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Aperto da doxa, 17 Dicembre 2020, 11:09:02 AM

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doxa

Gesù di Nazaret nacque da una vergine.

Nell'ambito del  cristianesimo con verginità di Maria (o concepimento virginale di Gesù) s'intende la dottrina secondo cui, stando alla narrazione dei Vangeli di Matteo (1,18-25) e di Luca (1,26-38), Maria concepì Gesù per opera dello Spirito Santo.

Nei primi due post voglio argomentare sul brano 1, 18–25 del Vangelo di Matteo. 

18 "Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25 la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù".


Il profeta cui allude Matteo nel versetto 22 è Isaia.

Nel versetto 23 l'evangelista  fa una precisazione che non è caratteristica del suo tipico modo di scrivere:  spiega il significato del nome "Emmanuele" (= "Dio con noi").

In precedenza, nel versetto 21 Matteo scrive  che il figlio che sarà partorito sarà chiamato Gesù (= "Yahweh salva") poiché salverà il popolo dai suoi peccati.


Il profeta ebreo Isaia nacque nel 765 a. C. circa. A lui si attribuisce il cosiddetto
"libro di Isaia", tramandato per secoli come testo scritto da un unico autore, invece è una raccolta di testi elaborati da  più mani in diversi periodi di tempo e di diversa origine.

Secondo gli studiosi, la redazione definitiva del libro avvenne in Giudea nel V sec. a. C.. da parte di un autore ignoto. 

Il tema che ha catalizzato la raccolta unitaria è quello della salvezza divina del popolo denominato Israele. 


Il libro di Isaia è diviso in tre parti: 


Proto-Isaia
(capp. 1–39): 740 – 700 a. C., nel contesto della guerra siro-efraimitica, con esortazioni  alla fiducia in Dio; è la parte del libro attribuita al vero profeta Isaia;

Deutero-Isaia
(capp. 40–55): 550-539 a. C. durante l'esilio a Babilonia di una parte del popolo ebraico;

Trito-Isaia (capp. 56–66):  537 – 520 a. C., dopo il ritorno di una parte del popolo di Israele  dall'esilio a Babilonia; contiene oracoli contro l'idolatria, speranza nella conversione delle nazioni pagane.

doxa

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Nella Bibbia cattolica (versione C.E.I.) il brano di Matteo riferito al profeta Isaia (7, 10–14) è citato in prospettiva messianica.

Secondo l'evangelista il profeta Isaia avrebbe annunciato la miracolosa nascita di Gesù da una vergine molti secoli prima che il fatto si verificasse...

Dal libro di Isaia: [10] "Il Signore parlò ancora ad Acaz  dicendo: [11] "Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto". [12] Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore". [13] Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? [14] Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (7, 10-14).

Nella Bibbia ebraica quando viene indicata una vergine si usa il termine "betullah";  la parola "haalmàh" significa "giovane donna", però  nella versione in lingua greca dei Settanta della Bibbia  fu tradotta con "parthenos" (= "vergine"). 


Quella di Isaia non è una profezia riferita al Messia, ma promette ad Acaz (re di Giuda dal 732 a. C. circa al 716 a. C. circa) un segno che il suo oracolo è vero. E' opinione degli studiosi ebrei che la profezia si riferisca a Ezechia, figlio del re Acaz, oppure ad uno dei figli dello stesso Isaia.  Invece Matteo cita l'oracolo di Isaia applicandolo a Gesù Cristo. (Mt 1, 18 – 25). 

Numerosi esperti sono concordi nell'affermare che Matteo per il suo vangelo non utilizzò l'Antico Testamento in lingua ebraica, ma usò completamente o in parte la versione biblica in lingua greca, quella cosiddetta dei LXX, scritta tra  il III e il I sec. a. C..  Se Matteo avesse utilizzato il testo ebraico, avrebbe dovuto rendere più correttamente haalmàh con un termine greco più generico di parqšnoj. 


