Morire alla propria volontà.

Aperto da Freedom, 26 Gennaio 2019, 14:41:01 PM

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Freedom

Si lavora tutta la vita per affermare le proprie idee, la propria visione del mondo, per realizzare progetti.

Lo si fa con determinazione, con costanza e, qualora la fatica fosse non più sostenibile oppure si decidesse che ogni sforzo è inutile, ci si potrebbe ritirare dalla lotta ma sempre conservando inalterata la propria visuale. Raramente si mutano approccio, impostazione discorsiva, convincimento e azione. Anzi, della fedeltà al proprio modo di essere e di agire, se ne fa motivo di orgoglio e di vanto. La coerenza prima di tutto!

Per poi peraltro affermare, mentendo prima di tutto a sé stessi, che si è pronti, in qualunque momento al famoso "cambiare idea". Perché, in qualche meandro della propria coscienza, ognuno sa che non c'è maggiore stoltezza di chi non muta mai la propria opinione. Si dice infatti che cambiare parere è sintomo di intelligenza. Ma chi produce questo risultato, quelle rarissime volte che riesce a farlo, lo fa da solo, mai sotto la spinta, per quanto delicata, degli altri.

Eppure "morire" alle proprie convinzioni, alle proprie azioni, fosse pure una banale come attraversare la strada, apre lo spirito ad una vera e propria rinascita. Un vero capovolgimento di prospettiva, foriero di novità interessanti e benefiche.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Ipazia

Alcune visioni del mondo sono più sensibili ai suoi mutamenti, altre meno.  Alcuni proprio non ce l'hanno una visione del mondo e si arrabattano con quello che passa il convento. Non vedo tutta questa ferrea coerenza in giro, neppure in chi professa fedi "forti".  Nello scontro dialettico è normale che uno metta alla prova la propria tesi fino alla consunzione,  ma nella via reale solitamente si è più elastici.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Freedom

Citazione di: Ipazia il 26 Gennaio 2019, 16:58:50 PM
Non vedo tutta questa ferrea coerenza in giro, neppure in chi professa fedi "forti".
Condivisibile. Se ti riferisci alle mie parole erano amare, beffarde, quasi sarcastiche. Puoi tranquillamente sostituire alla parola coerenza la parola testardaggine.
Citazione di: Ipazia il 26 Gennaio 2019, 16:58:50 PM
Nello scontro dialettico è normale che uno metta alla prova la propria tesi fino alla consunzione,
Anche qui condivido. E' il bello dei Forum! Io stesso, quando esprimo una convinzione, sono ben felice di temprare il ferro degli argomenti sui quali si basa la convinzione medesima. Alla fine sono il più interessato a vedere se il ferro è diventato acciaio o ha mostrato che, in realtà, era debole alluminio.
Citazione di: Ipazia il 26 Gennaio 2019, 16:58:50 PM
ma nella via reale solitamente si è più elastici.
Va bè, anche più dissimulatori. Anzi....gesuitici. :D

Ok. Mi hai risposto sull'aspetto antropologico e concordiamo.

Però la prospettiva che intendevo mostrare riguarda il piano spirituale. Riconosco tuttavia che non è facile inquadrarla nemmeno per me che ho proposto il tema. E che sono così affezionato alla sintesi.

Tutte le volte che uccidiamo una nostra intenzione ancora prima che si manifesti l'azione nasce, generalmente, un moto dell'anima di insofferenza. O di contrarietà vera e propria. Se uno è predisposto anche di ira. Se ti muovi in cucina e tuo marito si frappone tra te e la lavastoviglie. Se cambia canale in televisione. Se stende la biancheria in salotto invece che nell'ingresso. E sul lavoro variare la temperatura del riscaldamento, dell'aria condizionata e così via. Uso esempi di banalità quotidiana altrimenti si potrebbe eccepire per i più svariati motivi e comunque l'analisi dovrebbe essere più complessa. Ma la scala delle intenzioni può tranquillamente arrivare sino alle intenzioni più importanti, magari decisive come cambiare casa, città, fare dei figli, etc.

