essere umano una scintilla di bontà, basta un perdono, per redimere.
Il perdono non ha forse con sé un atto di comprensione, un "Ti capisco e nonostante l'errore ti amo".
Ci vuole più forza a perdonare o a essere perdonati? Spogliate dalle ipocrisie ,una verità si mostra.
La vita, le circostanze, possono portare una persona a scelte a volte quasi obbligate, a una vita non autentica. Ma altrettanto basta un atto di semplicità per far aprire occhi.
Questa è la cosa che mi colpì quando rilessi parecchi anni fa  l'intera Bibbia, in Gesù: l'amore, la misericordia, la comprensione. Non capisco quindi, il perché attaccare un essere che ha detto cose estremamente umane. Se poi altri storicamente ci hanno costruito istituzioni, dogmi, poteri secolari .........è un'altra storia. Gesù non parlava in forme teologiche, ma per parabole, metafore, aveva a che fare per scelta, non con eruditi preconcetti, ma con il semplice popolo e la Parola deve arrivare al cuore, solo poi semmai alla mente.  Una verità deve essere immediata, non mediata.


Le profezie dovevano precedere la futura comparsa di una incarnazione in un Messia.
Ma Gesù ,il Messia cristiano, non parlava rivolto SOLO al popolo ebraico, ma all'universalità degli uomini nel mondo: a tutti. E questo dette fastidio agli ebrei.


Tu pensi che le prime comunità cristiane fossero costruite da dogmi, da dotti, eruditi?
La forza del cristianesimo fu popolare, perché il messaggio della buona novella arrivò profondamente al cuore.I patristi vollero interpretare, vollero essere a loro volta "pastori", fino a combattersi fra loro , per poi quelle comunità istituzionalizzarsi in Chiesa e iniziare a dirimere i conflitti di pensiero interpretativo con i dogmi . Ma se si ragiona attentamente, se Gesù avesse voluto formulare per dogmi , Lui stesso avrebbe scritto in forma erudita un testo per dirimere le future interpretazioni. E invece ha preferito parlare semplice, parlare ai semplici di cuore....e a farsi raccontare da altri. Anche in questo c'è una verità.


Ma veniamo al fine al punto.
Tu pensi che Gesù abbia fatto del male? Se anche fosse tutta un'invenzione , una favola,  per assurdo che male c'è? Il fatto che ci siano moltitudini di persone che ci credano? Tu pensi che il male del mondo stia in questo? Ripeto, distinguo in tutti  i campi del sapere, compreso la spiritualità chi compie cose per disinteresse, perché davvero è buono e tende al giusto, e chi strumentalmente usa parole sacre ai fini personali e interessi propri . Gesù è stato crocefisso da umani, non dal Padre, e perché?
Togliamo, bruciamo testi sacri,  ora il "re è nudo": abbiamo risolto i problemi umani? Abbiamo tolto il male dalla natura umana, poichè è dall'uomo che viene e si compie il male.
La natività oggi come viene vissuta ? Nel tempo delle desacralizzazioni, il consumismo impera.
Ma c'è ancora una fiammella, le famiglie tendono a riunirsi, a ritrovarsi , a parlarsi ,a scambiare affetti. La natività allora, fosse anche solo una "scusa", un pretesto per non sentirsi soli, significa ancora com-prendere, prendere insieme, vivere anche solo per attimi amorevolmente. Questo è il vero scopo.
Ed è forse male tutto ciò?


Buon Natale.


Freedom

#29
Mentre scrivevo questo post  ha pubblicato Paul11. Esaustivo, umano, condivisibile. Non avrei da aggiungere altro. Forse per l'egoismo/narcisismo di pubblicare anche il mio lavoro (credo che qualche forumista se non tutti mi possa capire  ;) ) o, per non buttare via nulla (gesto per me sacrilego a qualsiasi livello ;D ) o nella speranza di presentare un'angolatura un pelo diversa che possa dare una mano, posto ugualmente le mie parole.


Penso che nella ricerca spirituale nessuna religione, nessuna chiesa, nessuna scuola di pensiero e/o misterica possano impedire lo svolgersi del proprio percorso. In altre parole se Dio esiste e se vuole farsi trovare allora credo che nulla, se non il ricercatore medesimo, possa ostacolare il conseguimento di questo obiettivo.

E se, come credo, la ricerca è sia interiore che esteriore, non ci si può focalizzare solo su uno dei due aspetti ma cercare di comprenderli entrambi. Pur tuttavia, forse, l'aspetto interiore c'è caso che guidi con più accuratezza verso la meta.

Quello che comunque è certo o quantomeno condiviso dalla maggior parte dei ricercatori è che la lettera cioè il significato esteriore delle parole non aiuta granché. Qualcuno arriva addirittura a dire che uccide.

Ritengo dunque prudente accogliere sempre con grande elasticità e "beneficio d'inventario" il significato letterale della Bibbia. E magari sforzarsi di ricercare e attribuire una valenza simbolica, morale insomma interiore alle parole medesime.

Altrimenti i passaggi biblici che lasciano perplessi sono davvero numerosi. Non voglio divagare e andare fuori tema però mi viene in mente una affermazione che, a titolo di esempio, condivido volentieri. Purtroppo non ricordo i riferimenti (suppongo non sia tuttavia difficile trovarli) ma nel Vecchio Testamento il Signore ordina di sfracellare sulla dura roccia i neonati del popolo testé sconfitto da Israele prima che possano crescere. E' del tutto evidente l'apparente e ingiusta crudeltà di tale comportamento. Che colpa possono avere dei neonati? Ma se noi attribuiamo ai neonati il significato di errori/vizi appena comparsi nell'anima dell'uomo allora i conti tornano: non è forse corretto stroncare sul nascere il male dentro di noi? Altrimenti cresce, si fortifica e sradicarlo diventa, ogni giorno che passa, sempre più difficile.

Spero di aver dato un contributo utile.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.