L'interpretazione, da parte di Matteo, di questo passo di Isaia in modo non conforme al testo ebraico è evidente anche alla Chiesa Cattolica. Ne parlò nel 1996 il pontefice Giovanni Paolo II nell'annuncio della maternità messianica. Ovviamente quel papa non intendeva demolire il dogma della nascita verginale di Gesù da Maria, contraddicendo il vangelo di Matteo, ma considerava la nascita verginale di Gesù caratteristica originale del Nuovo Testamento. 


Gli ebrei non credono che Gesù sia il Messia né il figlio di Dio e non credono neanche al suo concepimento verginale.  Ed io concordo con loro.

Socrate78

Ma è importante poi il fatto che Gesù sia effettivamente nato da concepimento verginale? Io direi di NO.  Gesù potrebbe benissimo essere un'emanazione di Dio ed essere stato concepito esattamente come tutti noi, anzi se fosse così lo renderebbe ancora di più un vero uomo.
Inoltre non comprendo lo scopo del tuo post, secondo me lo scopo vero non è smontare il solo fatto che Gesù sia nato da concepimento verginale, ma smontare il Cristianesimo tout court.

bobmax

Ogni storia, ogni evento di cui abbiamo notizia... e persino ogni fatto di cui siamo stati diretti testimoni, ha sempre differenti livelli di lettura.

Ma oltre alle diverse interpretazioni razionali, che si possono dare dello stesso scritto o fatto, sono convinto che vi si celi pure un messaggio più profondo.

Perché quell'evento è in se stesso segno, cifra che allude ad altro.

E questo altro non è qualcosa là "fuori" da comprendere, ma è messaggio che ci interroga direttamente. Siamo chiamati in causa in prima persona! È infatti messaggio metafisico.

Le sacre scritture, per esempio, sono sostanzialmente lettera morta. Se le leggiamo con gli occhi della logica razionale. Fiabe mediocri che sfidano la disponibilità a sospendere la nostra incredulità.

Ma se le accogliamo come cifra, come voce indistinta nel vento del deserto, allora un nuovo interesse può scaturire in noi.

Per esempio che Gesù sia figlio di Dio può essere una "verità" opinabile, difficile da accettare, se lasciata lì, sulla carta del Vangelo.
Ma questa stessa "verità" può essere dirompente se la portiamo alle sue estreme conseguenze: quindi anch'io sono figlio di Dio, figlio unigenito...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Socrate78

Anche tu, non capisco che cosa intendi con "CIFRE", mah...........Usi sempre questo termine, "cifre" per qualcos'altro, e non sei mai chiaro quando parli, con tutto il rispetto........

Kephas

per doxa
Se pùo interessare:

Confesso che anch'io su quel passo di Isaia 7:14 ero perplesso.
Ma poi mi è arrivata una buona spiegazione da un Sapiente cristiano (25 anni fa) che scrive:


"Leggendoti mi pare di udire le classiche critiche che gli ebrei muovono ai cristiani, e sono perplesso che un fatto di tal genere possa indebolire e minacciare la tua fede. Comunque quel passo di Isaia non è l'unico a sostegno dell'incarnazione.
In effetti, quello che tu dici a proposito della "vergine" in Isaia 7:14, avrebbe un certo grado di credibilità se la traduzione fosse: <<perciò il Signore stesso darà a voi un segno. Ecco la giovane donna concepisce e partorisce un figlio e gli porrà nome Emanuele>>.
Tu affermi che a distanza di secoli, ci pare strano come i LXX abbiano potuto tradurre l'ebraico "alma" (giovane donna) con il greco "parthenos" (vergine), se , a dire degli ebrei, è la parola "betula" che ha il significato di "vergine".
Ora se volessimo disquisire teologicamente, dovremmo rispondere che il profeta voleva descrivere una vergine di una purezza perfetta, e di un'innocenza che non è stata mai turbata da un pur minimo pensiero disonesto; è per questo che non poteva usare il termine "betula" che non avrebbe reso l'idea.
Infatti, quest'ultima parola, esprime un certo stato del corpo, cioè la maniera d'essere, la disposizione fisica di una certa parte della persona di una donna che non ha ancora avuto rapporti con un uomo.
E' invece il termine "alma" che esprime più propriamente sia l'innocenza morale, sia la purezza intatta di un'umile giovane vergine.
E Maria l'augusta figlia di Davide, è il modello più consono di queste virtù, qualificate giustamente angeliche.
E' per questo motivo che in S.Matteo viene usato il termine "parthenos", che esprime appunto pure una verginità interiore.
A sostegno della tesi messianica (il vol.2° dell'opera ottocentesca di P.L.B. Drach: "L'armonia tra la Chiesa e la Sinagoga" è interamente dedicato ad Isaia 7:14).
Bisogna notare che Isaia non dice, come fanno gli altri profeti ispirati da Dio, "Io vi do un segno", egli dice invece "il Signore vi darà un segno", per rimarcare che il miracolo è ancora molto lontano, e benché egli lo veda come presente (si ricordi che Isaia era un profeta) non sarà materialmente presente al suo compimento sulla terra.
Ora poche parole sull'argomentazione spirituale che più ci interessa.
S.Matteo 1:21-25 è comprensibilissimo. il termine 'Emanuele' significa "Dio con noi".
Ma questo è un nome simbolico che in nessun luogo dell' A.T. è attestato come nome di persona: esso porta solo un promessa di salute, di salvazione (=Gesù). Infatti 'Emanuele' (Dio con noi) equivale al nome di Gesù (Salvatore), perché come può una persona essere Salvatore se nel contempo Iddio non è anche con lei?
E' questo il mistero dell'incarnazione. Tu ti chiedi, come può una vergine partorire? difatti è proprio questo il paradosso.
Chiunque non è vergine non può vivere l'incarnazione divina: questa non è opera dell'uomo, ma opera di Dio. e poiché Maria, la Vergine raffigura la 'Terra pura dei Primordi' o la 'Celeste Sophia'  come la chiama J:Bohme (costui, benché protestante, era più mariano di tanti adoratori  di Maria, avendo intravisto il mistero al di là delle forme), è naturale come Gesù debba essere chiamato 'Figlio di una Vergine, e con Lui....pure tutti coloro che gli rassomigliano."
L'amore è come il mare in tempesta, che tutto travolge nei primi momenti, poi l'arcobaleno che tutto colora, i sogni ed i momenti, poi tutto con il tempo si placa, rimane l'onda tranquilla che torna e ritorna a lambire le sponde.

doxa

Socrate ha scritto
CitazioneMa è importante poi il fatto che Gesù sia effettivamente nato da concepimento verginale? Io direi di NO.  Gesù potrebbe benissimo essere un'emanazione di Dio ed essere stato concepito esattamente come tutti noi, anzi se fosse così lo renderebbe ancora di più un vero uomo.
Inoltre non comprendo lo scopo del tuo post, secondo me lo scopo vero non è smontare il solo fatto che Gesù sia nato da concepimento verginale, ma smontare il Cristianesimo tout court.


Ciao Socrate, per me non è importante in che modo fu concepito Gesù.

Detesto che la Chiesa da circa  duemila anni continui a presentare quella nascita come un fatto storico anziché teologico, sfruttando pro domo sua  nei secoli la credulità popolare.

Non solo la nascita di Gesù ma anche su altre menzogne si sorregge la Chiesa. Perciò vorrei che scomparisse perché ha avuto nel tempo troppo potere, spesso nefasto. 

Sono consapevole che al suo posto emergerebbe un'altra religione;  gran parte dell'umanità ha bisogno di credere nelle divinità, nella giustizia divina, nella vita nell'aldilà, ecc..

doxa

Ciao Bob.

Hai scritto:

CitazioneOgni storia, ogni evento di cui abbiamo notizia... e persino ogni fatto di cui siamo stati diretti testimoni, ha sempre differenti livelli di lettura.
Si, hai ragione. Negli individui la percezione è variabile ed un evento diventa relativo per ognuno di noi.