Naturalmente tutte queste decisioni possono e devono essere discusse e arrivare ad un punto dirimente con il buon senso e tutte le qualità discorsive, di tolleranza, etc. che appartengono alle persone in questione.

Ma ci sono particolari momenti della propria vita o della propria giornata nei quali "morire alla propria volontà" dà luogo a risultati sorprendenti. Normalmente la conseguenza è quella che sopra indicavo: un più o meno intenso senso di frustrazione.

Ma se si "afferra" uno stato dell'anima, una corrente spirituale, un qualcosa che, un non so che, allora avviene una specie di miracolo e la rinuncia non solo ci è facile e leggera. Addirittura ci dona gioia.

Non so se sono riuscito a trasmettere qualcosa. Spero di sì.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

sgiombo

Se ben capisco vuoi dire che ci si attacca facilmente alla nostre convinzioni e in genere si prova una più o meno spiccata istintiva ripulsa a riconoscerle più o meno false, errate o inadeguate e a sostituirle con altre auspicabilmente migliori.

Salvo casi solitamente rari (purtroppo, direi) in cui una specie di "grande illuminazione interiore" ci fa comprendere l' enormità dei nostri precedenti errori e l' importanza di superarli e il grande beneficio che ce ne deriva (oltre che un certo autocompiacimento per il fato in sé e per sé di semplicemente aver saputo superare pregiudizi radicati, che ci fa giustamente sentire mentalmente giovani a qualsiasi età).

Ipazia

Distinguerei la persuasione dalla rinuncia. La prima puó dare gioia perché ci apre degli orizzonti (ricevi); la seconda ottiene lo stesso effetto solo in un contesto particolarmente empatico (dai).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sileno

Citazione di: Freedom il 26 Gennaio 2019, 14:41:01 PM
Si lavora tutta la vita per affermare le proprie idee, la propria visione del mondo, per realizzare progetti.

Lo si fa con determinazione, con costanza e, qualora la fatica fosse non più sostenibile oppure si decidesse che ogni sforzo è inutile, ci si potrebbe ritirare dalla lotta ma sempre conservando inalterata la propria visuale. Raramente si mutano approccio, impostazione discorsiva, convincimento e azione. Anzi, della fedeltà al proprio modo di essere e di agire, se ne fa motivo di orgoglio e di vanto. La coerenza prima di tutto!

Per poi peraltro affermare, mentendo prima di tutto a sé stessi, che si è pronti, in qualunque momento al famoso "cambiare idea". Perché, in qualche meandro della propria coscienza, ognuno sa che non c'è maggiore stoltezza di chi non muta mai la propria opinione. Si dice infatti che cambiare parere è sintomo di intelligenza. Ma chi produce questo risultato, quelle rarissime volte che riesce a farlo, lo fa da solo, mai sotto la spinta, per quanto delicata, degli altri.

Eppure "morire" alle proprie convinzioni, alle proprie azioni, fosse pure una banale come attraversare la strada, apre lo spirito ad una vera e propria rinascita. Un vero capovolgimento di prospettiva, foriero di novità interessanti e benefiche.





Vano far cambiare idea a chi espone idee irrazionali, anche a fronte di documentazioni affidabili. Non si va a fondo di un problema, impossibile spesso un dialogo dialogo dialettico, nei network anche perché manca il linguaggio corporeo. Rari tornano sulle proprie idee. Converrebbe lasciar perdere facebook e dedicarsi ad altro. Se non ci si aggiorna si può avere tutti torto; o si è mossi dalle emozioni e non dal ragionamento.

Tale problema mi ricorda la "dissonanza cognitiva" quando idee contrastanti, in conflitto tra loro, si presentano nella stessa persona. Per alleviare tale disagio si dovrebbe modificare il proprio sistema di rappresentazioni cognitive e relazioni funzionali interne.