CitazioneMa oltre alle diverse interpretazioni razionali, che si possono dare dello stesso scritto o fatto, sono convinto che vi si celi pure un messaggio più profondo.

Perché quell'evento è in se stesso segno, cifra che allude ad altro.

E questo altro non è qualcosa là "fuori" da comprendere, ma è messaggio che ci interroga direttamente. Siamo chiamati in causa in prima persona! È infatti messaggio metafisico.

Nei secoli il clero non sapendo spiegare ai fedeli il male degli  accadimenti (perché Dio ha permesso questo...) si è sempre difesa dicendo ai credenti che il volere divino a volte è misterioso...

CitazioneLe sacre scritture, per esempio, sono sostanzialmente lettera morta. Se le leggiamo con gli occhi della logica razionale. Fiabe mediocri che sfidano la disponibilità a sospendere la nostra incredulità.

Condivido. Oltre che fiabe mediocri, nei testi dell'Antico Testamento  ci sono anche errori storici. E li chiamano "sacri"
La maggior parte delle persone che dicono di essere credenti non leggono i testi biblici, anche perché sono noiosi.

Citazioneche Gesù sia figlio di Dio può essere una "verità" opinabile, difficile da accettare, se lasciata lì, sulla carta del Vangelo.
Ma questa stessa "verità" può essere dirompente se la portiamo alle sue estreme conseguenze: quindi anch'io sono figlio di Dio, figlio unigenito...

Io invece non reputo di essere figlio dell'inesistente Dio, per di più unigenito. :)

doxa

Grazie Kephas per il testo che hai inserito nel tuo post.

CitazioneComunque quel passo di Isaia non è l'unico a sostegno dell'incarnazione.
Quanto dice Isaia non ha nulla a che fare con l'incarnatio Christus.

Quel "sapiente cristiano" mi sembra che mischi le "carte in tavola".

CitazioneOra se volessimo disquisire teologicamente, dovremmo rispondere che il profeta voleva descrivere una vergine di una purezza perfetta, e di un'innocenza che non è stata mai turbata da un pur minimo pensiero disonesto; è per questo che non poteva usare il termine "betula" che non avrebbe reso l'idea.

Il profeta non voleva descrivere la purezza di una vergine. Egli parlava d'altro.

CitazioneE Maria l'augusta figlia di Davide, è il modello più consono di queste virtù, qualificate giustamente angeliche.

Della stirpe di Davide era Giuseppe, non Maria.

CitazioneE' per questo motivo che in S.Matteo viene usato il termine "parthenos", che esprime appunto pure una verginità interiore.

Parthenos non esprime la verginità interiore.

bobmax

Citazione di: Socrate78 il 17 Dicembre 2020, 20:52:01 PM
Anche tu, non capisco che cosa intendi con "CIFRE", mah...........Usi sempre questo termine, "cifre" per qualcos'altro, e non sei mai chiaro quando parli, con tutto il rispetto........

Caro Socrate, percepisco in te il bisogno di purezza.
Ma la purezza non può essere imposta. Non può derivare da un atto di forza.
La purezza è originaria.
Occorre perciò arrendersi alla purezza, non pretendere di stabilire cosa debba essere.

La chiarezza può nascere solo dentro di te.
Là fuori non puoi trovarla, perché Dio si nasconde.
Se non si nascondesse, tu non ci potresti essere...

Il mondo tuttavia non è che manifestazione di Dio.
Di modo che ogni cosa ti parla, ma solo come cifra.
In modo da lasciarti in vita.
Incontrare la Verità sarebbe per te la fine.

Infatti tu sei il figlio unigenito. E lo sei finché Dio si nasconde.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

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Gli evangelisti Marco e Giovanni non descrissero le circostanze della nascita di Gesù Cristo.

Luca nel suo Vangelo scrisse:

26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei"
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(Lc 1, 26 – 38)

Gesù nacque dalla giovane Miryam (= Maria), che fu concepita dallo Spirito Santo per far nascere Gesù.


La dottrina della verginità perpetua vuole che Maria sia rimasta vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù Cristo.
Verginità intesa come castità, astinenza dai rapporti sessuali fino alla sua assunzione in cielo.

Il dogma della Verginità perpetua non deve essere confuso con quello dell'Immacolata Concezione, che si riferisce al miracoloso concepimento di Maria nel grembo di sua madre, Anna, senza essere coinvolta dal "peccato originale". Invece, secondo la dottrina cattolica, ogni creatura che si forma nel grembo della donna riceve subito un'anima, che reca il peccato originale, ma viene cancellato con il battesimo.

doxa

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L'affermazione della divinità di Gesù Figlio di Dio e Dio stesso, e la convinzione della verginità di Maria, Madre di Dio, prima, durante e dopo il parto, crearono eresie e molte dispute nei primi secoli del cristianesimo.

Nel periodo in cui veniva formata la dottrina della Trinità, il presbitero Ario (260 ca – 336) fu il rappresentante di una delle interpretazioni di maggior seguito della relazione tra le persone della Trinità, in particolar modo di quella tra il Padre e il Figlio. Egli non rifiutava la Trinità, ma subordinava il Figlio al Padre, negandone la consustanzialità, che sarà poi formulata nel 325 durante il concilio di Nicea


Alla base della sua tesi c'era la convinzione che Dio, principio unico, indivisibile, eterno e ingenerato, non potesse condividere con altri la propria ousìa, cioè la propria essenza divina. Di conseguenza il Figlio in quanto "generato" e non eterno non ha la stessa sostanza del Padre (negazione della consustanzialità), quindi non può essere considerato Dio allo stesso modo del Padre.

L'arianesimo fu condannato nel primo concilio di Nicea, avvenuto nel 325. Questo concilio venne convocato e presieduto dall'imperatore Costantino I, il quale intendeva ristabilire la pace religiosa e raggiungere l'unità dogmatica, minata da varie dispute.

Con ampia maggioranza venne accolta la "dichiarazione di fede", denominata "Simbolo niceno" o "Credo niceno", il quale stabilisce la dottrina dell'homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio; nega che il Figlio sia creato e che la sua esistenza sia posteriore al Padre; dichiara la nascita virginale di Gesù: "nacque da Maria Vergine". In tal modo l'arianesimo venne negato in tutti i suoi aspetti.

Durante il concilio di Nicea del 325 ci furono altre decisioni. Per esempio, fu stabilita la data per la Pasqua, la festa principale della cristianità. La celebrazione deve avvenire nella prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera, quindi in modo indipendente dalla Pesach (la Pasqua ebraica), stabilita in base al calendario ebraico.

doxa

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Nel 381 l'imperatore Teodosio I convocò il primo concilio di Costantinopoli, durante il quale fu riaffermato il Credo elaborato nel concilio di Nicea del 325.

Venne ribadita la consustanzialità dello Spirito Santo con il Padre e il Figlio, perciò fu detto "credo niceno-costantinopolitano". Inoltre, questo concilio aggiunse nel Credo il nome di Maria Vergine: [...] "Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, / e per opera dello Spirito Santo / si è incarnato nel seno della Vergine Maria / e si è fatto uomo".


La scelta di aggiungere il nome di Maria nel Credo pose le basi per le discussioni in un ulteriore concilio, quello di Efeso nel 431, per dibattere sulla natura della Madre di Dio: Maria è genitrice di Dio, la "Theotòkos", perché ha fatto nascere non un uomo ma Dio come uomo.

Nel Concilio di Efeso fu anche affrontato un aspro dibattito che minacciava l'unità della Chiesa cristiana, riguardante la persona e la divinità di Gesù. Si confrontarono due ideologie: quella antiochena, capeggiata dal patriarca Nestorio e quella alessandrina, con a capo Cirillo di Alessandria d'Egitto.