saluti

Freedom

Citazione di: Ipazia il 26 Gennaio 2019, 22:51:13 PM
Distinguerei la persuasione dalla rinuncia. La prima puó dare gioia perché ci apre degli orizzonti (ricevi); la seconda ottiene lo stesso effetto solo in un contesto particolarmente empatico (dai).
Certo distinguiamo. La persuasione è, talvolta, uno dei frutti conseguenti alla rinuncia delle proprie convinzioni. Ma è la rinuncia stessa che sto cercando di approfondire. Ed è esattamente lei che può produrre il raccolto spirituale di cui sto parlando. Dunque "morire" alla propria convinzione, ad un proprio progetto, ad una propria azione ma, soprattutto, ad una propria intenzione. Sto alzandomi da tavola per andare a prendere il sale e mio figlio, che è sempre in mezzo ai marr (e dunque sono zero predisposto a tollerare l'ennesimo posizionamento fuori posto) è sulla mia strada. Posso esclamare seccato, posso per la millesima volta chiedere permesso, ma posso anche, almeno temporaneamente, rinunciare. Ed ecco che, se riesco a prendere l'onda, a surfare su questo non so che, su questo qualcosa, mi si apre un mondo.
E con questo ultimo periodo rispondo anche a questa osservazione di sgiombo:
Citazione di: sgiombo il 26 Gennaio 2019, 21:48:36 PM
Se ben capisco vuoi dire che ci si attacca facilmente alla nostre convinzioni e in genere si prova una più o meno spiccata istintiva ripulsa a riconoscerle più o meno false, errate o inadeguate e a sostituirle con altre auspicabilmente migliori.
E rispondo anche a quella di sileno:
Citazione di: sileno il 27 Gennaio 2019, 10:25:26 AM
Vano far cambiare idea a chi espone idee irrazionali, anche a fronte di documentazioni affidabili. Non si va a fondo di un problema, impossibile spesso un dialogo dialogo dialettico, nei network anche perché manca il linguaggio corporeo. Rari tornano sulle proprie idee. Converrebbe lasciar perdere facebook e dedicarsi ad altro. Se non ci si aggiorna si può avere tutti torto; o si è mossi dalle emozioni e non dal ragionamento.
A sileno aggiungo che, secondo me, non è da sottovalutare l'efficacia della comunicazione via web. E' certamente vero che manca il linguaggio corporeo e, a dirla tutta, anche la "mediazione della carne". Quest'ultima suggerisce e di fatto comporta una maggior delicatezza nei dialoghi. Ma proprio l'assenza o meglio la diminuzione di un certo "garbo" consente una rarissima sincerità. E, dopo qualche anno che lavori con questa modalità, acquisisci una sensibilità ed una capacità penetrativa del tutto superiore alle aspettative.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

sileno

Citazione di: Freedom il 27 Gennaio 2019, 11:11:20 AM

A sileno aggiungo che, secondo me, non è da sottovalutare l'efficacia della comunicazione via web. E' certamente vero che manca il linguaggio corporeo e, a dirla tutta, anche la "mediazione della carne". Quest'ultima suggerisce e di fatto comporta una maggior delicatezza nei dialoghi. Ma proprio l'assenza o meglio la diminuzione di un certo "garbo" consente una rarissima sincerità. E, dopo qualche anno che lavori con questa modalità, acquisisci una sensibilità ed una capacità penetrativa del tutto superiore alle aspettative.


E' vero, l'anonimato, la non presenza fisica può avere questo effetto, Purtroppo anche in pesanti insulti che io stesso ho subito in altro forum.

Ipazia

Citazione di: Freedom il 27 Gennaio 2019, 11:11:20 AM
A sileno aggiungo che, secondo me, non è da sottovalutare l'efficacia della comunicazione via web. E' certamente vero che manca il linguaggio corporeo e, a dirla tutta, anche la "mediazione della carne". Quest'ultima suggerisce e di fatto comporta una maggior delicatezza nei dialoghi. Ma proprio l'assenza o meglio la diminuzione di un certo "garbo" consente una rarissima sincerità. E, dopo qualche anno che lavori con questa modalità, acquisisci una sensibilità ed una capacità penetrativa del tutto superiore alle aspettative.
Concordo pienamente: l'apocalittica mediatica enfatizza solo gli aspetti negativi della rete.

Sulla rinuncia osservo che l'avanzare dell'età aiuta biologicamente a mettersi da parte evitando di sprecare le energie via via ridotte nelle bagatelle del Nervenleben simmeliano.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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