Nestorio e i suoi seguaci sostenevano che Gesù Cristo avesse due nature: umana e divina, non unite nel vincolo ipostatico, invece Cirillo era convinto della sola natura divina di Cristo.

Connessa alla disputa su Gesù Cristo, vi era quella collegata all'appellativo Theotòkos dato alla madre di Gesù. I nestoriani affermavano che Maria fosse solamente Christotokos, madre di Gesù-Uomo e non Madre di Dio, che accolse in sé, con l'Uomo-Messia anche il Figlio di Dio unito all'Uomo.

Altro concilio, quello di Calcedonia nel 451, convocato per dibattere le dispute ideologiche sulle due nature di Gesù, quella umana e quella divina....

Nel 553 ci fu il secondo concilio di Costantinopoli per definire la "verginità perpetua di Maria": vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù.

La verginità durante la nascita di Gesù è conseguenza logica (dogmatica) dell'incarnazione di Gesù Cristo nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo, affermata nel prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1-18) e nel Credo.

La dottrina della Verginità (perpetua) di Maria prima, durante e dopo il parto fu riaffermata nel 649 dal concilio lateranense, cosiddetto perché svolto a Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano e presieduto dal pontefice Martino I.

Non basta. La verginità perpetua di Maria fu ribadita ancora una volta nel 680 dal III concilio di Costantinopoli.


Cosa dedurre dal travagliato problema del concepimento verginale di Gesù da parte di Maria, avvenuto per volontà divina ?

Ogni religione ha bisogno di stupire i propri seguaci.

La dottrina della verginità  è sostenuta dalla Chiesa cattolica e ortodossa come verità di fede invece alcune Chiese protestanti pur ammettendo il concepimento verginale di Gesù in Maria, non le riconoscono la verginità perpetua, perché credono che Maria e Giuseppe abbiano avuto altri figli dopo la nascita di Gesù.

doxa

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Secondo alcuni studiosi il concepimento verginale è presentato come fatto storico anziché teologico.


Per il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar l'idea del concepimento verginale era necessaria, perché il Figlio di Dio non poteva avere due padri: il padre umano avrebbe oscurato il rapporto di Gesù con il Padre eterno.

Il concepimento miracoloso vuole attestare l'origine divina di Gesù, che viene dallo Spirito di Dio anche se nasce attraverso una normale gestazione umana. Il Figlio nasce dal Padre nell'eternità e da Maria nel tempo.

Il biblista francese Frédéric Manns afferma che se non si crede che Gesù sia il Figlio di Dio e il compimento delle antiche Scritture, gli scritti di Matteo e Luca possono apparire come racconti mitologici.

bobmax

Ciao Doxa

È anche per me alquanto improbabile che Dio esista.

Infatti tu sei il figlio unigenito proprio in quanto Dio non esiste.

L'analisi deve necessariamente iniziare con la raccolta di informazioni. Che deve essere la più completa possibile, cercando di non trascurare alcun dettaglio.

Prima di procedere alla sintesi occorre però eseguire una operazione fondamentale, saltando la quale l'analisi è monca, insufficiente.

Questa operazione consiste nell'indagare cosa siano, per davvero, i dati raccolti.

Sovente, il significato delle informazioni raccolte è dato per scontato. E ciò pregiudica inevitabilmente l'analisi e la sintesi conseguente.

Per valutare l'autentico significato dei dati raccolti, occorre aver fede nella Verità.

Una volta che il significato delle varie informazioni sembra essere coerente e non vi sono più ragionevoli dubbi, si può procedere alla sintesi. Che a questo punto è automatica.

Ma solo a questo punto.
In caso contrario si tratta di una forzatura.

Nella fattispecie, una corretta analisi dovrebbe valutare il significato di esistenza e di paternità.
Dopo di che, potrebbe coerentemente concludere che sì io sono figlio unigenito di Dio, proprio in quanto Dio non esiste.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.